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  1. #1
    Veneta sempre itagliana mai
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    Predefinito E' questo che chiedavamo al governo berlusconi?

    Sentivo stamattina leggere un articolo relativo agli assegni familiari, da quel poco che ho capito d'ora in poi non verranno più dati in busta paga al lavoratore, ma direttamente alle persone beneficiarie, se non ho capito male, la moglie dovrà recarsi all'ufficio postale a riscuoterli.....se così fosse credo sia un'emerita stronzata, avevamo chiesto meno burocrazia e meno carte e ci ritroviamo con l'esatto contrario...se qualcuno mi può spiegare il senso di questo provvedimento, tra l'altro penso arrivi pure da un ministro che dovrebbe essere un antiburocratico per eccellenza, può essere che ci siano delle giustificate ragioni di cui sono estranea, ma mi pare in ogni caso che questa sia na cazzata bella e buona.....già c'è il caos nelle poste c'aggiungiamo pure le donne che vanno a riscuotere gli assegni familiari e facciamo tombola....

  2. #2
    brescianofobo
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    Invece e' un'ottima idea, così puoi vedere concretamente quanto ti dà il governo.

  3. #3
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    Francamente non ho idea di cosa sia questo provvedimento.
    In effetti le ragioni mi sfuggono, e in questo momento se ci penso mi viene solo in mente che questo passaggio in effetti è stato chiesto per dare maggiore autonomia e indipendenza finanziaria al coniuge assegnatario del beneficio di legge...
    Con tutto quello che si sente di brutto in giro in effetti potrebbe essere meglio se i soldi invece di andare nelle tasche del coniuge lavorante finissero davvero a chi rimane a casa coi figli.

    Boh, se hai notizie più dettagliate facci sapere.

    Tengo a precisare ad ogni modo che il presente Governo ha imboccato con decisione la strada della semplificazione burocratica.
    E questo, oltre che attraverso la razionalizzazione della burocrazia, anche attraverso l'innovazione tecnologica. Quante dichiarazioni, quanti moduli, quanti certificati possono essere richiesti e stampati direttamente da casa grazie a internet?

    Non so voi, ma io per qualsiasi cosa abbia bisogno PRIMA guardo sul web cosa c'è. Può darsi che ci sia solo il modulo da compilare, ma è già qualcosa no? Lo stampo, lo compilo e lo porto allo sportello già pronto.
    Con beneficio di tempo mio e dell'Ente.

  4. #4
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da UgoDePayens
    Francamente non ho idea di cosa sia questo provvedimento.
    In effetti le ragioni mi sfuggono, e in questo momento se ci penso mi viene solo in mente che questo passaggio in effetti è stato chiesto per dare maggiore autonomia e indipendenza finanziaria al coniuge assegnatario del beneficio di legge...
    Con tutto quello che si sente di brutto in giro in effetti potrebbe essere meglio se i soldi invece di andare nelle tasche del coniuge lavorante finissero davvero a chi rimane a casa coi figli.


    eheeeee?????ma mica stiamo parlando di estranei eh!!!!qui si parla di marito moglie e figli....che significa i soldi invece di andare nelle tasche del coniuge lavorante finissero davvero a chi rimane a casa coi figli con questo ragionamento allora il marito della sua busta paga dovrebbe farne quel che vuole...mah.....

  5. #5
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    In origine postato da pensiero
    eheeeee?????ma mica stiamo parlando di estranei eh!!!!qui si parla di marito moglie e figli....che significa i soldi invece di andare nelle tasche del coniuge lavorante finissero davvero a chi rimane a casa coi figli con questo ragionamento allora il marito della sua busta paga dovrebbe farne quel che vuole...mah.....
    In casa TUA son sicuro che non funziona così, in casa MIA anche. E in quelle di tutti gli assegnatari di questi soldi? Tu sei sicura che tutto funzioni regolarmente?

  6. #6
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da UgoDePayens
    In casa TUA son sicuro che non funziona così, in casa MIA anche. E in quelle di tutti gli assegnatari di questi soldi? Tu sei sicura che tutto funzioni regolarmente?

    non lo so, ma credo che per il 90% funzioni correttamente, se era il 10% che preoccupava si poteva pensare a quello, e non "penalizzare" tutti.....

  7. #7
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    Boh non so, anche a me pare strano. Ma sinceramente non ho mai avuto a che fare con questi assegni, quindi non saprei proprio che dire...
    Chi avesse notizie (e commenti) più precise si faccia avanti

  8. #8
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da UgoDePayens
    Boh non so, anche a me pare strano. Ma sinceramente non ho mai avuto a che fare con questi assegni, quindi non saprei proprio che dire...
    Chi avesse notizie (e commenti) più precise si faccia avanti

    neanche io, dato che lavoro in azienda familiare.....ma frequentando abbastanza spesso la posta daqualche tempo hanno inserito pure le ricariche telefoniche online (qui parlo come soggetto interessato ) e ci tocca aspettare na vita, personale tra ammalato e poco ce n'è sempre di meno, mancavano solo le casalinghe che riscuotano gli assegni familiari per completare l'opera

  9. #9
    brescianofobo
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    In origine postato da UgoDePayens

    Tengo a precisare ad ogni modo che il presente Governo ha imboccato con decisione la strada della semplificazione burocratica.
    Non direi proprio.

    FINANZIARIA 2005

    Fisco, la semplificazione si arrende
    Tra le novità introdotte dalla Finanziaria vi sono molte misure che appesantiscono l'agenda dei contribuenti. Nuovi vincoli, aumenti e «strette» anti-sommerso portano maggiore complessità. Manca anche un coordinamento tra le modifiche.


    di Mauro Meazza


    C'era una volta la semplificazione fiscale: a giudicare dalla legge finanziaria per il 2005, è d'obbligo parlare al passato, perché davvero si fatica a ritrovare tracce della lotta agli adempimenti inutili e ai comportamenti «vessatori» o quasi vessatori dell'amministrazione. Un obiettivo perseguito - almeno a parole - per lunghi tratti, nella precedente e nella presente legislatura; e che tuttavia subisce ora la sordina della «ricerca di gettito» e delle «misure di contrasto all'evasione».
    Finanziaria con complicazioni. Facciamo qualche esempio della poca volontà di semplificazione rintracciabile nella Finanziaria, rinviando per considerazioni più puntuali agli altri articoli in questa stessa pagina. Innanzitutto - è cosa ormai nota - non contribuisce alla semplificazione l'aver sparpagliato le innovazioni fiscali qua e là tra 572 commi di un solo articolo. Ma questa dispersione potrebbe essere considerata un incidente di percorso, legata più alle dinamiche del dibattito parlamentare che a una reale mancanza di volontà.

    È più difficile, però, giustificare alcuni appesantimenti reali, particolari o generali che siano: scampato il pericolo dell'elenco clienti e fornitori, la legge 311 del 30 dicembre 2004 ha comunque confermato misure quali l'aumento dei dati da comunicare negli atti dell'attività edilizia, i nuovi obblighi per l'acquisto delle auto nella Ue, l'ampliamento della platea obbligata a inviare telematicamente le dichiarazioni (comprendendovi soggetti con attività ridotta), il ritorno della sanzione penale per il mancato versamento delle ritenute, la ridotta detraibilità Iva per i veicoli («provvisoria» da sempre). Persino l'acquisto di tartufi dal raccoglitore domenicale è diventato un affare da registri Iva.

    Si potranno certo spiegare queste misure con la necessità di sorvegliare il gettito e non lasciare scappatoie troppo facili. Però, la manovra 2005 è tanto ricca di simili interventi di contrasto quanto appare lacunosa sui mutamenti a favore: il legislatore, ad esempio, non se l'è sentita di confermare il regime di esenzione da scontrini e ricevute avviato con il primo concordato sperimentale ma ora negato alla nuova «pianificazione fiscale».

    Né lo stesso intervento di riduzione dell'Irpef brilla per semplicità di scrittura, a cominciare da quel contributo di solidarietà del 4% oltre i 100mila euro, che non è un'aliquota ma va trattata come se lo fosse (parola delle Entrate, nella circolare 2/E del 2005). Persino il mini-taglio all'Irap sembra ignorare la possibilità di ridurre, almeno parzialmente, le complicazioni organizzative che pure angustiano da sempre i destinatari dell'imposta e hanno fatto coniare la definizione di «terzo binario» Irap. Per l'imposta regionale, però, c'è una limatura, ma nessuna semplificazione, né formale né sostanziale.

    Il disegno smarrito. Tra il ripristino di adempimenti sospesi e l'istituzione di nuovi obblighi, la legge finanziaria segna insomma diversi punti a favore della mala burocrazia e molto pochi per il campo a lei avverso. Anche taluni interventi di alleggerimento sono così puntuali da far temere ulteriori complessità di gestione: il commercialista si deve ricordare che da gennaio i compensi ai direttori di bande e filodrammatiche finiscono tra i redditi diversi dell'articolo 67, insieme a quelli delle associazioni sportive dilettantistiche. E che i contributi sospesi per i terremotati della Sicilia Orientale restano congelati fino a tutto il 2006. E che i grandi supermercati (ma solo quelli con superficie oltre 150 mq se il Comune ha meno di 10mila abitanti, o 250 mq per Comuni più popolosi) possono farsi esonerare dal registratore di cassa.
    Visto da questi commi, è davvero lontano il principio enunciato nella legge delega per la riforma fiscale: «La disciplina dell'obbligazione fiscale - si legge all'articolo 2, lettera i) - minimizza il sacrificio del contribuente nell'adempimento degli obblighi fiscali». È la legge 80 del 2003, che nel prossimo aprile vedrà scadere i termini per il varo dei suoi decreti attuativi e che si potrebbe rimpiangere come un progetto smarrito. Da lei si attendeva, ad esempio, la codificazione dell'intero sistema fiscale, per reciproco vantaggio di contribuenti e amministrazione. Ma il Fisco è tornato verso altre direzioni.

    Il Sole 24 Ore 15 gennaio 2005

  10. #10
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    Predefinito Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

    La Finanziaria non è esente da difetti, è vero. Ma per quanto riguarda il COMPLESSO, chi non si sente di dire che la SEMPLIFICAZIONE c'è stata davvero??



    LE RIFORMA DELLA BUROCRAZIA
    la nuova legge sulla semplificazione burocratica


    *
    Una massiccia delegificazione con l’abbattimento di circa 500 leggi e il ricorso a nuovi “codici” di settore in sostituzione dei Testi unici per materia. E potenziamento del processo di sburocratizzazione con la sostituzione in molti casi di licenze e permessi con semplici denunce di “inizio attività”. Sono questi i punti cardine della legge annuale di semplificazione che è stata approvata definitivamente dal Senato al terzo passaggio parlamentare il 20 marzo 2003. Il provvedimento prevede anche misure ad hoc per l’informatizzazione della Pa, l’istituzione di un Registro elettronico per gli adempimenti burocratici a carico delle imprese e la riduzione della durata e del numero delle procedure amministrative.
    *
    Il pilastro su cui poggia la nuova legge, messa a punto nella sua versione originaria dall’allora Ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini ( attuale titolare degli Esteri), resta comunque il rafforzamento del processo di delegificazione con il ricorso a codici di settore al posto dei Testi Unici per materia. In particolare, nove sono i nuovi codici “strategici” già previsti, che dovranno essere realizzati con altrettante deleghe: assicurazioni; incentivi alle imprese; tutela dei consumatori; sicurezza sul lavoro; internazionalizzazione delle imprese; metrologia legale; informatizzazione della pubblica amministrazione; disposizioni relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco; prodotti alimentari ( con particolare attenzione alla salute). Questi ultimi due settori sono stati inseriti dal Parlamento, che ha invece cancellato quello dell’energia, perché confluito in un provvedimento ad hoc.
    *
    A sottolineare l’importanza di questa nuova spinta al processo di semplificazione è anche una nota diffusa dal ministero della Funzione Pubblica: “Gli obiettivi alla base della legge sono imprimere alla legislazione vigente una significativa svolta verso la semplificazione delle procedure, ridurre drasticamente le leggi attualmente vigenti, fornire al cittadino un unico strumento di facile consultazione di tutta la normativa relativa alle singole materie: il codice”. Palazzo Vidoni aggiunge che “la nuova tecnica adottata è quella del riassetto normativo, che interviene in ciascuna delle materie indicate annualmente dal Governo come prioritarie”.
    *
    Proprio per rendere più efficace il disboscamento legislativo è previsto il ricorso alla cosiddetta “norma ghigliottina”: tutte le disposizioni, relative a settori oggetti di delegificazione, che non confluiranno nei codici verranno automaticamente abolite. Un ulteriore intervento in questa direzione è quello finalizzato a potenziare il ricorso all’Air (Analisi di impatto della regolazione) che diventerà vincolante per gli atti delle Authority. Il tutto, secondo il Governo, dovrebbe consentire di sopprimere circa 500 leggi.
    *
    Tra le altre misure contenute nella legge ci sono anche le modifiche relative all’ordinamento del lavoro presso le pubbliche amministrazioni. Che riguardano, anzitutto, il riconoscimento dell’anzianità di servizio per alcune categorie di dipendenti pubblici che svolgano attività presso organismi pubblici o privati, anche operanti in sede internazionale, diversi da quelli di appartenenza. Queste modifiche toccano anche l’inserimento in un’area contrattuale autonoma di alcuni dipendenti del parastato e il chiarimento interpretativo relativo alla inclusione delle figure professionali che svolgono compiti tecnico-scientifici e di ricerca in una disciplina distinta nell’ambito dei contratti collettivi di comparto.
    *
    Corposo anche il pacchetto di misure sull’informatizzazione della Pa che confluiranno nel codice sulla “società dell’informazione”: è previsto un uso più massiccio del documento informatico della firma elettronica. Dovrà poi essere rivista l’attuale disciplina per garantire a imprese e cittadini una gamma più vasta di servizi telematici.
    *
    L’aspetto nuovo è però dato dalla consapevolezza che la difficoltà fondamentale per gli operatori non risiede nella complessità della modulistica o nei tempi del procedimento ma, spesso, nell’impossibilità di conoscere con sicurezza le fonti normative e le autorità competenti. Dovremmo però aggiungere un altro ostacolo: la diversità interpretativa di una stessa norma anche tra Comuni o Province confinanti, ma chiaramente su questo tema poco può fare il legislatore.
    *
    All’obiettivo della conoscenza delle fonti mira la creazione del “registro informatico degli adempimenti per le imprese” che sarà gestito dal ministero delle Attività produttive con il supporto del sistema informatico delle Camere di Commercio. Avremo quindi una banca dati con l’elenco degli adempimenti presso autorità statali, regionali e locali che interessano l’inizio e l’esercizio di attività economiche e i dati gestiti dai Comuni tramite gli Sportelli unici per le imprese. Molto opportunamente il Registro si articolerà per Regione, perché ormai la grande maggioranza della burocrazia che incombe sulla vita delle imprese è di derivazione regionale e provinciale. E’ superfluo sottolineare che l’operazione dovrà essere impostata con il criterio della gradualità, a esempio per tipologie omogenee di tematiche; diversamente rimarrà un’incompiuta, anche perché questo tipo di banche dati rischia di diventare presto obsoleto.
    *
    Ma la legge prevede anche interventi per materie specifiche di interesse per le imprese. Tra queste, le norme sulla metrologia legale che risalgono alla fine del 1800, una tematica dunque che richiede interventi urgenti per garantire correttezza sul mercato a beneficio non solo degli utenti ma anche delle aziende. Altro tema delicato è quello della produzione e vendita dei prodotti alimentari; in teoria oggi le disposizioni sono severissime, le sanzioni pesantissime anche per infrazioni assolutamente formali; ma la tutela del consumatore lascia a desiderare.
    *
    Importante è la previsione del riassetto dell’internalizzazione delle imprese dove si sovrappongono le attività di numerosi enti con spreco di risorse e di efficacia. Anche sulle materie che interessano i consumatori ( recesso, contratti a distanza, composizione rapida delle controversie ) si promettono interventi più incisivi di quelli attuali.
    *
    Ma le potenzialità semplificatrici della legge sono contenute soprattutto nell’articolo 1: si prevede un’estensione dello strumento della denuncia di inizio attività in sostituzione di licenze, autorizzazioni, permessi, ma soprattutto si ipotizzano vari interventi di liberalizzazione con l’eliminazione di autorizzazioni, la soppressione di procedimenti burocratici, la riduzione delle funzioni amministrative. Insomma ci si è resi conto che la vera semplificazione non si realizza puramente riducendo gli attuali vincoli, ma eliminandoli alla radice.

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