Tomaso Staiti di Cuddia: «L’ipotesidi veder circolare gli assassini dei fratelli Mattei, arsi vivi nel 1973 da tre attivisti ultracomunisti, non mi meraviglia. Il clima ideologico ha sempre minimizzato la violenza squadrista di sinistra... ma adesso ci si mette anche An che tira ingisutamente in ballo il ministro Castelli»



Gianluca Savoini




er qualcuno quegli anni erano “formidabili”. Si incendiavano le case di chi aveva la colpa di militare a destra, si sprangavano in dieci contro uno giovani ragazzi che rincasavano da scuola, si minacciavano con scritte truci sui muri i militanti anticomunisti. Nella speranza di trascinare il Paese in una nuova guerra civile, al termine della quale, sostenevano illustri ideologi “rossi”, avrebbe trionfato il “proletariato”.
La storia ha dimostrato con i fatti il tragico epilogo di quelle ideologie (non solo di sinistra, va aggiunto) che hanno insanguinato tutto il secolo scorso e che gettano ancora la loro luce sinistra su quello da poco iniziato.
L’ipotesi di poter vedere circolare liberi per le vie di Roma o di qualsiasi altra città gli assassini dei fratelli Mattei, arsi vivi nel 1973 in casa loro grazie all’azione criminale di tre attivisti ultracomunisti, sta suscitando aspri dibattiti sulla “giustizia ingiusta”, proprio mentre la Lega Nord si prepara a sfilare a Verona, il prossimo 13 febbraio, contro l’incriminazione di alcuni militanti leghisti “colpevoli” di un reato d’opinione: quello di lottare (pacificamente, con volantini, manifesti e interventi pubblici) contro l’immigrazione clandestina.
Due pesi e due misure? Legnate giudiziarie ai leghisti che non sono macchiati di alcun atto violento e dolcetti (leggasi: prescrizione) a chi invece ha ucciso un ragazzo 22enne e un bambino di otto anni soltanto perché figli di un “fascista” (il segretario di una sezione missina romana)?
Ne parliamo con Tomaso Staiti di Cuddia, già parlamentare del Msi e nome assai noto della destra (anche se a lui questo termine non piace) milanese.
«Non mi meraviglia che i tre assassini dei fratelli Mattei abbiano potuto farla franca, fuggire all’estero e ora addirittura poter, volendolo, rientrare in ...


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