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    Predefinito Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    D'Alema e l'orgoglio dei Ds "La nostra pazienza ha un limite" (repubblica)

    di MASSIMO GIANNINI

    ROMA - Presidente D'Alema, questo è un "day after" un po' amaro per lei...
    "Day after di che cosa, scusi?".

    Dopo la vittoria di Vendola in Puglia la tesi prevalente è: ha perso D'Alema, ha vinto la società civile.
    "Ora basta. Tutti devono capire che non si può abusare troppo a lungo della nostra pazienza e del nostro spirito unitario".

    Tutti chi? Lei ce l'ha con gli alleati, da Rifondazione alla Margherita?
    "È noto che in Puglia noi avevamo proposto un altro candidato. Proprio quel presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, che adesso il governatore del Polo Fitto definisce il candidato che avrebbe temuto di più. Non si trattava di una scelta facile, avrebbe richiesto un'unità che nella coalizione non c'è stata. Altri, non noi, hanno avanzato una candidatura diversa. E noi ci siamo adeguati, con grande senso di responsabilità. Abbiamo sostenuto con convinzione Boccia, del quale io ho una grande stima e sul quale sarebbe ora ingeneroso scaricare l'esito delle primarie. Boccia è bravo, rappresenta una risorsa per il centrosinistra, ma con il limite che indicammo subito: non aveva grande visibilità e non aveva un'esperienza politica consolidata alla spalle. Non ci ascoltarono... ".

    E così ha vinto Vendola. Una vittoria anche "contro la nomenklatura dei partiti", come in molti l'hanno letta. È così?
    "Senta, io ho grande simpatia per Nichi. Lo conosco da 30 anni, da quando guidavo la Fgci. Ma la sua vittoria è l'esatto contrario della sconfitta della nomenklatura. Perché Vendola, sia pure con tutta la sua forte carica di originalità e di passione, è un uomo della politica e dei partiti. Molto di più di Boccia. Certo ha pesato anche la forza della sua personalità e il suo impegno in tante battaglie popolari dalla parte dei cittadini e in particolare dei più deboli".


    La sensazione è che abbia vinto anche perché l'hanno votato in massa anche gli elettori Ds, che non hanno obbedito al vostro ordine di votare per Boccia.
    "Altra leggenda, frutto della superficialità e dell'improvvisazione di certe analisi che ho letto con sgomento sui giornali. Scorrendo i risultati comune per comune e conoscendo almeno un po' la storia della Puglia e la sua "geografia politica", si può constatare che il maggior numero di voti avuti da Boccia sono proprio nelle città in cui è più forte la presenza organizzata dei Ds. Primo esempio: a San Severo, provincia di Foggia, Boccia ha preso 622 voti, contro i 287 di Vendola. Secondo esempio: ad Apicena, detta la "Stalingrado della Capitanata", Boccia ha preso 603 voti, contro i 151 di Vendola. Vado avanti?".

    Non c'è bisogno. Ma dove vuole arrivare?
    "Il punto vero è che noi abbiamo sostenuto con lealtà e votato con convinzione per Boccia. Vendola ha vinto dove c'è più diffuso il voto d'opinione. E ha vinto soprattutto a Bari, dove la forza organizzata del nostro partito non è la componente fondamentale del centrosinistra".

    E allora?
    "Allora, trovo strano che all'indomani delle primarie i leader del partito di Boccia tacciono, quelli che hanno voluto a tutti i costi le primarie in Puglia scompaiono, e sul campo restiamo solo noi. Trovo strano che solo D'Alema abbia l'abitudine di battersi, e a volte di prendersi anche responsabilità non sue, mentre gli altri fischiettano e fanno finta di non essere mai passati di lì. Non è un modo serio per discutere, e per trarre insegnamenti utili sul futuro che ci aspetta".

    Nel futuro che vi aspetta ci sono, prima di tutto, le regionali.
    "Prima ancora ci sono le elezioni suppletive di domenica nel collegio Bari 2 dove tutto il centrosinistra sostiene Nicola Latorre, voglio sottolinearlo, con grande impegno unitario. Poi ci sono le elezioni regionali in cui sosterremo con lealtà Vendola. Ma è chiaro adesso che buona parte del compito è nelle mani di Nichi. Spetterà a lui tenere una linea responsabile, e favorire l'allargamento dell'alleanza. Le primarie sono tutt'altra cosa rispetto alle politiche. Per vincere le primarie a Vendola sono bastati 41 mila voti. Per vincere le regionali ne deve prendere 1 milione 200. Non stiamo parlando di tanti voti in più. Stiamo parlando di un'altra dimensione politica. E lo dico io, che in Puglia ho preso 262 mila preferenze: è una regione complessa, dove vi è stata una maggioranza prima democristiana, poi di centrodestra. Sarebbe un errore esiziale credere che la fotografia politica della regione stia tutta in quei 41 mila voti che hanno fatto vincere Vendola".

    Dopo le regionali ci saranno le primarie nazionali e poi le politiche. E qui c'è il nodo più intricato. Dopo questa affermazione in Puglia Bertinotti alzerà la posta, e l'asse politico dell'Ulivo si sbilancerà ancora di più su posizioni radicali?
    "Io credo che, se c'è una lezione utile che si può trarre da una vicenda per certi versi traumatica come le primarie, è questa: oggi Rifondazione festeggia, ed è legittimo. Così come trovo legittimo che il terzo partito dell'alleanza di centrosinistra possa schierare un suo candidato su 14 regioni in cui si andrà a votare. Ma attenzione: proprio dal momento che avrà un suo candidato, a questo punto Bertinotti si carica di una responsabilità politica forte. Tutti noi ci impegneremo, ma per Fausto e per il suo partito ci sarà un impegno del tutto particolare. L'intera sinistra si deve prendere in carico l'onere del governo. La misura della sua idoneità sarà nell'esito delle elezioni, di quelle vere. Ora festeggino pure. Io spero che ci sia motivo di festeggiare anche dopo il voto del prossimo aprile".

    Ma nella prospettiva delle elezioni politiche, e quindi del programma, non c'è il rischio che lo spazio del centrosinistra riformista si restringa sempre di più?
    "Non credo che dopo il voto pugliese l'asse della coalizione si sposti verso un assetto 'rivoluzionario'. Questa può essere la campagna denigratoria che per ovvie ragioni la destra avrà interesse a cavalcare. Ma ripeto, sono convinto che dopo la vittoria alle primarie Rifondazione dovrà condurre una campagna elettorale all'insegna dell'unità, sapendo combinare la passione politica di cui Vendola è certamente portatore con il pragmatismo e il realismo riformista di cui ha bisogno una grande regione come la Puglia. Noi lo aiuteremo e sono convinto che saprà muoversi con intelligenza ed equilibrio".

    Insisto: resta irrisolta la questione dei riformisti. Non si vedono, non si sentono.
    "La questione è semplice: se si vuole rafforzare e rendere più visibile l'asse dei riformisti, bisogna rafforzare il lavoro comune e la collaborazione tra le forze della federazione dell'Ulivo".

    Giusto. E qui, scusi il gioco di parole, ma con la Margherita non sono proprio rose e fiori. Lo dimostra l'ultima polemica con Rutelli sulla fine della socialdemocrazia.
    "Più si accentuano le incomprensioni, più si incrina l'asse riformista. Le voglio leggere un fax, uno dei tantissimi che ho ricevuto dai nostri iscritti e militanti in queste ore: 'Ha vinto Vendola? Caro D'Alema, ti sta bene, visto che invece di candidare un bravo compagno ci avete detto di votare per il candidato di un partito il cui leader dice che la socialdemocrazia va messa in soffitta'. Ora, a incidente chiuso, a Rutelli voglio dire questo: di tutto abbiamo bisogno, fuorché ricacciarci nella spirale delle polemiche e dei sospetti. Ed è chiaro che se da una parte noi tiriamo la carretta per far votare Boccia ad Apricena e dall'altra il principale partito alleato ci dà addosso, questo davvero non aiuta".

    Ma a lei, che propugna da tempo l'idea di un grande partito riformista nel solco della tradizione del socialismo europeo, il ragionamento di Rutelli che impressione ha fatto?
    "È una polemica nata su un grande equivoco. Mi sembra un'ovvietà dire che il modello socialdemocratico vada ripensato. Ma come ha detto Cacciari, questa non è una grande scoperta del pensiero, visto che il dibattito sulla crisi del Welfare e dell'egualitarismo livellatore si è aperto circa 25 anni fa. Semmai c'è da chiedersi perché, nonostante questa crisi, quello del socialismo rimane il più grande movimento dei progressisti e dei riformisti di tutto il pianeta. Evidentemente certi valori, come l'uguaglianza, le pari opportunità, la solidarietà, in un mondo sempre più globalizzato non sono proprio da buttare, ma anzi acquistano un valore nuovo. Ciò detto, non sono un difensore dell'ortodossia socialdemocratica. Due anni fa, insieme a Giuliano Amato e senza aspettare Rutelli, scrivemmo una lettera aperta al Pse, per suggerire un allargamento dei confini del socialismo europeo. Ma stiamo parlando di un movimento politico che raggruppa 160 partiti in tutto il mondo, ed esprime 60 capi di Stato e di governo. Dire che questo fenomeno è esaurito, francamente, mi pare quanto meno prematuro".

    Sta di fatto che, per una ragione o per l'altra, il partito più in sofferenza è e resta la Quercia.
    "No, noi non siamo in sofferenza. Siamo sotto tiro. Cantiamo e portiamo la croce. È un po' anche il nostro compito. Siamo una grande forza, siamo il partito più importante del centrosinistra, portiamo sulle spalle una grande responsabilità. E la gente sa che, comunque vadano le cose, può contare su di noi. Anche se qualcuno ci sputa in faccia, noi ci siamo e ci saremo sempre".

    Di questo, secondo lei, anche Prodi tiene e terrà il debito conto?
    "Non ho alcun dubbio".

    E allora qual è il messaggio finale che vuol mandare agli altri alleati?
    "Non voglio lanciare un generico appello moralistico, ma io dico che abbiamo un dovere morale: dimostriamoci classe dirigente, all'altezza del compito che ci aspetta, che sarà quello di rimettere ordine ai disastri compiuti dal governo Berlusconi. Il centrosinistra siamo noi, impariamo a rispettarci e ad accettarci, con pazienza, anche se a volte non siamo d'accordo su singole questioni. Noi Ds lo stiamo facendo. Ci sacrifichiamo per l'alleanza. Teniamo più di altri la barra del timone sulla rotta della responsabilità. È un grande merito di Fassino. Ma qualcuno se ne approfitta. E allora è il momento di dire basta. Così non si fa un danno ai Ds, ma a tutto il Paese".

    La Repubblica 19-1-05


    questa volta baffino proprio pare non averla digerita .
    dite voi se questa è una coalizione: quando finirà la guerra al diavolo incarnato , cosa li terrà assieme?

  2. #2
    decolonizzare l'immaginario
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    Predefinito Re: Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    [QUOTE]In Origine Postato da svicolone
    [B]D'Alema e l'orgoglio dei Ds "La nostra pazienza ha un limite" (repubblica)


    ________________________________________________

    Uno che ci ha portato in guerra contro i serbi, prestandosi al gioco socio-geopolitico dell'associazione israelo-americana, che in qualche modo è anche riuscita a fare cambiare target al terrorismo mussulmano (oggi il loro obiettivo sono "i crociati" e molto meno gli ebrei...).

    Uno che ci ha portato in guerra con aerei, truppe e tutto quanto...
    uno del genere va radiato da qualsiasi consesso civile, uno del genere va processato e condannato per i suoi crimini contro i popoli.

    Facce come quella di d'alema, violante, fassino, turco, mussi, folena, veltroni, tutti i giudici di quell'orrendo partito, tutti da spedire in uno dei loro paradisi come la Corea del Nord.

    D'Alema, con qualsiasi attività politica, HA CHIUSO!!!

  3. #3
    Nosce te ipsum
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    Predefinito Re: Re: Re: Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    In Origine Postato da Djaspher
    Pensiero ineccepibile.
    Mi sento strano a difendere un comunista... ma come si fa a dire di NO a uno stato quando hai non so quante decine di migliaia di sue truppe ottimamente armate già sul tuo territorio, quando da quelle truppe sei già stato invaso e vinto non tanti decenni fa e quando il tuo esercito volente o nolente non è in grado di competere con quello delllo stato in questione?
    Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
    nave senza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie, ma bordello. (Dante Alighieri Purgatorio, canto VI.).

  4. #4
    Cristeros e sei protagonista!
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    ...e alla fine i comunisti della rivoluzione messicana si allearono con gli americani per vincere i cristeros messicani...
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    Predefinito Re: Re: Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    [QUOTE]In Origine Postato da GENYO
    [B]
    In Origine Postato da svicolone
    D'Alema e l'orgoglio dei Ds "La nostra pazienza ha un limite" (repubblica)


    ________________________________________________

    Uno che ci ha portato in guerra contro i serbi, prestandosi al gioco socio-geopolitico dell'associazione israelo-americana, che in qualche modo è anche riuscita a fare cambiare target al terrorismo mussulmano (oggi il loro obiettivo sono "i crociati" e molto meno gli ebrei...).

    Uno che ci ha portato in guerra con aerei, truppe e tutto quanto...
    uno del genere va radiato da qualsiasi consesso civile, uno del genere va processato e condannato per i suoi crimini contro i popoli.

    Facce come quella di d'alema, violante, fassino, turco, mussi, folena, veltroni, tutti i giudici di quell'orrendo partito, tutti da spedire in uno dei loro paradisi come la Corea del Nord.

    D'Alema, con qualsiasi attività politica, HA CHIUSO!!!


    Già, a vedere i serbi crociati che mandavano via i musulmani dal loro territorio gli sarà scappata la pazienza, appunto.........

    Sempre loro, gli stessi sbagli, vogliono sempre mescolare i popoli anche quanto non c'è accettazione dalla parte opposta........

  5. #5
    Nosce te ipsum
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    In Origine Postato da Djaspher
    Grazie, compagno Fenicio.
    Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
    nave senza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie, ma bordello. (Dante Alighieri Purgatorio, canto VI.).

  6. #6
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Il D'Alema c'ha il baffetto "irritato"...

    In Origine Postato da Fenicio
    Mi sento strano a difendere un comunista...
    si chiama VERGOGNA

 

 

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