su "Repubblica" di oggi: Berlusconi invia una lettera a tutti gli italiani con allegato opuscolo di 80(!) pagine, contro gli sprechi di farmaci...
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E per le stangate sugli anziani per il caro-farmaci cosa fa il governo del neoduce Berlusconi?
Il caro farmaci ha raggiunto livelli record. I prodotti più acquistati sui banchi delle farmace italiane sono raddoppiati, triplicati, e in alcuni casi hanno oltrepassato il 400%. Li chiamano eurorincari anche se la stangaa ha ben poco a che fare con il salasso determinato dall'introduzione della moneta unica dell'Europa imperialista. Il Tavor (Iorazepam), l'antidepressivo più diffuso, secondo i dati riportati sul iito del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlt) ha toccao un +425%, seguito dall' Aureonicina (pomata antibiotica) che aummenta in un anno del 278% e al Fluimucil fiale (+ 195%), dalla Tachipirina (+70%), Novalgina :+18%), Aspirina (+12,5%), Maalox plus (+ 12%), Muscoril :+5,5%).
Il listino dei medicinali completamente "sfuggito al controllo" è quello della fascia C del NUOVO prontuario farmaceutico, ossia quello composto dai prodotti che il Ministero della "salute" del governo del neoduce Berlusconi Girolamo Sirchia ha ritenuto non indispensabili, per "un rapporto costo-efficacia ingiustificato" , e quindi non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale. Un provvedimento quello varato all'inizio del 2003 che secondo le inveterate menzogne dell'esecutivo aveva lo scopo di ridurre il prezzo dei farmaci e la spesa farmaceutica pubblica. Le case farmaceutiche invece non hanno perso tempo a gonfiare il costo di queste medicine spalmando su questa fascia, a totale carico dei cittadini, i mancati introiti pubblici. Il risultato è che nel 2003 lo Stato ha speso il 6,2% in meno (619 mila euro) per i farmaci mentre gli italiani hanno speso per curarsi 1,168 miliardi di euro in più per curarsi con un aumento medio pro-capite di 119 euro.
Infatti, rispetto al 2002, a fronte di un incremento delle vendite del 2,3%, tutte le confezioni dal bollino a "croce quadrata" hanno fatto registrare aumenti di prezzo ben più alti dell'inflazione programmata (2,3% di media annua - dati Istat), con un aumento medio a carico delle masse popolari del 17%: una vera e propria stangata che ha svuotato letteralmente le tasche dei cittadini, abbattendosi come una scure soprattutto sugli anziani e i malati cronici, i quali sborsano in media ben 1.000 euro l'anno in medicine
In media, poiché tra il 2002 e il 2003 alcune Regioni hanno anche re introdotto pesanti ticket sui farmaci (da 0,50 euro a confezione fino a 5,50 euro a ricetta) che hanno pesato sulla bilancia dei rincari per oltre il 50%.
A farne le spese sono stati "anzitutto gli abitanti della Liguria che per acquistare farmaci gratuiti compresi negli elenchi del prontuario hanno pagato dalle 2 euro per confezione alle 4 per ricetta. Spetta a loro infatti il primo posto sul podio della spesa pro capite, che a persona corrisponde a 173 euro. Poco meglio è andata ai lombardi costretti a sborsare 138 euro o ai piemontesi, terzi in classifica, con 135 euro "Certo. Governo e Regioni hanno risparmiato sulle spalle delle famiglie. - afferma Stefano Inglese, segretario nazionale del Tribunale dei diritti del malato Cittadinanzattiva - Lo spostamento dei farmaci dalle classi totalmente o parzialmente gratuite al girone C, ha prodotto aumenti consistenti attraverso i quali le aziende hanno compensato quel 7% di riduzione forzosa impostagli da Palazzo Chigi. Ricordate gli antistaminici? Traghettati dalla A alla C e tornati di recente tra le file del prontuario, hanno nel frattempo gravato sui pazienti per 100 miliardi di vecchie lire. In un solo anno".
Insomma i più deboli vengono salassati mentre le potenti lobby dei farmacisti pagano poco o nulla e i monopoli farmaceutici controllano la sanità (vedi anche il recente scandalo che a coinvolto la multinazionale Glaxo) con il beneplacito del governo e dello Stato neo fascista.
Uno Stato affamatore. è quello che emerge anche dagli studi dell'Osservatorio della terza età (Ote), Ageing Society, che accusa lo Stato italiano di continuare a far pagare ai cittadini il l 0% della spesa farmaceutica a causa dell 'IVA. Odiosa imposta che non esiste sui farmaci in paesi come Gran Bretagna, Svezia, Austria, mentre la Svizzera applica un 2,4%, la Francia il 2%, la Spagna il 4% e solo Grecia e Finlandia si spingono fino all'8%.
Oltre all' ostruzionismo dei monopoli farmaceutici un altro motivo per cui in Italia non si diffondono i farmaci generici di costo minore (perché con brevetto scaduto), risiederebbe proprio nel fatto che lo Stato con i generici incasserebbe meno Iva.
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