La US Air Force sta conducendo da settimane operazioni “gatto e topo” contro l’Iran, violando sistematicamente lo spazio aereo persiano con i suoi aerei da combattimento, nella speranza di provocare una reazione della contraerea iraniana. In modo particolare gli Usa sperano di obbligare Teheran ad attivare i suoi radar, in modo da localizzarli per poterli poi neutralizzare.
Ne dà notizia la autorevole agenzia UPI (1), che cita una fonte militare anonima americana. “Abbiamo bisogno di sapere quali bersagli attaccare e come attaccarli”. I voli partono dall’Afghanistan e dall’Irak occupato e puntano anche a localizzare i siti nucleari iraniani soggetti al futuro attacco, visto che l’intelligence israelo-americana sembra ancora carente su questo punto. “Ma ci occorre sapere quanta parte del nostro attacco aereo iniziale dovrà essere destinata a sopprimere le difese nemiche contraeree”, dice l’anonimo alto ufficiale. Naturalmente, aggiunge la UPI, i sorvoli dello spazio aereo di un’altra nazione mirano a provocare la reazione dell’aggredito, e creare così il pretesto per l’attacco.
Altre operazioni sono in corso, informa ancora l’agenzia, per via terrestre.
Gruppi di curdi “addestrati da Israele” e “dissidenti iraniani” sono penetrati clandestinamente nel territorio dell’Iran per raccogliere quanti più possibili informazioni sui siti nucleari, che si pensa siano tredici o più, dispersi sul territorio e camuffati.
I “dissidenti iraniani” usati dagli Usa sono, precisa l’agenzia, membri del gruppo Mujaheddin el-Khalq (MEK), una formazione definita da Washington “terrorista”. Ma evidentemente esistono terroristi buoni e terroristi cattivi. In queste settimane, armati dagli americani, i MEK stanno compiendo sanguinosi colpi di mano contro l’Iran partendo da Camp Habib (a Bassora, Irak, sotto controllo britannico) e anche dal Pakistan.
Intanto agenti israeliani che parlano farsi, stanno creando “una infrastruttura clandestina” in Iran aprendo imprese con personale che usa passaporti di “Paesi terzi”. Fra tanti preparativi francamente criminali (degni di un futuro processo di Norimberga), non manca la fabbricazione del “motivo” che giustificherà di fronte all’opinione pubblica Usa l’imminente attacco.
Il deputato americano Curt Weldon, vicepresidente della Commissione delle Forze Armate, ha “rivelato” (2) di aver saputo, da una fonte iraniana, che gli ayatollah stanno studiando come dirottare un aereo e farlo lanciare contro una centrale nucleare Usa. Aspettatevi un nuovo auto-attentato, un 11 settembre bis, per far apparire l’aggressore come l’aggredito.
di Maurizio Blondet
Note
1)“USAF playing cat and mouse game over Iran”, di Richard Sale, UPI intelligence Correspondent, 26 gennaio 2005.
2)“Iranian source reports plot to attacl US nuke”, Middle East Newsline, 28 gennai0 2005.