per gli amici Cattolici tradizionali: imparare a conoscere il "vescovo" di Verona

[halexandra]

e rendersi conto di quale brava persona sia:


Il vescovo in sinagoga, storica visita

Padre Flavio dal rabbino Piattelli con le guide delle altre chiese cristiane

È LA PRIMA VOLTA. Domani alle 19.30 in centro città la cerimonia con la Comunità Ebraica inserita nella Giornata del dialogo

Una stretta di mano. A volte la si compie quasi com e una formalità. Ma quella di domani, nella sinagoga, tra il rabbino capo di Verona Crescenzo Piattelli e i rappresentanti della Chiese cristiane presenti in città, avrà un significato particolare. Perché domani si aprirà un nuovo capitolo di storia veronese. Per la prima volta, infatti, un vescovo entra nella sinagoga. Il passo tocca a padre Flavio Roberto Carraro, della Chiesa cattolica, e, insieme a lui, alle guide delle comunità valdese, luterana, ortodossa russa e ortodossa romena di Verona. La stretta di mano sarà il culmine di una cerimonia che avrà inizio alle 19.30, inserita all’interno della Giornata, voluta dalla Conferenza episcopale italiana, per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano, il 17 gennaio.
Alla cerimonia sono invitati i fedeli delle varie comunità cristiane e anche le autorità cittadine. Per rispetto alla Comunità ebraica ospitante viene richiesto agli uomini di avere il capo coperto, e a tutti di avere abiti dignitosi. Non è opportuno portare con sé simboli cristiani come i crocifissi, in quanto l’ebraismo è iconoclasta. Dopo un canto ebraico, introduttivo, seguiranno il saluto del presidente della Comunità ebraica, Carlo Rimini, e l’intervento del Rabbino Piattelli. Parlerà quindi don Sergio Gaburro, delegato del vescovo per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, che illustrerà il valore ecumenico della presenza delle Chiese cristiane a Verona.
Interverranno poi il Vescovo Carraro, il Pastore valdese Vito Gardiol, il Pastore luterano Jürgen Wesenick, l’ortodosso romeno padre Gabriel Codrea, l’ortodosso russo padre Boris Razveev, per rivolgere un saluto e un ringraziamento alla Comunità ebraica ospitante. Due salmi, uno recitato in ebraico e uno in italiano, precederanno la stretta di mano. La visita si concluderà intorno alle 20.30 con un canto della liturgia ebraica.
Un passo epocale, l’incontro di domani, come conferma il Rabbino Piattelli, romano, 50 anni, sposato, due figli, laureato in giurisprudenza, allievo del Rabbino Elio Toaff, a Verona da 18 anni. È lui la guida di una Comunità ebraica, presieduta da Carlo Rimini, che ha giurisdizione anche nella provincia di Vicenza, e di cui fanno parte un centinaio di persone, in parte provenienti anche da Brescia.
Dopo due millenni di contrapposizioni, di conflitti e di sospetti tra ebrei e cristiani, il clima è cambiato. «Mai nessun vescovo, qui a Verona, era entrato in sinagoga e quindi la visita del vescovo Carraro è un fatto storico», dice Piattelli. «Qui a Verona c’era già attesa da molti anni, da quando c’erano il vescovo Amari ed era Rabbino capo Weiss Levi. Amari aveva espresso il desiderio di entrare in sinagoga ma, nonostante i buoni rapporti tra cattolici ed ebrei, i tempi non erano maturi». Piattelli ricorda i passi compiuti: «Negli ultimi 40 anni, dopo il Concilio Vaticano II, è maturato un dialogo interconfessionale positivo. Un altro passo è stato compiuto da papa Giovanni Paolo II, che visitò la sinagoga di Roma nel 1986. L’incontro di domani è frutto di questo percorso».
Quando si pensa agli Ebrei il pensiero corre alla Shoah, allo sterminio di sei milioni di Ebrei nei lager nazisti. Tra loro c’erano anche dei veronesi, epigoni di una comunità che si organizzò in città nel 1400, ma che conta presenze sparse e guide rabbiniche fin dall’anno 522. Il nucleo del 1400 era formato da Ebrei Ashkenaziti, provenienti dalla Germania, giunti via Brennero. Tutt’ora, nella sinagoga scaligera, le cerimonie si svolgono con il rito tedesco. «A Verona il dialogo interreligioso esiste da tempo e coinvolge non solo i vertici ma tanti fedeli, in un atteggiamento di fraternità. Lo dimostrano le iniziative culturali del Segretariato attività ecumeniche e quelle dell’Associazione Santa Lucia, che promuove incontri di preghiera comune tra esponenti di diverse fedi. La Giornata della Cultura ebraica ha portato poi centinaia di veronesi nella sinagoga».
Don Sergio Gaburro, delegato vescovile per il dialogo interreligioso, sottolinea che «in questo momento storico segnato dall’odio, striato di sangue e lacerato dalle divisioni, Ebrei e cristiani trovano nella Parola di Dio una comune fonte di ispirazione. La voce di Mosè e di Cristo parlano all’unisono, riconoscendo che l’amore è la fonte della vita. In questo quadro si inserisce la giornata del dialogo ebraico-cristiano, che coinvolge gli Ebrei e tutte le confessioni cristiane. Padre Flavio Roberto intende la sua visita nel cammino di incontro con gli Ebrei. ’’Non vado perché sono il primo vescovo ad andare, mi diceva il vescovo, ma perché è giusto che vada’’».

[Lupus]

Infatti,è un vescovo 'modernista'

[Guelfo Nero]

Non è neppure un vescovo, è un frate che occupa abusivamente la cattedra di San Zeno, dandosi arie da vescovo.
Nobile città, non ti meritavi tutto questo...



Guelfo Nero