di Bruno Cavagnola
I pochi spiccioli in più lasciati dalla riforma fiscale nelle buste paga degli italiani sono già svaniti. Dal 1° febbraio scattano i primi rincari decisi in Finanziaria per bolli e concessioni varie. Si tratta di una prima tranche di aumenti, dell’ordine del 30%, a cui ne seguirà un’altra a partire da giugno. Ancora una volta colpita la casa: le imposte in misura fissa sulla compravendita della prima abitazione passerà ad esempio da 387 a 504 euro. Ma Intesa consumatori ha già calcolato quanto le famiglie dovranno spendere in più quest’anno per bollette, prezzi e tariffe: ben 98 euro ogni mese a fronte di sgravi fiscali mensili calcolati sui 20 euro di media. Già gennaio dunque, primo mese della riforma «epocale» di Berlusconi, si chiude in rosso per i bilanci delle famiglie italiane.
Già esaurito l’«effetto mancia» del taglio delle tasse. Se con la fine del mese di gennaio tutti gli italiani hanno potuto verificare di persona gli effetti di una riforma fiscale definita da Berlusconi addirittura «epocale», con il 1° febbraio arriva la prima stangata: da martedì infatti scatteranno gli aumenti decisi in Finanziaria per bolli e concessioni varie. E da parte sua l’Intesa dei consumatori ha già fatto una stima, proiettando su tutto l’arco dell’anno quanto ogni famiglia dovrà spendere per far fronte ai rincari di bollette, prezzi e tariffe: ben 98 euro in più al mese, contro sgravi fiscali mensili calcolati sui 20 euro di media.
L’elenco dei rincari segnalati dall’Intesa copre tutti i principali settori di spesa: dai servizi bancari che rincareranno di 25 euro (+5%) alla bolletta elettrica che ci costerà 15 euro in più, (+4,8%); dalla scuola per la quale avreno un rincaro di 29 euro (+6,8%) alle bevande ed i tabacchi che guidano la classifica dei rincari con un incremento di 76 euro (+10,3%)
«Le famiglie - spiegano i consumatori - sono stremate con i salari che negli ultimi tre anni hanno perso il 24% del loro potere d'acquisto con un meccanismo perverso per il quale sono aumentati i beni di consumo giornaliero e sono diminuiti quelli di lusso».
Secondo l'Intesa poi, gli omessi controlli dei prezzi hanno determinato un trasferimento forzoso di 52 miliardi di euro dalle tasche dei consumatori e tale erosione non è destinata ad arrestarsi neppure quest’anno, quando - è stato calcolato - ci saranno rincari pari a 1.176 euro a famiglia con i consumi annui che passeranno da 27.139 euro del 2004 a 28.315 euro.
«A fronte di sgravi fiscali pari a 20 euro al mese, le famiglie italiane dovranno sopportare aumenti nel 2005 di 98 euro, con un saldo negativo, per l’80% della popolazione, di 78 euro a famiglia, dopo una stangata nel 2004 di 89 euro mensili», aggiunge l'Intesa ricordando che «le politiche economiche inserite in Finanziaria comportano aumenti (bolli, concessioni, Ici, tarsu, Irpef ed Irap regionali) per 10,2 miliardi di euro, a fronte di promesse riduzioni fiscali pari a 5,7 miliardi di euro, con un saldo negativo pari a 4,5 miliardi di euro»
E proprio dall’ultima legge di bilancio arrivano le altre cattive notizie, che toccano soprattutto la casa per al quale è in arrivo una vera e propria stangata. Dal prossimo 1° febbraio scatteranno infatti gli aumenti decisi in Finanziaria per le concessioni governative e le imposte fisse di registro, ipotecarie e catastali per le compravendite. Nel mirino della stretta fiscale anche i brevetti e gli atti societari.
I rincari saranno nell'ordine del 30% e non sono che un «antipasto», Dal prossimo 1° giugno scatterà infatti la seconda tranche degli aumenti, che riguarderanno le marche da bollo, la concessione dei passaporti, le imposte di bollo su cambiali e titoli di credito. Dagli aumenti di febbraio e giugno il Tesoro calcola di poter mettere in cassa 1.120 milioni di euro, che saliranno a 1.320 dal 2007.
Particolarmente colpita, dicevamo, è la casa, che vede passare le imposte sulla compravendita della prima abitazione soggetta a Iva da 387,33 euro a 504 euro, l'imposta sempre sulla compravendita della prima casa non soggetta a Iva da 258,22 a 336 euro, il bollo per la registrazione telematica del rogito da 176 a 230 euro. Per i contratti di locazione, invece, l'imposta minima sarà di 67 euro, mentre chi chiederà la consultazione di mappe catastali cartacee sborserà dieci euro al giorno.