LEGA/ A VERONA I TONI DURI DELLA LIGA VENETA
13/02/2005 - 13:00
Insulti a Gip Papalia e Forleo al grido di "Terun, secessione"
Verona, 13 feb. (Apcom) - Di fronte alla finestra dalla quale Giuseppe Garibaldi gridò ai veronesi "o Roma o morte", arrivano i militanti della Liga veneta a gridare "morte a Roma". E' in corso di fronte all'Arena di Verona il comizio conclusivo della manifestazione targata Carroccio contro quella che definiscono una "giustizia ingiusta". Tra bandiere e gonfaloni vengono urlati gli slogan della Liga veneta, la parte più dura e determinata del Carroccio. Quella parte della Lega che ancora oggi grida "secessione, secessione" e canta "bruciamo il Tricolore".
L'alternarsi di interventi sul palco, dove è presente anche il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, e di slogan gridati ai megafoni dagli animatori leghisti, è un attacco continuo contro i giudici e la "magistratura rossa, pericolo pubblico". In particolare, i toni si scaldano contro i Gip Guido Papalia e Clementina Forleo rei il primo di avere condannato sei militanti leghisti che raccoglievano firme contro i campi nomadi a Verona e la seconda di avere assolto a Milano cinque presunti terroristi islamici.
"Papalia terun, sei il più terun che ci sia", "Papalia il tuo posto è la Turchia", "Chi deve essere rieducato alla giustizia sono solo Papalia e la Forleo perché in Italia si condannano gli onesti e si liberano i terroristi", sono alcuni dei cartelloni presenti in piazza.
Sul palco anche alcuni dei sei indagati di Verona, presentati come "martiri padani", tra cui il consigliere regionale Flavio Tosi che ha inveito contro "sentenze come quella della Forleo che assolve terroristi che vanno in Iraq ad ammazzare i nostri soldati o delle zingare che vengono condannate a soli otto mesi per avere tentato un sequestro di minore". Non ultimo l'intervento di Federico Bricolo che ha ribadito che la prossima battaglia campale della Lega nord sarà quella per l'elezione diretta dei magistrati: "Non vogliamo a Verona uno che parli siciliano o calabrese ma uno che venga dal nostro territorio".
2005 APCOM