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  1. #1
    Volksgemeinschaft
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    Predefinito Iraq, Ucciso Militare Italiano

    fonte: ansa


    Era un mitragliere. Si trovava a bordo di un elicottero dell'Esercito, centrato da colpi d'arma da fuoco durante un pattugliamento lungo l'Eufrate. Cordoglio nel mondo politico. Strage di sciiti davanti ad una moschea a Baghdad: 13 morti, 40 feriti

    NASSIRIYA - Un militare del contingente italiano in Iraq e' stato ucciso oggi a Nassiriya. Lo ha appreso l'Ansa. Il militare era un mitragliere che si trovava a bordo di un elicottero dell'Esercito. Il velivolo e' stato centrato da alcuni colpi di arma da fuoco, che hanno colpito sotto l'ascella il soldato ferendolo a morte.

    Il fatto e' avvenuto alle ore 10:20 italiane (le 12:20 in Iraq). Un elicottero Ab 412 dell'Esercito, mentre stava compiendo un pattugliamento lungo Eufrate, a sud di Nassiriya, e' stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco automatica, probabilmente un khalashnikov. Il proiettile ha colpito il mitragliere di destra dell'elicottero, che e' stato subito portato in ospedale per essere operato. Il militare e' morto dopo circa un'ora.

    Gia' nelle prime ore di stamani ci sarebbe stata tensione a Nassiriya, quando una pattuglia portoghese della Msu, l'Unita' specializzata multinazionale comandata dall'Arma, sarebbe stata fatta oggetto di alcuni colpi di arma da fuoco mentre transitava nel centro della citta'. Successivamente, anche l'elicottero italiano e' stato preso di mira.

    LA PROCURA DI ROMA APRE UN FASCICOLO
    La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte del militare italiano morto oggi a Nassiriya. Gli accertamenti, come di consueto per fatti che riguardano il contingente italiano di stanza in Iraq, sono affidati al Pm Franco Ionta, il quale procede per omicidio ai fini di terrorismo. Tra i primi atti del responsabile del pool antiterrorismo della capitale, ci sara' l'affidamento dell' autopsia all' equipe medica del professor Giancarlo Arbarello, direttore dell' Istituto di medicina legale della 'Sapienza'.

    BERLUSCONI, PROFONDO CORDOGLIO
    Appena appresa la notizia della morte di un soldato italiano in Iraq, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso il suo profondo cordoglio personale e quello dell'intero governo. Lo si legge in un comunicato diffuso da palazzo Chigi.

  2. #2
    Enclave MUSSOLINISTA
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    "SOLO TOCCANDO IL FONDO SI PUO' RISALIRE FINO ALLE STELLE.
    SOLO L'ESASPERAZIONE DI ESSERE TROPPO UMILIATI, DARA' AGLI ITALIANI LA FORZA DELLA RISCOSSA"



    ________________________________________

    "ARDISCO NON ORDISCO IL FASCISMO" E' IN LUTTO E COSI DOVREBBE ESSERE PER TUTTO IL NS POPOLO, PER NON DIRE ALTRO...

  3. #3
    المملكة الأردنية الهاشمية
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    I nostri ragazzi non dovrebbero essere là a morire!
    Heinrich82

  4. #4
    ardimentoso
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    condoglianze alle famiglie e un ultimo saluto al militare.

  5. #5
    Volksgemeinschaft
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    In origine postato da Heinrich82
    I nostri ragazzi non dovrebbero essere là a morire!
    il problema è proprio questo...

    un'altro caduto da imputare alla irresponsabile e infame condotta del nostro governo.

    Rincrescimento e cordoglio per la perdita di un giovane connazionale, ma non si può neanche non comprendere le ragioni di chi combatte per la propria terra.

  6. #6
    المملكة الأردنية الهاشمية
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    In origine postato da Wandervogel
    il problema è proprio questo...

    un'altro caduto da imputare alla irresponsabile e infame condotta del nostro governo.

    Rincrescimento e cordoglio per la perdita di un giovane connazionale, ma non si può neanche non comprendere le ragioni di chi combatte per la propria terra.
    Sagge parole, mi associo!
    Heinrich82

  7. #7
    Asculum caput gentis
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    ...

  8. #8
    Comandante
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    Muoiono in tutto il mondo 6.000 persone al giorno, per incidenti o malattie connesse al lavoro.

    In Italia nel 2003 gli incidenti sul lavoro sono stati 951.834 (881.178 nell’industria e servizi e 70.656 in agricoltura), concentrati soprattutto nelle regioni del nord (in particolare Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), mentre le cosiddette morti "bianche" hanno raggiunto quota 1.311 (1.205 nell’industria e servizi e 106 in agricoltura).




    Queste cifre si inseriscono in un contesto mondiale che conta ogni anno circa 270 milioni di vittime di incidenti sul lavoro, circa 160 milioni di vittime di malattie professionali e circa 2,2 milioni di persone, in media 6.000 al giorno, morte per incidenti o malattie connesse al lavoro.

    Sono alcuni dei dati diffusi oggi in occasione della IX Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, organizzata congiuntamente dall’Oil (Organizzazione internazionale sul lavoro) e dall’Inail. "Gli incidenti sul lavoro, oltre a costituire un problema sociale, pesano anche sull’economia, con un costo annuo che in Italia è valutato in 28 miliardi di euro, per un’incidenza di 3 punti di Pil", ha rilevato il direttore generale dell’Inail Maurizio Castro aggiungendo che "anche se oggi l’Italia si posizione sotto la media europea per gli infortuni sul lavoro, quattro morti al giorno è comunque un prezzo che il sistema paese non può continuare a pagare". I dati italiani del 2003 sembrano confermare un trend positivo che già nel 2002 aveva portato ad una riduzione del 3,5% degli incidenti sul lavoro e che lo scorso anno ha prodotto un ulteriore calo dell’1,8%: ma occorre ricordare che si tratta di dati ufficiali che non tengono in conto il lavoro (e quindi gli infortuni e le morti) in "nero", che è (e sono) in crescita continua.

    In particolare, le statistiche dell’Inail sottolineano il crescente "contributo" dei lavoratori nati in paesi extracomunitari, il cui tasso di incidentalità è decisamente più elevato rispetto a quello medio nazionale (55,6 contro 43,2 per 1.000 occupati) e che nel 2003 hanno subito 105.000 infortuni e 147 morti, pari a circa l’11% del totale. Questo perché i lavoratori immigrati sono in genere impiegati nelle attività a maggior rischio, come le costruzioni, la metalmeccanica e l’agricoltura. Le comunità che pagano il tributo più alto sono Marocco (20,6% gli infortuni e 11,6% le morti), Albania (13% gli infortuni e 21,8% le morti) e Romania (8% gli infortuni e 14,3% le morti).

    In termini assoluti, gli infortuni sul lavoro risultano concentrati, sia per gli uomini che per le donne, nella fascia di età fino a 34 anni, dove rappresentano rispettivamente il 45,1% e il 42,5% del totale. I due sessi si differenziano invece per l’incidenza degli infortuni mortali: per gli uomini la percentuale più alta è nella classe di età da 35 a 49 anni per gli uomini (38,7%) e per le donne in quella fino a 34 anni (44,9%). Nell’industria e servizi i settori a più alto rischio di infortuni sono la metallurgia, la lavorazione di minerali, del legno e delle costruzioni, mentre le morti sono più frequenti nelle attività dei trasporti, della estrazione minerali e delle costruzioni.

    Riguardo alla ripartizione geografica, in termini assoluti sia gli infortuni di minore gravità che quelli mortali sono addensati nel nord est (33,5% gli infortuni e 25,6% le morti) e nel nord ovest (28,7% gli infortuni e 26,9% le morti), segue il centro (19,6% e 20,2%), il sud (13% e 18,5%) e le isole (5,2% e 8,8%). In particolare, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto si concentrano oltre il 44% degli infortuni ed il 37% dei morti. I dati Inail rilevano però che, in base agli indicatori strutturali di rischio, i tassi di frequenza infortunistica più elevati si riscontrano in Umbria, Marche e Friuli Venezia Giulia, che rappresentano indici complessivi nettamente superiori a quello nazionale (+42,7% per l’Umbria). In particolare, il rischio di infortunio mortale è mediamente più elevato nelle regioni del sud e nelle isole, mentre il Lazio presenta la situazione complessiva più favorevole in assoluto e Liguria e Lombardia hanno i più bassi tassi di infortuni gravi e mortali.

    Nel mondo, gli infortuni mortali sono stati lo scorso anno 2.256.335 di cui 1.498.410 uomini e 757.925 donne. Tra le principali cause di mortalità ci sono le malattie contagiose (625.660), le neoplasmosi maligne (634.984) e le malattie del sistema circolatorio (449.343). Quest’anno, l’Oil ha voluto richiamare l’attenzione su tre questioni fondamentali: il grave pericolo costituito dai danni causati dalle sostanze tossiche, che provocano circa 440.000 morti ogni anno di cui 100.000 per l’amianto, la violenza (fisica o psicologica) sul luogo di lavoro che ha interessato nel 2002 sono negli Stati Uniti circa 2 milioni di persone, le patologie polmonari che interessano circa il 15-30% del totale delle malattie professionali.


    Condurre una lotta a fondo contro il terrorismo padronale!


    30 aprile, capireperagire.blog.tiscali.it

  9. #9
    Per la metapolitica
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    In origine postato da Heinrich82
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    sono di questa linea. I responsabili sono quelli che li hanno mandati lì...
    Io supporto:

    www.noreporter.org
    www.juliusevola.it

  10. #10
    NAZIONALISTA CRISTIANO
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    AI GIOVANI IMMORTALI NELL'IMMORTALITA' DELLA PATRIA.

 

 
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