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Discussione: Anarchia e Comunismo

  1. #51
    TORINO E' GRANATA
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    BOUGIA NEN autentico, cioè come per l'Esercito Piemontese, io NON ARRETRO MAI !!
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    In origine postato da vlad84
    come è ESATTAMENTE OGGI....
    nulla è cambiato nel mondo.....

  2. #52
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    Ecco un individuo di aspetto molto decente che gli si avvicina. Ah è il signor Succhiasangue, quel fallito che un'eredità ha testè salvato dalla miseria. Appressiamoci, e sentiamo un po' di che si tratta.
    Succhiasangue: Ehi bravuomo, siete disposto ad Impiegarvi?
    Crepafame: Pronto al vostro servizio signore.
    Succhiasangue: Che prezzo volete per la vostra giornata?
    Crepafame: Cinque franchi, signore.
    Succhiasangue: troppo, caro mio, ve ne offro tre.

    * Questo scritto di Cafiero figura in apertura del primo quaderno De omnlbus rebus col titolo e Capitolo secondo. Lavoro e capitale ~ e con la seguente nota: t Vedi il Capitale di Carlo Marx, brevemente compendiato do Carlo Cafiero: questo capitolo ne è un riassunto ~, Cafiero si proponeva dunque con questo scritto dì volgarizzare il Compendio in una forma ancora più accessibile, grazie a dialoghi, scenette etc. Il manoscritto, dopo la parte qui riportata, si spezza in una serie di rimandi al Compendio e brevi appunti, dai quali si desume che l'autore si proponeva di parlare nel secondo atto del < dramma > della divisione del lavoro e nel terzo delle mac-chine e della grande industria.


    Crepafame: Ma, signore, come si fa a vivere con tre franchi al giorno?
    Succhiasangue: Potete vivere perfettamente. Il prezzo che vi offro è proprio quanto ci vuole per mantener voi e la vostra famiglia; questo è oggi l'esatto prezzo della forza di lavoro che voi mi vendete, e voi non potete pretendere per la vostra merce più di quanto essa vale, più di quanto dimandano gli altri. Io del resto, non sono uso a stiracchia-re per defraudare la mercede all'operaio. Se volete venire per tre franchi è bene, altrimenti mi provvederò altrove.
    Crepafame: Ma, signore, osservate che col mio lavoro io vi produrrò più di cinque franchi al giorno.
    Succhiasangue: Ah! eccoci alle solite storie. Voialtri operai volete sempre immischiarvi nei fatti che non vi ri-guardano, nelle cose che non capite punto. Che diritto avete voi di venire a vedere che uso farò io della vostra forza di lavoro? Voi mi vendete la vostra merce, io ve la pago al suo giusto prezzo, e non avrò il diritto di farne l'uso che mi pare? Viene forse il droghiere a vedere che uso farò io dello zucchero e del pepe che ho comprato nella sua bottega? Si, si, io lucrerò sull'uso della vostra forza di lavoro; ma quando vi lucrassi un milione voi non avreste niente a vederci. Oh bella! Ma credete ch'io voglia impie-garvi pei vostri begli occhi? Certamente che profitterò sull'uso della merce che compro da voi; è per questo appunto che voglio comprarla. Si sa che la forza di lavoro rende più di quanto costa; ed è appunto per ciò che il capitalista la cerca e che voi trovate il vostro posto nell'armonia degli interessi... Via chè vado io perdendo il tempo per spiegare a voi queste cose?... Se accettate bene, se no, cerco un altro.
    Crepafame: Si , accetto, signore. Ditemi dove devo recarmi e sono al vostro servizio.
    Succhiasangue: Bene, seguitemi.
    ((L'uomo del denaro prende la precedenza, e, in qualità di capitalista, comincia per il primo; il possessore della forza di lavoro gli tiene dietro come lavoratore che gli appartiene: quegli, dallo sguardo furbo e dall'aspetto altero ed affaccendato; questi, timido, esitante, restio, come chi, avendo portato la propria pelle al mercato, non può aspet-tarsi ormai che una sola cosa: essere conciato~. (2)

  3. #53
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    Alemaggia non postare certe cose, che mi viene da spaccare il monitor
    We place no reliance
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  4. #54
    Bestia in via d'estinzione...
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    "Molti canti ho sentito nella mia terra natìa, canti di gioia e di dolor. Ma uno mi s' è inciso a fondo nella memoria ed è il canto del comune lavorator"...spettrale residuo di quegli estatici giorni rivoluzionari!
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    Predefinito

    In origine postato da alemaggia
    Ecco un individuo di aspetto molto decente che gli si avvicina. Ah è il signor Succhiasangue, quel fallito che un'eredità ha testè salvato dalla miseria. Appressiamoci, e sentiamo un po' di che si tratta.
    Succhiasangue: Ehi bravuomo, siete disposto ad Impiegarvi?
    Crepafame: Pronto al vostro servizio signore.
    Succhiasangue: Che prezzo volete per la vostra giornata?
    Crepafame: Cinque franchi, signore.
    Succhiasangue: troppo, caro mio, ve ne offro tre.

    * Questo scritto di Cafiero figura in apertura del primo quaderno De omnlbus rebus col titolo e Capitolo secondo. Lavoro e capitale ~ e con la seguente nota: t Vedi il Capitale di Carlo Marx, brevemente compendiato do Carlo Cafiero: questo capitolo ne è un riassunto ~, Cafiero si proponeva dunque con questo scritto dì volgarizzare il Compendio in una forma ancora più accessibile, grazie a dialoghi, scenette etc. Il manoscritto, dopo la parte qui riportata, si spezza in una serie di rimandi al Compendio e brevi appunti, dai quali si desume che l'autore si proponeva di parlare nel secondo atto del < dramma > della divisione del lavoro e nel terzo delle mac-chine e della grande industria.


    Crepafame: Ma, signore, come si fa a vivere con tre franchi al giorno?
    Succhiasangue: Potete vivere perfettamente. Il prezzo che vi offro è proprio quanto ci vuole per mantener voi e la vostra famiglia; questo è oggi l'esatto prezzo della forza di lavoro che voi mi vendete, e voi non potete pretendere per la vostra merce più di quanto essa vale, più di quanto dimandano gli altri. Io del resto, non sono uso a stiracchia-re per defraudare la mercede all'operaio. Se volete venire per tre franchi è bene, altrimenti mi provvederò altrove.
    Crepafame: Ma, signore, osservate che col mio lavoro io vi produrrò più di cinque franchi al giorno.
    Succhiasangue: Ah! eccoci alle solite storie. Voialtri operai volete sempre immischiarvi nei fatti che non vi ri-guardano, nelle cose che non capite punto. Che diritto avete voi di venire a vedere che uso farò io della vostra forza di lavoro? Voi mi vendete la vostra merce, io ve la pago al suo giusto prezzo, e non avrò il diritto di farne l'uso che mi pare? Viene forse il droghiere a vedere che uso farò io dello zucchero e del pepe che ho comprato nella sua bottega? Si, si, io lucrerò sull'uso della vostra forza di lavoro; ma quando vi lucrassi un milione voi non avreste niente a vederci. Oh bella! Ma credete ch'io voglia impie-garvi pei vostri begli occhi? Certamente che profitterò sull'uso della merce che compro da voi; è per questo appunto che voglio comprarla. Si sa che la forza di lavoro rende più di quanto costa; ed è appunto per ciò che il capitalista la cerca e che voi trovate il vostro posto nell'armonia degli interessi... Via chè vado io perdendo il tempo per spiegare a voi queste cose?... Se accettate bene, se no, cerco un altro.
    Crepafame: Si , accetto, signore. Ditemi dove devo recarmi e sono al vostro servizio.
    Succhiasangue: Bene, seguitemi.
    ((L'uomo del denaro prende la precedenza, e, in qualità di capitalista, comincia per il primo; il possessore della forza di lavoro gli tiene dietro come lavoratore che gli appartiene: quegli, dallo sguardo furbo e dall'aspetto altero ed affaccendato; questi, timido, esitante, restio, come chi, avendo portato la propria pelle al mercato, non può aspet-tarsi ormai che una sola cosa: essere conciato~. (2)
    Molto bello...triste, ma vero...

  5. #55
    Edge of a straight razor.
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    "E mi viene da pensare che la lotta col padrone
    è una lotta tra l'amore e l'egoismo,
    è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
    ed il popolo che vuole l'altruismo"

    Pierangelo Bertoli - Rosso Colore.

  6. #56
    Bestia in via d'estinzione...
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    "Molti canti ho sentito nella mia terra natìa, canti di gioia e di dolor. Ma uno mi s' è inciso a fondo nella memoria ed è il canto del comune lavorator"...spettrale residuo di quegli estatici giorni rivoluzionari!
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    In origine postato da Max72
    "E mi viene da pensare che la lotta col padrone
    è una lotta tra l'amore e l'egoismo,
    è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
    ed il popolo che vuole l'altruismo"

    Pierangelo Bertoli - Rosso Colore.
    Molto bello, anche questa....

  7. #57
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    Predefinito kropotkin

    La conquista del pane

    Per Kropotkin l'obiettivo di ogni società dovrebbe essere quello di

    "produrre la maggior quantità di beni necessari per il benessere di tutti con il minor spreco possibile di energia umana".

    Raggiunti determinati livelli di consumo il benessere non viene accresciuto da un ulteriore incremento dei consumi. Per diffondere il benessere, ben più importante è ridurre lo sforzo umano indirizzato alla produzione.
    Kropotkin si chiede:

    "Quante ore al giorno deve lavorare l'individuo per produrre una quantità sufficiente di nutrimento, una casa confortevole, e indumenti necessari per la sua famiglia? Questo domanda ha occupato le menti dei Socialisti ed essi, per lo più, sono giunti alla conclusione che quattro o cinque ore al giorno di lavoro sarebbero sufficienti, a condizione, questo sia ben chiaro, che tutti lavorino. Alla fine del secolo scorso [1700], Benjamin Franklin fissò quel limite a cinque ore al giorno; e se il bisogno di comodità è adesso più grande, la capacità produttiva è anch'essa aumentata, e di gran lunga più rapidamente".
    [1906, Piotr Kropotkin]

    Per questo, se uniamo a questa accresciuta produttività il fatto che

    "molti, nelle nazioni cosiddette civilizzate, non producono nulla, che molti sono impiegati in attività nocive, destinate a scomparire; e infine che molti sono soltanto inutili intermediari, ci rendiamo conto che in ogni nazione il numero di coloro che producono realmente potrebbe essere raddoppiato. E se, invece di dieci persone, venti fossero occupate nella produzione di beni utili, e se la società tutta si preoccupasse di economizzare l'energia umana, gli individui potrebbero lavorare cinque ore al giorno senza una diminuzione della quantità prodotta". [1906, Piotr Kropotkin]

    E se poi si riducessero anche i consumi superflui e il parassitismo della amministrazione statale

    "il lavoro potrebbe essere ridotto a quattro o persino tre ore al giorno, pur producendo tutti i beni che sono ora prodotti." [1906, Piotr Kropotkin]

    Tutto questo discorso sul tempo di lavoro ha chiaramente delle strette connessioni con il problema della divisione del lavoro.
    Infatti, come afferma Kropotkin,

    "quando un individuo è legato a una macchina, la sua salute viene presto compromessa e la sua intelligenza soffocata; ma quando un individuo ha la possibilità di variare attività, e specialmente di alternare lavoro manuale con lavoro intellettuale, egli può rimanere attivo senza fatica, e anche con una certa soddisfazione, per dieci o dodici ore al giorno. Di conseguenza, l'individuo che ha effettuato quelle quattro o cinque ore di lavoro manuale che sono necessarie per la sua esistenza, avrà davanti a lui cinque o sei ore che sarà libero di occupare secondo le sue inclinazioni". [1906, Piotr Kropotkin]

    Quindi, una notevole riduzione della giornata lavorativa rappresenta uno dei prerequisiti per portare a soluzione il problema della divisione manuale/intellettuale.
    Kropotkin concepisce una società in cui tutti diventano produttori, tutti ricevono una educazione che permette loro di coltivare le arti e le scienze e tutti godono del tempo libero per svolgere una varietà di attività.
    Adesso accade invece che coloro che svolgono attività intellettuali

    "disprezzano il lavoro manuale, che viene davvero svolto in condizioni penose; ma una comunità che offre in abbondanza a tutti i suoi membri una educazione filosofica e scientifica, saprebbe come organizzare il lavoro manuale in maniera tale che sarebbe il vanto dell'umanità". [1906, Piotr Kropotkin]

    Kropotkin coglie poi, con decenni di anticipo sui teorici delle 'risorse umane" il fatto che un lavoratore soddisfatto produce di più e meglio di una persona scontenta del suo lavoro e della sua vita.

    "Il benessere - vale a dire la soddisfazione dei bisogni fisici, artistici e morali, è stato sempre il più potente stimolo per il lavoro. E dove un avventizio a stento riesce a produrre con difficoltà il minimo necessario, un lavoratore libero che si accorge che le comodità e il lusso si accrescono per lui e per gli altri in rapporto diretto con i loro sforzi, impiega infinitamente più energia e intelligenza, e ottiene prodotti di prima classe in più grande abbondanza". [1906, Piotr Kropotkin]


    Campi, fabbriche e officine

    Uno degli aspetti centrali del pensiero di Kropotkin quale è svolto in uno dei suoi testi più famoso ("Fields, Factories and Workshops") è quello della integrazione tra realtà separate: produttore-consumatore, città-campagna, agricoltura-industria, manuale-intellettuale.

    "Noi sosteniamo l'integrazione e affermiamo che l'ideale di società ... è una società di lavoro integrato combinato. Una società in cui ogni individuo è un produttore di lavoro manuale e intellettuale, e in cui ogni lavoratore è attivo sia nell'agricoltura che nell'industria; in cui ogni insieme di individui, grande abbastanza da disporre di una certa varietà di risorse naturali ... produce e consuma in maniera autosufficiente la maggior parte dei propri prodotti agricoli e manifatturieri". [1913, Piotr Kropotkin]

    L'ideale di Kropotkin è quello di una infinita molteplicità di unità sociali produttive autosufficienti ma al tempo stesso aperte nei confronti l'una dell'altra. Tutto ciò non è da confondersi con protezionismo o autarchia. L'obiettivo essenziale è per ogni regione di

    "fare affidamento soprattutto sulla produzione locale per quanto riguarda le necessità di base della vita. Non di ridurre il commercio mondiale: questo può anche crescere in quantità; ma limitarlo allo scambio di ciò che deve realmente essere scambiato, e, al tempo stesso, accrescere notevolmente gli scambi di novità, prodotti locali o arte nazionale, nuove scoperte e invenzioni, conoscenze e idee". [1913, Piotr Kropotkin]

    In queste unità sociali viene superata la divisione fra industria e agricoltura e l'attività nell'una è di aiuto e di progresso per l'attività dell'altra. Anche in questo caso non bisogna offrire immagine false e distorte del bel tempo andato. Infatti

    "sarebbe un grande errore immaginare che l'industria dovrebbe ritornare allo stadio del lavoro fatto a mano perché sia associata all'agricoltura. In qualsiasi caso si possa ottenere un risparmio di lavoro umano attraverso l'introduzione di un macchinario, la macchina è la benvenuta e sarà introdotta". [1913, Piotr Kropotkin]

    L'agricoltura si avvantaggerà della stretta associazione con l'industria. Infatti

    "l'agricoltura non può svilupparsi senza l'aiuto di macchinari, e l'utilizzo di un macchinario avanzato non può essere generalizzato senza la presenza di un ambiente industriale: senza una officina meccanica facilmente accessibile al coltivatore, l'uso di macchine agricole non è possibile". [1913, Piotr Kropotkin]

    Kropotkin concepisce la nuova società come formata da un insieme di unità produttive disseminate sul territorio, in cui ogni uomo e ogni donna impiega parte del tempo della propria esistenza all'aria aperta, nei campi, svolgendo un lavoro manuale che contribuirà inoltre a migliorare la sua salute.
    Assieme al superamento della divisione tra lavoro agricolo e lavoro industriale, Kropotkin affronta anche il tema specifico della divisione manuale/intellettuale.
    Si parte anche qui dalla critica di questa frattura.

    "Il lavoratore, il cui compito è stato specializzato dalla permanente divisione del lavoro, ha perso l'interesse intellettuale nel suo lavoro; e questo avviene soprattutto nelle grandi industrie: egli ha perso le sue capacità creative". [1913, Piotr Kropotkin]

    A questa situazione, afferma Kropotkin, cioè

    "alla divisione della società tra lavoratori intellettuali e lavoratori manuali, noi opponiamo la combinazione di entrambi questi tipi di attività: e al posto della 'educazione tecnica', che significa il mantenimento della presente divisione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, noi siamo a favore della 'educazione integrale' che significa la scomparsa di questa divisione dannosa". [1913, Piotr Kropotkin]

    Kropotkin è forse colui che, con maggior chiarezza e esaustività ha trattato il tema della divisione del lavoro in tutte le sue sfaccettature e ha presentato le ragioni, personali e sociali, per il suo superamento.
    Sempre attuale rimane dunque l'esortazione rivolta ad ogni lavoratore intellettuale,

    "chiunque esso sia - scienziato o artista, medico o chirurgo, chimico o sociologo, storico o poeta - [che] egli ne guadagnerebbe dal passare una parte della sua vita nell'industria o in campagna (o meglio nell'industria e in campagna), a contatto con una diversa umanità nella sua giornata lavorativa, avendo la soddisfazione di compiere il suo dovere come un produttore di ricchezza senza privilegio alcuno". [1913, Piotr Kropotkin]

  8. #58
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    Nestor Makhno (27 Ottobre 1889 - 25 Luglio 1934) è un rivoluzionario russo.

    Nato a Gulay Polie in Ucraina centrale da una povera famiglia operaia partecipò giovanissimo alla rivoluzione del 1905. Passò in carcere a Mosca il periodo dal 1910 al Febbraio 1917. Fu l'ispiratore di un vastissimo movimento rivoluzionario contadino nell'Ucraina all'indomani della rivoluzione russa noto come Makhnovshchina. Infatti, a seguito della Rivoluzione russa l'Ucraina si trovò sotto occupazione degli austro-tedeschi e il soviet di Gulay Polie fu presto attaccato dalle truppe di invasione. Di qui la necessità di armare un movimento che difendesse le conquiste sociali del soviet di Gulay Polie, quali l'espropriazione della terra ai latifondisti, l'istruzione gratuita, e il sistema decisionale diretto dall'assemblea di tutti i cittadini, senza delegati di partito o commissari politici.

    Nonostante le difficoltà create dalla lotta contro le armate bianche, quelle nazionaliste e anche quelle bolsceviche i contadini ucraini ridistribuirono in modo egualitario la terra, costruirono soviet efficienti, iniziarono la costruzione del socialismo libertario e questo senza alcun condizionamento, spontaneamente e senza sentire la necessità di un partito guida. Il carattere squisitamente libertario del movimento e lo spirito egualitario ed antiautoritario non potevano che scontrarsi con i metodi ed i progetti dei bolscevichi che piegarono il movimento dopo lunghi sforzi, nel 1921 con una spedizione diretta da Mikhail Frunze. Makhno morirà esule a Parigi dove era riparato nel 1926. Il suo corpo fu sepolto a Pere Lachaise assieme a quello di Volin, suo compagno anarchico fin dai tempi della prigionia moscovita, dove tuttora riposa.

  9. #59
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    Predefinito In realtà l'anrchismo confina col liberalismo

    Nelle miscele ideologiche di questo nuovo secolo il pensiero liberale finisce spesso per avvicinarsi alle correnti anarchiche.La critica all'invadenza dello Stato, l'invocazione di uno "Stato minimo" come quello descritto da un antistatalista Robert Nozick spesso finisce per assomigliare più al ripudio anarchico dello Stato che non all'istinto conservatore di certi filoni del liberalismo moderato. Alcune correnti del liberalismo sognano del resto non tanto uno "Stato minimo", ma una società in cui il ruolo dello Stato sia ridotto fino ad annullarsi. Naturalmente il pensiero anarchico tradizionale rifiuta l'idea che il meno Stato debba implicare, come auspicano i liberisti, più mercato. E Bakunin,Costa e Malatesta e tutti i rappresentanti dell'anarchismo egualitario inorridirebbero di fronte all'idea che, come sostengono i liberisti,non esiste libertà senza libertà economica.però la storia del fascino esercitato dall'anarchia (finora inclusa nella tradizione di sinistra)sulle correnti più radicali del liberalismo (considerato di destra)dimostra come le categorie di destra e sinistra appaiano sempre più usurate. In America esiste una corrente di pensiero, quella dei "libertarians" che si autodefinisce seguace di una linea anarcocapitalista.
    All'origine ci sono le teorie di Rothbard, l'allievo di Ludwig von Mises e Friederich Von Hayek, che radicalizza la lezione liberista dei maestri e propone l'abolizione della presenza dello Stato non solo nell'economia, non solo nei campi dove vengono erogati i servizi essenziali, come la sanità e la scuola ma anche nelle funzioni dove lo Stato esercita il "monopolio della violenza".Gli anarcocapitalisti propongono infatti di , rimuovere la presenza dello Stato,privatizzando,dalle prigioni, dall'esercito e dai tribunali.Si tratta in pratica di una prospettiva di abolizione dello Stato che si avvicina al concetto anarchico portando alle estreme conseguenze il (discutibile) slogan di Margaret Tatcher: "non esiste la società esistono solo gli individui".

  10. #60
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    Predefinito Re: In realtà l'anrchismo confina col liberalismo

    In origine postato da c@scista
    Gli anarcocapitalisti propongono infatti di , rimuovere la presenza dello Stato,privatizzando,dalle prigioni, dall'esercito e dai tribunali.Si tratta in pratica di una prospettiva di abolizione dello Stato che si avvicina al concetto anarchico
    Non si avvicina assolutamente al concetto anarchico! Per quei cosiddetti anarcocapitalisti la funzione coercitiva dello stato sarebbe sostituita da quella privata dei capitalisti i quali possiedono e/o controllano, come gruppo (o classe), i mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza.

    portando alle estreme conseguenze il (discutibile) slogan di Margaret Tatcher: "non esiste la società esistono solo gli individui".
    Discutibile per non dire assurdo. Quella vecchia rincoglionita forse ignora che le civiltà si sono sempre basate e sempre si baseranno sulla cooperazione tra gli individui e quindi sul collettivo.

 

 
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