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  1. #11
    Enclave MUSSOLINISTA
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    Sono un uomo che ama il suo Popolo. "Chi fa del male al mio Popolo e' un mio nemico" "Regnum Italicum".
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    BASTA CHIACCHIERE !!
    Riportare subito i militari italiani in Patria (non è la ns guerra).
    Oppure subito tutti i politici in Iraq.
    Il ministro della difesa immediatamente.

  2. #12
    Unità Imperiale
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    Riposa in Pace

  3. #13
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    Sugli sciiti morti davanti alla loro moschea, vittime dell'opera di destabilizzazione attuata dagli americani, nessuna parola, vero?

    Giampaolo Cufino

    www.avanguardia.tv
    Giampaolo Cufino

  4. #14
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    Predefinito re

    non posso esimermi dall'essere sincero...

    ogni volta che muore un italiano all'estero, non sò se fregarmene per la morte di un mercenario, o rammaricarmi per la morte di un italiano.....

    concordo, cmq, che con tutta la gente che muore per buoni motivi, perchè fare tante storie per uno dei nostri... e nessuna per molti altri....
    "Dedicandomi ogni azione, con mente perfettamente interiorizzata, libero da ogni desiderio come da ogni spirito di possesso, calmata la tua febbre, combatti" Bhagavadgita I, 30
    "Tu regere Imperio populos, Romane, memento (hae tibi erunt artes), pacisque imponere morem, parcere subiectis et debellare superbos" Eneide, VI, 851

  5. #15
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    Predefinito Re: re

    In origine postato da Praef_Praetorio
    non posso esimermi dall'essere sincero...

    ogni volta che muore un italiano all'estero, non sò se fregarmene per la morte di un mercenario, o rammaricarmi per la morte di un italiano.....

    concordo, cmq, che con tutta la gente che muore per buoni motivi, perchè fare tante storie per uno dei nostri... e nessuna per molti altri....
    Concordo in pieno
    Jana

  6. #16
    avdacia imperat
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    Predefinito

    In origine postato da Meridius
    Muoiono in tutto il mondo 6.000 persone al giorno, per incidenti o malattie connesse al lavoro.

    In Italia nel 2003 gli incidenti sul lavoro sono stati 951.834 (881.178 nell’industria e servizi e 70.656 in agricoltura), concentrati soprattutto nelle regioni del nord (in particolare Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), mentre le cosiddette morti "bianche" hanno raggiunto quota 1.311 (1.205 nell’industria e servizi e 106 in agricoltura).




    Queste cifre si inseriscono in un contesto mondiale che conta ogni anno circa 270 milioni di vittime di incidenti sul lavoro, circa 160 milioni di vittime di malattie professionali e circa 2,2 milioni di persone, in media 6.000 al giorno, morte per incidenti o malattie connesse al lavoro.

    Sono alcuni dei dati diffusi oggi in occasione della IX Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, organizzata congiuntamente dall’Oil (Organizzazione internazionale sul lavoro) e dall’Inail. "Gli incidenti sul lavoro, oltre a costituire un problema sociale, pesano anche sull’economia, con un costo annuo che in Italia è valutato in 28 miliardi di euro, per un’incidenza di 3 punti di Pil", ha rilevato il direttore generale dell’Inail Maurizio Castro aggiungendo che "anche se oggi l’Italia si posizione sotto la media europea per gli infortuni sul lavoro, quattro morti al giorno è comunque un prezzo che il sistema paese non può continuare a pagare". I dati italiani del 2003 sembrano confermare un trend positivo che già nel 2002 aveva portato ad una riduzione del 3,5% degli incidenti sul lavoro e che lo scorso anno ha prodotto un ulteriore calo dell’1,8%: ma occorre ricordare che si tratta di dati ufficiali che non tengono in conto il lavoro (e quindi gli infortuni e le morti) in "nero", che è (e sono) in crescita continua.

    In particolare, le statistiche dell’Inail sottolineano il crescente "contributo" dei lavoratori nati in paesi extracomunitari, il cui tasso di incidentalità è decisamente più elevato rispetto a quello medio nazionale (55,6 contro 43,2 per 1.000 occupati) e che nel 2003 hanno subito 105.000 infortuni e 147 morti, pari a circa l’11% del totale. Questo perché i lavoratori immigrati sono in genere impiegati nelle attività a maggior rischio, come le costruzioni, la metalmeccanica e l’agricoltura. Le comunità che pagano il tributo più alto sono Marocco (20,6% gli infortuni e 11,6% le morti), Albania (13% gli infortuni e 21,8% le morti) e Romania (8% gli infortuni e 14,3% le morti).

    In termini assoluti, gli infortuni sul lavoro risultano concentrati, sia per gli uomini che per le donne, nella fascia di età fino a 34 anni, dove rappresentano rispettivamente il 45,1% e il 42,5% del totale. I due sessi si differenziano invece per l’incidenza degli infortuni mortali: per gli uomini la percentuale più alta è nella classe di età da 35 a 49 anni per gli uomini (38,7%) e per le donne in quella fino a 34 anni (44,9%). Nell’industria e servizi i settori a più alto rischio di infortuni sono la metallurgia, la lavorazione di minerali, del legno e delle costruzioni, mentre le morti sono più frequenti nelle attività dei trasporti, della estrazione minerali e delle costruzioni.

    Riguardo alla ripartizione geografica, in termini assoluti sia gli infortuni di minore gravità che quelli mortali sono addensati nel nord est (33,5% gli infortuni e 25,6% le morti) e nel nord ovest (28,7% gli infortuni e 26,9% le morti), segue il centro (19,6% e 20,2%), il sud (13% e 18,5%) e le isole (5,2% e 8,8%). In particolare, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si concentrano oltre il 44% degli infortuni ed il 37% dei morti. I dati Inail rilevano però che, in base agli indicatori strutturali di rischio, i tassi di frequenza infortunistica più elevati si riscontrano in Umbria, Marche e Friuli Venezia Giulia, che rappresentano indici complessivi nettamente superiori a quello nazionale (+42,7% per l’Umbria). In particolare, il rischio di infortunio mortale è mediamente più elevato nelle regioni del sud e nelle isole, mentre il Lazio presenta la situazione complessiva più favorevole in assoluto e Liguria e Lombardia hanno i più bassi tassi di infortuni gravi e mortali.

    Nel mondo, gli infortuni mortali sono stati lo scorso anno 2.256.335 di cui 1.498.410 uomini e 757.925 donne. Tra le principali cause di mortalità ci sono le malattie contagiose (625.660), le neoplasmosi maligne (634.984) e le malattie del sistema circolatorio (449.343). Quest’anno, l’Oil ha voluto richiamare l’attenzione su tre questioni fondamentali: il grave pericolo costituito dai danni causati dalle sostanze tossiche, che provocano circa 440.000 morti ogni anno di cui 100.000 per l’amianto, la violenza (fisica o psicologica) sul luogo di lavoro che ha interessato nel 2002 sono negli Stati Uniti circa 2 milioni di persone, le patologie polmonari che interessano circa il 15-30% del totale delle malattie professionali.


    Condurre una lotta a fondo contro il terrorismo padronale!


    30 aprile, capireperagire.blog.tiscali.it

    bello bello, ma l'hai preso dal manifesto ?


    un soldato è un soldato, non uno qualunque......

  7. #17
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    Predefinito Anche io vado controcorrente

    Non gioisco ne piango.
    In Irak sostengo gli irakeni,non gli italiani alleati degli americani.
    2 domande flash
    1)Sostenete la resistenza irakena o no?Io si
    2)Cosa devono fare ai militari italiani?
    Dirgli grazie?

  8. #18
    Per la metapolitica
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    Predefinito Re: Anche io vado controcorrente

    In origine postato da I'm Hate
    Non gioisco ne piango.
    In Irak sostengo gli irakeni,non gli italiani alleati degli americani.
    2 domande flash
    1)Sostenete la resistenza irakena o no?Io si
    2)Cosa devono fare ai militari italiani?
    Dirgli grazie?
    esatto, quello è il problema...mica si sostiene la resistenza solo quando sparano agli yankee...e poi, reduce da una chiacchierata con un caro amico ed ex militare...dobbiamo sempre pensare a QUALE esercito dobbiamo fedeltà.
    Questo è figlio dell'8 settembre, e ora sempre più esercito di mercenari e lanzichenecchi, prezzolati e al servizio dei poteri forti. Nonostante ciò, ci sono persone e corpi di valore, e io avrò sempre un'attaccamento verso quell'uniforme...
    Io supporto:

    www.noreporter.org
    www.juliusevola.it

  9. #19
    Forumista senior
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    Predefinito

    In origine postato da Vis Animae
    sono di questa linea. I responsabili sono quelli che li hanno mandati lì...
    Pane al pane vino al vino.
    Quelli che sono in Iraq ci sono andati VOLONTARIAMENTE!!!
    Altro che palle
    D.

  10. #20
    Ex-Hobbit2
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    Predefinito

    Sinceramente a me dispiace molto di più quando vedo gli strazi del fuoco americano sul popolo iracheno.

    LUNGA VITA ALLA RESISTENZA IRACHENA!!!

 

 
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