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    Smile SANTI - A San Tommaso d'Aquino.

    Oggi, 28 gennaio, la Chiesa ricorda San Tommaso d'Aquino (1225-1274), nato da una famiglia nobile a Roccasecca, nell'attuale Lazio, divenne, nonostante l'opposizione della famiglia domenicano ed ebbe come maestro sant'Alberto Magno.
    Insegnò a Parigi, Roma e Napoli.

    La sua produzione è sterminata, ricordiamo la Summa Theologiae, la Summa Contra Gentiles, le Questiones Disputatae, le Questiones Quodlibetales, il Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, il De ente et essentia, il De unitate intellectus ed altri ancora.

    Uomo di grandissima sapienza e conoscenza, seppe armonizzare mirabilmente la tradizione filosofica classica e il cristianesimo.

    In un tempo in cui il pensiero di Aristotele, nuovo per l'occidente europeo, veniva da molti ripudiato, il nostro Santo si impegnò nello studiare a fondo lo Stagirita, e conciliò il suo pensiero con la visione cristiana.

    San Tommaso riuscì a diventare maestro del maestro Aristotele in Metafisica e in Teologia, giungendo col proprio chiarissimo e illuminato intelletto laddove nessun uomo era mai arrivato.

    Notevole tempo passò san Tommaso a studiare gli arabi Averroè e Avicenna, e l'ebreo Mosè Maiomonide, molto imparò da loro, tanto da citarli più volte nelle sue opere, anche implicitamente.

    Le Sacre Scritture erano conosciute da San Tommaso praticamente a memoria: tante volte le aveva lette, studiate e commentate nella sua pur breve vita.

    San Tommaso era un uomo senza paura di fare i conti e di imparare dai pensatori di diverse tendenze, non gli importava aver ragione; gli importava la verità, e questo grande amore per il vero è l'anima vivificante del suo pensiero e della sua vita.

    C'è chi definisce il nostro Santo "aristotelico", chi "aristotelico platonizzate"; san Tommaso fu cristiano, è il cristianesimo l'anima unificante del suo pensiero.

    Tommaso non fu solo un uomo dotto; fu un eccellente cristiano, e per questo venne proclamato santo da Giovanni XXII nel 1323.

    Questo santo teologo e filosofo ci insegna, ed è un monito per le nostre vite, che tutta la scienza del mondo, se non è messa in pratica non serve a nulla.

    L'anima umana è intelletto è volontà, tra l'intelletto e la volontà c'è una sinergia, una relazione originaria, l'uomo è chiamato a ben conoscere, e a ben volere, a volere bene, ad amare.

    E la realizzazione dell'uomo è in questo: nella carità. La carità, come virtù acquisita, non come disordinato sentimento, la carità come moto della volontà, che richiede l'intelletto e che porta con sè tutto l'uomo.

    San Tommaso fu uomo, pienamente uomo, perchè non si risparmiò mai, fece della sua vita un dono, un dono gratuito per gli altri, e questo grande dono lo riceviamo ancora noi, dopo sette secoli, senza alcun merito nostro.

    San Tommaso amò, amò dall'inizio, quando resistette ai tentativi dei fratelli di distoglierlo dalla sua chiamata, fino alla fine, fino agli ultimi mesi di incessante lavoro, studio, preghiera.

    Mentre i suoi confratelli dormivano, lui pregava, attento a non farsi vedere, tanto grande era la sua umiltà.
    Mentre i suoi confratelli si riposavano lui scriveva e faceva scrivere quel capolavoro della filosofia e della teologia che è la Summa Theologiae.

    Un lavoro incessante, massacrante quasi, ma sostenuto da una volontà straordinaria. Fu così fino al 6 dicembre 1273, fino alla famosa Messa del giorno di san Nicola in cui Tommaso ricevette rivelazioni straordinarie da Nostro Signore. Non sappiamo cosa successe, sappiamo che San Tommaso fu profondamente scosso da quell'esperienza: "è tutta paglia" (quello che fino ad ora ho scritto), e non continuò la stesura della Summa, infatti incompiuta.

    Poco prima della morte, avvenuta nell'abbazia di Fossanova il 7 marzo del 1273, confidò ad un confratello, in profonda umiltà e sincerità, di considerare ben poca cosa i propri scritti,dinanzi alla maestà di quel Dio in cui aveva profondamente creduto e che avrebbe presto incontrato.

    San Tommaso, mio primo e prediletto prottettoe e patrono,
    mi piace pensarti nella tua duplice ed insieme sinergica dimensione di sapiente e di santo, di uomo costante negli studi e di uomo fervente nella carità.

    Mi sconvolge il tuo amore appassionato per Gesù Sacramentato, mi fa tremare, io non sono capace, ma vedo in te un modello cui ispirarmi e un sostengo nelle difficoltà.

    Quanto mirabilmente, Tommaso, è stato riassunto quello che ho cercato di esprimire intorno a te, in questa breve preghiera:

    O Dio, che in san Tommaso d'Aquino hai dato alla tua Chiesa un modello sublime di santità e di dottrina, donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti e la forza per imitare i suoi esempi. Per Cristo Nostro Signore.

    con grande affetto e fiducia,
    confidando sempre nella tua intercessione.

    Tommaso

    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 14:47 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti

  2. #2
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  3. #3
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    Predefinito

    Mi pregio ricordare in questo 3d che l'Università Cattolica è nata per essere il tempio del neotomismo in Italia... nella nostra cappella, accanto all'altare sopra cui c'èil Sacro Cuore, c'è proprio l'incipit del Rythmus Sanctae Thomae Aquinatis:

    ADORO te devote, latens Deitas, quae sub his figuris vere latitas: tibi se cor meum totum subiicit, quia te contemplans totum deficit.

    Visus, tactus, gustus in te fallitur, sed auditu solo tuto creditur; credo quidquid dixit Dei Filius: nil hoc verbo Veritatis verius.

    In cruce latebat sola Deitas, at hic latet simul et humanitas; ambo tamen credens atque confitens, peto quod petivit latro paenitens.

    Plagas, sicut Thomas, non intueor; Deum tamen meum te confiteor; fac me tibi semper magis credere, in te spem habere, te diligere.

    O memoriale mortis Domini! panis vivus, vitam praestans homini! praesta meae menti de te vivere et te illi semper dulce sapere.

    Pie pellicane, Iesu Domine, me immundum munda tuo sanguine; cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere.

    Iesu, quem velatum nunc aspicio, oro fiat illud quod tam sitio; ut te revelata cernens facie, visu sim beatus tuae gloriae.

    Amen.

    ------------------------------------------------

    Uno dei cinque bellissimi inni composti da San Tommaso in onore del Santissimo Sacramento quando papa Urbano IV (1261-1264) stabilì la festa del Corpus Domini nel 1264.

    L'inno si trova ancora nel Messale Romano come preghiera post communionem; indulgenza parziale a chi lo reciterà divotamente.

  4. #4
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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    7 MARZO 2018: MERCOLEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA; SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA…



    Guéranger, L'anno liturgico - 7 marzo. San Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa
    http://www.unavoce-ve.it/pg-7mar.htm
    “7 MARZO SAN TOMMASO D'AQUINO, DOTTORE DELLA CHIESA.”

    UNA VOCE VENETIA - 7 marzo 2013 San Tommaso d'Aquino Confessore e Dottore. Giovedì dopo la Terza Domenica di Quaresima
    http://www.unavoce-ve.it/013003-07Gquar3ve-bb.htm




    http://www.documentacatholicaomnia.e...rante),_IT.pdf



    Famiglia Aquino
    http://www.nobili-napoletani.it/aquino.htm






    San Tommaso d'Aquino - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-tommaso-daquino/
    «7 marzo, San Tommaso d’Aquino, Confessore e Dottore della Chiesa (Roccasecca, 1225 – Fossanova, 7 marzo 1274), gloria dell’Ordine domenicano e della teologia cattolica, definito “Doctor Angelicus”.

    “Nel Monastero di Fossanóva, presso Terracina, nella Campania, san Tommaso d’Aquino, Confessore e Dottore della Chiesa, dell'Ordine dei Predicatori, assai illustre per la nobiltà del sangue, per la santità della vita e per la scienza della Teologia, dal Papa Leone decimoterzo dichiarato celeste Patrono di tutte le Scuole cattoliche”.
    O Signore, che rendeste sommamente distinto il vostro servo San Tommaso, per l’amore delicato alla santa purezza, per la scienza sublime delle cose divine, così da risplendere nella vostra Chiesa come Angelo e Maestro; noi vi preghiamo, che sull’esempio di lui, che non volle altro premio che la vostra gloria, noi pure, rimuovendo ogni vano ed orgoglioso desiderio, alla vostra gloria abbiamo ad indirizzare i nostri studi e nel solo e purissimo vostro amore trovare compenso e consolazione. Così sia.»





    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-2-235x300.jpg








    http://www.agerecontra.it/2018/03/il...tico-aquinate/

    Il dolomitico aquinate - Centro Studi Giuseppe Federici
    http://www.centrostudifederici.org/i...tico-aquinate/
    «Il dolomitico aquinate 7 marzo 2018
    Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 25/18 del 7 marzo 2018, San Tommaso d’Aquino
    Il dolomitico aquinate
    Oggi la Chiesa festeggia san Tommaso d’Aquino, gloria dell’Ordine domenicano e della teologia cattolica, definito da mons. Umberto Benigni nella “Storia Sociale della Chiesa” gigante dell’ortodossia e il dolomitico aquinate. San Tommaso era uno dei santi invocati in special modo dai membri del Sodalitium Pianum, l’associazione fondata da mons. Benigni per applicare il programma antimodernista tracciato da san Pio X, tra cui la difesa del tomismo osteggiato dai modernisti. In onore di san Tommaso pubblichiamo alcuni paragrafi dedicati all’Ordine domenicano tratti dalla “Storia Sociale della Chiesa” (La crisi medievale, vol. V, Casa Editrice Vallardi, pagg. 633 e 634).

    “I Domenicani
    Ed ecco l’Ordine domenicano. Compreso dall’intuito del bisogno, il Fondatore volle che i suoi frati si dessero alla predicazione professionale, e fossero mendicanti cioè fossero a contatto del popolo minuto che avrebbe avuto da loro la predica, muta, eloquente, dell’esempio, prima di quella della parola.
    Idea generosa ma non attuabile permanentemente. In grande accadde al domenicanesimo quello che in breve spazio era accaduto alla Scuola cristiana d’Alessandria. Cominciata come scuola catechetica, cioè a predicazione fissa, con Panteno, assorse naturalmente a più alto grado con Clemente Alessandrino e con Origene, e divenne quello che nel medioevo si sarebbe chiamato Studium od Università filosofico-teologica. Analogamente il domenicanesimo sorse colla predicazione, catechismo ambulante (e gli stessi 15 misteri del Rosario sono un embrione di catechismo). Ma questo primo stadio additava la via da ascendere, al dottorato professionale, al professorato.
    Ed ecco l’Ordine diventare quello dei grandi professori universitari con Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, giù giù, malgrado la decadenza; giacché è gloria domenicana l’aver tentato la riforma cattolica prima della pseudo-riforma protestante, con riformatori indefessi come il beato Venturino da Bergamo (1304-46) in Lombardia. Le Confraternite del Rosario erano un grande strumento di riforma come i Terz’Ordini. Nell’arte sempre più «laica», si vede lo sforzo domenicano del beato Angelico. Nell’irrequieto e deviato Savonarola freme l’impeto della riforma che s’imponeva a tutti, dal Borgia ai popolino.
    Scoppiata la Riforma di Lutero e di Calvino si ebbe la rinascita contro-riformistica della scienza dei domenicani. Giacche se il frate predicatore Tetzel fece il guaio di liberare le anime del purgatorio colla contabilità del tintinnare dei soldi buttati nella cassetta delle elemosine, dando cosi occasione ai frementi nemici della Roma medicea di gridare con Hutten: «i denari, che mandate a Roma, vanno non a Cristo ma ai fiorentini», — scoppiata la bufera l’Ordine domenicano offerse alla Controriforma due insuperati teologi, gli spagnuoli Melchior Cano (1560) e Pietro de Soh (t 1563), fedeli maestri della tradizione tomista, che doveva avere in un altro grande scienziato spagnuolo, il gesuita Francesco Suarez, una divergenza fondamentale a cominciare dalla questione della essenza ed esistenza.
    Allora il convento domenicano si elevò automaticamente a qualche cosa di analogo della solenne abbadia, tanto più che vi si univa il formidabile potere inquisitoriale. È difficile concepire Torquemada in giro colla bisaccia fra due autodafé.
    Ma la mendicità primigenia, voluta ed attuata da Domenico in persona, fu provvidenziale, perchè introdusse il predicatore e prossimo inquisitore fra il popolo, nella simpatica popolare figura del frate mendicante, che fece la fortuna del francescano.
    Sulla cattedra universitaria, nel seggio di giudice «inquisitor contra haereticam pravitatem» il domenicano è una grande figura. Anche negli eccessi del Savonarola si sente la tempera del lottatore per la riforma cristiana.
    E nel gran quadro storico, Francesco e Domenico splendono come un radioso dittico, che i loro figli hanno dimenticato qualche volta nella sovreccitazione delle lotte di scuola. Ma resta sempre, vera e luminosa, l’antifona cantata dai due Ordini: «il cherubico Domenico ed il serafico Francesco c’insegnarono la legge tua, Signore!».”
    Per acquistare la ristampa della “Storia Sociale della Chiesa”:
    http://www.sodalitiumshop.it/epages/.../Products/099»





    http://www.centrostudifederici.org/w...AS-300x228.png








    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    7 mars : Saint Thomas d'Aquin, Docteur de l'Église (1226-1274) :: Ligue Saint Amédée
    “7 Mars : Saint Thomas d'Aquin, Docteur de l'Église (1226-1274)”







    “C'était le 7 mars 1965 : le futur "saint" Paul VI célébrait pour la première fois la "messe" dans la langue vernaculaire.”


    “La Ligue Saint Amédée n'invente rien. Nous souscrivons pleinement au Sodalitium Pianum de Mgr Benigni, approuvé par Saint Pie X.”
    Programme du Sodalitium Pianum - Sodalitium







    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    San Tommaso d'Aquino prega per noi.”






    "7 marzo 1874. Il Creatore e Redentore del genere umano fondò la Chiesa come suo regno visibile sulla terra non solo per trasmettere col soprannaturale carisma dell’infallibile magistero la sacra dottrina e per promuovere il culto divino del santo sacerdozio e la santificazione delle anime con il sacrificio e con i sacramenti, ma lo dotò anche di un proprio e pieno potere legislativo, giudiziario ed esecutivo per tutto ciò che riguarda il fine specifico del regno di Dio sulla terra. Il potere soprannaturale del governo della Chiesa è, per lo stesso volere di Gesù Cristo, del tutto diverso e indipendente dal potere politico. Il regno di Dio sulla terra è il regno di una società perfetta e, come tale, è sostenuto e governato da proprie leggi, da propri diritti, da propri capi che vigilano attentamente, sapendo di dover rendere conto delle anime non ai governanti della società civile, ma a Gesù Cristo, Principe dei pastori, che li ha costituiti pastori e maestri, non soggetti, nell’esercizio del ministero di salvezza, a nessun potere terreno (cf. Eb 13,17; Ef 4,11; 1Pt 5,2). Perciò, come spetta ai Vescovi il dovere di governare, così spetta a tutti i fedeli, secondo l’ammonimento dell’Apostolo, il dovere di ubbidire e di stare sottomessi a loro; e i popoli cattolici hanno il sacrosanto diritto di non essere ostacolati da un governo civile in questo compito, imposto da Dio, di seguire la dottrina, la disciplina e le leggi della Chiesa.
    Da S. S. Pio IX
    Vix dum a nobis"







    “Santa Messa Most Holy Trinity Seminary.”













    "Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com "
    “7 marzo 2018: MERCOLEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA.”






    “7 MARZO 2018:SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.”






    “Il 7 marzo 1724 muore Papa Innocenzo XIII dei Conti di Segni, Sommo Pontefice.”



    “Il 7 marzo 1965 Paolo VI celebrava la prima messa in italiano.
    «Poiché la riforma liturgica ha tra i suoi fini principali l'abolizione degli atti e delle formule mistiche, ne segue necessariamente che i suoi autori debbano rivendicare l'uso della lingua volgare nel servizio divino. Questo è uno dei punti più importanti agli occhi dei settari. Il culto non è una cosa segreta, essi dicono: il popolo deve capire quello che canta. L'odio per la lingua latina è innato nel cuore di tutti i nemici di Roma: costoro vedono in essa il legame dei cattolici nell'universo, l'arsenale dell'ortodossia contro tutte le sottigliezze dello spirito settario, l'arma più potente del papato. Lo spirito di rivolta, che li induce ad affidare all'idioma di ciascun popolo, di ciascuna provincia, di ciascun secolo la preghiera universale, ha del resto prodotto i suoi frutti, e i riformati sono in grado ogni giorno di accorgersi che i popoli cattolici, nonostante le loro preghiere in latino, gustano meglio e compiono con più zelo i doveri del culto dei popoli protestanti. A ogni ora del giorno ha luogo nelle chiese cattoliche il servizio divino; il fedele che vi assiste lascia sulla soglia la sua lingua materna; al di fuori dei momenti di predicazione egli non intende che accenti misteriosi, che cessano di risuonare nel momento più solenne, il canone della messa. E tuttavia questo mistero lo affascina talmente che non invidia la sorte del protestante, quantunque l'orecchio di quest'ultimo non intenda mai suoni di cui non capisce il significato. Mentre il tempio riformato, una volta alla settimana, riunisce a fatica i cristiani puristi, la Chiesa papista vede senza posa i suoi numerosi altari assediati dai suoi religiosi figli; ogni giorno essi si allontanano dal loro lavoro per venire ad ascoltare queste parole misteriose che devono essere di Dio, perché nutrono la fede e leniscono i dolori. Riconosciamolo, è un colpo maestro del protestantesimo aver dichiarato guerra alla lingua sacra: se fosse riuscito a distruggerla, il suo trionfo avrebbe fatto un gran passo avanti. Offerta agli sguardi profani come una vergine disonorata, la liturgia, da questo momento, ha perduto il suo carattere sacro, e ben presto il popolo troverà eccessiva la pena di disturbarsi nel proprio lavoro o nei propri piaceri per andare a sentir parlare come si parla sulla pubblica piazza. Togliete alla Église française le sue declamazioni radicali e le sue diatribe contro la pretesa venalità del clero, e andate a vedere se il popolo continuerà a lungo ad andare a sentire il sedicente primate delle Gallie gridare: "Le Seigneur soit avec vous"; e altri rispondergli: "Et avec votre esprit". Tratteremo altrove, in modo specifico, della lingua liturgica.»
    (Dom Prosper Guéranger, "L'eresia antiliturgica e la riforma protestante del XVI secolo considerata nei suoi rapporti con la liturgia" - Institutions liturgiques, I², Paris, 1878, pp. 388-407. Traduzione italiana di Fabio Marino, pubblicata in "Civitas Christiana", Verona n° 7-9, 1997, 13-23).


    “È un governo che è stato inaugurato verso l'anno 30 e che, nonostante i "ministri", non è ancora caduto.”






    Tomistica. L?eccellenza del Tomismo | Radio Spada
    Le XXIV Tesi del Tomismo in estrema sintesi, per come sono state approvate da S. Pio X | Radio Spada
    La conoscenza di Dio mediante la ragione naturale e mediante la grazia, secondo S. Tommaso d?Aquino | Radio Spada
    Archivio per | Radio Spada











    Preghiera di San Tommaso d'Aquino Prima dello studio
    O Signore, dammi intelligenza
    nell’apprendere, ordine nel sintetizzare,
    capacità nel ricordare e facilità nel parlare.
    Concedimi che io ardentemente desideri,
    chiaramente conosca
    e perfettamente compia ciò che a te piace.
    Fa che io non insuperbisca nelle circostan-
    ze liete, né mi abbatta nei momenti difficili.
    Fa che io non gioisca se non di quello che a
    Te conduce e non mi addolori se non di
    quello che da Te mi allontana.
    Mi sia gradito per Te il lavoro e mi sia
    sgradito il riposo senza di Te.
    Mi siano care tutte le tue creature, ma Tu,
    Dio, sopra di tutto. Amen.”




    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  5. #5
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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    27 MARZO 2018: MARTEDÌ SANTO; SAN GIOVANNI DAMASCENO (IL "SAN TOMMASO D'ORIENTE"...), CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA…



    "San Giovanni Damasceno, confessore e dottore, 27 marzo."
    Guéranger, L'anno liturgico - 27 marzo. San Giovanni Damasceno, Confessore e Dottore della Chiesa
    Guéranger, L'anno liturgico - 27 marzo. San Giovanni Damasceno, Confessore e Dottore della Chiesa


    "MARTEDÌ SANTO."
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Martedì Santo
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Martedì Santo

    "TEMPO DI PASSIONE
    Capitolo I - Storia del Tempo di Passione e della Settimana Santa
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - Storia del Tempo di Passione e della Settimana Santa
    Capitolo II - Mistica del Tempo di Passione e della Settimana Santa
    Guéranger, L'anno liturgico - Mistica del tempo di Passione e della Settimana Santa
    Capitolo III - Pratica del Tempo di Passione e della Settimana Santa
    Guéranger, L'anno liturgico - Pratica del Tempo di Passione e della Settimana Santa "

    Guéranger, L'anno liturgico - Cenno storico sul Tempo Pasquale
    Guéranger, L'anno liturgico - Cenno storico sul Tempo Pasquale
    Guéranger, L'anno liturgico - Mistica del Tempo Pasquale
    Guéranger, L'anno liturgico - Mistica del Tempo Pasquale
    Guéranger, L'anno liturgico - Pratica del Tempo Pasquale
    Guéranger, L'anno liturgico - Pratica del Tempo Pasquale




    San Giovanni Damasceno
    San Giovanni Damasceno



    27 marzo (4 dicembre) - S. Giovanni Damasceno
    https://forum.termometropolitico.it/...d-oriente.html





    San Giovanni Damasceno - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-damasceno/
    «27 marzo 2018, San Giovanni Damascèno, Prete, Confessore e Dottore della Chiesa.
    “San Giovanni Damascèno, Prete, Confessore e Dottore della Chiesa, il cui giorno natalizio si commemora il sei maggio”.

    Preghiera alla Madonna di san Giovanni Damasceno:
    Ti saluto, o Maria, Speranza dei Cristiani! Accogli la supplica di un peccatore che Ti ama teneramente, Ti onora particolarmente e ripone in Te tutta la speranza della sua salvezza. Per merito tuo ho la vita. Tu mi riconduci nella grazia di tuo Figlio e sei il pegno certo della mia salvezza. Ti supplico dunque, di liberarmi dal peso dei miei peccati, distruggi le tenebre della mia mente, scaccia i legami terreni dal mio cuore, reprimi le tentazioni dei miei nemici e guida la mia vita, così che possa giungere per tuo mezzo e sotto la tua guida, all’eterna felicità del Paradiso. Così sia.».
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...32-225x300.jpg


    “IMBC - Torino 2018. Processione delle Palme.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...c3&oe=5B75C3D6





    La Settimana Santa - Centro Studi Giuseppe Federici
    La Settimana Santa - Centro Studi Giuseppe Federici
    «La Settimana Santa - Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza 27 marzo 2018

    Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    La Settimana Santa»
    http://www.centrostudifederici.org/w...ta-300x218.jpg












    Ligue Saint Amédée
    Ligue Saint Amédée
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    “Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”

    “27 Mars : Saint Jean Damascène, Docteur de l'Église (776-880)”
    27 mars : Saint Jean Damascène, Docteur de l'Église (776-880) :: Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._damascene.jpg






    “Méditation pour le Mardi Saint : Jour de souffrance
    Extrait de "Esprit du R.P. AVRILLON pour passer saintement l'Avent et le Carême" :
    Méditation pour le Mardi Saint : Jour de souffrance







    "Nous vous souhaitons une bonne et profitable semaine sainte, dans le recueillement, la prière, le jeûne et l'étude de la Passion de Notre Seigneur Jésus-Christ !"










    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf











    https://www.radiospada.org/
    Edizioni Radio Spada - Home
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/

    “27 MARZO 2018: SAN GIOVANNI DAMASCENO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.”





    “27 marzo 2018: MARTEDÌ SANTO.”





    [FILM COMPLETO] La Passione di Cristo
    https://www.radiospada.org/2018/03/f...one-di-cristo/

    «Un film da rivedere in Quaresima e, in particolare, nel corso della Settimana Santa: lo offriamo ai nostri lettori senza sottotitoli dall’aramaico e dal latino per evitare distrazioni di lettura in un contesto che è chiaro a chiunque abbia elementi minimi di conoscenza del Vangelo.
    Il valore cinematografico di questa opera non va separato da quello spirituale: la Passione di Nostro Signore, insieme con la devozione al Sacro Cuore e quella (dimenticata) alle Sante Piaghe siano il centro di questa Settimana che ci prepara alla Santa Pasqua.
    Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti – Isaia 53, 5.
    Con le mie Piaghe e il mio Cuore divino, voi potete ottenere tutto – N. S. G. C. a Sr. Maria Marta Chambon.».

    https://www.radiospada.org/2012/06/d...tive-promesse/
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    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Martedì Santo
    Dom Guéranger, L'anno liturgico - Martedì Santo
    «MARTEDÌ SANTO
    Il fico maledetto.

    Anche oggi vediamo Gesù dirigersi, di mattino, a Gerusalemme, volendo recarsi al Tempio a confermare i suoi ultimi insegnamenti. Ma è chiaro che la fine della sua missione sta per sopraggiungere; difatti, egli stesso oggi dice ai suoi discepoli: "Voi sapete che fra due giorni è Pasqua, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso" (Mt 26,2).
    Sulla strada da Betania a Gerusalemme, i discepoli che vanno in compagnia del loro Maestro rimangono colpiti da stupore nel vedere il fico che Gesù aveva maledetto il giorno innanzi seccato e inaridito dalle radici. Allora Pietro, rivolgendosi a Gesù: "Maestro, gli disse, guarda il fico che hai maledetto come s'è seccato!". Gesù approfitta dell'occasione per ammonire tutti noi, che la natura fisica è subordinata all'elemento spirituale, quando questo si mantiene unito a Dio mediante la fede; e dice: "Abbiate fede in Dio. In verità vi dico, che se uno dirà a questo monte: levati e gettati in mare, e non esiterà nel suo cuore, ma crederà che avvenga quanto ha detto, gli avverrà. Perciò vi dico: qualunque cosa chiederete con la preghiera, abbiate fede d'ottenerla e l'otterrete" (Mc 11,20-24).
    Gesù al Tempio.
    Seguitando il cammino, presto entrano nella città; e, non appena Gesù arriva al Tempio, i prìncipi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani s'avvicinano a gli dicono: "Con quale autorità fai questo? E chi ti ha dato il potere di fare tali cose?" (ivi, 28). Nel santo Vangelo troviamo la risposta di Gesù, come anche i diversi insegnamenti che ci dà in tale occasione. Noi non faremo che indicare in genere in che modo il Redentore passò le ultime ore della sua vita mortale; la meditazione del Vangelo supplirà al resto che sorvoliamo.
    Come soleva fare nei giorni precedenti, Gesù, verso sera esce dalla città, oltrepassa il monte degli Olivi e si ritira in Betania, vicino a sua madre ed agli amici fedeli.
    Alla Messa, oggi la Chiesa legge il Passio secondo san Marco, poiché, in ordine di tempo, questo Vangelo fu scritto dopo quello di san Matteo, onde la ragione d'occupare questo Passio il secondo posto. Il suo Vangelo è più breve di quello di san Matteo, del quale molte volte sembra il riassunto; ma s'incontrano in esso dei dettagli che sono propri di questo Evangelista, e dimostrano le caratteristiche d'un testimone oculare. Difatti, sappiamo che san Marco era discepolo di san Pietro, e scrisse il suo Vangelo sotto l'ispirazione del Principe degli Apostoli.
    La Stazione è oggi, a Roma, nella chiesa di S. Prisca.
    LETTURA (Ger 11,18-20). - In quei giorni: Geremia disse: Tu, o Signore, me lo facesti conoscere, ed io lo compresi, allora mi facesti vedere le loro intenzioni. Come agnello mansueto portato al macello non avevo compreso che avevano cattivi disegni contro di me, dicendo: Diamogli del legno invece di pane, facciamolo sparire dalla terra dei viventi, ché non si rammenti più il suo nome! Ma tu, o Signore degli eserciti, che giudichi con giustizia, e scruti gli affetti e i cuori, fammi vedere la tua vendetta contro di essi; perché è a te che ho affidata la mia causa, Signore Dio mio.
    L'immolazione del Messia.
    Ancora una volta Geremia ci fa intendere la sua voce, riferendoci oggi proprio le parole dei suoi nemici che cospiravano di farlo morire. Tutto qui è misterioso e ci dà la sensazione che il Profeta è la figura di uno più grande di lui. "Diamogli del legno invece di pane", cioè: mettiamogli nel piatto un legno velenoso, per causargli la morte. Trattandosi del Profeta, è questo il senso letterale; ma quanto più veristicamente s'avverano tali parole nel nostro Redentore! La sua carne divina, egli ci dice, è il Pane vero disceso dal cielo; e questo Pane, questo corpo dell'Uomo Dio è pesto, lacero, sanguinante: i Giudei lo inchiodano sul legno, così che tutto vi aderisce, e nello stesso tempo il legno è tutto irrigato del suo sangue. Sul legno della croce è immolato l'Agnello di Dio; ed è per la sua immolazione che noi veniamo in possesso d'un sacrificio degno di Dio; di quel Sacrificio, per cui partecipiamo del pane celeste che è nello stesso tempo la carne dell'Agnello e la nostra vera Pasqua.
    PREGHIAMO
    La tua misericordia, o Dio, ci purifichi da ogni residuo dell'uomo vecchio, e ci renda capaci d'un santo rinnovamento.

    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 688-690.».


    Guéranger, L'anno liturgico - 27 marzo. San Giovanni Damasceno, Confessore e Dottore della Chiesa
    Guéranger, L'anno liturgico - 27 marzo. San Giovanni Damasceno, Confessore e Dottore della Chiesa
    «27 MARZO SAN GIOVANNI DAMASCENO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.

    Nella prima Domenica di Quaresima i Greci celebrano la festa dell'Ortodossia. La "nuova Roma", mostrando chiaramente di non aver nulla a che fare con l'indefettibilità dell'antica, aveva percorso tutto il cammino delle eresie concernenti il dogma del Dio fatto uomo; tanto che dopo aver rigettato prima la consustanzialità del Verbo, quindi l'unità di persona nell'Uomo-Dio ed infine l'integrità della sua duplice natura, sembrava che non fosse sfuggita nessun'altra negazione alla sagacità dei suoi imperatori e patriarchi. Tuttavia mancava il coronamento di tutti gli errori passati nel tesoro dottrinale di Bisanzio: restava ancora da proscrivere quaggiù le immagini di quel Cristo che sul suo celeste trono, non era più soggetto a mutilazione.
    L'eresia iconoclasta.
    L'eresia degli iconoclasti, cioè dei frantumatori delle immagini, segnava sul terreno della fede nel Figlio di Dio l'ultima involuzione degli errori orientali. Era dunque giusto che la festa destinata a ricordare la restaurazione delle sacre immagini si gloriasse del nome di festa dell'Ortodossia; celebrando infatti l'ultima sconfitta del dogmatismo bizantino, essa ricorda tutte le altre che ricevette nei Concili, dal primo di Nicea fino al secondo che porta lo stesso nome, il settimo ecumenico. Un'altra particolarità della detta celebrazione era che l'imperatore, stando ritto sul trono, davanti alla Croce ed alle Immagini sante, ripeteva in S. Sofia tutti gli anatemi formulati nei diversi tempi contro gli avversari della verità rivelata.
    La persecuzione.
    Del resto Satana, il nemico del Verbo, aveva mostrato all'evidenza che, dopo tutte le precedenti sconfitte, non gli rimaneva altro baluardo che la dottrina iconoclasta. Non c'è eresia che abbia moltipllcato per questo in Oriente tanti martiri e rovine. Per difenderla sembrarono rivivere Nerone e Diocleziano nei Cesari battezzati: Leone Isaurico, Costantino Copronimo, Leone l'Armeno, Michele e suo figlio Teofilo. Riapparvero così gli editti di persecuzione, una volta banditi a proteggere gl'idoli, per sfociare di nuovo nell'idolatria, di cui la Chiesa, essi dicevano, s'era imbrattata.
    Invano san Germano di Costantinopoli proclamò alto che i cristiani non adoravano le immagini, ma solo le veneravano con un culto relativo alla persona dei Santi ch'esse effigiavano. L'esilio del patriarca fu la risposta del cesare pontefice. La soldataglia che aveva l'incarico d'eseguire le volontà del principe si scagliò a saccheggiare le chiese e le case dei privati; d'ogni parte le statue venerate caddero sotto il martello dei demolitori; si coprirono di calce gli affreschi delle pareti; si lacerarono e ridussero in pezzi i paramenti sacri, i vasi dell'altare, per distruggere gli smalti istoriati e l'ornato delle immagini.
    Il martirio.
    Mentre nelle pubbliche piazze il rogo inceneriva quei capolavori, alla presenza delle popolazioni che ne avevano nutrita la pietà, anche l'audace artista che aveva tentato di continuare a riprodurre le sembianze di Nostro Signore, di Maria e dei Santi, era gettato nel fuoco e soffriva ogni genere di torture, insieme ai fedeli rei solamente di non aver potuto trattenere i loro sentimenti alla vista di quello scempio. Così in breve tempo, ahimè! nell'ovile desolato spadroneggiò il terrore, ed alcuni capi del gregge, curvando la testa sotto quell'uragano, si prestarono a lamentevoli compromessi.
    Fu allora che la nobile discendenza di san Basilio, monaci e vergini consacrate, insorsero compatti a tener testa ai tiranni: a prezzo dell'esilio, delle orride prigioni, e della morte causata dalla fame e dalle torture, dai flutti e dalla spada, essi poterono salvare le tradizioni dell'arte antica e la fede degli avi. La quale, in quell'ora della storia, si può dire personificata nel santo monaco e pittore che porta il nome di Lazzaro, che, tentato da lusinghe e minacce, quindi torturato e messo ai ferri, e finalmente, quale eroico recidivo, con le mani bruciate da lame incandescenti, non di meno continuò a esercitare la sua arte per amore dei Santi, per i suoi fratelli e per Dio, sopravvivendo agli stessi persecutori.
    Fu allora anche che si affermò definitivamente l'indipendenza temporale dei Romani Pontefici. Allorché Leone Isaurico minacciava di venire fino a Roma a fare in pezzi la statua di san Pietro, tutta l'Italia accorse a bloccare ai nuovi barbari le sue sponde e a difendere i tesori delle sue Basiliche e a sottrarre il Vicario dell'Uomo-Dio al residuo di patronaggio che Bisanzio ancora si attribuiva.
    Fu un'epoca gloriosa che, durata per ben centovent'anni, abbraccia la successione dei grandi Papi che va da san Gregorio II a san Pasquale I, e i due punti estremi sono illustrati in Oriente da due nomi: Teodoro Studita, che nella sua incrollabile fermezza prepara il trionfo finale; Giovanni Damasceno che, all'inizio, ne segnalò la burrasca.
    Sino ai tempi nostri si lamentava che un'epoca i cui ricordi riempivano i fasti della Liturgia greca, non fosse commemorata da nessuna festa nel calendario delle Chiese latine. La lacuna fu colmata sotto il pontificato di Leone XIII; così dal 1890, Giovanni Damasceno, il protetto di Maria, il monaco la cui eminente dottrina gli valse il nome di fiume d'oro, ricorda in Occidente l'eroica lotta in cui l'Oriente ebbe altissimi meriti presso la Chiesa e il mondo tutto.
    L'insegnamento della Chiesa.
    Concludiamo col riportare qui i punti più salienti delle definizioni con le quali la Chiesa, prima nell'VIII secolo e più tardi nel XVI, rivendicò le sante Immagini dalla proscrizione cui le aveva condannate l'inferno. "È cosa legittima, dichiara il secondo concilio di Nicea, porre nelle chiese a modo di affresco, o di tavola, sui paramenti e vasi sacri, come anche nelle case e per le strade, sia le immagini in dipinto, che in mosaico o d'altra materia conveniente, rappresentanti Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, la purissima Vergine e santa Madre di Dio, gli Angeli e tutti i Santi; così che si possano incensare e accendere lumi davanti a loro (2.o Concilio di Nicea, sess. 7). - Non certo, continuano i Padri di Trento contro i Protestanti, è da credere ch'esse abbiano una divinità o una virtù propria, o che si debba riporre fiducia proprio nell'immagine, come una volta i pagani nei loro idoli; ma, riferendosi al prototipo l'onore ad esse attribuito [1], è a Cristo stesso che, per esse, vanno le nostre adorazioni, ed ai Santi l'onore che noi attribuiamo alla loro effige" (Concilio di Trento, sess. 25).
    VITA. - San Giovanni nacque verso l'anno 676. Apparteneva ad una ricca famiglia di Damasco; a somiglianza di suo padre, esercitò un'importante carica presso la corte del califfo. Quindi abbandonò il mondo e si ritirò nel la solitudine di S. Saba. In alcune sue Lettere dommatiche rimaste celebri, egli divenne, contro l'imperatore iconoclasta Leone Isaurico, l'intrepido difensore del culto delle immagini. Sue cure principali furono: insegnare, scrivere e predicare. In lui rifulsero di vivo splendore le virtù dell'obbedienza e dell'umiltà; nutrì una filiale pietà verso la Madre di Dio ed un ardente zelo per la salute delle anime; amante intransigente della verità, non lo fu meno della concordia fraterna. Morì nel 749 e fu sepolto a S. Saba. Ben presto cominciò il suo culto; nel 7.o Concilio ecumenico fu additato come difensore instancabile della tradizione cattolica e dell'unità della Chiesa; finalmente, con un decreto del 19 agosto 1890, Papa Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa e ne fissò la festa il 27 marzo.
    L'arte e la preghiera.
    O difensore delle Immagini sante, concedi, come prega la Chiesa (Colletta del giorno), che imitiamo le virtù e siamo protetti da coloro ch'esse rappresentano. L'immagine ci fa venerare e pregare il nostro re Cristo ed i suoi Santi. Essa è un libro per coloro che non sanno leggere; anzi molti letterati traggono a volte più profitto da un rapido sguardo gettato su d'un eloquente quadro, che nella lettura prolungata d'una quantità di volumi. Nel suo lavoro, l'artista cristiano fa nel contempo un atto di religione e di apostolato, così che non è da stupirsi se in ogni epoca turbolenta l'odio infernale scatena sconvolgimenti atti a distruggere le loro opere. Con te, dunque, diremo, o san Giovanni Damasceno:
    "Va' via, Satana, con la tua invidia, tu che non puoi tollerare di farci contemplare l'immagine di Nostro Signore e di santificarci alla sua vista; tu che non vuoi farci considerare le sue salutari sofferenze, ammirare la sua condiscendenza, godere lo spettacolo dei suoi miracoli per trame occasione di meglio conoscere e lodare la potenza della sua divinità. Invidioso dei Santi e degli onori che hanno ottenuto da Dio, tu non puoi sopportare che abbiamo sotto gli occhi la loro gloria, per paura che quella vista non ci muova a imitarne il coraggio e la fede; non puoi sopportare l'aiuto che ci ripromettiamo ai corpi e alle anime nostre per la confidenza che in esse riponiamo. Ma noi, demonio geloso e nemico degli uomini, non ti seguiremo" (Delle Immagini, 3,3).
    Lode.
    Sii pertanto la nostra guida, tu che vieni salutato dalla sacra scienza come uno dei suoi primi luminari. Il più prezioso di tutti i beni è il conoscere, dicevi (Dialetica, 1). E l'unica tua ambizione fu sempre quella di portare le intelligenze al solo maestro immune da ogni falsità, a Cristo, forza e sapienza di Dio.
    Un giorno Maria, apparendo alla guida dei tuoi primi passi monastici, alla quale obbedivi come a Dio stesso, predisse il successo della vostra dottrina e delle vostre opere, dicendo: "Lascia scorrere la sorgente dalle dolci e limpide acque; nel suo corso percorrerà l'universo e disseterà le anime avide di scienza e di purezza; e nella sua potenza arginerà il mareggiar dell'eresia, trasformandola in una meravigliosa dolcezza". Continuando nel suo dire, la Regina delle celesti armonie aggiungeva che tu avevi ricevuto la profetica cetra e il salterio, per intonare nuovi inni al Signore Dio nostro, gareggianti con quelli dei Cherubini (Giovanni di Gesù, Vita di G. Damasceno, 31). Perché le Chiese cantassero la morte e la risurrezione di Cristo (ibid.), bisognava che avessero in te un maestro di coro. Dalle feste dell'esilio e dalla Pasqua del tempo, guidaci attraverso il Mar Rosso e il deserto all'eterna festa, ove tutte le immagini di questa terra svaniscono dinanzi alle celesti realtà, ove ogni scienza si eclissa nella chiara visione e dove regna Maria, tua diletta ispiratrice, tua e nostra Regina.
    [1] Tale formula, che contiene la vera teologia del culto delle immagini, è stata mutuata dal Concilio di Trento dal secondo di Nicea, che testualmente la trasse da san Giovanni Damasceno: De fide orthodoxa, 4,16.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 887-891.».




    Luca, Sursum Corda!
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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    11 aprile 2018: Mercoledì della seconda settimana dopo Pasqua San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa…








    «LE XI AVRIL. SAINT LÉON, PAPE ET DOCTEUR DE L'ÉGLISE.
    dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps Pascal, Paris-Poitiers, 1902, XIII ediz., t. II, p. 321-330.»


    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    «San Leone, papa e dottore, 11 aprile.»




    San Leone Magno - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-leone-magno/
    «11 aprile, San Leone I, Papa, Confessore e Dottore (390 ca – Roma, 10 novembre 461).

    “San Leone primo, Papa, detto Magno, Confessore e Dottore della Chiesa, il cui giorno natalizio si commemora il 10 novembre”.
    Guarda propizio, o Pastore eterno, al tuo gregge, e, per intercessione del beato Leone Sommo Pontefice, assisti con perpetua protezione quegli che stabilisti pastore di tutta la Chiesa.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...53-211x300.jpg









    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
    "A. M. «Il grande San Leone, Papa e Dottore della Chiesa, superò tutti i suoi contemporanei in prudenza ed in santità. Era conosciuto anche per la sua eloquenza che trionfò di Attila, re degli Unni, e di Genserico, re dei Vandali, risparmiando così dai saccheggi e dalle profanazioni il Centro della Cristianità. La sua principale cura fu di combattere l'eresia, in particolare il Nestorianesimo secondo cui ci sarebbero state due persone in Gesù Cristo, ed il suo opposto, il Monofisismo secondo cui la natura divina di Nostro Signore avrebbe assorbito la natura umana. Si impegnò a fondo per propagare il Vangelo per le sue predicazioni ed i suoi scritti, e per riformare il Clero. Si addormentò nel Signore nell’anno 451.
    Preghiamo insistentemente e con fiducia affinché il Cielo ci conceda un Papa che ristabilisca l'ordine e ci guidi in questa così difficile conquista del Paradiso.»."











    http://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
    "Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    11 aprile San Leone Magno, Pontefice, Confessore, Dottore della Chiesa, esempio immortale per l'umanità. Raffaello Sanzio, Incontro di San Leone Magno con Attila nei pressi del Mincio. Auguri a chi porta il nome di Leone e che Dio li benedica."






    «San Tommaso: come al re spetta fondare città o castelli e come scegliere la regione.
    In primo luogo dunque si deve esporre il compito del re a partire dalla fondazione della città o del regno. Infatti, come dice Vegezio, le nazioni più potenti ed i prìncipi famosi non poterono conseguire una gloria più grande del fondare nuove città o, per mezzo di qualche ampliamento, imporre il proprio nome a quelle fondate da altri. Ciò concorda con le parole della Sacra Scrittura. Dice infatti il Savio (Ecclesiastico, XL, 19) che «la fondazione di una città rende duraturo il nome». Infatti oggi si ignorerebbe il nome di Romolo, se non avesse fondato Roma. (...)
    Da San Tommaso d’Aquino, De regimine principum ad regem Cypri, Princìpi non negoziabili sulla società e sulla politica, Libro II, Capitolo I, Come al re spetta fondare città o castelli e come per questo deve scegliere luoghi temperati; e quali sono i vantaggi che da ciò provengono al regno, e, in caso contrario, quali svantaggi.»
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...a-regione.html
    https://www.sursumcorda.cloud/images...an-Tommaso.jpg





    «Perché una guerra sia giusta si richiedono tre cose. Primo, l'autorità del principe, per ordine del quale la guerra deve essere proclamata. Infatti una persona privata non ha il potere di fare la guerra: poiché essa può difendere il proprio diritto ricorrendo al giudizio del suo superiore. E anche perché non appartiene a una persona privata il raccogliere la moltitudine, cosa indispensabile nelle guerre. Siccome invece la cura della cosa pubblica è riservata ai principi, spetta ad essi difendere il bene pubblico della città, del regno o della provincia a cui presiedono. E come lo difendono lecitamente con la spada contro i perturbaturi interni quando puniscono i malfattori, secondo le parole dell'Apostolo [Rm 13, 4]: "Non invano l'autorità porta la spada: è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male", così spetta ad essi difendere lo Stato dai nemici esterni con la spada della guerra. Per cui ai principi viene anche detto nei Salmi [81, 4]: "Salvate il debole e l'indigente, liberatelo dalle mani dell'empio". Per cui S. Agostino [Contra Faustum 22, 75] scrive: "L'ordine naturale, adattato alla pace dei mortali, esige che risieda presso i principi l'autorità e la deliberazione di ricorrere alla guerra". Secondo, si richiede una causa giusta: cioè una colpa da parte di coloro contro cui si fa la guerra. Scrive perciò S. Agostino [Quaest. in Iosue 10]: "Si sogliono definire giuste le guerre che vendicano delle ingiustizie: cioè nel caso in cui si tratti di debellare un popolo o una città che hanno trascurato di punire i delitti dei loro sudditi, o di restituire ciò che era stato tolto ingiustamente". Terzo, si richiede che l'intenzione di chi combatte sia retta: cioè che si miri a promuovere il bene e a evitare il male. Per cui scrive ancora S. Agostino [De civ. Dei 19, 12]: "Presso i veri adoratori di Dio sono pacifiche anche le guerre, che vengono fatte non per cupidigia o per crudeltà, ma per amore della pace, ossia per reprimere i malvagi e soccorrere i buoni". Può infatti capitare che, pur essendo giusta la causa e legittima l'autorità di chi dichiara la guerra, tuttavia la guerra sia resa illecita da una cattiva intenzione. Dice perciò S. Agostino [Contra Faustum 22, 74]: "La brama di nuocere, la crudeltà nel vendicarsi, lo sdegno implacabile, la ferocia nel guerreggiare, la smania di sopraffare e altre cose del genere sono giustamente riprovate nella guerra". Dalla Somma Th., II, II, 40: La guerra.»











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    "Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di San Leone Magno, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici."

    «11 aprile 2018: San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa.
    Sommo Pontefice dal 29 settembre 440 al 10 novembre 461.

    Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno.»






    “L'11 aprile 1567 Pio V, Pontefice Massimo, con la bolla “Mirabilis Deus”, conferisce a San Tommaso d’Aquino il titolo di Dottore della Chiesa, confermandogli canonicamente l’appellativo di "Angelico", dovuto al fatto che il Santo «fu paragonato, a buon diritto, ai santi spiriti angelici non meno per l'innocenza che per l'ingegno».”






    “L'11 aprile 1903 moriva a Lucca Santa Gemma Galgani, vergine.”






    “Regina Prophetarum, ora pro nobis.”











    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...ril-saint-leon
    “11 avril : Saint Léon le Grand, Pape (398-461).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...saint_leon.jpg









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    18 luglio 2018: SAN CAMILLO DE LELLIS, confessore, fondatore dei Camilliani (Bucchianico, 25 maggio 1550 - Roma, 14 luglio 1614); diciottesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…
    Anniversario della canonizzazione di San Tommaso d'Aquino, avvenuta il 18 luglio 1323, da parte di Papa Giovanni XXII e della promulgazione della Costituzione dogmatica “Pastor Aeternus” sull’infallibilità papale, approvata il 18 luglio 1870 al Concilio Vaticano da Papa Pio IX...
    VIVA IL PASTORE ETERNO!!!




    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “San Camillo de Lellis, confessore, 18 luglio.”
    “Commemorazione di santa Sinforosa e dei suoi sette figli, martiri, lo stesso giorno.”



    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b1&oe=5BD5AF71





    “SAN CAMILLO DE LELLIS
    Confessore.
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Bucchianico, 25 maggio 1550.
    Morte: Roma, 14 luglio 1614.
    Beatificazione: 1742 da Papa Benedetto XIV.
    Canonizzazione: 1746 da Papa Benedetto XIV.
    Santuario principale: Chiesa della Maddalena, Roma.
    Attributi: croce rossa sulla tunica.
    Patrono di: Abruzzo, malati, ospedali, personale ospedaliero.
    SANTA MESSA

    Oggi la Chiesa festeggia un Santo la cui carità ebbe specialmente per oggetto Gesù nel prossimo (Communio). Nato a Bucchianico nel 1550, nel regno di Napoli dalla nobile famiglia de Lellis, san Camillo, dopo una vita dissoluta si convertì a Gesù Cristo nel 1275. Entrò nell'Ordine dei Cappuccini, ma una piaga in una gamba l'obbligò per due volte ad uscirne. Dio, infatti, lo destinava a fondare una nuova congregazione consacrata al servizio degli infermi. Infatti, nel 1582 fondava a Roma quella che sarà la Congregazione dei Chierici Regolari Ministri degli infermi. Ottenne dalla Santa Sede l'approvazione del suo Istituto. Ispirandosi all'esempio di Gesù, che è morto per noi (Epistola) e che ha detto non esservi maggior prova d'amore che dare la propria vita per gli altri (Introito, Vangelo), i religiosi si impegnano ad assistere gli ammalati, anche se affetti da peste. San Camillo, come il suo Istituto, ricevette da Dio la grazia tutta speciale di aiutare vittoriosamente le anime nella lotta suprema dell'agonia (Orazione, Segreta); perciò il nome di questo Santo venne inserito dalla Chiesa nelle Litanie degli agonizzanti, e Leone XIII lo proclamò patrono degli Ospedali. Il suo confessore, san Filippo Neri, lo preparò al sacerdozio, che ricevette nel 1583. Gravemente malato, nel 1607 lasciò la direzione dell'Ordine, ma continuò ad assistere i malati fino alla morte, avvenuta a Roma il 14 luglio 1614. Fu beatificato il 7 aprile 1742 da Benedetto XIV, che pure lo canonizzò il 29 giugno 1746. È Patrono degli ospedali, dei malati e degli infermieri.
    * Camillo nacque a Bucchianico, nella diocesi di Chieti, dalla nobile famiglia De Lellis e da madre sessantenne, la quale, mentre lo portava nel seno, vide in sogno di aver dato alla luce un bambino munito del segno della croce sul petto, che precedeva una schiera di bambini recanti lo stesso segno. Giovanetto seguì la carriera militare lasciandosi andare per qualche tempo ai vizi del mondo; ma a venticinque anni fu così illuminato dalla grazia e concepì tanto dolore d'aver offeso Dio, che, versate all'istante moltissime lacrime, risolvette fermamente di lavare incessantemente le sozzure della vita passata, e di diventare un uomo nuovo. Quindi lo stesso giorno che accadde ciò, festa della Purificazione della beatissima Vergine, corse dai frati Minori, detti Cappuccini, pregandoli istantissimamente di riceverlo fra loro. Due volte gli venne accordato quanto domandava; ma riapertasi di nuovo una orribile ulcera di cui aveva sofferto precedentemente alla gamba, si sottomise umilmente al disegno della divina provvidenza, che lo riservava a cose più grandi; e, vincendo se stesso, lasciò due volte l'abito di quest'ordine, che due volte aveva sollecitato e ricevuto.
    Partito per Roma, fu ricevuto nell'ospedale degli Incurabili; di cui poi a motivo della sua provata virtù, gli fu affidata l'amministrazione, che tenne colla massima integrità e sollecitudine veramente paterna. Stimandosi il servo di tutti i malati, si faceva un dovere di rifare loro i letti, far le pulizie, medicarne le ulceri, e di soccorrerli nell'ultima agonia con pie preghiere ed esortazioni; nei quali uffici diede illustri esempi di ammirabile pazienza, di invincibile fortezza e d'eroica carità. Ma avendo compreso come la conoscenza delle lettere l'avrebbe aiutato moltissimo nell'unico fine che aveva di soccorrere le anime degli agonizzanti, non si vergognò, a trentadue anni d'età di mescolarsi coi bambini per apprendere i primi elementi della grammatica. Ordinato in seguito sacerdote regolarmente, gettò, di concerto con alcuni compagni unitisi a lui, le fondamenta della congregazione dei Chierici regolari a servizio degl'infermi, nonostante gli sforzi contrari del nemico del genere umano. E Camillo, incoraggiato miracolosamente da voce celeste partita dall'immagine d'un Crocifisso che, con stupendo prodigio, gli stendeva le mani, staccate dal legno, ottenne dalla Sede apostolica l'approvazione del suo ordine, obbligando i religiosi con un quarto voto assai arduo, di assistere gli ammalati anche infetti di peste. Quanto questo istituto fosse accetto a Dio e proficuo alla salute delle anime lo provò l'attestazione di san Filippo Neri, confessore di Camillo, d'aver visto spesso degli Angeli suggerire le parole ai discepoli di questo, mentre soccorrevano i moribondi nell'agonia.
    Votatosi con legami sì stretti al servizio dei malati, stupisce con quale zelo vigilava ai loro bisogni di notte e di giorno, fino all'ultimo istante della vita, senza lasciarsi vincere da alcuna fatica, senza temere alcun pericolo della vita. Facendosi tutto a tutti, si prendeva gli uffici più bassi con cuore pronto e allegro, colla più umile condiscendenza, compiendoli per lo più in ginocchio, come se vedesse Cristo medesimo negl'infermi; e per trovarsi più pronto ai bisogni di tutti, rinunziò spontaneamente al governo generale dell'ordine e alle delizie celesti onde era inondato nella contemplazione. Il suo paterno amore per i disgraziati si mostrò massimamente allorché Roma fu provata prima con una malattia contagiosa, e poi con una carestia estrema, e allorché una terribile peste devastò Nola nella Campania. Finalmente arse di tale carità verso Dio e verso il prossimo, da meritare di essere chiamato un angelo, e da essere soccorso dagli Angeli in diversi pericoli nei suoi viaggi. Dotato del dono di profezia e delle guarigioni, scoprì anche i segreti dei cuori; e per le sue preghiere ora si moltiplicarono i viveri, ora l'acqua si cambiò in vino. Affranto dalle veglie, dai digiuni e dall'assiduo lavoro, sembrando ormai non più che pelle e ossa, dopo aver sopportato coraggiosamente cinque lunghe e moleste malattie, che egli chiamava le misericordie del Signore, munito, dei sacramenti, tra i soavissimi nomi di Gesù e Maria, a quelle parole: «Il volto di Cristo ti appaia dolce e giulivo» nell'ora predetta, si addormentò nel Signore, a Roma, il 14 Luglio nell'anno della salute 1614, sessantesimoquinto della sua età. Illustrato da più miracoli, Benedetto XIV l'iscrisse solennemente nell' albo dei Santi, e Leone XIII, dietro istanza dei vescovi del mondo e con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali e infermi ovunque esistenti, e ordinò l'invocazione del suo nome nelle litanie degli agonizzanti.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Trattato 83 su Giovanni.
    Che pensare, fratelli miei? C'è forse un comandamento solo di amarci l'un l'altro? E non ve n'è forse un altro, più grande, quello di amare Dio? O meglio Dio ci comanda solo d'amarci, senza curarsi di altro? Evidentemente l'Apostolo raccomanda tre cose, quando dice: «Ora poi resta la fede, la speranza e la carità, queste tre cose, la più grande però di queste è la carità» (1 Cor 13,13). E se la carità, cioè l'amore perché racchiude gli altri due precetti, si dice che è maggiore, non però si dice che è sola. Così riguardo alla fede quante cose ci sono comandate, e quante intorno alla speranza! Chi può raccoglierle tutte, chi è capace di enumerarle? Ma consideriamo ciò che dice lo stesso Apostolo: «La carità è l'adempimento della legge» (Rom 13,10).
    Ora che cosa può mancare dov'è la carità? E che cosa mai può giovare ove ella non è? Il demonio crede, ma non ama: chi non crede niente, non ama affatto. Così chi non ama, benché non gli sia tolta la speranza del perdono, pure lo spera invano; ma chi ama non può disperarsi. Pertanto dov'è l'amore, c'è di necessità anche la fede e la speranza; e dov'è l'amore del prossimo c'è pure e di necessità l'amore di Dio. Infatti, se uno non ama Dio, come potrà amare il prossimo come se stesso? E chi è che non ami neppure se stesso? È l'empio e l'iniquo; che chi ama l'iniquità, certo non ama, ma odia l'anima sua.
    Manteniamoci dunque fedeli a questo comandamento del Signore, di amarci gli uni gli altri, e osserveremo tutti gli altri suoi comandamenti, perché tutti gli altri comandamenti sono compresi in questo. Certo, questo amore si distingue da quell'amore con cui reciprocamente si amano gli uomini in quanto uomini; ed è per distinguerlo da esso che il Signore aggiunge: Come io ho amato voi. E perché ci ama Cristo, se non perché possiamo regnare con lui? A questo fine dunque noi dobbiamo amarci, in modo che il nostro amore si distingua da quello degli altri, che non si amano a questo fine perché neppure si amano. Coloro che invece si amano al fine di possedere Dio, si amano davvero: per amarsi, quindi, amano Dio. Questo amore non esiste in tutti gli uomini: sono pochi, anzi, quelli che si amano affinché Dio sia tutto in tutti (cf. 1 Cor 15, 28).”
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    “SANTA SINFOROSA E I SUOI SETTE FIGLI
    Martiri.
    Paramenti rossi.
    Morte: Tivoli, 138 circa.
    Attributi: sette figli; palma del martirio.
    Patrona di: Roccadaspide; Tossicia; San Chirico Raparo; Tivoli (compatrona).
    SANTA MESSA
    Si commemorano a Tivoli Santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, e i sette suoi figli, Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e, sotto il Papa Pio IV, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria.

    * Sinforosa di Tivoli, sposa del Martire Getulio ebbe da lui sette figli, Crescenzio, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio; i quali tutti furono arrestati con la loro madre sotto l'imperatore Adriano, perché professavano la fede cristiana. La loro pietà rimanendo invincibile in mezzo a numerosi e diversi tormenti, la madre, che era stata la maestra dei suoi figli nella fede, fu così anche loro di guida al martirio. Infatti attaccatale una pietra al collo, fu precipitata nel fiume: suo fratello Eugenio ne raccolse il corpo e lo seppellì. Il giorno dopo che fu il 18 di Luglio, i sette fratelli attaccati a dei pali furono uccisi in diverse maniere: Crescenzio venne sgozzato; Giuliano ebbe trafitto il petto; Nemesio ebbe perforato il cuore; Primitivo fu trapassato nell'ombelico; Giustino fatto a pezzi; Statteo trafitto con frecce; Eugenio fu squartato in due parti. Così furono immolate a Dio otto ostie accettissime. I loro corpi gettati in una fossa profonda sulla via Tiburtina a nove miglia da Roma, furono poi trasportati a Roma e deposti nella chiesa di sant'Angelo in Pescheria.
    * Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio. Sulla via Tiburtina, al IX milliario (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi Primitivo. L'imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il suo Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e a sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'imperatore rinnovò di sacrificare insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo fecero i suoi sette figli. L'imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata a sangue. Dalla tortura però l'imperatore non ci ricavò nulla, e spazientito da quella resistenza, diede ordine alle guardie di legare un grosso sasso al collo di Sinforosa, e di gettarla nel fiume Aniene, affinché annegasse. Poi venne la volta dei figli; furono presi da parte, e l'imperatore chiese a loro di sacrificare agli dei. Vista la resistenza dei ragazzi, ordinò che fossero condotti anch'essi al tempio di Ercole, dove con minacce e con lusinghe tentava condurli dalla sua parte; ma visto che non ci riusciva, né con le buone né con le cattive, l'imperatore ordinò che tutti e sette fossero posti alla tortura, ed infine fossero trafitti con la spada, poi li fece gettare in una fossa comune e profonda del territorio tiburtino, che i pontefici chiamarono "ai sette assassinati". Dopo circa 2 anni, essendosi calmato il furore delle persecuzioni contro i cristiani, il fratello della martire Sinforosa, Eugenio "principalis curiae Tiburtinae", ne raccolse i corpi e li seppellì "in suburbana eiusdem civitatis". Il giorno 18 luglio il M.R. riporta quanto segue: "A Tivoli santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, con sette suoi figlioli, cioè Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La loro madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e sotto il Papa Pio quarto, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria". La passio ci dice ancora che il "Natalis vero sanctorum martyrum Christi beatae Symphorosae et septem filiorum ejus Crescentis, Juliani, Nemesii, Primitivi, Justini, Stattei et Bugenii celebratur sub die XV Kalendas Augusti. Eorum corpora requiescunt in Via Tiburtina milliario ab Urbe nono…". Oggi noi consociamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli. Durante le lotte per le investiture tra papato e impero, l'imperatore Enrico V nel ricondurre Papa Pasquale II a Roma, si accampò nel "Campo qui Septem fratum dicitur", dove un tempo si vedevano dei ruderi di un'antica chiesa dedicata a Santa Sinforosa e sette figli, e dove i proprietari di questo terreno hanno eretto nel 1939, proprio sulla collinetta dinanzi al nuovo santuario, una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli martiri.
    Autore: Andrea Del Vescovo.
    P.S. La Commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di San Camillo de Lellis.”
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    San Camillo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-camillo/
    «18 luglio, San Camillo de Lellis, Confessore (Bucchianico, 25 maggio 1550 – Roma, 14 luglio 1614).

    “San Camillo de Lellis, Sacerdote e Confessore, Fondatore dei Chierici Regolari ministri degli infermi, celeste Patrono degli ospedali ed infermi, il cui giorno natalizio è ricordato il quattordici di questo mese”.
    O Glorioso San Camillo, protettore dei sofferenti, volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Zelantissimo San Camillo, pieno di carità hai aiutato pazientemente ogni sorta d’infermi, vivendo interi anni al loro servizio negli ospedali. Li stringevi al tuo petto con tenerissimo amore e li aiutavi a sopportare le sofferenze delle malattie più penose e ributtanti. Infiamma anche noi di quella carità, che è il vero distintivo dei seguaci di Cristo. Quando poi saremo ammalati, vieni accanto al letto dei nostri dolori ad implorarci il dono della rassegnazione alla volontà di Dio, e quelle grazie spirituali e corporali che saranno più utili al bene delle nostre anime. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ds/camillo.jpg







    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Emiliàno Martire, il quale al tempo di Giuliàno l’Apóstata, sotto il Preside Capitolino, gettato in una fornace, ricevette la palma del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Emiliàno possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    “18 luglio, San Camillo de Lellis.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0b&oe=5BD2CFA2

    “Signore mio Gesù Figliuolo di Dio vivo. Concedimi la grazia di aspirare a Te con tutta l’estenzione del mio cuore e dei miei desideri e con animo sitibondo del Tuo amore, fa ch’io respiri in Te solo, o dolcissimo e soavissimo mio Signore, e che tutte le potenze del mio spirito, tutti gli affetti miei sospirino appresso di Te solo, che sei la vera felicità! Imprimi misericordiosissimo mio Signore, col Tuo Preziosissimo Sangue, la forma delle Tue Sacratissime piaghe sul mio cuore, affinché in esse io legga il dolore e l’amor Tuo egualmente. E fa che la rimembranza delle Tue ferite, restandovi eternamente scolpita, ecciti in me il dolore e la compassione verso di Te, e vi riaccenda il fuoco del Tuo amore. Degnati parimenti di concedermi che ogni creatura mi sia vile, e che Tu solo abiti soavemente nel cuor mio.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...74&oe=5BE8758A











    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...ille-de-lellis
    "18 Juillet : Saint Camille de Lellis, Fondateur d'Ordre (1549-1614)"
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...lle_lellis.jpg





    "18 juillet 1009 : décès du Pape Jean XVII."
    "18 juillet 1100 : décès de Godefroy de Bouillon, premier roi chrétien de Jérusalem."
    "18 juillet 1216 : élection du pape Honorius III."
    "18 juillet 1323 : canonisation de saint Thomas d'Aquin par le Pape Jean XXII."
    "18 juillet 1809 : Napoléon écrit à Fouché :"Je suis fâché qu'on ait arrêté le Pape ; c'est une grande folie... Mais enfin, il n'y a point de remède ; ce qui est fait est fait."."

    "18 juillet 1870 : le Concile de Vatican I définit le dogme de l'infaillibilité pontificale.

    Le 1er concile œcuménique du Vatican se tient du 8 décembre 1869 au 20 octobre 1870. Convoqué par Pie IX, il condamne le modernisme et définit l'infaillibilité pontificale ; il est interrompu, quand les troupes italiennes envahissent Rome.
    Suspendu sine die, il n'est jamais re-convoqué. Le 18 juillet 1870, Pie IX peut malgré tout définir que le double dogme de la primauté universelle de droit divin et l'infaillibilité pontificale étaient des vérités de foi divinement révélées."

    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...herine-laboure
    "18 juillet 1830 : apparitions de Notre Dame à Sainte Catherine Labouré en la chapelle Notre-Dame-de-la-Médaille-miraculeuse de la rue du Bac. De juillet à décembre 1830, sœur Catherine, jeune "novice" des Filles de la Charité, reçoit l'immense faveur de s'entretenir trois fois avec la Vierge Marie.
    Catherine Labouré raconte que ce jour en la Saint-Vincent, elle est réveillée par un petit enfant qui lui dit :
    « Ma sœur, tout le monde dort bien ; venez à la chapelle ; la Sainte Vierge vous attend. »
    Croyant rêver, Catherine se lève, s'habille et suit l'enfant « portant des rayons de clarté partout où il passait ». Arrivée à la chapelle, Catherine entend bientôt « comme le froufrou d'une robe de soie ». La Sainte Vierge est là, resplendissante, et lui parle pendant deux heures, lui confiant que Dieu a une difficile mission pour elle.
    « Venez au pied de cet autel. Là, les grâces seront répandues sur toutes les personnes qui les demanderont avec confiance et ferveur.»”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._catherine.jpg









    18 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../18-luglio.htm
    "LA REGINA DEL PREZ.MO SANGUE
    18° GIORNO
    MEDITAZIONE

    La Madonna è il dono più bello che Dio ci ha fatto, dopo l'Eucarestia. Ella non solo è la Madre di Dio, il capolavoro della Redenzione, la Piena di Grazia, la Benedetta fra le donne, ma è anche la nostra Madre dolcissima! Il mondo cristiano esulta al suo nome e si rifugia all'ombra del suo manto. Orbene tutta la grandezza di Maria scaturisce dal Prezioso Sangue: la Carne di Cristo è carne di Maria, il Sangue di Cristo è sangue di Maria: perciò noi la invochiamo col bel titolo di Regina del Preziosissimo Sangue! Per singolare privilegio in Lei non fu cancellata la colpa, come in ogni altra creatura, ma dovendo essere la fonte purissima dalla quale doveva zampillare il Sangue di Gesù, proprio in previsione dei meriti del Prez.mo Sangue, fu concepita senza peccato originale. Esultiamo per aver ricevuto da Dio una Madre così eccelsa e così dolce e guardiamola ai piedi della croce, dove offre all'Eterno Padre il Sangue del suo caro Figlio per il nostro riscatto. La sua anima è trafitta dalla spada del dolore e le sue lacrime sono le più amare che una madre abbia mai versato sulla terra. Guardiamo con quanto amore accoglie tutta l'umanità che Gesù le affida nella persona dell'apostolo S. Giovanni! Guardiamo come su lei cade quel Sangue affinché lo riversi su di noi poveri peccatori! Consideriamo come Dio l'ha costituita canale di grazia, dispensiera dei suoi tesori, nostra potente avvocata presso il trono dell'Agnello! O Maria, Regina del Prez.mo Sangue, fa' che anche l'anima mia rosseggi del Sangue divino del tuo Figliuolo, difendimi dagli assalti del demonio, specialmente in punto di morte, ottienimi la contrizione dei peccati e la perseveranza finale.
    ESEMPIO
    Una delle devozioni più care a S. Gaspare del Bufalo fu quella alla Regina del Prez.mo Sangue. Fece dipingere un quadro della Madonna con il Bambino Gesù sulle ginocchia, che stringe in mano il calice del suo Sangue. E la Vergine dimostrò, con molti prodigi, quanto le fosse cara una tale devozione. Molte volte, durante le prediche, il Santo fermava la pioggia benedicendo il cielo con quella prodigiosa immagine. Ad un gruppo di devoti, venuti da lontano ad ascoltarlo e che non potevano far ritorno perché si era scatenato un furioso temporale, consegnò quel quadro ed essi, pur camminando sotto la pioggia, giunsero perfettamente asciutti alle loro case. Davanti a quell'effige con la recita di tre Ave Maria, guarì istantaneamente un contadino che si era ferito gravemente ad un dito. Presso Albano Laziale, invocando il Nome della Vergine, salvò da sicura morte un confratello missionario che era precipitato con la carrozza dall'alto di un ponte. Moltissime volte, mentre predicava, fu vista una luce misteriosa scendere dal Cielo e inondare sia l'Immagine della Madonna, sia il volto del Santo. Imitiamo S. Gaspare in questa devozione tanto efficace, uniamo l'amore alla Vergine con quello al Prez.mo Sangue e saremo certamente ricolmi di celesti favori. Ma, in modo particolare, evitiamo il peccato, che rinnova le trafitture al Cuore adorabile della nostra Madre celeste.
    Fioretto. - Celebrerò con devozione le Feste della Madonna e in modo particolare quella della Vergine Addolorata.
    Giaculatoria. -"

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    “18 luglio 2018: San Camillo de Lellis, confessore e patrono degli infermieri, fondatore dei Camilliani.”
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    “18 luglio 2018: Santa Sinforosa e sette figli martiri.

    Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio. Sulla via Tiburtina, al IX milliario (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi Primitivo. L'imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il suo Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e a sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'imperatore rinnovò di sacrificare insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo fecero i suoi sette figli. L'imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata a sangue. Dalla tortura però l'imperatore non ci ricavò nulla, e spazientito da quella resistenza, diede ordine alle guardie di legare un grosso sasso al collo di Sinforosa, e di gettarla nel fiume Aniene, affinché annegasse. Poi venne la volta dei figli; furono presi da parte, e l'imperatore chiese a loro di sacrificare agli dei. Vista la resistenza dei ragazzi, ordinò che fossero condotti anch'essi al tempio di Ercole, dove con minacce e con lusinghe tentava condurli dalla sua parte; ma visto che non ci riusciva, ne con le buone e ne con le cattive, l'imperatore ordinò che tutti e sette fossero posti alla tortura, ed infine fossero trafitti con la spada, poi li fece gettare in una fossa comune e profonda del territorio tiburtino, che i pontefici chiamarono "ai sette assassinati". Dopo circa 2 anni, essendosi calmato il furore delle persecuzioni contro i cristiani, il fratello della martire Sinforosa, Eugenio "principalis curiae Tiburtinae", ne raccolse i corpi e li seppellì "in suburbana eiusdem civitatis". Il giorno 18 luglio il M.R. riporta quanto segue: "A Tivoli santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, con sette suoi figlioli, cioè Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La loro madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e sotto il Papa Pio quarto, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria". La passio ci dice ancora che il "Natalis vero sanctorum martyrum Christi beatae Symphorosae et septem filiorum ejus Crescentis, Juliani, Nemesii, Primitivi, Justini, Stattei et Bugenii celebratur sub die XV Kalendas Augusti. Eorum corpora requiescunt in Via Tiburtina milliario ab Urbe nono…". Oggi noi consociamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli. Durante le lotte per le investiture tra papato e impero, l'imperatore Enrico V nel ricondurre Papa Pasquale II a Roma, si accampò nel "Campo qui Septem fratum dicitur", dove un tempo si vedevano dei ruderi di un'antica chiesa dedicata a Santa Sinforosa e sette figli, e dove i proprietari di questo terreno hanno eretto nel 1939, proprio sulla collinetta dinanzi al nuovo santuario, una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli martiri. [ Autore: Andrea Del Vescovo ].”
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    “Il 18 luglio 1100 muore a Gerusalemme Goffredo di Buglione, Liberatore e Difensore del santo Sepolcro di nostro Signore Gesù Cristo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4e&oe=5BDE1098





    “Il 18 luglio 1323 veniva canonizzato Tommaso d'Aquino. Papa Giovanni XXII così lo celebrava: «Egli illuminò la Chiesa di Dio più di qualunque altro Dottore; e ricava maggior profitto chi studia per un anno solo nei libri di lui, che chi segua per tutto il corso della sua vita gl’insegnamenti degli altri».”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...bc&oe=5BD39C54








    https://forum.termometropolitico.it/...cattolico.html
    https://forum.termometropolitico.it/...l#post16908012
    https://forum.termometropolitico.it/...-d-aquino.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-d-aquino.html

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post16449591
    https://forum.termometropolitico.it/...ontificia.html




    Alcune mie considerazioni sul Papato nell'anniversario della «Pastor aeternus»…


    https://w2.vatican.va/content/pius-i...ulii-1870.html
    “COSTITUZIONE DOGMATICA
    PASTOR AETERNUS*
    DEL SOMMO PONTEFICE
    PIO IX.”



    PIO IX ha ribadito dogmaticamente una verità sempre creduta dai cattolici in ogni tempo e luogo, poichè dottrina evangelica...
    Gesù Cristo in persona non poteva essere più esplicito riguardo all’infallibilità del Papa nell’insegnare la vera fede!
    Gesù Cristo aveva promesso il Primato all’apostolo Simone prima della sua morte e lui per temporanea paura, viltà, debolezza, fallibilità e peccabilità umana – neanche dottrinale, tra l’altro - lo rinnega per tre volte; ma dopo la sua resurrezione, in seguito al pentimento con conseguente triplice atto di amore di lui, conferisce definitivamente a Pietro il carisma dell’infallibilità papale!
    Perciò è semplicemente impossibile - è un dogma di fede cattolica al quale si deve credere necessariamente, e del resto per arrivarci basta usare la logica - che insegnamenti erronei ed eretici in documenti di magistero (sia ordinario che straordinario) provengano da un vero e legittimo Sommo Pontefice romano, Vicario di Cristo e successore di San Pietro!
    Segnalo e consiglio alcuni libri ed articoli che in maniera chiara e sintetica espongono molto bene l’autentica dottrina cattolica sul Papato:




    Monsignor Francesco Olgiati (Busto Arsizio, 1º gennaio 1886 – Milano, 21 maggio 1962)…

    "Il Papa è il Vicario di Cristo. (…) La Chiesa è l’edificio, Pietro ne è il fondamento ed è colui che ne ha le chiavi, ossia è il capo supremo. (…) Dopo la conversione, indefettibile è la fede di Pietro, che riceve l'ufficio di confermare gli altri nella fede e con ciò stesso l'ufficio di Superiore, di Maestro, di Capo.
    (…) Orbene, ragiona egregiamente Monsignor Bonomelli: secondo l'insegnamento stesso di Gesù, «la Chiesa è fondata su Pietro, ossia sul Pontefice, in modo che la salvezza di lei dipende dalla saldezza del Pontefice; se il Pontefice potesse farsi maestro di errore, non pietra di fondamento, ma pietra di inciampo e di rovina, ciò non si potrebbe dire. (…) Dunque la saldezza dei Vescovi nella fede deriva dalla fede del Pontefice: ora se il se il Pontefice potesse errare nella fede, come e in che cosa potrebbe confermare i Vescovi, la Chiesa universale?
    Sarebbe stata cosa ridicola in Gesù Cristo imporre a Pietro di confermare la Chiesa nella fede, s'egli stesso, Pietro, aveva bisogno d'essere confermato; cosa più ridicola ancora obbligare tutta la Chiesa a lasciarsi confermare nella fede da quel Pietro, che, potendo errare, la poteva confermare nell’errore. (…) Ora poniamo che il Pontefice possa condurre in errore l’ovile di Gesù Cristo, che ne avverrebbe? Ne avverrebbe che tutta la Chiesa sarebbe posta nell’alternativa assurda, o di disubbedire al Pontefice, contro la volontà espressa di Gesù Cristo; ovvero di seguire il Pontefice, anche nell’errore. Ciò è impossibile a concepirsi: dunque bisogna concedere che il Pontefice sia infallibile, perchè sia ragionevole da una parte il diritto del Pontefice d'imporre la cosa da credere, e dall’altra ragionevole l’assenso dei fedeli.» (…) L'amore, l'ossequio, l'obbedienza, la devozione filiale, l'entusiasmo verso il Papa è per noi credenti una stessa cosa con l'amore, l'ossequio, l'obbedienza verso Gesù Cristo. (…)”
    Francesco Olgiati, Il sillabario del Cristianesimo, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano 1943.
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...o-l-ovile.html


    «La promessa del Primato e dell’edificazione della Chiesa su Pietro riguardano il futuro, non erano un dono già conferito. Gesù disse: Io edificherò, io ti darò! Se avesse già conferito quei doni, giammai in Pietro avrebbe avuto luogo l’errore!»
    San Girolamo, Comment. in h. 1, ML, 26,120.


    «La promessa del Primato. È riferita da San Matteo (…) Mt. 16,13 ss. (…) La realizzazione della promessa.
    Gesù realizza la promessa del Primato solo dopo la sua resurrezione. (…)
    Il conferimento del Primato è riferito da San Giovanni. (…) Giov. 21,15 ss.»
    Bertetto Domenico, Il Papa, Torino 1957; ristampa Amicizia Cristiana, Chieti 2008, pp. 5 e 15-16.


    Edizioni Amicizia Cristiana - Domenico Bertetto: Il Papa
    http://www.edizioniamiciziacristiana.it/ilpapa.htm

    “«Gesù essendo andato dalle parti di Cesarea di Filippo interrogò i suoi discepoli dicendo: Chi dicono gli uomini che sia il Figliuolo dell’uomo? Ed essi risposero: Altri dicono che è Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o alcuno dei Profeti. E Gesù disse loro: E voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro e disse: Tu sei il Cristo il Figliuolo di Dio vivo. E Gesù di rimando gli disse: Beato sei tu, Simone figlio di Giovanni, perché non la carne e il sangue te l’ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. E a te darò le chiavi del Regno dei cieli e qualunque cosa avrai legata sopra la terra sarà legata anche nei cieli e qualunque cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche nei cieli.» (Mt., 16, 13 ss.)”
    http://www.edizioniamiciziacristiana.it/ilpapa.jpg





    http://www.archiviostorico.info/libr...e/3507-il-papa

    «Domenico Bertetto, Il Papa Edizioni Amicizia Cristiana, pagg.59, Euro 5,00
    In poco più di cinquanta pagine, Domenico Bertetto ricostruisce esaustivamente l'origine, il significato e la funzione della figura del Papa, "il Dolce Cristo in terra" per usare un'espressione di Santa Caterina da Siena.
    San Pietro, continuato in tutti i Suoi Successori, è "rispetto alla Chiesa quello che il fondamento è rispetto all'edificio". Egli è altresì "clavigero della Chiesa", cioè "rivestito del supremo potere sulla Chiesa, quale vicario di Cristo, a cui tale potere è proprio". È "padre e pastore, è vicario dell'amore di Gesù Cristo. Lo ricordino - sottolinea l'Autore - quanti rifuggono dal sottostare al primato di Pietro, perché lo temono. Pietro non è solo Capo supremo della Chiesa universale che governa, legifera, comanda, ma è Padre che si fa tutto a tutti, che tende le braccia paterne ai figli vicini e lontani".
    Il potere di governo conferito a Pietro è universale, "poiché si estende a tutta la Chiesa, essendo a Pietro affidati tutti gli agnelli (arnìa), tutte le pecorelle (probàtia) e tutte le pecore (pròbata), ossia tutto il gregge di Cristo. Tutti i fedeli, compresi gli Apostoli, sono sotto la cura e direzione di Pietro".
    Nostro Signore Gesù Cristo conferì a Pietro il primato "coll'esplicita intenzione che la forma monarchica di governo rimanesse permanente nella Chiesa e perciò che Pietro avesse successori fino alla fine del mondo". "Il primato quindi - spiega l'Autore - è ufficio personale di Pietro in quanto fu concesso a lui solo e non al Collegio apostolico; ma non è legato alle sorti mortali della persona di Pietro, dovendosi trasmettere ininterrottamente ad un'altra persona fisica".
    Se, anziché a una persona fisica, "i poteri del primato venissero trasmessi ad una persona morale, per esempio ad un collegio di Vescovi uguali tra di loro, il primato perirebbe, perché non avremmo più uno superiore a tutti. Perciò il successore di Pietro deve essere una persona fisica e non una persona collegiale".
    La breve vacanza della sede primaziale, che si verifica allorché deve essere eletto il nuovo successore, non infrange la perennità del primato. "Durante la sede vacante, infatti, rimane nella Chiesa il diritto e il dovere di eleggere il successore, in cui si devono continuare i diritti primaziali, i quali intanto non si disperdono nel Collegio dei Vescovi, ma rimangono sospesi, finché non sia designata la persona fisica, in cui per legge divina devono essere continuati".
    "Il primato - aggiunge Bertetto - è perenne. La Chiesa di Cristo in ogni tempo dev'essere monarchica. Eccoci ormai in possesso del luminoso e sicuro criterio per discernere, tra le varie Chiese che si professano cristiane, la vera Chiesa di Cristo. Tra le varie Chiese cristiane solo la Chiesa cattolica romana conserva la forma monarchica. Perciò la vera Chiesa di Gesù Cristo o non è più sulla terra, il che è in contraddizione colla promessa di Cristo, o è unicamente la Chiesa cattolica romana".
    Scriveva S. S. Pio XII nell'Enciclica Mystici Corporis Christi: "Si trovano [...] in un pericoloso errore quelli che ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, pur non aderendo fedelmente al Suo Vicario in terra. Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell'unità, essi oscurano e deformano talmente il Corpo mistico del Redentore, da non potersi più né vedere né rinvenire il porto della salvezza eterna".
    Quanto all'infallibilità del Papa, Bertetto ne offre questa semplice definizione: "quando parla ex cathedra, ossia quando compie l'ufficio di pastore e dottore supremo, in ordine a tutta la Chiesa, nelle questioni riferentisi alla fede ed ai costumi, egli, per la speciale assistenza dello Spirito Santo, non può sbagliare, perché non può compromettere gli interessi spirituali ed eterni dei fedeli che gli sono affidati".
    A tal proposito, lo scrittore (non cattolico) W. H. Mallock spiega: "Ogni religione soprannaturale che rinuncia all'infallibilità, finisce di professare una religione per modo di dire. Diventa una cosa ibrida, parte naturale e parte soprannaturale e praticamente del tutto naturale... Se ciò che sarebbe soprannaturale incomincia ad essere difficile a discernersi, e poi difficile a capirsi, e poi può significare tante cose, e poi queste cose possono essere contraddittorie, è come se non ci fosse rivelazione. Per avere sul serio una rivelazione infallibile, una rivelazione per tutti noi, abbiamo bisogno di un'autorità che interpreti il Testamento, un'autorità che abbia tanta autorità quanto il testamento stesso".
    Pubblicato nel 1957 con l'imprimatur del Can. Luigi Coccolo, il pregevole volume di Domenico Bertetto viene ora riproposto dalle Edizioni Amicizia Cristiana nella collana Mater et Magistra.»
    http://www.archiviostorico.info/imag...tto_ilpapa.jpg



    “18 luglio 1870: Pastor aeternus, crocevia della storia”
    [Qui Radio Spada] Pastor Aeternus, crocevia della storia | Radio Spada
    https://www.radiospada.org/2013/08/q...-della-storia/
    https://www.radiospada.org/2017/07/n...8-luglio-1870/
    «Il 18 luglio 1870 il Concilio Vaticano, riunito a conclusione della sua quarta sessione plenaria, promulgava la Costituzione “Pastor Aeternus”, approvata da Papa Pio IX, che definiva in maniera solenne molte verità già comunemente e universalmente credute e tenute nella Chiesa cattolica, elevandole a rango di Verità di fede definita. Tra queste annoveriamo il Primato del Papa su tutta la Chiesa e l’infallibilità del suo Magistero.»
    https://www.radiospada.org/2013/07/u...stor-aeternus/
    «Da “Il Triregno. Autorità, Infallibilità, Santità papale” di Padre Angelico Arrighini (S.E.I., Torino, 1929).»


    INFALLIBILITA? DELLA CHIESA (una raccolta di studi) « www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    INFALLIBILITA' DELLA CHIESA (una raccolta di studi) | www.agerecontra.it
    "Segnalazione di Pietro Ferrari"
    https://www.agerecontra.it/tag/papato/


    "La vera e la falsa tradizione in occasione della festa di San Pio X, anno 2016 « www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    La vera e la falsa tradizione in occasione della festa di San Pio X, anno 2016 | www.agerecontra.it
    Scritto e segnalato da Carlo Maria di Pietro"


    https://www.sursumcorda.cloud/tags/papato.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/primato.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/s...di-pietro.html
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...ima-parte.html
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...nda-parte.html


    "Opportune importune - Sodalitium"
    Opportune importune - Sodalitium
    "Sodalitium - Sodalitium"
    Sodalitium - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/46.pdf
    “Brevi risposte ad alcuni articoli della Fraternità contro la “Tesi di Cassiciacum”. (…)
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/51.pdf
    “Sodalitium N. 51 – luglio 2001 - INFALLIBILITÀ DEL PAPA Mons Robert Fidelis McKenna o.p. ”
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
    "N. 56 – settembre 2003 - Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo"


    https://novusordowatch.org/tag/papacy/
    https://novusordowatch.org/2013/10/c...ness-of-truth/
    https://novusordowatch.org/2017/12/c...ent-challenge/
    https://novusordowatch.org/2018/07/r...nt-resistance/
    “(…) The true Catholic doctrine of the Papacy is a most beautiful thing. All Catholics must adhere to it because it is infallible dogma. It is for this reason — because we keep the true Faith whole and entire (cf. 2 Cor 5:7) — that we sedevacantists can, nay must, reject the papal claimants after Pius XII as impostors: While it is possible that a man should claim to be Pope who isn’t, it is not possible that the Papacy should fail. (…) Catholics choose the Papacy.”


    https://moimunanblog.com/2014/02/18/...ad-pontificia/
    https://moimunanblog.com/2018/07/17/...ad-del-papa-2/
    https://moimunanblog.files.wordpress...san-camilo.gif






    https://www.ibs.it/mpimg/5000000232470_0_0_0_768_75.jpg





    Don Francesco Croce: Le glorie del Papato, Due volumi, R. Guasti, Prato 1880.



    https://forum.termometropolitico.it/...to-romano.html
    http://santiebeati.it/immagini/Origi...50/20350AM.JPG








    VIVA IL PAPATO ROMANO ED IL PRIMATO PETRINO!!!
    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  8. #8
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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    7 MARZO 2019: MARTIRIO DELLE SANTE PERPETUA E FELICITA (FESTA IL GIORNO PRECEDENTE, 6 MARZO); SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA…



    «6 MARZO SANTA PERPETUA E FELICITA, MARTIRI»
    Guéranger, L'anno liturgico - 6 marzo. Santa Perpetua e Felicita, Martiri
    Guéranger, L'anno liturgico - 6 marzo. Santa Perpetua e Felicita, Martiri


    «7 MARZO SAN TOMMASO D'AQUINO, DOTTORE DELLA CHIESA»
    Guéranger, L'anno liturgico - 7 marzo. San Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa



    «Mercoledì delle Ceneri
    Guéranger, L'anno liturgico - Mercoledì delle Ceneri
    Giovedì dopo le Ceneri
    Guéranger, L'anno liturgico - Giovedì dopo le Ceneri
    Venerdì dopo le Ceneri
    Guéranger, L'anno liturgico - Venerdì dopo le Ceneri
    Sabato dopo le Ceneri
    Guéranger, L'anno liturgico - Sabato dopo le Ceneri
    TEMPO DI QUARESIMA
    Capitolo I - Storia della Quaresima
    Guéranger, L'anno liturgico - Storia della Quaresima
    Capitolo II - Mistica della Quaresima
    Guéranger, L'anno liturgico - Mistica della Quaresima
    Capitolo III - Pratica della Quaresima
    Guéranger, L'anno liturgico - Pratica della Quaresima »





    «Della Quaresima - Sodalitium
    Della Quaresima - Sodalitium
    Della Quaresima - Sodalitium
    Catechismo Maggiore di San Pio X – Della Quaresima»


    Della Quaresima - Sodalitium
    Disciplina del digiuno e dell'astinenza - Sodalitium
    Disciplina del digiuno e dell'astinenza - Sodalitium
    La Quaresima - Centro Studi Giuseppe Federici
    La Quaresima - Centro Studi Giuseppe Federici




    https://www.agerecontra.it/2019/03/della-quaresima/
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    https://www.agerecontra.it/2019/03/la-quaresima/
    «Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    La Quaresima

    “L’osservanza della Quaresima è il vincolo della nostra milizia; con quella ci distinguiamo dai nemici della Croce di Gesù Cristo; con quella allontaniamo i flagelli dell’ira divina; con quella, protetti dal soccorso celeste durante il giorno, ci fortifichiamo contro i prìncipi delle tenebre. Se ci abbandoniamo a tale rilassamento, è tutto a detrimento della gloria di Dio, a disonore della religione cattolica, a pericolo per le anime cristiane; né si deve dubitare che tale negligenza non possa divenire sorgente di sventure per i popoli, di rovine nei pubblici affari e di disgrazie nelle cose private”
    (Costituzione Non ambigimus di Benedetto XIV, 30 maggio 1741).
    Catechismo Maggiore di San Pio X – Della Quaresima
    Della Quaresima - Sodalitium
    Il digiuno e l’astinenza
    Disciplina del digiuno e dell'astinenza - Sodalitium
    fonte – La Quaresima - Centro Studi Giuseppe Federici »
    https://www.agerecontra.it/wp-conten...ma-300x300.jpg





    http://www.sodalitium.biz/9169-2/
    «7 marzo, San Tommaso d’Aquino, Confessore e Dottore della Chiesa (Roccasecca, 1225 – Fossanova, 7 marzo 1274), gloria dell’Ordine domenicano e della teologia cattolica, definito “Doctor Angelicus”.

    “Nel Monastero di Fossanóva, presso Terracina, nella Campania, san Tommaso d’Aquino, Confessore e Dottore della Chiesa, dell’Ordine dei Predicatori, assai illustre per la nobiltà del sangue, per la santità della vita e per la scienza della Teologia, dal Papa Leone decimoterzo dichiarato celeste Patrono di tutte le Scuole cattoliche”.
    O Signore, che rendeste sommamente distinto il vostro servo San Tommaso, per l’amore delicato alla santa purezza, per la scienza sublime delle cose divine, così da risplendere nella vostra Chiesa come Angelo e Maestro; noi vi preghiamo, che sull’esempio di lui, che non volle altro premio che la vostra gloria, noi pure, rimuovendo ogni vano ed orgoglioso desiderio, alla vostra gloria abbiamo ad indirizzare i nostri studi e nel solo e purissimo vostro amore trovare compenso e consolazione. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...aquino-2-1.jpg








    In ricordo ed onore di Don Paolo De Töth (Udine, 7 marzo 1881 - Maiano, 25/12/1965) nell'anniversario della sua nascita e nel centenario della fondazione della sua importante rivista anti-modernista e cattolico-integrale "Fede e Ragione”:


    Chi siamo ? Centro Studi Paolo De Töth
    Biografia di don Paolo De Töth ? Centro Studi Paolo De Töth
    «Biografia di don Paolo De Töth (Estratta dalla rivista Sodalitium n°61 del luglio 2007)»
    Scritti di don De Töth ? Centro Studi Paolo De Töth
    https://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/61.pdf


    I campioni della fede: don Paolo De Töth - Centro Studi Giuseppe Federici
    «Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 20/19 del 7 marzo 2019, San Tommaso d’Aquino
    I campioni della fede: don Paolo De Töth
    Nel giorno di san Tommaso d’Aquino del 1881 nacque a Udine don Paolo De Töth (morì a Maiano, frazione di Fiesole, il 25/12/1965), uno dei principali esponenti del cattolicesimo integrale, fondatore e direttore della rivista antimodernista “Fede e Ragione”. Nel centenario della fondazione della rivista, è nato il Centro Studi “don Paolo De Töth”, che abbiamo il piacere di presentare attraverso il sito del sodalizio.

    Chi siamo
    Analogicamente ad iniziative simili (il C.S. Giuseppe Federici a Rimini, il C. S. Davide Albertario a MiIano ed il C. S. Giacomo Margotti a Torino), ed in collaborazione con l’Istituto “Mater Boni Consilii”, il Centro Studi “don Paolo De Töth” nasce ispirandosi, già dal nome, a questo sacerdote autenticamente ed integralmente cattolico: sicuramente uno dei principali esponenti dei cosiddetti “Cattolici Integrali” che per tutta la vita combatté il Modernismo, smascherandolo e attaccandolo in ogni sua implicazione nei vari ambiti della vita religiosa e civile, consapevole che detta eresia (o meglio, ‘coacervo di tutte le eresie’ secondo la celebre definizione che dette san Pio X del Modernismo nell’Enc. Pascendi), non poteva essere sottovalutata o considerata addirittura superata, come purtroppo la ritenne una stragrande maggioranza fra i cattolici del tempo, lasciando così che sopravvivesse e si diffondesse ovunque.
    Dopo ormai un secolo dall’inizio di quella tremenda battaglia, che don De Töth affrontò valorosamente dalle colonne della Rivista Fede e Ragione da lui fondata e diretta (di cui il primo numero porta la data del Dicembre 1919), vogliamo rileggere dalle parole stesse di don Paolo le indicazioni, i progetti e i tanti insegnamenti che siamo convinti aiuteranno ancora oggi tanti cattolici, che tali vogliono rimanere, ad essere conformi con la Fede senza rinunciare alla Ragione:
    “LA NOSTRA RIVISTA SORGE PER DIFENDERE LA INTEGRITÀ DELLA DOTTRINA CATTOLICA E CON LO SCOPO PRECISO CHE LA STESSA DOTTRINA TORNI AD ESSERE E SIA FATTA LA NORMA SUPREMA DI TUTTE LE MANIFESTAZIONI DEL PENSIERO E DELLA VITA DEI CATTOLICI”.
    “Fede e Ragione sorge non solamente per ricordare e riaffermare quello che, sui diversi punti accennati, insegna e impone il dottrinale cattolico, la dottrina della Chiesa, ma per essere ancora un centro di raccolta di quanti cattolici, preti e laici, intendono di unirsi a noi per opporre una azione franca e coraggiosa alla invadenza dei principi nefasti del liberalismo, del naturalismo del laicismo, che minacciano di travolgere ogni nostra attività”.
    “Noi siamo, in primo luogo, puramente ed integralmente cattolici in questo senso che noi riconosciamo il pieno diritto della dottrina, della disciplina e delle direttive della Chiesa non solo sull’individuo e nelle questioni strettamente religiose, ma sulla società ancora, ed al riguardo pure di qualunque quistione mista, o sia tale che anche indirettamente tocchi la Fede e la morale”.
    “Noi speriamo che il nostro appello troverà largo consenso e corrispondenza in mezzo ai nostri fratelli cattolici, che sentono, come noi, la gravezza dell’ora, che volge, e anelano a quella restaurazione cristiana che unica potrà dare alla società nostra la sua pace. All’opera dunque!”
    Questo Centro Studi si propone pertanto – particolarmente in Toscana dove don Paolo de Töth visse almeno dal marzo 1908, quando chiamato da San Pio X divenne direttore dell’Unità Cattolica, e fino al 25 dicembre 1965, quando morì nella sua parrocchia di Maiano – di mantenere viva la memoria della vita e del pensiero di don Paolo de Töth, di curare la pubblicazione di suoi scritti o di studi sulla sua persona e la sua opera, di organizzare convegni, conferenze o iniziative in sua memoria, di aver cura della sue spoglie mortali che riposano nel cimitero di Fiesole e di suffragarne l’anima con la preghiera ed il S. Sacrificio della Messa. Il nostro Centro Studi, insomma, vorrebbe idealmente ricevere il testimone di quella competizione intrapresa e sempre sostenuta da don De Töth ‘usque ad mortem’ per il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo e per la Chiesa Cattolica Romana da Lui fondata, e vivamente speriamo, invocando l’intercessione dell’Apostolo delle Genti, che anche noi al termine della corsa della nostra vita e dopo aver combattuto la buona battaglia, avremo conservato integralmente la FEDE, senza la quale è impossibile piacere a Dio.
    Il 7 marzo 2019, nell’anniversario della nascita di don Paolo de Töth, e nell’anno centenario della fondazione di “Fede e Ragione”.
    Sito del Centro Studi “don Paolo De Töth”: Centro Studi Paolo De Töth »
    http://www.centrostudifederici.org/w...C3%B6th-v3.png








    “I campioni della fede: don Paolo De Töth”
    https://www.agerecontra.it/2019/03/i...paolo-de-toth/
    https://www.agerecontra.it/wp-conten...-v3-300x53.png

    https://www.agerecontra.it/tag/centro-studi-federici/







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9f&oe=5D187C63






    «7 MARZO 2019: SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA»
    https://sardiniatridentina.blogspot....ore-e.html?m=1
    “SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    San Tommaso, nato in Roccasecca dai conti d’Aquino nel 1225, fanciullo fu offerto come oblato all’Abazzia di Montecassino. Nel 1244 entra, contro la volontà nella famiglia, nell’Ordine dei Predicatori. Insigne maestro di teologia, insegnò a Parigi, a Napoli e a Colonia, esponendo e difendendo la fede cattolica sfruttando anche il pensiero della filosofia classica. Per volontà di Urbano IV compose l'Ufficio della festa del Corpus Domini. Mentre si recava al Concilio Lugdunense II, morì tra i Cistercensi di Fossanova il 7 marzo 1274. Giovanni XXIII lo iscrisse fra i Santi nel 1323. San Pio V nel 1567 lo proclamò Dottore della Chiesa col titolo di Angelico. Leone XIII gli decretò il titolo di Dottore Comune (1879) e Pio XI quello di Dottore Eucaristico (1923).”

    https://4.bp.blogspot.com/-YkmyOVqUu...79978364_n.jpg





    “GIOVEDÌ DOPO LE CENERI
    Stazione a San Giorgio in Velabro.
    Semidoppio.
    Paramenti violacei.
    La Chiesa Romana vuole oggi insegnare ai fedeli che la prima e più importante pratica, soprattutto durante gli esercizi quaresimali, è la preghiera: essa è il mezzo ordinario per ottenere le grazie e per impetrare da Dio la protezione da ogni nemico visibile ed invisibile. In virtù della loro fiduciosa preghiera vengono esauditi il Re Ezechia e il centurione romano di Cafarnao.”

    “L'ANGOLO PATRISTICO
    Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Libro 2 sulla Concordanza dei Vangeli, c. 20 tomo 4.

    Vediamo se Matteo e Luca convengano intorno al racconto di questo servo del centurione. Perché Matteo dice: «Gli si presentò un centurione, e lo pregava, dicendo: Il mio servo giace in casa paralizzato» (Matth. 8.5). Al che sembra contraddire quanto riferisce Luca: «E sentito parlare di Gesù, mandò da lui gli anziani dei Giudei a pregarlo che andasse a guarire il suo servo. Questi dunque, andati a Gesù, lo pregavano istantemente dicendogli: Egli merita che tu gli faccia questo: perché ama la nostra nazione e ci ha fabbricato lui stesso la sinagoga. Gesù pertanto andò con loro: e, quando ormai non era lontano dalla casa, il centurione mandò degli amici a dirgli: Signore, non ti disturbare: io non son proprio degno che tu entri sotto il mio tetto» (Luc. 7.3-4).
    Ché se veramente la cosa andò così, come ammettere la verità del racconto di Matteo: «Gli si presentò un centurione», quando non gli si presentò lui, ma mandò degli amici, se non dopo attenta osservazione che ci farà comprendere Matteo non aver qui lasciato affatto di usare una maniera di parlare assai ordinaria? Perché non solo noi sogliamo dire che uno è andato da un altro anche prima d'esser giunto là dove si dice d'essere andato: onde così diciamo: È andato poco lontano, o molto lontano secondo la mèta che si vuol raggiungere: ma diciamo ancora spesso che si è andati da uno al quale si desidera d'arrivare, ancorché, chi ci è arrivato, non veda colui al quale è arrivato, dacché per mezzo d'un amico è arrivato presso quegli che ha interesse di vedere. Questa maniera di parlare è talmente passata in uso, che si dà volgarmente il nome di arrivisti a coloro che, coll'aiuto di raggiri ambiziosi, agiscono sull'animo di certi personaggi potenti per interposizione di quelli che hanno presso di essi più facile accesso.
    Il centurione essendo dunque andato dal Signore per mezzo di altri, Matteo, per abbreviare, ben poté usare questa forma di parlare che può essere compresa da tutti: «Gli si presentò un centurione». Tuttavia non è da considerare con leggerezza la profondità del senso mistico di questa locuzione del santo Evangelista, secondo che sta scritto nel Salmo: «Avvicinatevi a lui, e sarete illuminati» (Ps. 33:6). Perciò avendo Gesù fatto della fede del centurione, per la quale ci avviciniamo veramente a lui, questo magnifico elogio: «Neppure in Israele ho trovato tanta fede» (Matth. 8:10), l'Evangelista non senza motivo ha voluto dire ch'egli (il centurione) per questa virtù s'era avvicinato a Cristo più di coloro che aveva incaricati della sua richiesta.”







    https://forum.termometropolitico.it/...-felicita.html
    “Martirologio tradizionale (6 marzo): Le sante Perpetua e Felicita Martiri, che nel giorno seguente ricevettero dal Signore la gloriosa corona del martirio.

    (7 marzo): A Cartagine il natale delle sante Perpetua e Felicita Martiri: di esse, Felicita, essendo gravida (come racconta sant'Agostino) e aspettandosi, secondo le leggi, che partorisse, nei dolori del parto si lamentava, ma gettata alle fiere era lieta. Con esse patirono il martirio anche Satiro, Saturnino, Revocato e Secondolo, l'ultimo dei quali morì in carcere, e tutti gli altri furono maltrattati da varie fiere, ed infine uccisi a colpi di spada sotto il Principe Severo. Ma la festa delle sante Perpetua e Felicita si celebra nel giorno precedente.”
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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
    “ITE AD JOSEPH - San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria e Patrono della Chiesa Universale.”
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    “Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...a-eretico.html
    “Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
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    «7 MARZO 2019: SAN TOMMASO D'AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA»
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    “7 marzo 2019: GIOVEDÌ DOPO LE CENERI.”

    «Quaresima: i “misteri” numerici spiegati da Innocenzo III.
    https://www.radiospada.org/2019/03/q...innocenzo-iii/

    […] Il secondo digiuno, quello che si durante l’astinenza quaresimale, per tre motivazioni si celebra una volta l’anno per quaranta giorni: in virtù di tre esempi, in forza del divino precetto e a motivo del mistero che racchiude il numero.
    In virtù dell’esempio, digiuniamo quaranta giorni perché Cristo, Mosè ed Elia tanto digiunarono, prima della legge, sotto la legge, dopo la legge. Cioè all’inizio della legge, durante la legge, e alla fine della legge. Prima della legge digiunò Mosè, che per ricevere la legge salì sul monde e là rimase col Signore quaranta giorni, non mangiando pane, né bevendo acqua (Exod. XXXVI). Sotto la legge digiunò Elia, il quale sostentato da un solo pane camminò quaranta giorni per il deserto fino al monte di Dio, l’Oreb (III Reg. XIX). Dopo la legge digiunò Cristo, che subito dopo il battesimo fu portato dallo Spirito nel deserto e lì digiunò quaranta giorni e quaranta notti, dopo di che ebbe fame (Matth. IV). Per questo ai discepoli apparvero Mosè ed Elia a colloquio con Cristo durante la Trasfigurazione.
    Il numero quaranta è infatti un numero santo nelle Scritture. Infatti per quaranta giorni e quaranta notti Dio durante diluvio fece piovere le acque dell’abisso (Gen. VII). Per quaranta giorni gli inviati di Mosè esplorarono la terra promessa ad Israele (Num. XIII). Per quarant’anni Israele fu nutrito nel deserto col pane degli Angeli (Exod. XVI). Per lo spazio di quaranta giorni, Giona profetizzò la distruzione di Ninive (Jon. III). Quaranta giorni rimase sulla terra Cristo dopo la resurrezione (Act. I). In questo tempo più che in un altro digiuniamo, perché come l’esempio imita l’esemplare, così il digiuno dei Cristiani segue il digiuno di Cristo. E come in questo tempo l’abbondanza degli umori rilassa le membra rispetto al male, così per l’astinenza dai cibi le membra siano sciolte per fare il bene. E come in questo tempo Adamo per aver mangiato il cibo proibito discese nella morte, così per l’astinenza dal cibo che pure è lecito, il Cristiano ascenda alla vita perché patiamo unitamente al Cristo paziente (II Tim. 1). Perché se vogliamo regnare con Cristo dobbiamo anche associarci ai suoi patimenti. Sebbene “le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rom. VIII), mondati grazia all’astinenza, più puri che mai accostiamoci all’Eucaristia, che “chi mangia indegnamente, mangia e beve la sua propria condanna, non riconoscendo il Corpo del Signore” (I Cor. XI).
    Per precetto invero digiuniamo quaranta giorni, perché Dio nella legge ha comandato che di ogni cosa venga devoluta la decima parte, precetto che pure si estende al tempo. È composto infatti l’anno solare 365 giorni e un quadrante; la decima di ciò è trentasei giorni e mezza, più un decimo di quadrante. Perché sia completato il numero di quaranta giorni, si aggiunge la decima della decima, che per precetto della legge i leviti minori rendevano al sommo sacerdote (Exod. XXII). Anche la Chiesa nel versare a Cristo, Pontefice dei beni futuri e Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech (Heb. V, Psal. CIX), la decima del tempo, prende dai trentacinque giorni tre giorni come decima della decima, e un mezzo per completare il numero di quaranta. E poiché non restava altro ancora da dare come decima, se non un giorno e un quadrante, e la decima parte del quadrante, allora spostò con la messa il digiuno fino alla notte nel Sabato Santo di Pasqua, conforme quanto si dice nella Colletta: “Dio, che in questa sacralissima notte, etc”.
    Anche a motivo del mistero (del numero) digiuniamo quaranta giorni. Il numero quadragenario è infatti un numero sovrabbondante e dall’aggregazione delle sue parti si sale al numero quinquagenario. Queste sue parti aggregate sono sette: il vigenario, il denario, l’ottonario, il quinario, il quaternario, il binario, e l’unità; le quali aggregante danno il quinquagenario. Quest’ultimo significa la quieta e la remissione dei peccati, a motivo del giubileo dei cinquant’anni in cui si rimettevano i debiti e tutto era pacificato (Levit. XXV). Digiuniamo dunque quaranta giorni, volendo con ciò significare, che come con le parti aggregate del numero quaranta si ottiene il numero cinquanta, così il digiuno di quaranta giorni conduce alla quiete e al perdono eterni.
    (Innocenzo III, Sermo XI. In die Cinerum seu in capite jejunii. PL 217, 362-363)
    Testo raccolto da Giuliano Zoroddu
    Leggi anche: Perché Gesù digiunò 40 giorni? Ce lo spiega sant’Agostino. »
    https://www.radiospada.org/2019/03/p...-santagostino/


    “Il 7 marzo 1965 Paolo VI celebrava la prima messa in italiano.”

    “«Poiché la riforma liturgica ha tra i suoi fini principali l'abolizione degli atti e delle formule mistiche, ne segue necessariamente che i suoi autori debbano rivendicare l'uso della lingua volgare nel servizio divino. Questo è uno dei punti più importanti agli occhi dei settari. Il culto non è una cosa segreta, essi dicono: il popolo deve capire quello che canta. L'odio per la lingua latina è innato nel cuore di tutti i nemici di Roma: costoro vedono in essa il legame dei cattolici nell'universo, l'arsenale dell'ortodossia contro tutte le sottigliezze dello spirito settario, l'arma più potente del papato. Lo spirito di rivolta, che li induce ad affidare all'idioma di ciascun popolo, di ciascuna provincia, di ciascun secolo la preghiera universale, ha del resto prodotto i suoi frutti, e i riformati sono in grado ogni giorno di accorgersi che i popoli cattolici, nonostante le loro preghiere in latino, gustano meglio e compiono con più zelo i doveri del culto dei popoli protestanti. A ogni ora del giorno ha luogo nelle chiese cattoliche il servizio divino; il fedele che vi assiste lascia sulla soglia la sua lingua materna; al di fuori dei momenti di predicazione egli non intende che accenti misteriosi, che cessano di risuonare nel momento più solenne, il canone della messa. E tuttavia questo mistero lo affascina talmente che non invidia la sorte del protestante, quantunque l'orecchio di quest'ultimo non intenda mai suoni di cui non capisce il significato. Mentre il tempio riformato, una volta alla settimana, riunisce a fatica i cristiani puristi, la Chiesa papista vede senza posa i suoi numerosi altari assediati dai suoi religiosi figli; ogni giorno essi si allontanano dal loro lavoro per venire ad ascoltare queste parole misteriose che devono essere di Dio, perché nutrono la fede e leniscono i dolori. Riconosciamolo, è un colpo maestro del protestantesimo aver dichiarato guerra alla lingua sacra: se fosse riuscito a distruggerla, il suo trionfo avrebbe fatto un gran passo avanti. Offerta agli sguardi profani come una vergine disonorata, la liturgia, da questo momento, ha perduto il suo carattere sacro, e ben presto il popolo troverà eccessiva la pena di disturbarsi nel proprio lavoro o nei propri piaceri per andare a sentir parlare come si parla sulla pubblica piazza. Togliete alla Église française le sue declamazioni radicali e le sue diatribe contro la pretesa venalità del clero, e andate a vedere se il popolo continuerà a lungo ad andare a sentire il sedicente primate delle Gallie gridare: "Le Seigneur soit avec vous"; e altri rispondergli: "Et avec votre esprit". Tratteremo altrove, in modo specifico, della lingua liturgica.»
    (Dom Prosper Guéranger, "L'eresia antiliturgica e la riforma protestante del XVI secolo considerata nei suoi rapporti con la liturgia" - Institutions liturgiques, I², Paris, 1878, pp. 388-407. Traduzione italiana di Fabio Marino, pubblicata in "Civitas Christiana", Verona n° 7-9, 1997, 13-23)”






    "Apoteosis de Santo Tomás de Aquino. F. de Zurbaran. XVII."
    https://moimunanblog.files.wordpress...03/image29.jpg






    "Santo Tomás de Aquino. Efigie. S. XVI"
    https://moimunanblog.files.wordpress...03/image31.jpg






    "Santo Tomás de Aquino predicando en presencia de Gregorio X.
    Bartolomeo degli Erri. XV."
    https://moimunanblog.files.wordpress...03/image30.jpg





    "Santo Tomás entre San Marcos y San Luis de Toulouse.
    Vittore Carpaccio. S. XVI."
    https://moimunanblog.files.wordpress...03/image36.jpg















    "Discipline originelle du carême chrétien."
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    Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 15:12 Motivo: Rimozione contenuti inappropriati
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    27 MARZO 2019: SAN GIOVANNI DAMASCENO (IL "SAN TOMMASO D'ORIENTE"...), CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA…




    «27 MARZO SAN GIOVANNI DAMASCENO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA»
    "San Giovanni Damasceno, confessore e dottore, 27 marzo."
    Guéranger, L'anno liturgico - 27 marzo. San Giovanni Damasceno, Confessore e Dottore della Chiesa
    http://www.unavoce-ve.it/pg-27mar.htm






    San Giovanni Damasceno - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-damasceno/
    «27 marzo 2018, San Giovanni Damasceno, Prete, Confessore e Dottore della Chiesa.
    “San Giovanni Damascèno, Prete, Confessore e Dottore della Chiesa, il cui giorno natalizio si commemora il sei maggio”.

    Preghiera alla Madonna di san Giovanni Damasceno:
    Ti saluto, o Maria, Speranza dei Cristiani! Accogli la supplica di un peccatore che Ti ama teneramente, Ti onora particolarmente e ripone in Te tutta la speranza della sua salvezza. Per merito tuo ho la vita. Tu mi riconduci nella grazia di tuo Figlio e sei il pegno certo della mia salvezza. Ti supplico dunque, di liberarmi dal peso dei miei peccati, distruggi le tenebre della mia mente, scaccia i legami terreni dal mio cuore, reprimi le tentazioni dei miei nemici e guida la mia vita, così che possa giungere per tuo mezzo e sotto la tua guida, all’eterna felicità del Paradiso. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...no-164x300.jpg






    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







    “San Giovanni Damasceno”
    San Giovanni Damasceno
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/30250





    https://forum.termometropolitico.it/...d-oriente.html
    “Oggi 27 marzo la Chiesa Cattolica festeggia il "S. Tommaso" d'Oriente.”
    27 marzo (4 dicembre) - S. Giovanni Damasceno
    “27 marzo (4 dicembre) - S. Giovanni Damasceno.”







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...3c&oe=5D0FC6DA






    https://sardiniatridentina.blogspot....ore-e.html?m=1
    “SAN GIOVANNI DAMASCENO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA

    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    San Giovanni Damasceno, importante funzionario di corte, passò alla vita monastica e si distinse nella difesa della Fede soprattutto dalla eresia degli Iconoclasti. Questi eretici arrivarono a tagliargli la mano destra, la quale però gli fu restituita integra dalla Vergine Santissima da lui tanto venerata e lodata. Passò al Signore nella laura di Mar Saba il 4 dicembre 749. Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa nel 1890.
    (…) Preghiamo.
    Signore, i doni ricevuti ci difendano qual arma celeste: e ci sia di scudo il patrocinio del beato Giovanni, rafforzato dall'unanime suffragio dei santi, alle cui immagini rivendicò la venerazione nella Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.”
    https://2.bp.blogspot.com/-N87tEVDF2...38851285_n.jpg

    “MERCOLEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA.

    Stazione a San Sisto.
    Semidoppio.
    Paramenti violacei.
    Santa Madre Chiesa ci inculca oggi il dovere che abbiamo nell'adempiere ai comandamenti che Dio, Padre buono, ha dato a Mosè sul Sinai e che Gesù Cristo, suo divin Figliolo, ha perfezionato. La volontà di Dio, espressa perfettamente nei comandamenti deve ispirare realmente la nostra vita di Cristiani, allontanandoci da una osservanza ipocrita e farisaica che si limita all'esteriorità.”

    “L'ANGOLO PATRISTICO
    Omelia di san Girolamo Prete.
    Libro 2 Commento al capo 15 di Matteo.

    Meravigliosa stoltezza dei farisei e degli scribi! Rimproverano al Figlio di Dio di non osservare le tradizioni e gli ordini degli uomini: «Ché i tuoi discepoli non si lavano le mani quando prendono il pane» (Matth. 15.2). Le mani, cioè le opere, che bisogna purificare, non sono quelle del corpo, ma quelle dell'anima, affinché si adempia in esse la parola di Dio. «Ma egli rispose loro dicendo: E voi perché trasgredite il comando di Dio per amore della vostra tradizione?» (Matth. 15.3). Egli confuta un'accusa falsa con una risposta piena di verità. Mentre voi, dice, per amore delle tradizioni degli uomini trascurate i comandamenti del Signore, come osate accusare i miei discepoli di tener poco conto delle prescrizioni degli antichi, per osservare gli ordini di Dio?
    «Poiché Dio ha detto: Onora il padre e la madre; e: Chi maledirà il padre o la madre sia punito di morte. Voi invece dite: Chiunque dica al padre o alla madre: Di quello con cui avrei potuto aiutarvi, ho fatto un'offerta: e non è più obbligato ad assistere suo padre o sua madre» (Matth. 15:4). La parola «onore» nelle Scritture, non si riferisce tanto a saluti e ad atti di deferenza, quanto alle elemosine e a rendere i buoni uffici. «Onora, dice l'Apostolo, le vedove che sono veramente vedove» (1Tim. 5.3). Qui per onore significa l'assistenza. E in un altro luogo: «I Preti si devono onorare con doppio onore, massimamente quelli che si affaticano nel ministero della parola e dell'insegnamento di Dio» (Tim 5:17). Noi riceviamo ancora l'ordine di assisterli per il precetto che comanda di «non chiudere la bocca al bue che trebbia» (Deut. 25:4): e «l'operaio è degno della sua mercede» (Luc. 10:7).
    Il Signore, in vista della debolezza, dell'età e dell'indigenza dei genitori, aveva comandato ai figli di onorarli (i loro genitori) anche sovvenendo ai bisogni della loro vita. Gli scribi e i farisei volendo rovesciare questa legge divina sì saggia e previdente, per stabilire l'empietà sotto il nome di pietà, insegnarono a dei pessimi figli, che se qualcuno voleva offrire a Dio, nostro vero padre, ciò che si deve dare ai parenti, questa offerta al Signore doveva giudicarsi migliore dell'assistenza resa ai genitori: allora senza dubbio i genitori medesimi rinunciavano, per non essere sacrileghi, a delle risorse che vedevano consacrate a Dio, e si consumavano di miseria. E così avveniva che le offerte dei figli, col pretesto dell'onore del tempio e di Dio, divenivano guadagno dei sacerdoti.”







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    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Alessandro soldato, il quale, sotto l’imperatore Massimiano, dopo aver superato molti combattimenti per Cristo ed avere operato molti miracoli, col taglio della testa compì il martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Soldato, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, Sant'Alessandro martire possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.».
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    “Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa --> Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...a-eretico.html

    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...vera-fede.html
    “Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
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    "27 marzo 1846. Per dovere dell’ufficio pastorale, posto sulle Nostre spalle dalla suprema provvidenza di Dio; portando il peso, certamente non lieve, della cura di tutto il gregge del Signore, riteniamo che si debba provvedere particolarmente alle pecore che abitano le regioni geograficamente più lontane da questa Sede Apostolica, che è il centro dell’unità cattolica, in modo che, recuperate dalla venuta del Pastore eterno dentro il vero ovile, possano essere felicemente condotte verso i pascoli del cielo. Da SS Gregorio XVI Ex debito pastoralis."

    "Ora l'opera del pastore dovrà essere primieramente di difesa dai ladri (gli eretici e i settari, ndr). Ogni ovile è spiato da ladri e malandrini, che agognano di farne il campo delle loro ruberie. Quando essi si accostano all'ovile e furtivamente vi penetrano, non hanno che un fine : rubare e fare strage: Fur non venit visi ut furetur et mactet et perdat (Io. 10, 10)... Nemici, o — se volete, — lo stesso « nemico » sotto diverse forme e spoglie, occorrerà scoprire. Si avvicinano spesso vestiti da agnelli, « in vestimentis ovium » (Matth. 7, 15). Bisognerà quindi adoperarsi affinché i fedeli li riconoscano dalle opere; dalle piante, cioè, che per causa loro, nascono e crescono nel campo di Dio, come pure dai frutti che su quelle piante maturano : « a fructibus eorum». Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AI PARROCI E AI QUARESIMALISTI DI ROMA."





    “Sul delitto rituale, storia e critica (di Mons. Umberto Benigni)
    https://www.agerecontra.it/2019/03/s...berto-benigni/
    https://www.agerecontra.it/2019/03/s...berto-benigni/
    Dalla conclusione della ricerca: «Ecco (qui esposte) le ragioni che ci vietano di credere assolutamente esaurita in senso negativo la questione angosciosa del delitto propriamente rituale». Mons. Umberto Benigni (Sodalitium Pianum), copia anastatica di «Storia Sociale della Chiesa» 5/7, ed. C.L.S., Verrua Savoia, 2018, volume IV, tomo 1, dalla pagina 369 alla pagina 387.
    (…) FONTE – https://www.sursumcorda.cloud/artico...o-benigni.html



    https://www.agerecontra.it/2019/03/n...ta-via-ipazia/
    «Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 27/19 del 27 marzo 2019, San Giovanni Damasceno

    Nella Napoli di De Magistris inaugurata via Ipazia.
    Segnaliamo la propaganda anticlericale di bassa lega che ha accompagnato l’inaugurazione a Napoli di una via dedicata a Ipazia.
    Sul mito di Ipazia e dei suoi sostenitori, tra cui Franco Cardini, rimandiamo a un precedente articolo del nostro centro studi: Miti laicisti: Ipazia - Centro Studi Giuseppe Federici
    Inaugurata Via Ipazia d’Alessandria a Napoli, dedicata alla greca trucidata dai cristiani (il titolo è già tutto un programma)
    https://www.vesuviolive.it/ultime-no...dai-cristiani/
    fonte – Nella Napoli di De Magistris inaugurata via Ipazia - Centro Studi Giuseppe Federici »
    http://www.centrostudifederici.org/n...ta-via-ipazia/







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    “27 marzo 2019: MERCOLEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA.”
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    “27 MARZO 2019: SAN GIOVANNI DAMASCENO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.”
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    “27 mars : Saint Jean Damascène, Docteur de l'Église (776-880).”
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  10. #10
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    Lightbulb Re: A San Tommaso d'Aquino.

    11 APRILE 2019: Anniversario della proclamazione di San Tommaso d’Aquino "Angelico Dottore della Chiesa" da parte del Sommo Santo Pontefice Pio V avvenuta l’11 aprile 1567; SAN LEONE MAGNO, PAPA…



    San Leone - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-leone/
    «11 aprile, San Leone I, Papa, Confessore e Dottore (390 ca – Roma, 10 novembre 461).

    Guarda propizio, o Pastore eterno, al tuo gregge, e, per intercessione del beato Leone Sommo Pontefice, assisti con perpetua protezione quegli che stabilisti pastore di tutta la Chiesa.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/leone.jpg






    SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("Istituto Mater Boni Consilii") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”





    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







    «LE XI AVRIL. SAINT LÉON, PAPE ET DOCTEUR DE L'ÉGLISE.
    dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps Pascal, Paris-Poitiers, 1902, XIII ediz., t. II, p. 321-330.»

    http://img.over-blog-kiwi.com/1/40/0...grand-pape.jpg





    «San Leone, papa e dottore, 11 aprile.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico







    "11 aprile (10 novembre) - S. Leone I detto Magno, Papa e dottore della Chiesa."
    https://forum.termometropolitico.it/...la-chiesa.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-chiesa-2.html

    "Leone Magno e le eresie."
    https://forum.termometropolitico.it/...le-eresie.html

    «Un piccolo regalo: S. Leone Magno "Omelie sul Santo Natale".»
    https://forum.termometropolitico.it/...to-natale.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-natale-2.html







    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8d&oe=5D4BA1AB






    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.com/

    «Pietro è stato ordinato al di sopra degli altri [...] nella sua Sede son sempre vive la potestà e l’autorità. [...] Ogni giorno Pietro dice nella Chiesa universale: “Tu es Christus Filius Dei vivi” e ogni lingua che confessa il Signore è istruita dal magistero della sua voce. Questa fede vince il diavolo [...]. Infatti è stata divinamente munita di tanta solidità che mai la potrà corrompere l’eretica pravità né vincere la perfidia pagana. L'odierna festa è dunque così celebrata, carissimi, con ragionevole ossequio perché nella mia umile persona si riconosca e si onori lui nel quale persiste la sollecitudine di tutti i pastori e la custodia di tutto il gregge loro affidato, e la cui dignità non decade neppure in un erede indegno. Pertanto, mi è più sacra e più devota la desiderata ed onorevole presenza qui dei miei venerabili fratelli e consacerdoti, se la pietà di questo ufficio la portano principalmente a colui che hanno riconosciuto non solo Vescovo di questa Sede, ma Principe di tutti i Vescovi».
    (S. Leone Magno, Serm. III de natale ipsius, PL 54 146A- 147A)


    https://sardiniatridentina.blogspot....ore-e.html?m=0
    «SAN LEONE MAGNO, PAPA, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA.

    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    San Leone I, detto Magno, della Toscana, già Arcidiacono della Chiesa Romana e consigliere di san Celestino I e san Sisto III, fu eletto Papa il 29 settembre 440. Fu glorioso per la virtù e per il suo zelantissimo operato in pro della Chiesa. Al suo tempo si celebrò il santo Concilio Calcedonese, nel quale egli per mezzo dei suoi legati condannò l'eretico Eutiche. Difese strenuamente il primato del beatissimo Pietro e dei successori nella Sede Romana e represse la superbia del Patriarcato di Costantinopoli. Si riposò in pace il 10 novembre 461. Nel 452 andò incontro ad Attila che scendeva per l'Italia, menando strage, e lo convinse a tornare indietro. Nel 1754 Benedetto XIV lo proclamò Dottore della Chiesa universale.»
    https://2.bp.blogspot.com/-_DazdfAoR...s-Valencia.jpg






    https://sardiniatridentina.blogspot....zione.html?m=0
    «GIOVEDÌ DI PASSIONE.
    Stazione a Sant’Apollinare.

    Semidoppio.
    Paramenti violacei.
    Il Signore nel suo infallibile consiglio per ripristinare l'ordine della giustizia violata ricorre anche al castigo per indurre il singolo come la comunità al pentimento. Se questo è vero Dio accoglie nella sua infinita misericordia il peccatore pentito e gli perdona tutti i peccati come ci mostra l'episodio evangelico della peccatrice che unge i piedi del Signore e viene assolta dalle sue colpe.»







    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-155.html

    «Preghiere a San Leone Magno, Papa (11.4) - Sursum Corda».
    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...papa-11-4.html
    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    «11 aprile San Leone Magno, Pontefice, Confessore, Dottore della Chiesa, esempio immortale per l'umanità. Raffaello Sanzio, Incontro di San Leone Magno con Attila nei pressi del Mincio. Auguri a chi porta il nome di Leone e che Dio li benedica.»


    «"Instaurare omnia in Christo", restaurare la società al cattolicesimo integrale e contro ogni forma di ecumenismo e laicità. Questa è la risposta di San Pio X agli uomini politici che si dicono cristiani e che intendono governare secondo l'ordine di Dio.
    Non esistono altre soluzioni, non esistono compromessi.»

    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...a-eretico.html
    “Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
    Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...esa-stato.html
    https://www.sursumcorda.cloud/massim...cumenismo.html

    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...vera-fede.html
    “Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
    https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/


    https://www.sursumcorda.cloud/artico...cristiana.html





    India: indù contro islamici tra vacche e maiali - Centro Studi Giuseppe Federici
    “Centro studi G
    iuseppe Federici – Per una nuova insorgenza. Comunicato n. 32/19 dell’11 aprile 2019, San Leone Magno.”
    https://www.agerecontra.it/2019/04/i...cche-e-maiali/


    "Papa Pio XII: Roma centro e madre della civiltà cristiana"
    https://www.agerecontra.it/2019/04/p...lta-cristiana/







    «Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »

    «11 aprile 2019: San Leone Magno, Papa, confessore e dottore della Chiesa.
    Sommo Pontefice dal 29 settembre 440 al 10 novembre 461.

    Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...a2&oe=5D32325C





    «L’11 aprile 1513, ottava di Pasqua e festa di san Leone Magno, Leone X prendeva solennemente possesso dell’Arcibasilica Lateranense. Esattamente un anno prima e cavalcando il medesimo cavallo bianco turco, mentre era Cardinale Legato di Giulio II per l’esercito papale che combatteva contro i Francesi, era stato catturato da questi ultimi nella sanguinosa battaglia di Ravenna. Riuscì tuttavia a fuggire - donde il motto del pontificato "Ad Dominum cum tribularer clamavi, et exaudivit me" - e a far sapere al Papa, tramite suo cugino Giulio (futuro Clemente VII) la successiva rotta dei "barbari" in Lombardia operata dagli Svizzeri del Cardinale Matthäus Schiner. La rocambolesca vicenda sarà immortalata da Raffaello nel suo "Incontro di San Leone Magno con Attila".»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...8e&oe=5D3DF9F9





    “11 aprile 2019: GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA DI PASSIONE.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ca&oe=5D46B60A


    «La croce di Tjora è un reperto archeologico che risale ai primi anni della cristianità norrena, quando i vichinghi norvegesi iniziarono ad adottare il Cattolicesimo sulla scia del Regno di Danimarca di Re Harald Denteazzurro (allora la Norvegia era sotto i danesi).

    Prima che venissero edificate le tipiche chIese lignee norrene, denominate "Stavkirke" (in italiano "chiesa a pali portanti"), in Norvegia sorsero altari e croci come queste, a testimoniare come il passaggio dagli antichi idoli alla Vera Fede fu percepito e voluto anche dagli strati più bassi della popolazione vichinga.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0d&oe=5D43F811


    “Nell'#anniversario della #proclamazione di #sanTommasodAquino #Angelico #DottoredellaChiesa da parte di #sanPioV l'11 aprile 1567.”
    “L'11 aprile 1567 Pio V, Pontefice Massimo, con la bolla “Mirabilis Deus”, conferisce a San Tommaso d’Aquino il titolo di Dottore della Chiesa, confermandogli canonicamente l’appellativo di "Angelico", dovuto al fatto che il Santo «fu paragonato, a buon diritto, ai santi spiriti angelici non meno per l'innocenza che per l'ingegno».”
    https://www.radiospada.org/tag/san-tommaso-daquino/


    “L'11 aprile 1903 moriva a Lucca Santa Gemma Galgani, vergine.”





    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    "A. M. «Il grande San Leone, Papa e Dottore della Chiesa, superò tutti i suoi contemporanei in prudenza ed in santità. Era conosciuto anche per la sua eloquenza che trionfò di Attila, re degli Unni, e di Genserico, re dei Vandali, risparmiando così dai saccheggi e dalle profanazioni il Centro della Cristianità. La sua principale cura fu di combattere l'eresia, in particolare il Nestorianesimo secondo cui ci sarebbero state due persone in Gesù Cristo, ed il suo opposto, il Monofisismo secondo cui la natura divina di Nostro Signore avrebbe assorbito la natura umana. Si impegnò a fondo per propagare il Vangelo per le sue predicazioni ed i suoi scritti, e per riformare il Clero. Si addormentò nel Signore nell’anno 451.
    Preghiamo insistentemente e con fiducia affinché il Cielo ci conceda un Papa che ristabilisca l'ordine e ci guidi in questa così difficile conquista del Paradiso.»."





    http://www.agerecontra.it/


    http://www.centrostudifederici.org/


    http://www.crisinellachiesa.it/


    http://www.centrosangiorgio.com/







    https://www.truerestoration.org/


    https://novusordowatch.org/


    http://www.fathercekada.com/


    http://www.traditionalmass.org/





    http://sicutoves.blogspot.com/


    https://moimunanblog.com/
    https://moimunanblog.com/2019/04/11/san-leon-i-magno/
    "11 de abril SAN LEÓN I MAGNO (461). Papa, confesor y Doctor de la Iglesia."
    https://moimunanblog.files.wordpress...8497.jpg?w=639










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    11 avril : Saint Léon le Grand, Pape (398-461) :: Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/saint-du-...ril-saint-leon
    “11 avril : Saint Léon le Grand, Pape (398-461).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...saint_leon.jpg







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