di Justin Raimondo






Zaydun, ucciso a 19 anni - Perkins, uno degli assassini




Sei mesi di carcere - per un omicidio volontario. Questa si chiama giustizia, no? Cioè, se la vittima e' irachena e gli assassini sono quattro militari americani. Ecco cosa ha recentemente deliberato un tribunale militare, ed e' un verdetto che ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere sulla "liberazione" dell' Iraq.

3 gennaio 2004 - Due giovani iracheni, Zaydun al-Samarrai e Marwan Hassoun, stavano trasportando forniture da bagno nel loro furgone quando esso andò in panne, e il loro viaggio verso casa subì un ritardo. Mentre erano fermi sul ciglio della strada, alle 10.45 pm, 15 minuti prima dell'imposizione del coprifuoco americano su Samarra, una pattuglia americana li vide - e lì cominciarono i dolori.

Erano già stati fermati e perquisiti ad un checkpoint gestito dalla polizia irachena, ma gli americani li fecero scendere dal furgone, ispezionarono il carico e controllarono i loro documenti d'identità. Marwan ricorda che un soldato li apostrofò allegramente in arabo, quasi amichevolmente, poi disse loro che erano liberi di andare. Ma, appena i due giovani salirono sul furgone, gli americani ebbero un repentino ripensamento: i due furono fatti scendere, furono legati e spinti in uno dei quattro veicoli da combattimento Bradley che componevano la pattuglia.

Il 19enne Zaydun era terrorizzato, e sussurrò a Marwan: "Che succede?"
Lo avrebbe scoperto ben presto.
Il Bradley si fermò presso un ponte che sovrasta il Tigri, un ponte che regola anche il flusso dell'acqua del fiume e che e' noto come la diga dei Tartari. Zaydun e Marwan furono spinti nel vialetto, slegati e fu loro ordinato di saltare nell'acqua che rumoreggiava al di sotto.

"Perché? Perché?"
L'urlo disperato di Marwan non venne recepito dall'orecchio sordo dei suoi sequestratori, che ridevano e ammiccavano. Anche mentre urlava contro l'illogicità di un mondo impazzito, in cui i "liberati" sono torturati dai loro "liberatori", la sua angoscia era ridicolizzata dalle loro risate, mentre lo spingevano nel fiume sotto la minaccia di un fucile.

Poi vide che spingevano Zaydun - che non sapeva nuotare - oltre il parapetto nonostante si aggrappasse ai suoi tormentatori, implorandoli. Gli americani non si lasciavano commuovere:
"Zitto! Chiudi quella f****ta bocca!"

Marwan cercò di salvare il suo giovane cugino, ma Zaydun scivolò dalla sua presa a causa della forte corrente. Marwan racconta:

"Gridava: Marwan, aiutami! Ed io gli urlavo: cerca di tenerti a galla, cerca di tenerti a galla", ma lui andò sotto di nuovo e finì così. Sentivo i soldati ridere. Sembrava stessero guardando una commedia in teatro".

Una generazione cresciuta con la televisione americana, con la "musica" criminale e con video-games che enfatizzano il sadismo va in guerra: non dobbiamo meravigliarci né scandalizzarci che per essi sia una sorta di intrattenimento.

Marwan si aggrappò ad un mucchio di sterpaglie e riuscì ad uscire dll'acqua, mentre Zaydun fu sospinto dalla corrente: il suo corpo fu recuperato qualche giorno dopo.
Questo assassinio sarebbe rimasto sconosciuto tranne che all'immediata famiglia della vittima se non fosse stato per un blogger di nome Zeyad, un iracheno che ha attirato molta attenzione nella "blogosfera", specie tra gli elementi pro-guerra, che citano costantemente il supporto di Zeyad verso l'occupazione. Zeyad era il cugino di Zeydun.

Questo rimarchevole post pubblicato sul sito di Zeyad, "Curare l'Iraq", che include una lettera aperta da parte della famiglia indirizzata a Bush ed altri leaders mondiali, ha suscitato una tempesta di controversie nella "blogosfera". Un rumore persistente, assordante, simile a quello prodotto dai veicoli Bradley mentre sfasciavano il furgone di suo cugino, metteva l'ideologia neo-con dinanzi alla terrificante realtà dell'occupazione. Queste amare parole di Zeyad colpivano i nostri allegri bombardieri laddove fa più male:

"Questo e' stato commesso nel nome del vostro paese dai militari del vostro esercito. Non e' stato un incidente, né un errore, ma un'azione deliberata. Non conosco i dettagli esatti dell'evento o di cosa Zeydun e suo cugino siano stati accusati, ma ciò e' irrilevante, perché neppure un criminale avrebbe meritato un simile trattamento. Non si tratta solo di Zaydun, ma dell'Iraq, la stessa cosa potrebbe accadere a me, a chiunque. Ma per il momento terrò la mia opinione da parte, poiché nessuna parola può descrivere la mia frustrazione ...

"La famiglia ha incontrato un ufficiale americano per chiedergli un'investigazione, lui li ha rimproverati ed ha cominciato una lezione sulla disciplina dei militari americani, alla fine non ha promesso loro nulla. Il corpo di Zaydun deve essere ancora recuperato e la famiglia e' distrutta. Zaydun era un mio parente e dunque mi sono offerto di tradurre la lettera ed esporre questo criminale comportamento ad un pubblico il più vasto possibile, poiché non può non essere raccontato. La lettera e' già stata inviata a vari giornali iracheni e agli uffici di media arabi a Baghdad. Ne parlerò ancora, nei prossimi giorni, così da chiedere ai miei lettori di scrivere ai loro senatori, ai media occidentali, e a chiunque possa fare qualcosa. Ho bisogno che la lettera venga tradotta in altre lingue. Ciò naturalmente se avete a cuore l'Iraq e gli iracheni".

Con una rapidità che e' un tributo al potere liberatorio della tecnologia, le autorità militari americane invertirono la loro precedente indifferenza verso le suppliche della famiglia ed annunciarono che era stata aperta un'inchiesta. Glenn Reynolds, di Instapundit, dichiarò che questa era la dimostrazione di quanto nobili fossero gli americani e giurò di seguire la storia. Se vi capita di leggere i commenti al post di Zeyad, tuttavia, potrete vedere il vero spirito dei "bloggers" neo-con e la loro scervellata apologia guerresca espressi nell'ira, nello zelante diniego e nell'odio diretto a Zeyad per aver "mollato" i suoi "liberatori". E' un induttore di vomito assicurato.

Non meno, ovviamente, della farsa dell'investigazione e del processo militare. Mesi dopo l'incidente, Zeyad scrisse nel suo blog:

"Alla fine, i quattro soldati che spinsero mio cugino nel fiume sono stati "RIMPROVERATI". Insistono ancora che non c'e' stato nessun morto, nonostante il cadavere di Zaydun sia stato recuperato dal fiume. Ciò mi fa chiedere: se nessuno e' morto, perché offrire una consistente somma di denaro alla famiglia in cambio del suo silenzio? E perché il comandante menzionato impedisce l'investigazione e mente agli investigatori dell'esercito? La puzza di insabbiamento e' asfissiante. Un altro crimine che passerà impunito".

Impunito?

Ci vollero sei mesi, ma alla fine il Sgt. 1° Classe Tracy E. Perkins, 33 anni; 1° Lt. Jack M. Saville, 24; e il Sgt. Reggie Martinez, 24, furono accusati dell'omicidio involontario di Zaydun. LO Spc. Terry Bowman, 21, fu accusato di semplice assalto per aver spinto Marwan nel fiume. Il Col. Nathan Sassaman, il Mag. Robert Gwinner ed il Cap. Matthew Cunningham - gli ufficiali responsabili - saranno trattati secondo l'Art.15 del codice legale militare, che permette procedimenti disciplinari segreti. Sassaman in seguito ammise di aver ordinato ai suoi soldati di mentire.

Le accuse contro Bowman e Martinez sono state lasciate cadere a metà settembre, ed ora vediamo che Perkins sta per avere un buffetto sul polso - sei mesi e la riduzione di un grado militare. Saville, sospettato di aver dato l'ordine che portò alla morte di Zaydun, sarà processato tra breve.

Ciò che e' interessante e' la difesa molto efficace montata dagli avvocati degli accusati, i quali hanno negato che si sia verificata una morte. Come ha riportato il Rocky Mountain News quando sono state lasciate cadere le accuse contro Bowman e Martinez:

"Gli investigatori dell'esercito hanno testimoniato di non aver mai visto il corpo di Hassoun e non hanno alcuna prova che confermi l'esistenza di un corpo, se si esclude il racconto del cugino di Hassoun e la videocassetta di un cadavere durante la preparazione di un funerale presso la famiglia Hassoun.
"Altri membri del plotone hanno testimoniato di aver visto i due uomini in piedi sulla riva del fiume ed hanno ritenuto che i due fossero entrambi salvi fuori dell'acqua. Le testimonianze dei soldati, assieme alla mancanza del cadavere hanno indotto l'ufficiale incaricato dell'audizione, Cap. Robert Ayers, a considerare decadute le accuse di assassinio ..."

L'avvocato di Perkins ha proseguito secondo questa linea: la famiglia, ha avvertito, stava probabilmente mentendo. Zaydun era forse nascosto da qualche parte, aspettando di poter mettere le mani sulla sua porzione dei soldi del risarcimento. Alcuni testimoni si sono premurati di asserire che gli iracheni spesso denunciano false morti per creare "problemi alle truppe".

Negare e' la tattica preferita dal Partito della Guerra e da questa amministrazione. Mentre ogni giustificazione per questa guerra va in frantumi, negano persino di aver mai saputo la verità sulle fantomatiche "armi di distruzione di massa". Mentre comincia a profilarsi la realtà che stiamo perdendo questa guerra, persino per coloro che avevano predetto che gli iracheni ci avrebbero festeggiati per strada, questa amministrazione ed i suoi superfalchi negano ogni cosa. Non stiamo guardando "le buone notizie dall'Iraq", ci avvertono, ed il Wall Street Journal impiega sempre qualcuno che mantenga in vita questa allucinazione. Dunque perché gli avvocati difensori dei criminali di guerra americani non dovrebbero adottare una simile tattica negazionista? Ed i paralleli tra ciò che e' accaduto in quell'aula di tribunale e ciò che accade nel tribunale della pubblica opinione mondiale non terminano qui.

La difesa ha usato le stesse giustificazioni adottate qui, sul fronte interno, dai nostri neo-con che promuovono la tortura e gli squadroni della morte:

"L'avvocato della difesa Cap. Josh Norris ha dichiarato che le ostilità in Iraq richiedono che i soldati trovino modi non letali per prevenire il crimine e ristabilire le regole. "Questi ragazzi hanno oltrepassato la linea? Conoscevano i limiti della destra e della sinistra? Questa guerra e' in tale area grigia per il più delle volte", ha dichiarato Norris. "E' stata una buona idea [l'incidente del fiume] ? Forse no ... ma e' stato un crimine, considerate tutte le circostanze?".

Dobbiamo mostrare loro chi e' il capo. Dobbiamo metterli al loro posto. Dobbiamo "vincere" la guerra contro gli insorti - anche se dovessimo torturare la metà dei maschi iracheni adulti nrl Triangolo Sunnita (naturalmente, utilizzando sempre mezzi "non letali"). La tortura e' causare grandi sofferenze corporali che potranno portare direttamente a collassi di organi vitali - oppure e' far saltare in un fiume dalla corrente impetuosa un giovane 19enne che non sa nuotare?

Discutiamone. Quanti torturatori possono danzare in cima ad un Bradley? Che il dibattito cominci. Ogni ulteriore prova della degenerazione morale dell'America e' superflua. [...]

L'assassinio di Zaydun, ed il successivo insabbiamento, e' l'ultimo tradimento. L'intera investigazione e la farsa legale che ne e' scaturita sono una metafora dell'invasione e dell'occupazione. Lanciata come una nobile crociata per esportare "libertà" e "democrazia", la "liberazione" dell'Iraq e' una frode - un odioso crimine di guerra ammantato degli abiti logori di un "idealismo" esaltato.

L'occupazione dell'Iraq deve finire: e' tempo di trovare una via d'uscita. L'alternativa e' continuare questo mostruoso tradimento di tutto ciò che l'America ha rappresentato, e propagare i semi di una corruzione morale che non tarderà a colpirci. Mentre Alberto Gonzales - l'ideologo della tortura "sistematica" come "tattica" da utilizzare nella "guerra al terrorismo" - assume l'incarico di ministro della difesa in questa amministrazione folle di guerra, gli USA stanno considerando l'ipotesi di addestrare "squadroni della morte" in Iraq simili a quelli che imperversavano in America Centrale durante gli anni '80. L'insabbiamento dell'assassinio di Zaydun e' emblematico della nostra discesa nella barbarie. Questa e' una delle lezioni di questo caso.

Giustizia, libertà, democrazia - tutte le ampollose nozioni che animano i politicanti che tirano le fila dell'amministrazione sono solo rumori che si passano gli uni gli altri. E che - per Zeyad e gli altri iracheni che hanno preso per buona la propaganda USA - e' la lezione più amara di tutte.

"Non sono a favore della pace", ha scritto recentemente un prominente "ideologo" del Cato Institute, "sono a favore degli altri". Questo isterico neo-con si riferiva, tra gli altri, ad Antiwar.com, ma il martirio di Zaydun e il successivo insabbiamento mostrano con chiarezza a favore di chi dovrebbe essere ogni persona decente per ciò che concerne l'Iraq - e cioè dalla parte di Zaydun, della sua famiglia e anche di Zeyad, il blogger filo-americano che ha portato alla luce la vergogna dell'America.

E, mentre gli squadroni della morte sono sguinzagliati in Iraq, io so da che parte stare. Voi?