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  1. #11
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    Sono contento di vedere gente a mio giudizio normale, perché sono sconvolto da quanto leggo sul fondo.
    There are only 10 types of people in the world: those who understand binary and those who don't

    http://openflights.org/banner/f.pier.png

  2. #12
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    Ho visto che ci sono una marea di posts, ma non mi attardo a leggere: immagino il contenuto

  3. #13
    Nosce te ipsum
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Ho visto che ci sono una marea di posts, ma non mi attardo a leggere: immagino il contenuto
    Mi lasciate solo a difendere il buon senso (anche se da laico)?
    Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
    nave senza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie, ma bordello. (Dante Alighieri Purgatorio, canto VI.).

  4. #14
    Dal 2004 con amore
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    Tanto queste discussioni vanno sempre a finire male.

  5. #15
    Nosce te ipsum
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Tanto queste discussioni vanno sempre a finire male.
    Anche solo insinuare il dubbio non è un brutto risultato. Il referendum sull'aborto lo insegna: in democrazia il parere di tutti conta uguale.
    Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
    nave senza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di provincie, ma bordello. (Dante Alighieri Purgatorio, canto VI.).

  6. #16
    Dal 2004 con amore
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    Certo, ma non mi piacciono queste logomachie.

  7. #17
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    Commovente e rasserenante

    E' una storia di amore eccezionale e infinito. Grazie a Dio vicende come questa non esistono solo nelle prediche di qualche prete vecchio bacucco, ma anche nella realtà della cronaca quotidiana. Tanto che perfino un quotidiano come Repubblica, tempio del laicismo, non può far altro che inchinarsi non al dolore, ma alla gioia.

    http://www.repubblica.it/2005/a/sezi...mammacomo.html

    Il piccolo ha 3 mesi. La madre non ha interrotto la gravidanza
    anche se i medici le avevano detto che non ce l'avrebbe fatta
    Malata di cancro, non si cura
    e muore per far nascere il figlio
    La donna era già madre di due ragazzi, di 10 e 12 anni
    di ROBERTO BIANCHINI


    Rita Fedrizzi

    PIANELLO DEL LARIO (COMO) - La gioia e il dolore arrivarono insieme, un anno fa, in un mattino grigio dell'inverno. La gioia del terzo figlio in arrivo a quarant'anni, il dolore di scoprirsi malata del male più cattivo. Fin dal primo giorno, Rita non ha avuto dubbi. Ha rifiutato tutte le cure per far nascere il bambino. Federico è nato tre mesi fa e sta bene. Rita è morta lunedì, uccisa da un melanoma. Una folla commossa l'ha accompagnata ai funerali, ieri pomeriggio, nella chiesa del suo paese, Pianello del Lario. Sapeva che sarebbe successo.

    Se n'è andata serena, consapevole della sua scelta, che aveva condiviso sin dall'inizio con Enrico, suo marito. "Preferisco morire, ma non abortirò mai, non posso stroncare una nuova vita - aveva detto - è come se mi chiedessero di uccidere uno degli altri miei due figli per salvare la mia pelle". "Un gesto d'amore e di fede per far vincere la vita" ha commentato l'Osservatore Romano. "L'unica terapia non è l'aborto ma la fede" ha detto il parroco, Don Giacomo, all'omelia.

    La storia di Rita Fedrizzi, 41 anni, bruna, frangetta sugli occhi, un sorriso aperto, già madre di due bambini di 10 e 12 anni, ha commosso tutto il paese. La conoscevano bene, aveva insegnato l'inglese in alcuni istituti superiori della zona, l'ultimo il "Vanoni" di Menaggio. "Era una docente molto preparata, e una donna determinata, di carattere - la ricorda il vice preside Stefano Bertera - lo scorso anno volle continuare a lavorare fino all'ultimo nonostante soffrisse già dei sintomi della malattia, per non abbandonare i suoi allievi impegnati negli esami di maturità".


    Puntigliosa, determinata, cattolica convinta, Rita si era trovata di fronte al dramma quando i medici le avevano detto che per tentare di curare il tumore che l'aveva colpita, avrebbe dovuto sottoporsi ad una serie di terapie che avrebbero potuto rischiare di stroncare la nuova vita che le stava nascendo dentro. Alcuni medici le avevano consigliato, anche per iscritto, di abortire. Per potersi curare. Rita ha cominciato a documentarsi sulla sua malattia, a consultare libri e siti medici americani. Trovò le risposte che cercava, ma aveva già deciso. Pur consapevole che se avesse rinunciato alle cure per far nascere il suo bambino non avrebbe avuto alcuna speranza di sopravvivere, decise di rifiutare l'aborto e di portare a termine la gravidanza senza opporre neanche un'aspirina al male che le camminava dentro. E in quei mesi dedicò tutta la sua vita a curare, invece di sé stessa, la creatura che portava in grembo. Per riuscire a farla nascere a dispetto del male. La sua paura più grande, in gravidanza, non era quella di morire, ma quella di morire prima che Federico arrivasse alla vita.

    Ce l'ha fatta, convinta, col sorriso sulle labbra. Federico, tre mesi fa, è nato, e bello sano. Poi, determinata come sempre, Rita ha deciso di passare a combattere, adesso sì, il suo male, e dopo il parto ha iniziato le terapie che prima aveva rifiutato. Ma era troppo tardi. Il male era andato avanti, troppo avanti, Rita non ce l'ha fatta. Ha resistito solo tre mesi dopo la nascita di suo figlio. Ha chiuso gli occhi lunedì mattina all'ospedale di Gravedona dopo un ultimo, improvviso, ricovero. Ma se n'è andata contenta di essere riuscita, nonostante tutto, a metterlo al mondo. L'ultimo sguardo, prima di spegnersi, è stato per quel bimbetto che, ignaro del suo sacrificio, ieri l'ha accompagnata in chiesa, ai funerali, in braccio al fratello più grande. L'anno scorso Gianna Beretta, un'altra donna che nel '62 a Milano aveva fatto la stessa scelta, fu fatta santa.


    http://www.repubblica.it/2005/a/sezi...to/marito.html

    Parla il marito di Rita Fedrizzi: "Avere già due figli
    non è un buon motivo per ucciderne un terzo"
    "Disse che non voleva salvarsi
    facendo fuori il suo bambino"
    "Non è stata una scelta di calcolo ma di fede
    Lei ha deciso subito; non ne abbiamo discusso tanto"


    Il marito di Rita Fedrizzi ai funerali della moglie

    PIANELLO DEL LARIO (COMO) - Signor Fontana, quando sua moglie Rita ha deciso di mettere in gioco la propria vita per salvare quella di vostro figlio Federico?
    "Quando le è stato diagnosticato il tumore Rita, che era una docente di inglese, è andata a vedere su Internet. Su dei siti americani. Sapeva benissimo tutto. Questo me l'ha detto non allora, ma qualche mese fa. I medici tergiversavano un po'. Lei disse: inutile che mi raccontino delle storie, io fin dall'inizio sapevo com'era la questione. Disse: se mi fossi curata avevo delle possibilità, non curandomi queste possibilità se ne andavano. Il tumore che l'aveva colpita è uno dei peggiori che ci siano, uno dei più aggressivi".

    E avete parlato dell'alternativa che vi si poneva?
    "Sì, ne abbiamo parlato. Ma, a onor del vero, neanche tantissimo. Perché lei subito ha detto: chiedermi di abortire è come chiedermi di salvare la pelle facendo fuori uno dei due figli che ho. Per lei la scelta è stata immediata, nel senso che la questione non si poneva nemmeno. Mi ha detto: figurati se io, per salvarmi, decido di uccidere uno dei miei figli".

    Anche se i medici cercavano di convincerla ad abortire?
    "I medici gliel'hanno anche messo per iscritto. Che aveva altri due figli, e quindi doveva seriamente pensare a questa scelta che stava facendo. Non l'abbiamo ritenuto un buon motivo per far fuori il terzo. È stata una scelta di fede, non di calcolo".

    Quindi l'aborto non è stato mai preso in considerazione?
    "Era una possibilità, penso più per Rita che per me, talmente contro la natura, che non ha mai dubitato.

    Era contenta di farlo. Sapendo che costava, ma come quando uno prende una cosa: la pago perché vale".

    Ne avete discusso con amici e familiari?
    "No, abbiamo saputo custodire questa cosa qua sapendo che poteva essere insidiata. Tantissime persone, nostre conoscenti, sono venute a saperlo qualche giorno fa. Quando è stata ricoverata per l'ultima volta, e la notizia è girata. Lei era molto conosciuta".

    Voi avete altri due figli, oltre a Federico che è nato tre mesi fa. Loro erano all'oscuro di quello che stava succedendo?
    "No, loro sapevano tutto dall'inizio. Erano informati assolutamente di tutto. Come si possono informare dei bambini: abbiamo detto che la mamma scegliendo per Federico avrebbe potuto non farcela. Adesso loro sono relativamente sereni perché non è uno shock completo, una cosa improvvisa".

    E che cosa hanno detto, quando gli avete spiegato?
    "Hanno aspettato con gioia Federico. Perché i bambini non sono come i grandi, non fanno calcoli. L'hanno atteso, sono contentissimi di lui. E sono addolorati per la mamma, ovviamente. Certo, uno vorrebbe avere tutto. Ma se tutto non si poteva avere... Non hanno detto: voglio la mamma e non il fratellino. Non l'hanno detto mai. Fino all'ultimo abbiamo sperato che ce la facesse. È chiaro che un bambino non ha la consapevolezza di un adulto, e spera giustamente come un bambino".

    Avete chiesto conforto e consiglio a religiosi?
    "Sì, siamo stati aiutati da amici che fanno parte della Pontificia Accademia dell'Immacolata. Ci hanno sostenuto in questa scelta, soprattutto con la preghiera. Essendo una scelta di fede, non è una cosa da poco. E poi c'era il sacerdote che ci ha sposato nell'88, che conosceva bene Rita, e che oggi ha parlato di lei alla messa funebre. Io ne ho parlato con gli amici. Così come ne parlo adesso con voi. Molte cose nei particolari non si possono raccontare, ma è giusto che le cose si sappiano. Siccome la cosa ha molti aspetti positivi, è giusto che non appaia come la scelta di una pazza. È stata la scelta di una persona consapevole e informata".

    Lei ha detto che sua moglie ha accolto Federico come un dono e non come una condanna.
    "Sì, come un dono e come un miracolo. Federico ha superato degli ostacoli che di solito non vengono superati. Degli esami diagnostici fatti quando noi ancora non sapevamo che Rita fosse incinta. Mi hanno spiegato che è incredibile come un feto abbia superato esami strumentali di quel tipo. All'inizio davano per perso anche Federico".

    La vicenda di sua moglie è stata accostata a quella di Gianna Beretta Molla, che è stata proclamata santa.
    "Nostro figlio si chiama Federico Michel Giovanni anche per Gianna Beretta. Noi ci siamo affidati anche a lei perché ci desse una mano. E penso che ce l'abbia data. È un esempio, così come credo possa essere Rita. Per persone che, anche per molto meno, decidono di eliminare i bambini".


    (26 gennaio 2005)
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  8. #18
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    In questa giornata dedicata alla memoria,
    questo gesto è segno di speranza.

  9. #19
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    Originally posted by Fenicio
    Mi lasciate solo a difendere il buon senso (anche se da laico)?
    ma come? e io?

 

 
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