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  1. #11
    Leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle nostre case
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    I Paleoconservatori

    Questo è il momento adatto per fare una breve digressione e dire qualche parola sui paleoconservatori, come sono stati definiti. Comunemente considerati gli eredi di Kirk e dei tradizionalisti, i paleoconservatori in realtà non sono d'accordo con quelli che Kirk definisce gli autentici principi conservatori. Non sono conservatori, quanto piuttosto reazionari o pseudo-radicali. Si può affermare con sicurezza che i paleocon disprezzano gran parte del moderno stile di vita americano e desidererebbero di superare in qualche modo gli attuali schemi del dibattito politico americano.
    I paleoconservatori sono rimasti praticamente sconosciuti al pubblico fino agli anni Novanta, quando Patrick Buchanan si è fatto campione di molte loro idee nel suo tentativo di dare nuova forma al partito repubblicano. L'obiettivo di Buchanan non era quello di restaurare un più antico ideale conservatore, bensì di avviare una riforma della destra. Nel 2000, ha mostrato chiaramente le sue intenzioni radicali uscendo dal partito repubblicano e presentandosi come candidato della Riforma. "Con questa campagna elettorale", ha dichiarato, "intendo ridefinire il significato della parola conservatore". Il conservatorismo à la Buchanan è, nel settore della politica economica, contro la liberalizzazione del commercio e contro la globalizzazione; in quello della politica sociale, contro l'immigrazione e per la protezione del diritto alla vita; in quello della politica estera, isolazionista. Tuttavia, nonostante le sue rigide posizioni sul diritto alla vita e i suoi frequenti richiami religiosi, Buchanan è stato rifiutato tanto dalla leadership quanto dalla base del conservatorismo religioso. Può anche avere dichiarato una "guerra religiosa" per il cuore e l'anima della nazione, ma i conservatori religiosi non lo hanno appoggiato. Nelle primarie repubblicane si sono schierati con il presidente Bush nel 1992 e con il senatore Robert Dole nel 1996, benché fosse ben noto che nessuno dei due appoggiava particolarmente l'agenda politica della destra religiosa. I mezzi di informazione in larga misura non si accorsero dell'importanza di queste alleanze, che danneggiarono notevolmente le prospettive elettorali di Buchanan. Il programma politico dei paleocon, a quanto sembra, è più idealista e donchisciottesco di quanto sembri a prima vista, e la destra religiosa è più borghese di quanto si creda comunemente.
    Lo stesso termine di paleoconservatori è fuorviante. A differenza dei tradizionalisti, i paleocon sostengono che siamo ormai irrevocabilmente tagliati fuori da una tradizione viva e sostenibile. A loro giudizio, i veleni della modernità hanno corroso gli antichi usi e costumi, e il progetto di conservazione elaborato dal conservatorismo non è altro che una scintillante illusione. Sono quindi partiti alla ricerca di nuovi dèi. Thomas Fleming, direttore della rivista paleocon Chronicles: A Magazine of American Culture, si è rivolto alla sociobiologia, alla teoria evolutiva e all'antropologia, modelli niente affatto tradizionali tra i conservatori. Paul Gottfried, altro autorevole teorico paleocon, ha cercato una soluzione nella filosofia di Carl Schmitt e in altre ideologie storiciste. Samuel Francis, editorialista politico di Chronicles, ha invocato una "opposizione radicale al regime". Nel frattempo, Gottfried, nel suo libro "The Search for Historical Meaning", ha parlato con simpatia di un ritorno agli "eroi spirituali che elevano la civiltà illuminando con la loro luce il terreno dell'essere". In un altro suo libro, "The Conservative Movement", Gottfried ha riassunto così la posizione dei paleocon: "Sollevano questioni che sia i neoconservatori sia la sinistra vorrebbero lasciare chiuse nell'armadio, come, ad esempio, quelle sull'opportunità dell'uguaglianza sociale e politica, sull'utilità della riflessione sui diritti umani e sulla base genetica dell'intelligenza. In tutti questi assalti ai sentimenti di pietà liberal e neoconservatori, i paleocon rivelano una passione iconoclasta che non ha quasi mai caratterizzato gli intellettuali della destra post-bellica. Il loro animo è ispirato più da Nietzsche che dal neo-tomismo; e, come Nietzsche, vanno in cerca di idoli democratici, guidati dal disprezzo nei confronti di tutto ciò che considerano indegno della vita umana".

    continua.......................................... .
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  2. #12
    Leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle nostre case
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    I Liberisti
    A differenza dei paleoconservatori e dei tradizionalisti, i liberisti si trovano perfettamente a loro agio nel mondo di oggi. Si fondano su John Locke, Adam Smith, John Stuart Mill, e pensatori sociali del XX secolo come Friedrich Hayek. Lo spirito dei liberisti non è né rivolto al passato né a un utopico futuro. E' progressista, e aspira ad un'estensione sempre maggiore della libertà economica e della scelta individuale. I liberisti si oppongono praticamente a ogni forma di regolamentazione, nel settore del mercato come nel campo della morale.
    Si può discutere sul fatto se il liberismo sia davvero una variante del pensiero conservatore. Hayek ha scritto un saggio per spiegare perché non era un conservatore, e Milton Friedman ha sempre ribadito di essere un liberal del XIX secolo, e non un conservatore. Ma ormai non ha più senso abbandonarsi a giochetti semantici e a polemiche su etichette e definizioni. Dagli anni Cinquanta ad oggi, il liberismo ha costituito una importante e influente (se non la più influente) corrente di pensiero della destra, che ha profondamente inciso sulla formazione della politica repubblicana e dell'ideologia conservatrice nel suo complesso.
    L'influenza del liberismo è evidente in modo particolare nell'opposizione conservatrice al Big Government. E qui l'importanza degli scritti di Hayek, soprattutto del suo bestseller del 1944 "The Road to Serfdom", è decisiva. Il libro fu scritto per rispondere all'ascesa dei totalitarismi nazista e sovietico, ma anche alla crescente popolarità della pianificazione economica e del pensiero socialista, che caratterizzava in quegli anni tutta l'Europa. Hayek suonava l'allarme: "Abbiamo gradualmente rinunciato a quella libertà negli affari economici senza la quale non è mai esistita, nel passato, la libertà personale e politica". Il suo obiettivo principale era il socialismo, ma le sue argomentazioni avevano portata più ampia. Nelle prefazioni scritte per questo libro nel 1956 e nel 1976, Hayek ha sostenuto che anche i Welfare States degli Usa e dell'Europa occidentale, in continua espansione, avrebbero necessariamente portato al tramonto della libertà. Lo stesso concetto di "benessere generale" era sospetto ad Hayek, e in "The Road to Serfdom" lo ha denunciato come una nuvola di fumo dietro alla quale marcia il totalitarismo.
    Anche i tradizionalisti considerano con molto scetticismo il moderno Welfare State. Ma è la forma meno romantica, più analitica e politicamente orientata della critica liberista che oggi domina nei think tank di Washington, come quelli del Cato Institute, dell'American Enterprise Institute e della Heritage Foundation. Predomina la loro preoccupazione per l'efficienza economica e la libertà individuale, e non il desiderio dei tradizionalisti di preservare lo spirito morale della vita di una cittadina. Nel 1994, Newt Gingrich è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati grazie soprattutto alla sua campagna liberista per tenere sotto controllo l'autorità regolamentativa del governo e le sue spese. E' stato il più grande trionfo politico del liberismo. Il preambolo del "Contratto con l'America" impegnava il partito repubblicano a porre "fine ad un governo che è troppo esteso, troppo intrusivo e troppo generoso con il denaro pubblico". Nel suo discorso inaugurale come presidente della Camera, Gingrich ha consigliato agli altri membri del Congresso di "imparare dal settore privato: dalla Ford, dalla Ibm, dalla Microsoft". Qui possiamo rintracciare una causa della storia d'amore tra i tradizionalisti e le nuove tecnologie: vorrebbero modernizzare il governo per mezzo della tecnologia informatica e promuovere la ricerca della felicità umana per mezzo della biotecnologia. (1. continua)
    Adam Wolfson
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    (traduzione di Aldo Piccato)
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  3. #13
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    Di carne al fuoco ne abbiamo già messa tanta... Penso che arrivare ad una sintesi debba anche significare fare una scelta, e se possibile tenderei ad evidenziare le DIFFERENZE tra conservatorismo e liberalismo.
    Come ben evidenziato nell'ultimo intervento di templares ALCUNI punti in comune non mancano, però...

  4. #14
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    In Origine postato da UgoDePayens
    Di carne al fuoco ne abbiamo già messa tanta... Penso che arrivare ad una sintesi debba anche significare fare una scelta, e se possibile tenderei ad evidenziare le DIFFERENZE tra conservatorismo e liberalismo.
    Come ben evidenziato nell'ultimo intervento di templares ALCUNI punti in comune non mancano, però...
    Ho cercato di fare un quadro del conservatorismo statunitense.
    Credo anch'io sia ora di chiudere il cerchio, il problema è che bisogna conoscere la linea degli altri, e finchè non si fanno vivi................
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  5. #15
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    In Origine postato da UgoDePayens
    Di carne al fuoco ne abbiamo già messa tanta... Penso che arrivare ad una sintesi debba anche significare fare una scelta, e se possibile tenderei ad evidenziare le DIFFERENZE tra conservatorismo e liberalismo.
    Come ben evidenziato nell'ultimo intervento di templares ALCUNI punti in comune non mancano, però...

    Le differenze sono molto ma molto rilevanti, già lo sono negli States figuriamoci in Italia.
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  6. #16
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    Eccomi

    Eccomi, pronto ad assumere la guida della prima commissione: rilevo con soddisfazione che templares ha già fornito un importante contributo al quale vorrei affiancarmi delineando un quadro generale dell'universo conservatore che intendiamo approfondire.

    Lo farò nel post successivo, prescindendo da documenti preesistenti ed elaborando una sintesi personale per poter essere il più chiaro possibile, a vantaggio di chi si imbattesse per la prima volta in questo nobile filone di pensiero.
    Comincia l'avventura...

  7. #17
    Leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle nostre case
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    Predefinito Re: Eccomi

    In Origine postato da Italianhawk83
    Eccomi, pronto ad assumere la guida della prima commissione: rilevo con soddisfazione che templares ha già fornito un importante contributo al quale vorrei affiancarmi delineando un quadro generale dell'universo conservatore che intendiamo approfondire.

    Lo farò nel post successivo, prescindendo da documenti preesistenti ed elaborando una sintesi personale per poter essere il più chiaro possibile, a vantaggio di chi si imbattesse per la prima volta in questo nobile filone di pensiero.
    Comincia l'avventura...

    Così mi piaci. Giorgio leggerò i tuoi interventi tra circa trenta minuti, spero di trovarti ancora in linea (adesso ho da fare).
    A dopo.
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  8. #18
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    Come e perchè nasco Conservatore

    Cari Amici,
    il titolo del mex mi sembra già sufficientemente significativo. Perchè? Perchè mi sono guardato bene dell'utilizzare la classica intestazione "come sono diventato un..." giacchè Conservatori si nasce e - perdonatemi la banalità citazionistica - io modestamente "LO NACQUI".

    Voglio affrancarmi da tediose e pedanti giaculatorie, cercherò pertanto di essere estremamente chiaro e diretto.

    Come "LO NACQUI"? Punto primo, per potersi accostare ad un filone di pensiero così trascurato (nella specificità del Belpaese) è assolutamente necessario che il "Sacro Fuoco" della politica bruci con ardore perlomeno doppio rispetto a coloro che - dai 14\15 anni - cominciano a proclamarsi fieramente "falciomartellati" o "fascistoni". E' evidente - e più che giusto - che quell'età non conosca quei complessi meccansimi politici che inducono alla ragionevolezza permettendo l'abbandono di posizioni velleitariamente radicali (magari ragionassero tutti così, piantandola di votare Rifondazione a 20 anni...).

    continua...

  9. #19
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    Come e perchè nasco Conservatore 2

    Quindi...o da una parte o dall'altra, possibilmente alla perfieria del corretto raziocinare: o rossi\rossissimi, filo-canna, pro-rivoluzione di quel proletariato ch'ei fu, "inkefiahti" dalla testa ai piedi (nb. forse l'80% dei giovani "pseudo-interessati" al fenomeno politico) o neri\nerissimi, "dagli al negro e all'ebreo" e impiastriccia di fasci e svastiche pure tua nonna...

    Scusate la divagazione poetica ma credo che fornisca un quadro sostanzialmente realistico di quell'universo giovanile al più disinteressato da una politica che l'odierno sbarbatello sente difficile e distante dai propri interessi. Nel 2005 o ci nasci con quel "Sacro Fuoco", altrimenti è del tutto normale che continuerai a fregartene di ciò che accade in Parlamento e nelle varie sezioni partitiche. E' logico: capisco perfettamente questi ragazzi che non possono essere conquistati da una politica che si è fatta mera tecnocrazia, grigia gestione del potere. I movimenti giovanilli "d'apparato" (Sinistra giovanile, Azione giovani...) fanno letteralmente piangere e dovrebbero essere sciolti possibilmente domani (non più tardi) stante la loro trasformazione in ricettacoli di "poltroncine" che fungano da trampolino per assicurarsi un cantuccio nel partito dei "grandi".

    Chi la spunta in questo quadro? Chi continua a sparare "fregnacce" estremiste pur avendo la bellezza di 50\60\70 anni: vedi i cari Bertinotti, Flores D'Arcais, Asor Rosa e compagni. Sono soltanto loro che continuano a fare opera di proselitismo tra giovincelli in cerca - più che legittimamente - di slogan di fuoco e parole d'ordine facili da masticare.

    Il vecchio movimento sessantottino si è aggiornato: ha smesso la divisa partecipativa, proletaria e femminista per indossare i panni - altrettanto sdruciti (e falliti) - della contestazione noglobal, terzomondista e antiamericana drappeggiata - nel segno della continuità - dagli stessi vessilli filocastristi, pro-arabi e antisemiti.

    continua...

  10. #20
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    Predefinito Re: Come e perchè nasco Conservatore 2

    Credo che da questa commissione debba venir fuori una triplice relazione:
    Conservatori in Italia
    Conservatori in USA
    Conservatori nel Regno Unito

    Trattandosi di "commissione di studio" a mio avviso è in questo che lo studio deve sfociare.
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