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    Predefinito Dal sito "www.repubblicanidemocratici.it"

    Chiesa e Referendum: e adesso subito una legge
    di Giuseppe Ossorio*
    Consigliere regionale della Campania dei Repubblicani Democratici



    “In Italia, chi non è cattolico, fascista o comunista, ha poche probabilità di essere italiano”. Alla luce dei risultati del Referendum bisognerebbe dire che questo graffiante motto di Ennio Flaiano è ancora attuale, anzi, attualissimo. Ma non è così.

    Se la maggioranza dei non votanti, degli astensionisti, fosse veramente formata da cattolici ortodossi e tanto osservanti dall’obbedire ciecamente alle gerarchie ecclesiastiche, perché mai la Chiesa, che pure qualche sondaggio lo avrà commissionato, non ha deciso di invitare a votare “No”? Una vittoria dei “No” così schiacciante sarebbe stata la sconfitta definitiva dello Stato italiano, la rivincita sulla presa di Porta Pia, e l’Italia si sarebbe trovata in una situazione analoga alla Turchia di quaranta anni fa prima che Ataturk disegnasse, con grande coraggio, lo Stato laico nella musulmana Turchia.

    E, invece, si è scelta la via dell’invito all’astensione, sommando così i voti dei cattolici puri e duri a quelli degli italiani qualunquisti, il voto dei sacerdoti e delle suore a quelli dell’italiano medio dai pollici sulla pancia.

    Il paese vero, il paese reale, purtroppo, non è né laico né cattolico, è semplicemente agnostico e avvolto nella retorica barocca della ricerca dei valori che non costano nulla, che si trovano a buon mercato, di quella religiosità alle vongole, come avrebbe detto Mario Pannunzio.

    D’altro canto, cosa hanno fatto in questi anni i comunisti italiani? Non è stato Berlinguer a proporre lo storico compromesso con la DC di Moro e Andreotti? Non sono stati gli estremisti di sinistra ad inneggiare all’islamismo di Komeini contro gli Stati Uniti? Non è stato Bertinotti a recarsi ad Assisi dai padri francescani e ad accodarsi ai cortei per la pace in nome di politiche antioccidentali e, tutto sommato, antiliberali?

    Un paese quotidianamente educato a non rispettare il valore autentico della libertà, lo spirito tipico della laicità, vorremmo dire educato a non comprendere perfino l’ironia, che un filosofo come Rorty pone alla base della democrazia liberale, perché mai avrebbe dovuto esprimersi in altro modo?

    In mancanza di qualche elemento mitologico o personalistico, unici in grado di “muovere le masse”, l’uomo-massa italiano si è mosso come doveva e come poteva. Ed anzi, alla luce del risultato, c’è da gridare al miracolo se una così ampia e agguerrita minoranza ha sfidato tutto e tutti per recarsi alle urne. Nonostante tutto.



    Giuseppe Ossorio
    Consigliere regionale della Campania
    dei Repubblicani Democratici

  2. #42
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    Il Mattino 12 ottobre 2005


    E la Margherita: la CdL ostacola la consegna delle tessere elettorali


    «Mancano i numeri civici. Come volete che la gente vada a votare? Non fateci pensare al boicottaggio». L’UDEur protesta. I segretari UDEur Antonio Fantini (regionale) e Bruno Terracciano (provinciale di Napoli) sono i primi a chiedere di correggere manifesti e siti internet. «Che fatica organizzare. Non siamo il ministero dell’Interno, ma dobbiamo fare all’incirca le stesse cose con questa prima prova delle primarie, con grosse difficoltà e la forza dei soli volontari», si sfoga Maria Fortuna Incostante, segretaria di Napoli della Quercia. A sentire il numero verde 800.94.93.83 e a leggere sul sito internet www.primaleprimarie.net è evidente che in molti dei 109 seggi dislocati nel capoluogo mancano alle strade i numeri civici delle sedi dove gli elettori del centrosinistra potranno esprimere le preferenze per uno dei sette candidati. Ad esempio in una sede di Via Comunale Vecchia a Pianura dovranno votare gli elettori di ben 19 sezioni. Ma come si fa a capire dove devono andare? Stessa cosa a Via Manzoni. Giorni di mobilitazione e tensione. È così che bisogna rimettersi al lavoro, a riodinare e rifare. È una riunione fiume nella sede dei DS. In mattinata i partiti che sostengono Romano Prodi al Caffè Gambrinus hanno presentato le iniziative e la manifestazione di venerdì a Napoli con il leader che arriva in Tir e che alla Rotonda Diaz concluderà la campagna elettorale con un comizio, ma si parla anche di intervista pubblica, si parla di Gianni Minoli come intervistatore. Sarà anche alla libreria Feltrinelli, prima, però, il professore incontrerà al Maschio Angioino, Antisala dei Baroni, i responsabili di cinquanta Comitati Prodi presieduti da Raffaele Cananzi. In quest'incontro saranno protagonisti cinque giovani, che illustreranno idee su politica, lavoro, ricerca, università. Alle 17.30, poco prima di Prodi, anche Clemente Mastella chiude la sua campagna a Napoli, alla Mostra d’Oltremare. E si potrebbe aggiungere anche il verde Alfonso Pecoraro Scanio, mentre i sostenitori di Bertinotti venerdì faranno una festa all’Università Orientale. Dunque, numeri civici da indicare, manifesti da stampare o ristampare, conti da rifare per seggi, presidenti, scrutatori, mentre i verdi mettono a disposizione il numero 347.485.05.08, basta inviare un sms con il numero di seggio e comune per ricevere subito la risposta. A Napoli la riunione finisce in serata. Tira un sospiro di sollievo Giovanni Nuzzo, responsabile dell’organizzazione dell’apparato elettorale: «Sono sommerso dalle carte, ma pare che ci siamo, stamperemo manifesti per comunicare meglio con i fuori sede, gli immigrati, stiamo aggiornando su ineternet gli elenchi di seggi, i numeri civici». Definita anche la divisione dei presidenti dei 333 seggi di cui 109 a Napoli e 224 in provincia. I DS ne avranno 17 a Napoli e 36 nei comuni della provincia, la Margherita, il PRC, i Verdi e l’UDEur avranno ciascuno 17 nel capoluogo e 35 in provincia, l'Italia dei Valori 11 a Napoli e 24 in provincia, gli SDI 8 a Napoli e 32 negli altri comuni, l'MRE 4 a Napoli e 3 nel resto della provincia, un presidente ai rappresentanti di Simona Panzino, al gruppo di Ivan Scalfarotto non si è riusciti ad assegnare un presidente di seggio. Salvatore Piccolo, segretario provinciale della Margherita, segnala: «Alcuni presidenti di circoscrizione di centrodestra rifiutano di rilasciare le tessere elettorali, indispensabili per votare alle primarie». «Mi auguro che si organizzino seggi per garantire il voto alle fasce deboli - chiede il coordinatore della sinistra DS, Samuele Ciambriello -. Mi piacerebbe che si organizzassero seggi nelle mense dei poveri, ospedali, case di riposo e carceri». f.v.

  3. #43
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    Tratto dal sito "www.repubblicanidemocratici.it" Post #23 di 23

    Primarie del Centrosinistra
    Le sezioni elettorali della provincia di Napoli per la consultazione di domenica 16 ottobre 2005
    di Giuseppe Ossorio* ed Ernesto Paolozzi**
    *Consigliere regionale della Campania dei Repubblicani Democratici
    **della "Fondazione Luigi Einaudi"



    Le primarie sono una novità assoluta nel panorama politico italiano. Indubbiamente esse assumono una valenza democratica rilevante in un momento in cui il nostro sistema politico vive una forte crisi di rappresentanza. Partecipare alle primarie in un sistema maggioritario significa compiere un atto fondamentale di democrazia perché permette ai cittadini non solo di scegliere fra i candidati, ma di scegliere il candidato. Per questo motivo i REPUBBLICANI DEMOCRATICI, che vogliono farsi interpreti della più moderna ed avanzata democrazia liberale, attribuiscono una particolare rilevanza all’iniziativa assunta dall’Unione e invitano, pertanto, i loro elettori e i tanti simpatizzanti innanzitutto a recarsi a votare.

    Per quanto riguarda gli uomini politici che si sono candidati a guidare la coalizione, si tratta di scegliere chi meglio di altri, per la sua storia, per il suo impegno, per il suo programma, è capace, alla guida della coalizione, di imprimere ad essa le connotazioni che i diversi elettori, secondo il loro sentire, giudicano più importanti. La nostra preferenza va a Romano Prodi, che ci sembra essere, in questo momento politico, l’uomo che più degli altri è capace di sintetizzare e rappresentare le culture politiche della nuova alleanza che si candida a governare il paese.



    Le linee guida che stanno alla base dell’impegno di Romano Prodi accolgono i principii fondamentali della democrazia repubblicana, nell’ambito del solidarismo cattolico e del riformismo socialista. Gli altri candidati alle primarie dell’Unione, al di là del giudizio politico specifico, rappresentano posizioni a nostro modo di vedere parziali e non adeguate a guidare l’intera coalizione. Romano Prodi è, dunque, il leader che può garantire l’unità della coalizione e, con essa, il successo alle prossime elezioni politiche.

    Solo così si potrà battere il governo di centrodestra e, finalmente, impegnarsi per far uscire l’Italia, con nuovo slancio e con nuova vitalità, dalla crisi profonda in cui versa. Per questo motivo riteniamo fondamentale andare a votare.



    Potrà votare qualsiasi cittadino che si presenterà al seggio munito della scheda elettorale e di un documento di identità. Prima del voto si dovrà sottoscrivere il "Progetto" dell'Unione e versare un contributo minimo di 1 euro. Urne aperte anche ai giovani non ancora maggiorenni, ma che compiranno 18 anni entro il 13 maggio del 2006. Potranno votare anche i cittadini stranieri che da almeno tre anni lavorino e risiedano in Italia e gli studenti e i lavoratori fuori sede. In questi casi sarà necessario iscriversi alle liste elettorali presso i Comitati territoriali. Potranno votare anche gli italiani residenti all'estero.



    Vi segnaliamo, pertanto, i luoghi dove si potrà votare, nella provincia di Napoli, alle primarie di domenica 16 ottobre 2005 dalle ore 8 alle ore 22.

    Per conoscere il seggio dove recarsi a votare, bisogna selezionare il nome del Comune di residenza e digitare nello spazio della Sezione il numero della sezione elettorale nella quale si è iscritti (dato che si trova sulla tessera elettorale).

    P.S. Cliccando sul sito "www.repubblicanidemocratici.it", tutti gli amici repubblicani potranno accedere a questo servizio e orientarsi per esprimere il proprio voto alle primarie.

 

 
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