Ancora un allarme sul genocidio delle lingue
Secondo il sito della Bbc, nel mondo muore un idioma minoritario ogni 2 settimane
Lingue minoritarie, è sempre genocidio. Negli ultimi anni molti studi sono stati compiuti circa lo stato di salute degli idiomi non ufficiali. Se le statistiche non sempre coincidono, il dato drammatico che emerge è sempre lo stesso: si vanno spegnendo con rapidità impressionante le stelle che compongono la galassia dei linguaggi umani. L’ultimo “allarme linguistico” arriva da sito della Bbc secondo cui ogni due settimane scompare uno dei seimila idiomi “minori” parlati nel mondo. I risultati di altri studi erano ancora più drammatici: altri dati, infatti, danno due lingue estinte per ogni settimana.
Secondo “Bbc on line” il problema si ripete in misura diversa praticamente in tutti i Paesi, con la scomparsa delle lingue non ufficiali sotto il peso dell’inglese e delle altre lingue dominanti. Cinema, musica, televisione e giochi per computer non sono prodotti nei linguaggi minori e così i cosiddetti “dialetti” diventano un rifugio esclusivo degli anziani, una specie di riserva indiana linguistica per la terza età. Sulla costa settentrionale dell’Australia, ad esempio, vive un aborigeno di 60 anni: Patrick Nudujulu è una delle ultime tre persone ancora viventi in grado di parlare il Mati Ke. Ma, per motivi diversi, non può parlare la sua lingua: un interlocutore abita infatti troppo lontano da casa sua, mentre con l’altro, la sorella, non può conversare perchè lo vietano i costumi e la cultura indigeni.
Per dare nuova linfa alle lingue sull’orlo della scomparsa, alcuni scelgono di produrre programmi televisivi in quegli idiomi, o fanno ricorso ad altre vie più sexy: è il caso del Galles, dove oltre a realizzare telenovele in gaelico, alcuni hanno scritto novelle porno per non far morire la loro lingua. Ma il caso del gallese era già, ancora prima della “devolution”, all’ordine del giorno. Ed oggi la salvaguardia del “welsh” passa anche attraverso la via istituzionale, con la creazione di un ministero per la lingua.
Per tornare agli idiomi più sfortunati, lo scorso maggio, invece, con la morte di una donna cinese di 98 anni è sparito anche una cultura unica: anche se era analfabeta, Yang Huanyi, si è portata difatti nella tomba l’unico linguaggio al mondo parlato solo dalle donne, il Nushu.
La questione della salvaguardia delle nostre specificità linguistiche è quindi sempre più all’ordine del giorno. E, come il caso del Galles insegna, la via istituzionale da sola non basta, ma senza di essa la battaglia è sicuramente improba.