EUROPA: CARD. RUINI, NO ALL’"EMARGINAZIONE PRATICA" DEL CRISTIANESIMO, SI’ ALLA "LIBERTÀ" DI INTERVENIRE NELLE "QUESTIONI DI ETICA PUBBLICA"


Di fronte ad una tendenza all’"emarginazione pratica" del cristianesimo in atto nel nostro Continente, è "fondamentale mostrare che quella cristiana è un’alternativa credibile e vivibile, gratificante e liberante", anche attraverso la "libertà" di intervenire nelle questioni di "etica pubblica", in cui esiste "un ampio spazio di collaborazione e azione tra cattolici e laici". Lo ha detto il card. Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma e presidente della Cei, intervenendo oggi al XIII Convegno nazionale teologico-pastorale dell’Opera romana pellegrinaggi, in corso a Roma sul tema "Quale spazio per il cristianesimo nella nuova Europa?". "Molta parte dei conflitti che sorgono tra mondo laico e mondo cattolico – ha spiegato il cardinale – derivano dalla questione preliminare sulla possibilità o meno di parlare in materia morale. La Chiesa insiste sul legame intrinseco tra verità e libertà nelle questioni etiche, non solo personali ma di etica pubblica". La "sfida" delle biotecnologie, in particolare, "con la possibile riduzione dell’essere umano ad essere della natura, dunque manipolabile", rappresentano la "sfida decisiva del secolo appena iniziato", in un momento in cui "è diffuso il relativismo e lo scientismo naturalistico, grazie alla planetarizzazione del legame tra scienza, tecnologia e progresso". Di qui la centralità della "questione antropologica": "La società stessa – ha fatto notare Ruini – non può prescindere da una concezione dell’uomo, da una verità antropologica", pur nel "riconoscimento della più ampia libertà possibile" . Quanto allo spazio del cristianesimo dell’Europa di oggi, "senza vittimismi", ha sottolineato il presidente della Cei, "occorre prendere atto che esiste il pericolo che la libertà religiosa sia compromessa"

"Sono le minoranze motivate e convinte che orientano il cammino della maggioranza, e ciò vale anche per la fede", ha detto il card. Ruini, che intervenendo oggi al XIII Convegno nazionale teologico-pastorale dell’Opera Romana Pellegrinaggi si è soffermato sul "ruolo decisivo dei credenti" per il futuro dell’Europa. "Anche se in Italia i cattolici sono largamente la maggioranza, il cristianesimo vissuto è minoritario - ha ammesso Ruini – ma è proprio da coloro che lo vivono in profondità che può nascere una grande spinta", partendo dalla consapevolezza che alla "particolare vitalità" del cristianesimo italiano corrisponde una "particolare responsabilità" nell’assolvere il compito di "difendere per l’Europa il patrimonio religioso e culturale" del cristianesimo, come il Papa ha esortato i vescovi italiani a fare già più di dieci anni fa. "Il cristianesimo ha sempre avuto una valenza pubblica", ha osservato il cardinale soffermandosi sull’evoluzione storica, religiosa e culturale dell’Europa: "Il nostro Continente ha bisogno di recuperare le radici cristiane, non solo come coscienza del proprio passato ma come capacità di costruire il futuro". "Il terrorismo di matrice islamica –ha aggiunto il cardinale riferendosi all’impatto dell’11 settembre 2001 sull’opinione pubblica – oltre al dramma della tragedia ha provocato anche un risveglio cristiano dell’identità nel popolo e in una parte significativa della cultura laica. Un processo, questo, iniziato già prima dell’attentato alle Torri Gemelle, ma che ha acquistato una fisionomia più definita dopo lo ‘shoc’ dell’11 settembre". "E’ nell’indole profonda del relativismo – ha concluso il cardinale – la tendenza ad escludere la possibilità di posizioni pubbliche diverse da quelle imperanti, considerate incompatibili con la libertà. Al contrario, il nostro Continente avrà un futuro solo a partire da una ‘buona coscienza’ sia dei valori, sia delle convinzioni, sia della storia del cristianesimo", a partire dalle "radici profonde" che esso mantiene in Europa.

Agenzia Sir