Sul "basta egualitarismo" di Rutelli non possiamo che essere tutti d'accordo.
E' assurdo sostenere che siamo tutti uguali, questi sono rimasugli di una ideologia di sinistra che ovunque ha seminato miseria, morte e orrore.
I pollisti sono inferiori a noi, lo si capisce ad occhio nudo senza essere esperti zoologi. Silvio, comprensibilmente di manica larga con il suo seguito, li definisce "ragazzini di seconda media non molto svegli", io direi (con termini più scierntifici) che non sono più scimmie ma non sono ancora persone, pur riconoscendone l'appartenenza ai primati come noi.
Ha ragione Berlusconi, quando parla della costituzione: l'art. 3 risente troppo delle influenze comuniste, andrebbe riformato in modo da tutelare maggiormente gli italiani onesti senza amalgami innaturali con i pollisti, specificando esplicitamente che la Legge (come peraltro già nella prassi) non viene applicata a loro.
Insomma, l'idea sarebbe di privare i pollisti non solo dei doveri, come loro ritengono giusto nelle loro primitive elaborazioni teoriche, ma anche dei diritti, e registrare crudamente la realtà: l'Italia è divisa in due caste, i pollisti stanno sotto e noi sopra.
Quindi uniamoci a Rutelli in questa battaglia di verità: IL TERMINE EGUALITARISMO DEVE USCIRE DAL VOCABOLARIO DELLA SINISTRA SE VOGLIAMO VINCERE. Dobbiamo renderci conto che i pollisti sono inferiori, non uguali. E come tali trattarli.
Berlusconi ai pollisti dà la carota, noi dobbiamo dare il bastone. I proverbi vanno rispettati senza faziosità. Facciamogli vedere che la nostra sinistra ora è una sinistra moderna e che non questa sinistra al governo niente miseria, terrore e morte, (tranne che per i pollisti, ovvio)