Una Quaresima dedicata agli anziani
di Mattia Bianchi/ 27/01/2005
Presentato in Vaticano, il messaggio di Giovanni Paolo II per la Quaresima 2005. L'invito a riscoprire la "collaborazione tra generazioni" e a vivere uno spirito profondo di accoglienza. Ferma condanna dell'eutanasia.
“La vita dell'uomo è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase. La cura degli anziani, soprattutto quando attraversano momenti difficili, deve stare a cuore ai fedeli”. Dopo aver riflettuto l’anno scorso sull’infanzia violata, Giovanni Paolo II per la Quaresima del 2005 sposta la sua attenzione sugli anziani. I nuovi spunti sono raccolti nel tradizionale messaggio sul tema “"E' Lui la tua vita e la tua longevità”, presentato stamani in Vaticano, durante una conferenza tampa a cui hanno partecipato mons. Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum" e mons. André-Mutien Léonard, vescovo di Namur, in Belgio.
In un contesto sociale che vede aumentare il numero degli anziani diventa prioritario un cambiamento di prospettiva. “I giovani si rendono sempre più conto che gli anziani sono un peso che ha diversi risvolti – ha spiegato mons. Cordes - costano troppo; occupano spazio vitale ed abitativo; limitano il tempo libero e quello dedicato alla distensione; ricordano il proprio futuro; intaccano il nostro sentimento, quando soffrono e quando ci indicano così la nostra futura sofferenza. Perché allora non eliminarli dal nostro sguardo? O non esiliarli dietro a muri? O offrire loro una morte dolce, per sbarazzarcene definitivamente?”. La risposta del papa indica una strada diversa, riaffermando il valore della vita fino al suo tramonto e l’importanza del “reciproco arricchimento tra diverse generazioni”. “La saggezza e l’esperienza degli anziani – spiega il pontefice - possono illuminare il cammino sulla strada del progresso“ e “l’invecchiamento può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della croce, che dà senso all’umana esistenza”. Obiettivo finale, “far crescere nell'opinione pubblica la consapevolezza che gli anziani costituiscono in ogni caso una risorsa da valorizzare”. Per questo è necessario potenziare “i sostegni economici e le iniziative legislative che permettano loro di non essere esclusi dalla vita sociale”. “Carissimi Fratelli e Sorelle, - conclude Giovanni Paolo II - durante la Quaresima, aiutati dalla Parola di Dio, riflettiamo su quanto sia importante che ogni comunità accompagni con amorevole comprensione quanti invecchiano”.
E a proposito di accoglienza – mancata, in questo caso - mons. Lèonard, tra i principali esperti sull’eutanasia, ha portato la sua testimonianza, denunciando la leggerezza con cui si applica la dolce morte, nei paesi in cui è ammessa. In queste realtà, ha detto il prelato, “si è proceduto come nel caso dell’aborto”, affrontando “il problema a partire da casi eccezionali e particolarmente commoventi”, ma dopo una sperimentazione di due anni, “si propone di allargare le condizioni previste, estendendone l’applicazione al suicidio assistito e ai minorenni capaci di ragionare”. Partendo da questi presupposti, arriva un affondo durissimo: “Tenendo conto dell’invecchiamento drammatico della popolazione nei Paesi europei, - denuncia il vescovo - c’è anche il pericolo gravissimo e non illusorio che, in contraddizione con il vigente codice di etica medica approvato a Ginevra nel 1948, la professione medica diventi strumento decisivo sia per il contenimento delle spese sanitarie sia per l’instaurarsi di una politica selettiva fondata sul concetto di qualità della vita. Non sono pochi quelli che suggeriscono che, nel contesto della crisi del welfare state e della diminuzione relativa delle risorse con il conseguente bisogno di ridurre le spese sanitarie, la legge dovrebbe indurre i medici a escludere alcune categorie di persone – in primo luogo, gli anziani – dalle terapie più costose (…). È chiaro che le leggi favorevoli all’eutanasia contribuiscono ad accentuare quello scivoloso pendio che minaccia la nostra cultura o incultura”.
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