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  1. #1
    Fieramente Leghista
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    Verona - Padania, la città di Flavio Tosi, la città antigiacobina della Pasque Veronesi
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    Predefinito la meravigliosa società libertaria e multietnica che avanza

    dall'Arena di Verona:

    Via Leoni, il buio alleato dei ladri
    Commercianti preoccupati dopo una vera e propria raffica di furti notturni

    Pare che non abbiano intenzione di fermarsi fino a quando non avranno fatto visita all’ultimo negozio. E così il clima che in questi giorni si respira tra gli esercenti di via Leoni è di allerta: da qualche mese infatti, con precisione quasi sistematica, alcuni ladri si sono intrufolati sia nei bar che nei negozi della via, nella maggior parte dei casi riuscendo a forzare le serrature e ad entrare: e traendone in qualche caso anche un bottino decisamente consistente. «Da noi sono venuti nella notte tra il 5 e il 6 gennaio e, considerati anche i danni, non abbiamo perso meno di 10.000 euro», racconta Gabriele Curato, titolare del negozio di calzature Kammi, dove la mattina dell’Epifania si presentava uno spettacolo davvero poco festoso: la porta centrale d’ingresso con il vetro infranto e all’interno molta merce sottosopra, sparite tutte le cinture di maggior valore, sparita la cassa nella quale c’era l’incasso del giorno (circa 3.000 euro) e varie calzature. «Quella sera tutte le coincidenze mi sono state avverse», prosegue Curato. «Infatti io non stavo bene, per cui ha chiuso una ragazza, che non era capace di attivare l’antifurto e di tirare già la serranda, pensavo di passare io più tardi. E invece non ce l’ho fatta. La mattina dopo questo è stato il risultato».
    Adesso da Kammi nessuno si scorda più di abbassare la saracinesca a protezione del vetro: soprattutto da quando, meno di dieci giorni fa, lo stesso episodio di furto è accaduto nel negozio a fianco, quello di Graziella Basevi.
    «Il furto è avvenuto giovedì mattina verso le 5», racconta la Basevi. «Hanno portato via la cassa con quello che conteneva e vari articoli di abbigliamento. Ma la cassa ce l’ha riportata poco dopo la polizia che l’ha trovata abbandonata in un sacchetto per le immondizie: evidentemente i ladri avranno visto che arrivava la polizia e saranno scappati abbandonandola». Inoltre Basevi e le dipendenti che lavorano al suo fianco hanno notato che sono stati rubati non i vestiti più a portata di mano, come si potrebbe immaginare pensando che i ladri avessero fretta e poco tempo da perdere: viceversa pare che abbiano scelto con cura che cosa prendere, per esempio giubbotti e parecchi calzoni rossi, scartando poi della stessa pila di jeans quelli di colore o forma diversa: insomma, come davvero stessero scegliendosi i capi preferiti.
    «Per entrare hanno usato un enorme sasso che abbiamo ancora qui», spiega la Basevi, mostrando una grossa pietra, che lei ha notato essere sporca di calce, come se venisse a un cantiere. «E poi, al di là del furto, la cosa brutta è che adesso, forse anche perché pare che questi ladri fossero già stati qui da noi e avessero visto che cosa c’era di interessante da portare via, lavoriamo con un po’ di ansia e di diffidenza: nostro malgrado, dato che verso il cliente l’atteggiamento del commerciante è per natura di accoglienza; ma ora viene spontaneo di stare un po’ sul chi va là».
    Da Basevi come da quasi tutti gli altri negozianti arriva poi all’amministrazione la richiesta di una migliore illuminazione notturna della via.
    «Da me sono venuti circa un mese e mezzo fa», racconta Gianluca Molone, titolare del Caffé Porta Leona. «Ormai sono entrati dappertutto: adesso la gelateria è chiusa, ma so che sono stati anche lì. Qui hanno tranciato la serratura: io me ne sono andato alle 21.30 e alle 23 è arrivato il ragazzo che doveva fare le pulizie, ha visto il disastro e mi ha chiamato, sono corso e abbiamo chiamato la polizia. Cassa aperta a martellate, si sono anche fatti da mangiare e hanno fumato lasciando le cicche nel lavandino. Quando è arrivata, la polizia ha detto che dal tipo di scasso dovevano essere stati dei rumeni. Manca l’illuminazione, qui nel quartiere ci sono dei carabinieri che fanno anche gli straordinari per sorvegliare: a loro non si può proprio fare che un elogio, ma questa zona è lasciata al buio e per questo attira i ladri».
    «Da noi hanno tentato di entrare nella notte tra il 25 e il 26, ma non ci sono riusciti: abbiamo trovato la porta con un tentativo di scasso e abbiamo denunciato l’accaduto alla polizia», spiega Marta Barbi di Carrera, che mostra il verbale della denuncia. «E da allora ci siamo muniti di questo enorme lucchetto e di questa catena gigante». Sulla porta del negozio di Carrera è anche comparso da qualche giorno un cartello che spiega «Il negozio è protetto da videosorveglianza a circuito chiuso 24 ore su 24». Più esplicito di così?
    «Che dire, adesso tocca a me? Spero di no, ma se non si capisce che la città merita un po’ più di sorveglianza, questa via è destinata ad essere battuta davvero a tappeto dai ladri», commenta Mauro Corbioli, titolare del Caffè Leoni. Da lui i ladri ancora non sono stati. «Il bar è dotato di un sistema di allarme e spero che questo sia sufficiente, ma su questo tratto di strada c’è molto buio, sarebbe davvero necessario un intervento per una maggiore illuminazione».
    «Noi siamo stati tra i primi a rischiare una visita: ancora ad agosto, spero che la cosa non si debba ripetere più», aggiunge Francesca Dall’O’, del negozio di abbigliamento 11 via Leoni, dove in estate appunto i ladri avevano tentato di scardinare la porta. Per fortuna senza farcela: il negozio oggi è ovviamente protetto da un sistema di allarme, come ormai tutti quelli della via. Solo che anche così qui gli esercenti non si sentono più sicuri.

  2. #2
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    Predefinito Re: la meravigliosa società libertaria e multietnica che avanza

    Originally posted by halexandra
    dall'Arena di Verona:

    Via Leoni, il buio alleato dei ladri
    Commercianti preoccupati dopo una vera e propria raffica di furti notturni

    Pare che non abbiano intenzione di fermarsi fino a quando non avranno fatto visita all’ultimo negozio. E così il clima che in questi giorni si respira tra gli esercenti di via Leoni è di allerta: da qualche mese infatti, con precisione quasi sistematica, alcuni ladri si sono intrufolati sia nei bar che nei negozi della via, nella maggior parte dei casi riuscendo a forzare le serrature e ad entrare: e traendone in qualche caso anche un bottino decisamente consistente. «Da noi sono venuti nella notte tra il 5 e il 6 gennaio e, considerati anche i danni, non abbiamo perso meno di 10.000 euro», racconta Gabriele Curato, titolare del negozio di calzature Kammi, dove la mattina dell’Epifania si presentava uno spettacolo davvero poco festoso: la porta centrale d’ingresso con il vetro infranto e all’interno molta merce sottosopra, sparite tutte le cinture di maggior valore, sparita la cassa nella quale c’era l’incasso del giorno (circa 3.000 euro) e varie calzature. «Quella sera tutte le coincidenze mi sono state avverse», prosegue Curato. «Infatti io non stavo bene, per cui ha chiuso una ragazza, che non era capace di attivare l’antifurto e di tirare già la serranda, pensavo di passare io più tardi. E invece non ce l’ho fatta. La mattina dopo questo è stato il risultato».
    Adesso da Kammi nessuno si scorda più di abbassare la saracinesca a protezione del vetro: soprattutto da quando, meno di dieci giorni fa, lo stesso episodio di furto è accaduto nel negozio a fianco, quello di Graziella Basevi.
    «Il furto è avvenuto giovedì mattina verso le 5», racconta la Basevi. «Hanno portato via la cassa con quello che conteneva e vari articoli di abbigliamento. Ma la cassa ce l’ha riportata poco dopo la polizia che l’ha trovata abbandonata in un sacchetto per le immondizie: evidentemente i ladri avranno visto che arrivava la polizia e saranno scappati abbandonandola». Inoltre Basevi e le dipendenti che lavorano al suo fianco hanno notato che sono stati rubati non i vestiti più a portata di mano, come si potrebbe immaginare pensando che i ladri avessero fretta e poco tempo da perdere: viceversa pare che abbiano scelto con cura che cosa prendere, per esempio giubbotti e parecchi calzoni rossi, scartando poi della stessa pila di jeans quelli di colore o forma diversa: insomma, come davvero stessero scegliendosi i capi preferiti.
    «Per entrare hanno usato un enorme sasso che abbiamo ancora qui», spiega la Basevi, mostrando una grossa pietra, che lei ha notato essere sporca di calce, come se venisse a un cantiere. «E poi, al di là del furto, la cosa brutta è che adesso, forse anche perché pare che questi ladri fossero già stati qui da noi e avessero visto che cosa c’era di interessante da portare via, lavoriamo con un po’ di ansia e di diffidenza: nostro malgrado, dato che verso il cliente l’atteggiamento del commerciante è per natura di accoglienza; ma ora viene spontaneo di stare un po’ sul chi va là».
    Da Basevi come da quasi tutti gli altri negozianti arriva poi all’amministrazione la richiesta di una migliore illuminazione notturna della via.
    «Da me sono venuti circa un mese e mezzo fa», racconta Gianluca Molone, titolare del Caffé Porta Leona. «Ormai sono entrati dappertutto: adesso la gelateria è chiusa, ma so che sono stati anche lì. Qui hanno tranciato la serratura: io me ne sono andato alle 21.30 e alle 23 è arrivato il ragazzo che doveva fare le pulizie, ha visto il disastro e mi ha chiamato, sono corso e abbiamo chiamato la polizia. Cassa aperta a martellate, si sono anche fatti da mangiare e hanno fumato lasciando le cicche nel lavandino. Quando è arrivata, la polizia ha detto che dal tipo di scasso dovevano essere stati dei rumeni. Manca l’illuminazione, qui nel quartiere ci sono dei carabinieri che fanno anche gli straordinari per sorvegliare: a loro non si può proprio fare che un elogio, ma questa zona è lasciata al buio e per questo attira i ladri».
    «Da noi hanno tentato di entrare nella notte tra il 25 e il 26, ma non ci sono riusciti: abbiamo trovato la porta con un tentativo di scasso e abbiamo denunciato l’accaduto alla polizia», spiega Marta Barbi di Carrera, che mostra il verbale della denuncia. «E da allora ci siamo muniti di questo enorme lucchetto e di questa catena gigante». Sulla porta del negozio di Carrera è anche comparso da qualche giorno un cartello che spiega «Il negozio è protetto da videosorveglianza a circuito chiuso 24 ore su 24». Più esplicito di così?
    «Che dire, adesso tocca a me? Spero di no, ma se non si capisce che la città merita un po’ più di sorveglianza, questa via è destinata ad essere battuta davvero a tappeto dai ladri», commenta Mauro Corbioli, titolare del Caffè Leoni. Da lui i ladri ancora non sono stati. «Il bar è dotato di un sistema di allarme e spero che questo sia sufficiente, ma su questo tratto di strada c’è molto buio, sarebbe davvero necessario un intervento per una maggiore illuminazione».
    «Noi siamo stati tra i primi a rischiare una visita: ancora ad agosto, spero che la cosa non si debba ripetere più», aggiunge Francesca Dall’O’, del negozio di abbigliamento 11 via Leoni, dove in estate appunto i ladri avevano tentato di scardinare la porta. Per fortuna senza farcela: il negozio oggi è ovviamente protetto da un sistema di allarme, come ormai tutti quelli della via. Solo che anche così qui gli esercenti non si sentono più sicuri.
    Per la grande gioia dei libertari antileghisti travestiti da padanisti del forum verdolino..ricordati: globalizzazione è libertà o meglio..."Globalization Is Freedom"
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

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