Il «caso» dimissioni
Il cardinale Re: sui media chiacchiericcio di cattivo gusto
«Non vi è alcuna autorità superiore al Papa. Dunque nessuno, al di fuori di Lui, può decidere se rinunciare a governare la Chiesa laddove ritenesse di farlo». Di fronte alla bagarre scoppiata in queste ore sui media circa eventuali dimissioni del Papa il giurista Giuseppe Dalla Torre, chiamato in causa dai giornalisti, ha riassunto così ieri il dettato del diritto canonico. «Di per sé - ha poi aggiunto - la difficoltà di comunicare attraverso la parola non esclude la possibilità di comunicare in maniera diversa». Interpellato da un'agenzia di stampa su questo medesimo chiacchiericcio circa eventuali dimissioni del Papa, il cardinale Giovan Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi, ha replicato: «Non rispondo» a questo genere di querelle mediatica. «Parlare di dimissioni a partire da un'influenza è di cattivo gusto». Da parte sua, in un'intervista a una radio colombiana il prefetto della Congregazione per il clero, cardinale Dario Castrillon Hoyos, ha spiegato che la questione di una rinuncia di Giovanni Paolo II non è all'ordine del giorno perché egli «ha saldamente nelle sue mani sperimentate e sante il timone della Chiesa e di tutte le grandi responsabilità che questo comporta, compresa la designazione dei nuovi vescovi». Dunque - ha aggiunto il porporato colombiano - ogni interrogativo «è superfluo. Il Santo Padre è pieno possesso di tutte le sue facoltà mentali»
Avvenire - 9 febbraio 2005