.........di Napoli.
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di redazione
La guerra nel golfo è il titolo di un Reportage che porta la firma di Sandro Ruotolo. Andrà in onda giovedì su Raitre, alle 23,15 al posto di Primo piano. Un Reportage di circa un’ora presentato da Tg3 e Raitre. “L’idea nasce dall'impressionante susseguirsi di omicidi verificatisi negli ultimi due mesi a Napoli. - afferma Sandro Ruotolo - "Mi chiama il vicedirettore di RaiTre Adriano Catani e mi propone di realizzare un reportage. Così ho cominciato a raccogliere il materiale".

E cosa hai visto?
Una città ferita. Per la prima volta sono tornato a Napoli dopo la morte di mia cugina avvenuta l’11 giugno 1997. Avevo deciso di non occuparmi più di Napoli. Perché per me la grande responsabilità era ed è quella delle persone per bene che fanno finta di non vedere.

Ma a Napoli tu avevi già seguito “cose di camorra”.
Ho seguito tutte le guerre di camorra degli anni 80. Ma questa volta nasce tutto in modo diverso. Mi sono trovato a seguire la storia di un ragazzo di Ercolano morto su un cantiere di lavoro nero. E a quel punto è come se tu fossi sottoposto al ricatto d'amore di Napoli, quella che è la mia città. Ho deciso di non tradire Napoli. Nei momenti difficili per la città bisogna dare e fare qualcosa.

Quale situazione c’è oggi a Napoli?
C'è una situazione difficile che mi ha sconvolto. Non siamo all’anno zero. In tutti questi anni la Camorra ha dato centinaia di pentiti e centinaia di arresti. Ma quando il ministro Pisanu dice che nel 2004 vi sono stati 3mila arresti rende bene l’idea di un fenomeno vastissimo. Mi ha colpito l'estensione sociale dei comportamenti culturali propri della camorra: sopraffazione e violenza stanno passando nelle periferie delle città.

Ci sono alcune storie che racconti?
Quella dell'Imprenditrice Silvana Fucito. E’ l’esperienza dei commercianti che si ribellano al racket. Con la sua denuncia ha permesso l’arresto di 15 camorristi. Tanti, dico io. Pochissimi, lei risponde. Pochissimi per un fenomeno così esteso.

Poi?
Poi c’è la storia del papà di Annalisa Durante, la ragazzina uccisa a Forcella. Venne presa ostaggio da Salvatore Giuliano per difendersi dai killer che lo volevano uccidere. Ed una pallottola colpi a morte Annalisa. Giannino Durante, suo padre, racconta la drammaticità di Napoli. L’illegalità, figlia dell’arte d’arrangiarsi che una volta era tollerata, vista benevolmente, come compensanzione della disoccupazione. Il papà di Annalisa viveva vendendo i dvd falsi. Glieli portava un ragazzo. Io gli chiedo “Ma tu puoi scegliere di cambiare fornitore?". La risposta è secca: “No!”.Anche l'illegalità è in mano alla camorra. Capisci che cosa è Napoli!"

Come ti ci sei ritrovato in questa Napoli dove hai vissuto un’esperienza tragica come quella della morte di tua cugina.
Dalla morte di mia cugina i miei sono stati sempre interventi di impegno personale sulla legalità. L’ho fatto sui giornali napoletani. Ho sempre sostenuto che sono i napoletani che devono liberare Napoli. Ora è fondamentale. Metti il casco, non fumare sigarette di contrabbando. Ma Napoli, oggi, è diventato un problema di tutti. Io resto dalla parte dei napoletani che non giustificano il sistema d’illegalità della Camorra perché non c’è lavoro. Ma Napoli ha bisogno di lavoro per potere uscire da questa spirale.

Perché oggi Napoli ha tutta questa attenzione dei media?
La camorra uccide più di mafia, andrangheta e sacra corona. Sono 3000 i morti ammazzati negli ultimi 25 anni. E la Camorra uccideva più della Mafia anche quando quest’ultima viveva il suo momento stragista ed era quella di Totò Riina. I morti di camorra dal 1988 e 1992 furono 936. 850 quelli della mafia, 57 della sacra corona unita e 626 quelli dell’andrangheta. 139 sono stati i morti di camorra nel 2004, nel 2005 siamo già a otto. Ma nel 1997 erano 130, nel 1998 133. La camorra ha sempre tenuto alto il numero dei morti ammazzati. Le faide di camorra hanno andamento ciclico. Sono convinto che anche la presenza di Ciampi a Napoli è perché la Tv parla di queste cose. Il fenomeno c’è se la tv ne parla. Ora però si è rotto il muro del silenzio,

Dunque la notizia c’è solo se arriva in tv?
E’ così. Il movimento pacifista diventa movimento se i media se ne occupano. Il problema esiste solo se se ne parla.

Parlaci un po’ del reportage. Di quello che vedremo in tv giovedì…
Il reportage è il racconto della grande mattanza della ferocia e della mancanza di regole. Adesso si uccidono le donne come Carmela Attrice e Gelsomina Verde. Ma è anche ferocia massima e attentati incendiari. Si uccidono i parenti dei camorristi che non c’entrano nulla. Si distruggono le case dei contendenti. Ma si sequestrano anche i beni della camorra. Ed è giusto interrogarsi anche su questo. Quanto conta l’economia illegale? Quanto rappresenta in termini reali l’economia illegale su quella legale? Nel 2004 sono stati sequestrati 300 miliardi delle vecchie lire di beni a camorristi nel solo casertano. A tre fratelli “sconosciuti” sono stati sequestrati beni per 20 milioni di euro.

Come è cambiata la camorra negli ultimi anni?
C’è distanza e differenza dalla camorra metropolitana e quella di provincia. Nella città di Napoli c’è una densità criminale talmente alta che la camorra non riesce a controllare tutte attività illecite. Detiene il controllo delle estorsioni ma dà il resto in appalto. Vuoi fare una rapina? Devi chiedere il permesso al clan eche chiede la quota.

L’altro elemento su cui riflettere è la soglia di età che si sta abbassando. Sempre di più il fenomeno coinvolge i giovani. La polizia ha arrestato nei giorni scorsi una baby gang di 13 anni. Effettuavano rapine con i coltelli. Nei quartieri spagnoli un ragazzo 17 anni è stato arrestato col giubbotto antiproiettile addosso e il colpo in canna nella pistola.

Il passo del reportage è quello del racconto e della ricostruzione. Ho anche usato degli attori per ricostruire verosimilmente le intercettazioni telefoniche che fanno parte di alcuni atti giudiziari e che permettono di respirare e vivere il clima. Gente che sta al telefono. Sono i familiari dei killer che gioiscono per l’uccisione di un capo clan “Di Lauro” di Melito. Un commerciante, vittima del boss appena ucciso, suo taglieggiatore, ha comprato una bottiglia di champagne perché è morto Bizzarro. Bizzarro, l’uomo che li ha sfruttati e estorti per una vita.