Lunedì, 17 gennaio 2005

Nel mese di ottobre, assieme a Giulietto Chiesa, Michele Santoro, Antonio Di Pietro e Luisa Morgantini, ho sottoscritto una lettera destinata al Presidente Josep Borrell per chiedere al Parlamento Europeo di inviare una delegazione in Iraq in occasione delle elezioni del 30 gennaio. La Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari, su indicazione della Commissione Europea, ha deciso di non autorizzare la missione internazionale a causa della "mancanza delle condizioni minime di sicurezza".

Ritengo che, dopo aver stanziato più di trenta milioni di euro per reclutare e istruire da cinque a diecimila scrutatori iracheni, l’Unione Europea dovrebbe prendere atto che la situazione politica in Iraq e’ ancora distante da cio’ che si definisce “democrazia”.

In questo modo si nega ai cittadini iracheni il diritto a elezioni davvero libere e legittime e agli europei la trasparenza circa l’impiego di una tale somma di denaro. Ricordo che in occasione delle consultazioni in Ucraina e in Palestina l’Unione Europea ha potuto inviare i propri osservatori, che hanno garantito il corretto svolgimento e quindi l’assoluta legittimita’ delle operazioni di voto. Perche’ l’Ue dovrebbe adottare un diverso criterio di comportamento rispetto alle elezioni irachene?

Se veramente non sussistono le minime condizioni di sicurezza per gli osservatori internazionali, cio’ vale altrettanto per gli iracheni, che si preparano al voto in un paese occupato militarmente. Ricordo inoltre che su ammissione dello stesso primo ministro iracheno Allawi e dei militari americani, in almeno quattro province irachene sara’ praticamente impossibile andare a votare: di queste province, in cui vive circa la meta’ della popolazione irachena, fa parte la stessa capitale Baghdad.

Visto che la situazione in Iraq e’ oggettivamente critica, non riesco davvero a pensare alle elezioni - che a mio parere devono comunque avere luogo il prima possibile - se non come a una farsa utile soprattutto all’amministrazione Bush per poter dire “missione compiuta in Iraq con lo svolgimento delle prime elezioni democratiche”. E’ evidente che saremmo di fronte all’ennesima bugia del presidente Usa.
da www.articolo21.com