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  1. #21
    SENATORE di POL
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    Un Olocausto di casa nostra che spesso è elevato a piccola "Shoà nazionale" italiana è costituito dal capitolo della pulizia etnica e classista compiuta dai partigiani comunisti titini nella Venezia Giulia e in Istria, ai danni degli italiani. I massacri furono attuati in due diversi momenti storici, nel contesto della seconda guerra mondiale o delle sue....immediate conseguenze: nel settembre/ottobre 1943 e soprattutto nel maggio/giugno 1945. Le Foibe, ossia le "fosse" carsiche nelle quali furono gettati i corpi, spesso ancora vivi, di migliaia di italiani [ma non solo], ben rappresentano ormai per la coscienza nazionale (dopo decenni di colpevoli silenzi non solo di parte comunista) quei crimini.

    http://digilander.libero.it/lefoibe/elenco%20foibe.htm

    Il negazionismo sulle Foibe, o meglio la tendenza a far cadere quella tragedia nell'oblio o a minimizzarla alquanto, se non a giustificarla, è stato vincente per decenni. Se sono chiari i motivi per i quali i comunisti e i loro compagni di strada avessero interesse a "dimenticare" e a "minimizzare" quei fatti, bisogna ricordare come dopo la rottura fra Tito e Stalin, la Jugoslavia rossa fosse diventata così importante per la strategia occidentale di contenimento dell'Unione Sovietica da indurre un po' tutti....a non rivangare pagine che potevano dispiacere al governo di Belgrado.
    D'altra parte non si può dimenticare che la violenza criminale dei nazional-comunisti jugoslavi (con le indubbie complicità di comunisti italiani d'Istria e della Venezia Giulia), almeno in parte, si può ricondurre ad una risposta reattiva, ingiustificabile nei modi, nelle forme, nelle proporzioni, alla dura politica fascista di italianizzazione forzata delle popolazioni slave dell'area, di repressione dispotica dei diritti delle minoranze (per non parlare di quello che accadde durante la seconda guerra mondiale).
    Anche la "decomunistizzazione" dei crimini degli infoibatori, proposta anche da una fiction....d'attualità, che tende a distinguere fra forze partigiane "titine" e movimento comunista, col pretesto che non tutti i combattenti titini erano convinti comunisti (ma sappiamo, ad esempio, che neppure tutti i marò della X MAS di Borghese erano ....convinti fascisti e tanto meno fascisti repubblicani ), testimonia in qualche modo come, persino in chi si prodiga a ricordare e ricostruire quei fatti, persistano tabù......e influssi ideologici mistificanti.
    In ogni caso mano a mano che il tempo passa e che la resistenza degli occultatori rossi si piega innanzi alla forza dei fatti, sempre maggiori elementi di verità storica vengono alla luce.
    Ovviamente le strumentalizzazioni di parte opposta, ossia di chi con le foibe cerca rivincite impossibili per ideologie gemelle di quella comunista e che nella circostanza della guerra dalle stesse scatenate si trovarono sconfitte, sono anche esse piuttosto incapaci di produrre seria e valida conoscenza storica.
    Così, se dal punto di vista nazionale e morale, per rispetto dei nostri morti dimenticati per troppo tempo, è lecito parlare di un Olocausto Istriano o di una piccola "Shoà italiana", il paragone con lo sterminio sistematico di milioni di ebrei europei perpetrato dalla Germania NazionalSocialista resta, per dimensioni e strutturazione del fenomeno, sostanzialmente improponibile.
    Altrettanto improponibile sarebbe ricacciare le vittime di quei crimini comunisti in una sorta di serie B dei caduti a cagione dell'odio insensato e della violenza furibonda. Non ci sono assassinati di serie B, e non ci devono più essere umiliazioni e dimenticanze colpevoli per nessuno.

    Shalom

  2. #22
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  3. #23
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  4. #24
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    http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1509.htm

    L'Olocausto Nucleare, estrema conseguenza del secondo conflitto mondiale, momento conclusivo della "guerra del Pacifico", e forse anche primo avvertimento occidentale agli alleati sovietici....rappresenta senza dubbio un'azione bellica terribile, distinta nei due bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, che in un tempo molto piccolo hanno causato diecine e diecine di migliaia di morti, provocandone, in un tempo molto più lungo, anche di più, fra sofferenze indicibili.
    Il bombardamento nucleare delle due città giapponesi rappresenta l'ultimo atto di una guerra "totale" che vide progressivamente scomparire ogni riguardo per le popolazioni civili dei paesi nemici. In particolare rappresenta il punto d'approdo della tattica del "terrore dal cielo" utilizzata dalla potenze belligeranti con progressiva perdita di ogni limite.
    Ne' i bombardamenti dei tedeschi e dei loro alleati, ne' quelli degli anglo-americani, nella loro reciproca concatenazione di azione/reazione avevano tuttavia lo scopo di compiere un pianificato sterminio di una razza o di una classe nemica. Semmai dovevano, riferendoci a quelli indiscriminati sulle città e non tanto a quelli su installazioni militari, industriali...., logorare fortemente la resistenza e il morale del nemico.
    Quello che tuttavia è certo è che dopo il bombardamento atomico delle due città nipponiche, la storia del mondo non sarebbe più stata come prima. La "paura" di una futura guerra nucleare condizionò pesantemente la politica delle Nazioni e la psicologia di massa di intere generazioni. E nonostante la fine della guerra fredda e della contrapposizione est/ovest quel pericolo non si è ancora affatto esaurito.


    Shalom

  5. #25
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    In origine postato da Pieffebi
    http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1509.htm

    L'Olocausto Nucleare, estrema conseguenza del secondo conflitto mondiale, momento conclusivo della "guerra del Pacifico", e forse anche primo avvertimento occidentale agli alleati sovietici....rappresenta senza dubbio un'azione bellica terribile, distinta nei due bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, che in un tempo molto piccolo hanno causato diecine e diecine di migliaia di morti, provocandone, in un tempo molto più lungo, anche di più, fra sofferenze indicibili.
    Il bombardamento nucleare delle due città giapponesi rappresenta l'ultimo atto di una guerra "totale" che vide progressivamente scomparire ogni riguardo per le popolazioni civili dei paesi nemici. In particolare rappresenta il punto d'approdo della tattica del "terrore dal cielo" utilizzata dalla potenze belligeranti con progressiva perdita di ogni limite.
    Ne' i bombardamenti dei tedeschi e dei loro alleati, ne' quelli degli anglo-americani, nella loro reciproca concatenazione di azione/reazione avevano tuttavia lo scopo di compiere un pianificato sterminio di una razza o di una classe nemica. Semmai dovevano, riferendoci a quelli indiscriminati sulle città e non tanto a quelli su installazioni militari, industriali...., logorare fortemente la resistenza e il morale del nemico.
    Quello che tuttavia è certo è che dopo il bombardamento atomico delle due città nipponiche, la storia del mondo non sarebbe più stata come prima. La "paura" di una futura guerra nucleare condizionò pesantemente la politica delle Nazioni e la psicologia di massa di intere generazioni. E nonostante la fine della guerra fredda e della contrapposizione est/ovest quel pericolo non si è ancora affatto esaurito.


    Shalom
    mi chiedo (retoricamente) se sia moralmente accettabile per piegare un avversario ammazzargli la famiglia. Ma neanche la Mafia arriva a tanto...
    Questa storia dei massacri come strumento bellico di pressione morale é di un'assurditá, di un cinismo, che fa venire i brividi.

  6. #26
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    Sono d'accordo, visto che furono Mussolini (in Abissinia) e Hitler ad utilizzare simili metodi tra i primi.... per non dire dei mezzi usati dai nipponici dalla Manciuria in poi...

    Shalom

  7. #27
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  8. #28
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    Al di là delle buffonate spaccone di analfabeti storiografici un tantino ...tanto.... precocemente ridotti alla demenza ....... per chi vuole approfondire un tantino la questione della perdita di credibilità dello storico Irving a causa di un processo da lui voluto....... può leggere questo libro....


    " Processare l'Olocausto
    D. D. Guttenplan
    Processo all'Olocausto
    Corbaccio, Milano, 2001
    Il cosiddetto "revisionismo storico" rappresenta da una decina di anni uno dei temi più dibattuti. Nella generalità dei casi i cosiddetti "storici" revisionisti hanno accumulato teorizzazioni prive di fondamento concettuale e destituite di ogni seria metodologia storica. Più propagandisti antigiudaici che storici reali i revisionisti di questo tipo non meriterebbero neppure un rigo di commento vista l'inconsistenza delle loro affermazioni.
    Un caso diverso è rappresentato da David Irving. Storico della figura di Hitler più che studioso dell'Olocausto era stato lodato per alcuni volumi scritti con una notevole padronanza. In modo abbastanza inopinato Irving andò man mano volgendo le sue teorizzazioni verso teorie negazioniste dell'Olocausto. Non stupisce che ben presto la figura di Irving abbia assunto grande rilevanza per i meno dotati "storici" revisionisti: mai prima di allora uno studioso incontestabilmente ritenuto dotato di dignità di storico si era prestato alle loro teorie. Il libro di Guttenplan parte dal luglio 1996 quando Irving citò per diffazione la dottoressa Deborah Lipstadt. Irving faceva riferimento alle affermazioni contenute nel libro "Denyng the Holocaust: the growing assault on truth and memory" della Lipstadt che lo aveva definito "uno dei più pericolosi portavoce del negazionismo". Il processo, iniziato l'11 gennaio 2000 a Londra, ha rappresentato non soltanto una semplice causa per diffamazione ma un'intera rianalisi quasi filologica delle fonti, delle interpretazioni e delle idee dei "revisionisti" negatori dell'esistenza delle camere a gas di Auschwitz e dell'Olocausto stesso. Guttenplan ha il merito di ripercorrere le tappe del processo seguendone man mano gli sviluppi, le tesi opposte, le schermaglie e le deposizioni di studiosi chiamati dall'una e dall'altra parte a confortare le diverse opinioni.
    L'esito del processo ha rappresentato la definitiva distruzione della reputazione di David Irving come storico degno di attenzione sia del mondo accademico che dei lettori. Irving ed il "revisionismo" storico sono usciti da questo processo con le ossa rotte.
    Il libro si chiude ricordando le parole del diario di Salmen Gradowski: "Caro scopritore di questo scritto! Ho una richiesta per te: questo è il vero motivo per cui scrivo, che la mia vita condannata abbia un qualche significato, che i miei giorni infernali e i domani senza speranza trovino uno scopo nel futuro".
    Un libro impegnativo ed importante che riafferma la necessità della memoria e pone una pietra tombale sul "revisionismo storico".

    Giovanni De Martis



    Shalom

  9. #29
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    Abbiamo dunque avuto modo di effettuare una rapida panoramica sulla questione della cosiddetta unicità della Shoà, esaminando brevemente alcuni degli altri Olocausti.
    Ovviamente non abbiamo preso in seria considerazione i ciarlatani sostenitori dei vari negazionismi, facendo però talvolta qualche inevitabile cenno alla loro esistenza, con particolare riferimento al negazionismo di Stato sull'Olocausto degli Armeni .
    Riguardo ai negatori e minimizzatori della Shoà, affrontai diffusamente il mio punto di vista già anni fa, e piu' tardi nel vecchio 3d intitolato "negazionisti e negazionismi", non credo inoltre che sia necessario ricordare il generale discredito che nel mondo scientifico hanno meritatamente saputo guadagnarsi....gli pseudo-storici fautori del "revisionismo olocaustico".
    La matrice e il movente ideologico dei negazionismi è talmente evidente da non aver bisogno, da parte mia, di particolari sottolineature. A proposito del dibattito fra gli storici degni di questo nome, personalmente non trovo ormai ancora utili le polemiche fra intenzionalisti, funzionalisti, neo-intenzionalisti....
    Ritengo infatti che ciascuna "corrente" storiografica colga alcuni elementi della realtà storica della Shoà, nei diversi piani in cui va visto il fenomeno. Dal piano della storia dell'ideologia NazionalSocialista, a quello della storia del diritto razzista tedesco, a quello della storia delle misure concrete antisemite progettate e attuate nelle varie fasi, tanto in relazione con la formazione ideologica nazista ( in rapporto reciproco anche con quella "giuridica" e politico-istituzionale), tanto con il contesto generale (compreso il piano internazionale), eccetera. Funzionalismo e intenzionalismo vanno pertanto superati “dialetticamente” in una sintesi che colga l'intenzionalismo ideologico e il funzionalistico succedersi di misure, nel loro correlarsi con gli eventi politici e bellici; il tutto tenendo in debito conto del “policentrico” potere NazionalSocialista e del pragmatismo di fondo della politica dello Stato tedesco in mano agli hitleriani.
    Il NazionalSocialismo non ha, come è noto, prodotto solo la Shoà, ma una seria di crimini e genocidi collaterali, che hanno visto oltre agli ebrei, molte altre vittime, ad iniziare dalle “esitenze senza” vita soppresse durante il “programma eutanasia”, follemente lucida e crudele attuazione dell’eugenetica razzista. Non va neppure dimenticato il modo disonorevole e vigliacco con cui le SS naziste (comprese le Waffen-SS) hanno combattuto la loro guerra fanatica, macchiandosi di numerosi delitti (contro i civili, gli ebrei, i prigionieri…), al di là dei campi di sterminio, e il modo con cui SS e esercito tedesco condussero atroci e infami rappresaglie con una crudeltà barbarica che fa impallidire quella di qualsiasi altro esercito combattente nelle guerre moderne, ad esclusione, forse, della sola Armata Rossa.
    Per quanto riguarda una sempre attuale opera sui delitti nazisti, al di là della Shoà, consiglio la lettura di:
    - Lord Russell di Liverpool: “Il Flagello della Svastica – storia dei crimini di guerra nazisti” – Universale storica Newton
    Tra i molti altri, meritano attenzione anche i seguenti:
    - L. Klinkhammer: “Stragi Naziste in Italia, La guerra contro i civili (1943-44)” – Universale Donzelli;
    - Henry Friedlander: “Le Origini del Genocidio Nazista” – Editori Riuniti;
    - Enzo Traverso: “La violenza nazista – una genealogia” – Il Mulino.

    Tutto ciò non deve, neppure per un momento, far dimenticare i deliziosi prodotti di altre ideologie totalitarie e autoritarie che hanno fortemente insanguinato il XX secolo, imbarbarendo spesso anche chi le ha combattute.

    Torneremo comunque ancora sull’argomento.

    Shalom

  10. #30
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    Per gli idioti che sostengono le tesi del negazionismo olocaustico, e sostengono la solidità di un rapporto di un falso ingegnere che ha prelevato campioni fra le erbacce cresciute per 30 anni in siti in parte ricostruiti con materiali eterogenei, in parte sottoposti per decenni alle intemperie, sostenendo idiozie su impossibilità di gassare senza provocare esplosioni o la morte degli stessi aguzzini, prendendo cantonate incontrovertibili anche sulle concentrazioni necessarie per uccidere uomini, e per far espodere quel gas....e tante altre "crepe" (Irving) del mistificatore e dei suoi fans nazistoidi, ricordiamo le parole di Himmler, il gran capo dei delinquenti delle SS, disonorevoli milizie criminali del fascismo tedesco:

    « Voglio qui parlarvi con tutta franchezza di un tema difficile. È un discorso che va affrontato apertamente una volta per tutte fra noi, e tuttavia non ne parleremo mai pubblicamente… Intendo parlare dell’evacuazione degli ebrei, dell’eliminazione del popolo ebraico[…]. Nei confronti del nostro popolo noi avevamo il dovere morale di uccidere questo popolo che voleva ucciderci » ( L’abitudine al linguaggio criptico spinge Himmler ad adottare il solito eufemismo (evacuazione), ma si corregge subito perché davanti ad un uditorio di alti gerarchi nazisti la finzione è inutile, ed “evacuazione” si trasforma immediatamente in “eliminazione”, in uccisione. La chiosa successiva è poi inequivocabile: « noi avevamo il diritto di uccidere…».

    Non c'è altro da aggiungere per il lettore serio e con capacità di intendere non diminuite nè da patologie o deficit di vario tipo, ne' da ideologie idiotizzanti.

    Shalom

 

 
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