L'ONESTA' AMERICANA IN IRAK
Nel mese di dicembre tre elicotteri americani hanno trasportato 1,4 tonnellate di banconote da 100 dollari nel Kurdistan iracheno: parte del compenso (1,8 miliardi di dollari) dovuto ai curdi per il loro collaborazionismo.
L’eccezionale trasporto è stato rivelato dal Financial Times del 10 dicembre, come parte di un’inchiesta sui metodi dell’Amministrazione americana in Irak. Dopo decenni di prediche statunitensi sulla “trasparenza” negli affari pubblici e privati, e accuse a tutti gli altri Stati (ultima la Russia) sulle pratiche oscure e disoneste dei loro capitalismi, l’occupazione Usa si configura come un modello insuperabile di corruzione, malversazione e saccheggio.
Il pagamento ai fantocci curdi, tanto per cominciare, non proviene dai fondi Usa (i 18 miliardi di dollari stanziati dal Congresso per “la ricostruzione dell’Irak”) bensì dai fondi che l’Irak aveva guadagnato esportando il petrolio sotto controllo Onu, nel programma “oil for food”. Dei fondi stanziati dal Congresso, gli occupanti hanno speso per il bene dell’Irak solo 388 milioni di dollari (il 2,15%).
Dei fondi legittimamente posseduti dall’Irak, 20 miliardi di dollari che dovrebbero passare al governo iracheno che uscirà dalle elezioni, gli Usa ne hanno fatto sparire 13, ossia il 65%. “Abbiamo speso un po’ di soldi iracheni”, s’è giustificato l’ammiraglio David Oliver, che presiede alle finanze dell’occupazione, “perché avevamo finito i soldi americani”. Il che lascia la domanda su come e dove siano finiti i 17,4 miliardi di dollari stanziati dal Congresso e, ufficialmente, non spesi.
Risultano vari esborsi ad imprese assoldate a contratto per vari servizi senza concorso, o persino esborsi a cui non corrisponde alcun contratto. Per esempio, tra il 1994 e il 2003 gli Usa hanno stipulato 3 mila contratti con agenzie di mercenari Usa, che forniscono servizi di sicurezza e protezione in Irak; ma 2700 di questi contratti sono stati aggiudicati alla Kellogg Brown & Root, che è una sussidiaria – guarda caso – della Halliburton di cui è stato presidente Dick Cheney, e alla Booz Allen Hamilton, in cui hanno le mani in pasta i viceministri ebrei del Pentagono.
L’organo dell’Onu che dovrebbe vegliare sulle spese per l’Irak, l’International Advisory Board for Development in Irak, ha notato nella gestione Usa “allegria nei controlli, sistemi di contabilità inadeguati, applicazione ineguale delle procedure per i contratti, e tenuta insufficiente dei libri contabili”, insomma ogni genere di malversazione e ruberie. “Particolarmente preoccupanti”, aggiunge il rapporto, “sono contratti a volte di miliardi di dollari elargiti ad imprese Usa come la Halliburton, e pagati da fondi iracheni, senza concorso competitivo”.
Mentre i soldati Usa muoiono per 17 mila dollari annui a testa, i pezzi grossi del governo Usa si arricchiscono con profitti di guerra scandalosi. E l’Irak paga per la propria occupazione.
Maurizio Blondet
Fonte.www.effedieffe.it
20.01.05