Il miliardario Boris Berezovski ha deciso: andrà a vivere in Ucraina (1). La cosa può parere strana, visto che l’oligarca Berezovski abita attualmente a Londra dove gode dell’asilo politico, oppure in Israele, sua vera patria, che gli ha subito concesso il passaporto. “Ma voglio vivere in un ambiente più vicino a quello in cui sono cresciuto”, ha dichiarato. Perseguito dalla giustizia russa per frodi, malversazioni e abuso di potere commessi quando era intimo della “famiglia” di Eltsin e grande beneficiario delle privatizzazioni post-sovietiche, Berezovski è ritenuto uno dei capi della mafia russo-giudaica.
Con un elemento più inquietante: quando era all’apice del potere a Mosca l’oligarca aveva come guardie del corpo dei criminali ceceni, e il capo di queste “guardie” era Mashkadov, il superterrorista che ha rivendicato la strage alla scuola di Beslan. Come si ricorderà, Putin accusò come mandanti del terrorismo ceceno gli interessi petroliferi anglo-americani. A Mosca gli agenti del vecchio Kgb (oggi FSB) danno per scontato che Mashkadov sia al soldo di quegli interessi.
L’arrivo di Berezovski nell’Ucraina “liberata” dai finanziamenti Usa prelude quindi a nuove manovre e giochi sporchi contro Mosca? E’ più che probabile.

Tutto sembra parte della guerra segreta contro Putin, il cui scopo è sottrargli la ricchezza petrolifera. A questo scopo, ai tempi belli della “famiglia” Eltsin, quando la corruzione poteva tutto, i Rotschild di Londra prestarono a un altro oligarca, Mikhail Khodorkovski (ebreo anche lui) i pochi milioni di dollari con cui comprò la Yukos, la massima impresa petrolifera privatizzata, che di dollari ne vale 19 miliardi. Putin è riuscito a strappare questa ricchezza nazionale alla rete anglo-americana, ossia al “mercato”. E la settimana scorsa s’è fatto prestare dalla Cina (e non dai “mercati occidentali”) 6 miliardi di dollari per finanziare la società di facciata (la Rosneft) che ha comprato la parte migliore della Yukos.
Pagherà con la fornitura di petrolio, di cui la Cina (che ne consuma 6,4 milioni di barili al giorno) ha bisogno; soprattutto, ha bisogno di un flusso sicuro di greggio, al riparo dalle manovre, dai veti e dagli embargo occidentali. Si tratta di un accordo storico, che la finanza di Wall Street ha giudicato un atto ostile.Peggio: Putin, mentre accetta soldi dai cinesi, ha gentilmente rifiutato un finanziamento della Banca Mondiale che il presidente stesso della Banca, Wolfensohn (ebreo, occorre dirlo?) era andato ad offrirgli a Mosca (2).

Il capo del Cremlino ha detto che terrà presente le offerte per finanziamenti di opere sociali e infrastrutture. Ma “oggi non abbiamo bisogno di un così grande sostegno finanziario”. E’ ben nota la funzione della Banca Mondiale nel legare agli interessi finanziari anglo-americani i Paesi bisognosi, indebitandoli in modo che non possano mai restituire il debito.
Alla luce di questi fatti, l’arrivo di Berezovski a Kiev è un segnale di guerra contro Mosca. Criminale mafioso, favorito dai britannici e da Sharon, martire del “mercato” secondo Wall Street, manovratore dei “terroristi islamici” ceceni, Berezovski pone la sua base d’azione più vicina alla Russia.



di Maurizio Blondet


Note

1)“Le magnat russe Berezovski envisage de s’installer en Ukraine”, AFP, 29 gennaio 2005, ore 15:49
2)“Putin tells WB president Russia needs no support from international institutions”, Mosnews, 3 febbraio 2005, 17:14 ora di Mosca.