Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)



    Sono stato educato nelle Verità della Fede in una diocesi al tempo molto turbolente.
    Erede del glorioso Patriarcato Aquileiense dagli anni Settanta era finita nelle mani di un lupo, Alfredo Battisti, uomo politicamente assimilabile cogli attuali no-global, vescovo panteista e marxista secondo la celebre opera di don Marcello Bellina.
    Ebbi la fortuna d'essere allevato alla Dottrina da un parroco sordo alla Curia, più che altro perchè leader dell'autonomismo friulano, che faceva Catechismo ancora alla vecchia maniera, sotto il cuore di Gesù Misericordioso, nel presbiterio della chiesa.
    Intorno ai dodici anni, nel collegio salesiano che frequentavo e di cui ancora ricordo l'Ausiliatrice che domina salendo le scale delle aule ed alla quale ogni mattina affidavo un piccolo voto, nella biblioteca venni in contatto con delle riviste e dei libri di pochi anni prima che parlavano di Monsignor Marcel Lefevbre. Rimasi molto colpito da questo coraggioso vescovo che lottava contro il Vaticano II° modernista. Un giovane prete veneto vecchia maniera, direttore spirituale della Congregazione degli amici di San Domenico Savio che guidavo, mi diede altri libri, fra cui le Memorie del cardinal Minszenthy, Primate anti-comunista dell'Ungheria sovietica, imprigionato dai rossi ed umiliato da Paolo VI° che lo fece morire a Vienna e non nella sua Ungheria.
    Mi formai una buona coscienza cattolica e politicamente contro il comunismo.
    A quindici anni presi contatto colla Fraternità San Pio X° in Italia e l'otto settembre 1985 assistetti la prima volta ad una Messa a San Simeon Piccolo a Venezia.
    Telefovavo spesso ai sacerdoti della Fraternità ed un dubbio mi tormentava: essere cattolici significa obbedire a colui che viene indicato come successore di San Pietro e quindi vicario di quel Gesù che io adoro, come si poteva dire che la Chiesa era a catafascio per colpa della stessa gerarchia, celebrare un rito diverso dal loro, essere una cosa sola in Petro et cum Petro.
    Mi accorsi che era lo stesso tormento dei sacerdoti coi quali parlavo. Verso la fine dell'anno, mentre stavo organizzando nella mia città una conferenza del Superiore generale della Fraternità don Franz Schmidtberger, seppi che avevano lasciato la Fraternità. Proprio in quel periodo andai a Montalenghe: la Fraternità in Italia era diretta da un sano prete, un montanaro dal cervello fine, forse solamente troppo esposto politicamente coll'estrema destra forse per i suoi trascorsi nel FUAN. Un giorno vidi dalla mia camera l'arrivo dei sacerdoti usciti dalla Fraternità, che venivano a prendere le loro cose ed i loro libri. Mi colpì il modo di fare di uno di loro, don Francesco Ricossa;
    deciso ma al tempo stesso soave come solo sa essere un militante di Cristo.
    Ricevetti la loro rivista e Dio mi diede la Grazia d'illuminarmi sulle loro ragioni.
    In ottobre andai nella loro prima residenza, una piccola villetta nella sgraziata periferia torinese.
    Era il sette ottobre, la Festa della Madonna del Rosario, patrona delle Armate Cristiane a Lepanto nel 1571: don Francesco mi confessò, comunicò e mi vestì dello scapolare della Madonna del Carmelo. Mi parve di ricevere una luce fortissima ed un'energia formidabile nel mio cammino cristiano. La primavera successiva Sodalitium, loro rivista, pubblicò un'intervista a Monsignor Michel Louis Guerard des Lauriers, un domenicano tenace che cacciato dalla Roma modernista aveva elaborato una Tesi dirompente quanto semplice, Paolo VI°, firmando la Dignitatis Humanae Personae, documento conciliare del 1965 che postula principi rivoluzionari come verità da credersi e chiaramente contro tutto l'insegnamento precedente della Chiesa da PioVI° in poi durante la Rivoluzione Giacobina Europea, aveva palesato il suo rifiuto della missio che Gesù nel Vangelo diede a Pietro e quindi era da considerarsi Papa solo materialiter, in quanto i cardinali riuniti nel 1963 avevano indicato Gianbattista Montini e lui solo come successore dell'apostolo, e non formaliter nella pienezza dei suoi poteri, mentre i suoi due successori, non rinnegando la Dichiarazione del 1965, erano solo materialmente papi, essendo formalmente indicati nel Conclave.
    Cosa ne conseguiva: la Sede era occupata in modo legittimo (materialiter), quindi non Vacante,
    differenziandosi dalle storiche tesi di un prete francese, ma formalmente non c'era l'Autorità.
    Tutti gli atti erano illegittimi, compresa la riforma dell'Ordo piano fatta da Paolo VI° fra il 1965 ed il 1969.
    La logica era stupefacente, mi chiedo ancora perchè la Fraternità non l'accetta facendo un nobile servizio alla Chiesa; mi colpì la vicenda umana di Frà Michel, negli anni cinquanta luminare nella Roma di Pio XII°, cacciato con ignominia in quella di Giovanni XXIII° e Paolo VI°, era stato allontanato pure dal Seminario di Econe.
    Nel 1981, per proseguire la serie apostolica aveva accettato di farsi consacrare Vescovo da Monsignor Pierre Martin Dhin Thuc, Primate viet-namita allontanato da Saigon da Paolo VI°.
    Viveva in povertà materiale ma in ricchezza immensa spirituale in un vecchio castello della Loira.
    I sacerdoti del neo-nato Istituto Mater Boni Consilii lo visitarono e lo fecero venire in Italia.
    Era piccolo, gli occhi scavati, in sajo bianco, un guizzo spesso illuminava i suoi occhi quando parlava di Gesù e della sua Fede. L'anno dopo ricevetti la Cresima sub-conditione dalle sue mani a Torino: mi sentivo al colmo della mia vita spirituale, sensazioni d'estasi mai più vissute dopo.
    Fui onorato di partecipare, diciasettenne, in Francia, a Raveu, nel suo castello, in estate, ad un campo scuola, guidato da don Giuseppe, un pio prete meridionale di cui serbo un ricordo amorevole.
    Per quasi un mese vidi Monsignor ogni giorno, pregava nella Cappella e pareva essere circondato da Angeli che salmodiavano intorno a lui. Il suo sguardo mi resterà in eterno, AMDG, negli occhi: essere presso lui faceva sentire la presenza viva di Gesù che adoro ed a cui chiedo la Grazia, nella mia attuale turbolenta vita, di farmi un giorno morire martire nel Suo Nome e farmi spargere il mio indegno sangue per Lui come Egli già sparse, in lancinanti dolori, il Suo per me, infima sua creatura.
    Un male fisico terribile consumava dom Michel, l'ultima prova di fedeltà che Dio, il quale lo illuminò e per mezzo suo diede al mondo la Tesi, disponeva per accoglierlo subito in Paradiso.
    Si consumò come una candela, la candela che ha mantenuto in vita la Successione Apostolica, ultima prova di DIO al suo miserabile mondo, dilaniato dalle belve del mondialismo e della loro Religione Universale, creazione di Satana e dei suoi angeli per portare il creato sull'abisso, ove per il ritorno in Gloria di Dio sulla terra sarà salvato.

    Padre Michel, dal Cielo, prega per noi che, indegnamente cerchiamo di mantenerci fedeli alla Verità!

    Cariddeo (da PoliticaOnline.net)

  2. #2
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    Predefinito Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    Riposi in pace

  3. #3
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    Predefinito Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    Non lo conobbi personalmente ma ho sempre apprezzato la sua viva intelligenza.

  4. #4
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    Predefinito Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    Un pensiero con grande affetto e una prece per l'anima di Raffaele Di Deco, grande amico e già collaboratore di questo forum dal 2002 al 2006.

    De profundis clamavi ad te, Domine: Domine, exaudi vocem meam.

    Fiant aures tuae intendentes, in vocem deprecationis meae.

    Si iniquitates observaveris, Domine: Domine, quis sustinebit?

    Quia apud te propitiatio est, et propter legem tuam sustinui te, Domine.

    Sustinuit anima mea in verbo eius, speravit anima mea in Domino.

    A custodia matutina usque ad noctem, speret Israël, in Domino.

    Quia apud Dominum misericordia, et copiosa apud eum redemptio.

    Et ipse redimet Israël, ex omnibus iniquitatibus ejus.

    Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis.

    Requiescant in pace. Amen.

  5. #5
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    Lightbulb Re: Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    In Ricordo di Raffaele di Deco detto “Cariddeo” (18-10-1970 / 17-11-2006) che proprio oggi 18 ottobre (San Luca, giorno del mio onomastico) avrebbe compiuto 45 anni, auguri di buon compleanno a lui!
    Auguri a te caro Raffaele, buon 45esimo compleanno, ti ricorderemo sempre, R.I.P.:
    Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen.”
    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  6. #6
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    Predefinito Re: Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    Citazione Originariamente Scritto da Holuxar Visualizza Messaggio
    In Ricordo di Raffaele di Deco detto “Cariddeo” (18-10-1970 / 17-11-2006) che proprio oggi 18 ottobre (San Luca, giorno del mio onomastico) avrebbe compiuto 45 anni, auguri di buon compleanno a lui!
    Auguri a te caro Raffaele, buon 45esimo compleanno, ti ricorderemo sempre, R.I.P.:
    Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen.”
    Luca, Sursum Corda!
    R.i.p Raffaele
    La famosa artista idolo delle folle :" si figuri che uno ha addirittura scritto che avrei dovuto investire i MIEI soldi comprando un bar! Io!!!! La barista!!!!"

  7. #7
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    Lightbulb Re: Rif: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    In Ricordo del forumista "Cariddeo" Raffaele Di Deco (18-10-1970 / 17-11-2006) nel giorno in cui ci ha lasciati 9 anni fa, R.I.P.!!!
    Raffaele sono trascorsi 9 anni esatti dalla tua scomparsa, ci manchi...
    Oggi 17 novembre 2015 ricordiamo Raffaele Di Deco (18-10-1970 / 17-11-2006) nel nono anniversario della sua morte, che possa riposare in Pace e che Dio lo accolga in Cielo: preghiamo per lui e per tutti quanti…






    "Requiem aeternam


    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
    et lux perpétua lúceat eis.
    Requiéscant in pace.

    Amen."



    "L'Eterno riposo

    L'eterno riposo dona loro, o Signore,
    e splenda ad essi la luce perpetua.
    Riposino in pace.

    Amen."




    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    Radio Spada
    "17 NOVEMBRE 2015: SAN GREGORIO TAUMATURGO, VESCOVO E CONFESSORE.
    Mosè e Gregorio.
    Mosè, istruito nella sapienza egiziana, potente in opere e in parole (At 22) si ritira nel deserto. Gregorio, dotato dei migliori doni di nascita e di natura, retore brillante, dotto in tutte le scienze, rifiuta al mondo la sua fiorente giovinezza, per correre ad offrirla in gradito olocausto a Dio, nella solitudine. L'uno e l'altro speranza dei loro popoli, si sottraggono al popolo, per immergersi nella contemplazione dei misteri del cielo e intanto il giogo di Faraone si fa più pesante sui figli di Giacobbe e intanto le anime periscono, mentre una parola ardente le strapperebbe al dominio delle false divinità. La fuga in tali circostanze non sarebbe diserzione?
    Non deve l'uomo proclamarsi salvatore, quando Gesù stesso non si attribuì tale nome da sé (Mt 1,21; Ebr 5,5). Mentre il male ovunque andava crescendo, l'operaio di Nazareth si fece scrupolo di attardarsi per trent'anni nel nascondimento, prima di iniziare il suo breve ministero? O dottori dei nostri tempi pieni di febbre, che andate sognando nuove gerarchie tra le virtù e considerate la carità in modo diverso dai nostri padri, non sono della progenie dei salvatori di Israele coloro che sulla salvezza sociale non la pensano esattamente come il Salvatore del mondo (1Mac 5,62).
    Come Mosè, appartenne invece a quella stirpe Gregorio. Amici e nemici concordavano nell'affermare che Gregorio ricordava il legislatore degli Ebrei, per eccellenza di virtù e per i prodigi strepitosi operati (Basil. De Spir. S. XXIX). Pari era lo zelo dell'uno e dell'altro nel conoscere Dio, nel farlo conoscere agli uomini che dovevano condurre a lui e, per chi è guida di popoli, il dono più prezioso è la pienezza della dottrina, mentre la mancanza di essa è la peggiore delle insufficienze (Mt 15,14).
    Alla domanda di Mosè Dio risponde Io sono Colui che è e con questa formula, che esce dal roveto ardente, gli affida la missione che lo spinge fuori del deserto (Es 3). Quando suona per Gregorio l'ora di entrare di nuovo nel mondo, in nome di Dio la Vergine benedetta, della quale il roveto ardente dell'Oreb era figura (Antif. Rubum quem viderat Moyses) appare abbagliante ai suoi occhi nella notte profonda, mentre egli sta implorando luce; e Giovanni, che segue la Madre di Dio, lascia cadere dalle sue labbra di evangelista questa nuova formula, che completa la prima ad uso dei discepoli della legge dall'amore: "Un Dio solo, Padre del Verbo vivente, della Sapienza sussistente e potente, che è l'espressione eterna di se stesso, principio perfetto del Figlio unico e perfetto, che egli genera. Un solo Signore, unico Figlio di Colui che è unico, Dio da Dio, Verbo efficace, Sapienza, che abbraccia e comprende l'universo, potenza creatrice di tutte le creature, Figlio vero di vero Padre. Un solo Spirito Santo, che ha da Dio l'essere divino, rivelato agli uomini dal Figlio, cui è perfettamente eguale, vita, causa di vita, santità che genera santità. Trinità perfetta, immutabile nella gloria, nell'eternità, nella dominazione di tutto" (Greg. di Nissa. Vita Greg. Thaumaturg.).
    Il messaggio che il santo dovrà portare alla sua nazione è questo simbolo, che nella Chiesa di Dio conserverà il suo nome. Con la sua fede nel primo dei misteri sposterà le montagne, respingerà i flutti, spodesterà l'inferno e caccerà dal Ponto il paganesimo. Quando, verso il 240, egli, fatto vescovo, prende la via di Neocesarea, vede dappertutto templi degli idoli e, per passare la notte, si arresta presso un santuario famoso. Al mattino gli idoli sono in fuga e rifiutano di tornare, ma il santo rimette al sacerdote dell'oracolo un ordine per loro così concepito: Gregorio a Satana: ritorna (ibid.). Una sconfitta più bruciante ancora attendeva la infernale coorte, perché costretta ad arrestarsi nella sua precipitosa ritirata dovette assistere alla rovina del proprio dominio sulle anime che possedeva. Il sacerdote per primo si affidò al vescovo, ne diventò il diacono e tosto, sulle macerie dei templi, ovunque abbattuti, si alzò la Chiesa di Cristo, unico Dio.
    Felice Chiesa, così fermamente stabilita che superò nel secolo seguente la tempesta dell'eresia ariana sotto i colpi della quale molte altre Chiese caddero. Al dire di san Basilio, i successori di Gregorio, eminenti essi pure, formavano a Neocesarea come un ornamento di pietre preziose (Basilio Lett. XXVIII, lin. 62), una corona di fulgide stelle (Id. Lett. CCIV, lin. 75). Tutti gli illustri vescovi, dice Basilio, si onoravano di conservare il ricordo del grande predecessore e non tolleravano che nei sacri riti, atti, parole e modi di fare si sovrapponessero alle tradizioni da lui lasciate (Basil. De Spirit. S. XXIX).
    Quando Clemente XII, come abbiamo veduto, stabilì per la Chiesa universale la festa di santa Gertrude, la fissò a questo giorno, in cui continuano a celebrarla i Benedettini. Ma, dice Benedetto XIV, dato che il 17 novembre è da molti secoli dedicato al ricordo di Gregorio taumaturgo, è parso opportuno ammettere che colui che cambiava posto alle montagne, non dovesse perdere il posto per lasciarlo alla vergine e così dal 1739, che seguì la istituzione della nuova festa questa fu, per l'avvenire, celebrata il 16 dello stesso mese.
    Leggiamo ora il breve riassunto che la Liturgia dedica al grande Taumaturgo:
    VITA. - Gregorio nacque a Neocesarea verso il 213. Fu discepolo di Origene e vescovo della sua città natale. Illustre per dottrina e santità, lo fu maggiormente per il numero e lo splendore dei miracoli straordinari, che gli meritarono il nome di Taumaturgo e lo resero degno di essere paragonato a Mosè, ai profeti e agli Apostoli. Con la preghiera spostò una montagna, che gli impediva di fondare una Chiesa, uno stagno, causa di discordie tra fratelli, fu da lui prosciugato, arrestò lo straripamento del Lieo, che devastava le campagne, piantando sulla riva il suo bastone, che tosto mise radici e crebbe in grande albero formando una barriera che il fiume non poté più varcare.
    Cacciò sovente i demoni dagli idoli e dai corpi, compì numerosi altri prodigi, che portarono alla fede di Cristo moltitudini di pagani e possedette inoltre lo spirito di profezia per cui presagiva il futuro. Quando sul punto di morire chiese il numero di infedeli rimasti nella sua diocesi di Neocesarea, gli risposero che ve ne erano ancora 17 ed egli, rendendo grazie a Dio, disse: È il numero dei fedeli che avevo all'inizio del mio episcopato. Scrisse parecchie opere, che illustrarono la Chiesa di Dio come i suoi miracoli, e morì tra il 270 e il 275.
    La fede.
    La tua fede, o Pontefice santo, spostando le montagne, domando i flutti giustifica la promessa del Signore (Mc 11,22-24). Insegnaci a fare onore al Vangelo, evitando noi pure ogni dubbio a riguardo della divina parola e dell'aiuto che ci assicura contro Satana, nel quale oggi la Chiesa ci presenta la orgogliosa montagna che bisogna gettare a mare (Omelia di san Beda) e contro lo scatenarsi delle passioni e lo sconvolgimento di un mondo del quale i tuoi scritti ci rivelano, col Savio della Scrittura, la vanità (Metaphrasis in Ecclesiasten Salomonis). Insegnaci a non dimenticare dopo la vittoria l'aiuto ricevuto dal cielo e preservaci dall'ingratitudine, che ti fu tanto odiosa.
    Conserviamo ancora l'elogio commovente che la tua riconoscenza ti dettò per l'illustre maestro al quale dovevi, dopo Dio, la fermezza e lo splendore di fede, che furono tua gloria (In Origenem oratio panegyrica). È una lezione preziosa e pratica per tutti. Magnificando la divina Provvidenza nell'uomo, che per te fu suo strumento predestinato, non dimentichi il dovuto omaggio all'Angelo di Dio, che tenne il tuo passo lontano dagli abissi nella notte del paganesimo in cui passasti i primi anni; celeste custode sempre vigile in una attiva divozione, illuminato, perseverante, che supplisce alle nostre manchevolezze, nutre, istruisce ciascuno di noi, ciascuno di noi conduce per mano, preparando alle anime, nel tempo e nello spazio, gli incontri preziosi che trasformano la vita e assicurano la eternità (In Origenem oratio panegyrica).
    Ringraziamento.
    Noi creature peccatrici, come potremo ringraziare degnamente l'autore di tutti i beni, l'Essere infinito che procura all'uomo gli angeli suoi e i visibili intermediari quaggiù della sua grazia divina? Abbiamo confidenza intanto, perché nostro capo è il suo Figlio, il Verbo, che salvo le anime nostre e governa l'universo. Egli solo può rendere al Padre, continuamente ed eternamente, grazie, per sé come per noi tutti e per ciascuno, senza pericolo di dimenticare o di ignorare qualche cosa nella sua lode, senza pericolo di imperfezione alcuna nel suo canto di lode. A lui perciò, a Dio Verbo, o Gregorio, sul tuo esempio lasciamo l'incarico di perfezionare i sentimenti della nostra gratitudine per le ineffabili premure del Padre che è nei cieli, perché il Verbo è per noi, come fu per te, l'unica via della pietà; della riconoscenza e dell'amore (ibid.). Egli susciti oggi pastori che ricordino le tue opere, risvegli le antiche Chiese d'Oriente delle quali tu sei la gloria.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1287-1291."



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    "24 OTTOBRE 2014: SAN RAFFAELE ARCANGELO.
    La vicinanza della grande solennità, che farà convergere sopra di noi gli splendori del cielo, ispira alla Chiesa un raccoglimento profondo. Salvo l'omaggio che intende rendere ai gloriosi Apostoli Simone e Giuda, poche feste di rito semplice romano rompono il silenzio degli ultimi giorni di ottobre e conviene che le nostre anime si uniformino alle disposizioni della Chiesa. Tuttavia, non ci sottrarremo ad esse, se ricorderemo brevemente l'Arcangelo che la Chiesa oggi solennizza.

    Ministero di san Raffaele.

    L'ufficio che adempiono verso di noi gli spiriti celesti è espresso in modo mirabile nelle scene graziose, che rivestono di toccante bellezza la storia di Tobia. Ricordando i buoni uffici della guida e dell'amico, che chiama fratello Azaria, Tobiolo dice al padre: "Come ricompenseremo i suoi benefici? Mi ha guidato e ricondotto sano e salvo, ha ricuperato egli stesso il denaro che Gabelo ci doveva, devo a lui se ho incontrata la sposa che mi era destinata e ne ha cacciato il demonio, riempiendo di gioia i suoi genitori, mi ha liberato dal pesce, che stava per inghiottirmi e a te ha fatto vedere finalmente la luce del cielo: siamo stati da lui colmati di benefici" (Tb 12,2-3).

    Padre e figlio, desiderano mostrare nel modo possibile a uomini la gratitudine a chi tanto l'aveva meritata. L'angelo si fa conoscere e orienta tutta la loro riconoscenza al supremo benefattore. "Benedite il Dio del cielo e glorificatelo sopra tutto ciò che ha vita, perché egli ha fatto splendere sopra di voi la sua misericordia. Quando voi pregavate in lacrime e seppellivate i morti io presentavo al Signore le vostre preghiere e siccome eravate graditi a Dio era necessario che foste provati dalla tentazione. Ora il Signore mi ha mandato per guarirvi e liberare dal demonio la sposa di vostro figlio. Io sono l'angelo Raffaele, uno dei sette che stiamo davanti al Signore. Pace a voi, non temete e lodate Dio" (ivi 12,4-22).

    Confidenza.

    Ricordiamo anche noi i benefici del cielo, perché, con la certezza di Tobia, che vedeva con i suoi occhi l'Arcangelo Raffaele, noi sappiamo dalla fede che l'angelo del Signore segue i nostri passi dalla culla alla tomba. Abbiamo per lui lo stesso confidente abbandono e il cammino della vita, più seminato di pericoli che il cammino nel paese dei Medi, sarà per noi sicuro e gli incontri che faremo saranno felici, perché preparati dal Signore e la sua benedizione, splendore anticipato della patria, si diffonderà sopra di noi e sui nostri cari.

    Lode.

    Prendiamo dal Breviaro Ambrosiano un inno in onore dell'Arcangelo radioso:

    Raffaele, guida divina, ricevi con bontà l'inno sacro che le nostre voci supplichevoli e gioiose ti dedicano.

    Dirigi il nostro cammino verso la salvezza, sostieni i nostri passi, perché non andiamo vagando senza meta, avendo perduto il sentiero del cielo.

    Guarda a noi dal cielo e riempi le nostre anime dello splendore brillante che discende dal Padre santo dei lumi.

    Restituisci ai malati la salute, fa' cessare la notte dei ciechi e guarendo i loro corpi, riconforta i loro cuori.

    Tu, che stai davanti al sommo Giudice, scusaci per i nostri delitti; placa l'ira vendicatrice dell'Onnipotente, tu cui noi affidiamo le nostre preghiere.

    Tu, che sostenesti il gran combattimento, confondi il nostro superbo nemico e, per vincere lo spirito di rivolta, donaci forza, aumenta in noi la grazia.
    Sia gloria a Dio Padre e al suo unico Figlio con lo Spirito Paraclito e ora e sempre. Così sia.

    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959,p. 1208-1210."














    cariddeo
    https://forum.termometropolitico.it/...16092/cariddeo
    "OPERAM NON PERDIT"












    Solennità di Tutti i Santi ed altre ricorrenze del mese di Novembre...
    https://forum.termometropolitico.it/...-novembre.html
    https://forum.termometropolitico.it/...ovembre-2.html



    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  8. #8
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    Predefinito Re: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    Molte grazie. Pur non avendo avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, Guelfo Nero e altri mi hanno parlato di lui.

  9. #9
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    Lightbulb Re: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    24 ottobre 2016: San Raffaele Arcangelo…
    Prego mio omonimo Luca, neanche io ho avuto il privilegio di conoscere personalmente Raffaele di Deco, non ho fatto in tempo; mi ero iscritto nell'ottobre 2006 sul forum anche perché volevo chiedergli se potevamo incontrarci, ma poco dopo è successa la tragedia...
    Preghiamo per lui - da notizie di prima mano che ho appreso nei mesi scorsi da una persona e da un forumista fidato che l'ha conosciuto fin da quando era più giovane, se è vero quello che mi ha raccontato e che non posso rivelare, ne avrà molto bisogno, anzi se possibile fate celebrare Sante Messe in suffragio dai sacerdoti dell'IMBC che conoscete e frequentate - e per tutti coloro che si chiamano come San Raffaele...




    San Raffaele - Sodalitium
    “24 ottobre, San Raffaele Arcangelo.
    O glorioso Arcangelo S. Raffaele che, dopo aver custodito gelosamente il figlio di Tobia nel suo fortunoso viaggio, lo rendeste finalmente ai suoi cari genitori salvo ed incolume, unito ad una sposa degna di lui, siate guida fedele anche a noi: superate le tempeste e gli scogli di questo mare procelloso del mondo, tutti i vostri devoti possano raggiungere felicemente il porto della beata eternità. Così sia.”





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    “24 OTTOBRE 2016: SAN RAFFAELE ARCANGELO.”





    Radio Spada
    ha condiviso l'album di Piergiorgio Seveso.
    In onore di San Raffaele Arcangelo.”



    “Il 24 ottobre 1928 moriva S.E.R. il cardinale Gaetano De Lai, gloria del cardinalato romano.”





    Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.
    Eterno Padre, intendo onorare San Raffaele Arcangelo, e Vi rendo grazie per tutte le potenti grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo speciale Arcangelo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, San Raffaele Arcangelo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
    #sdgcdpr









    https://forum.termometropolitico.it/566859-24-ottobre-29-settembre-s-raffaele-arcangelo.html

    Serto di fiori sull'altare di San Raffaele Arcangelo (festa 24 ottobre) Di Luca nel forum Tradizione Cattolica





    San Raffaele Arcangelo





    Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.) - S. Raffaele Arcangelo: la medicina di Dio
    "Il Messale Romano di san Pio V (1570) dedicava la festa a S. Raffaele il 24 ottobre. Presso la liturgia orientale non è mai esistita la festa di S. Raffaele. Nel 167 I e nel 1683 un decreto della Congregazione dei Riti ne approvò la festa il 24 ottobre per alcune regioni, mentre Benedetto XV, nel 1921, la estese a tutta la Chiesa. Va menzionata la società di S. Raffaele per la protezione degli emigranti, nata a Genova nel 1898 e diffusasi poi in America ed in molte nazioni europee. "Proteso nel volo a precipizio attraverso il vostro etereo cielo fra mondi e mondi egli naviga, e con le ali tese ora si libra sui venti polari, ora con piume rapide batte l'aria cedevole". Così il celebre poeta inglese John Milton nel "Paradiso perduto" descrive l'arcangelo Raffaele. In ebraico Raphà-el vuol dire "Dio ha guarito" ed infatti, come per ogni spirito buono celeste, Raffaele nega decisamente qualsiasi merito personale.
    Egli è strumento di Dio per la guarigione. La radice di base del suo nome sta ad indicare assai di più di una semplice guarigione fisica; esso acclude qualsiasi tipo di riparazione e di aggiustamento ed implica una trasformazione in meglio sia per quanto riguarda il fisico, sia lo psichico. Quando Dio manda in azione l'arcangelo Raffaele, vi è sempre il ritorno di qualcosa come era stato concepito dal progetto divino originariamente. Nella Sacra Scrittura, Raffaele si contrappone al demonio Asmodeo che è "colui che fa morire". L'arcangelo compare innumerevoli volte nel libro vetero-testamentario di Tobia che narra una storia familiare. Durante il periodo dell'esilio a Ninive, Tobi, un deportato della Tribù di Neftal, nonostante la sua bontà e la sua premurosa attenzione verso i defunti, a cui dà degna sepoltura, diventa cieco. Sua moglie Anna, di fronte a questa prova dolorosissima, gli chiede: "Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue opere buone?
    Ecco, lo si vede come sei ridotto" (Tb. 2, 14). Ma Tobi non si scoraggia, anzi invia suo figlio Tobia nel paese di Median per farsi restituire del denaro che anni prima aveva affidato in custodia ad un suo fidato parente. Siccome Tobia non conosce la strada, viene assunto come guida un misterioso personaggio, che dice di chiamarsi Azaria, ma in realtà è l'angelo Raffaele, mandato da Dio in soccorso di quella famiglia che è devotissima agli angeli del Signore. A1 figlio che parte, Tobi, infatti augura: "Dio, che è nei cieli, vi conservi sani fin là e vi restituisca a me sani e salvi; il suo angelo vi accompagni con la sua protezione, o figliolo!" (Tb. 5, 17), e alla moglie che piange per il viaggio del figlio, dice: "Non stare in pensiero, non temere.per loro, o sorella. Un buon angelo infatti lo accompagnerà, riuscirà bene il suo viaggio e tornerà sano e salvo" (Tb. 5, 22). L'autore del libro, con grande arguzia, conduce la narrazione ad un duplice livello: ciò che Tobia percepisce, e ciò che Raffaele sta effettivamente facendo. All'inizio della storia, quando il padre Tobi diventa cieco, egli supplica Dio di morire; nello stesso momento, nella regione di Median, anche Sara, la cugina e moglie predestinata di Tobia, sta chiedendo di morire perché il demone Asmodeo le ha ucciso ben 7 mariti, la prima notte di nozze e, dice la Scrittura: "In qual medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare a Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo" (Tb. 3, 17).
    Quando Tobia si rivolge all'angelo, lo chiama Fratello Azaria; ma quando è Raffaele a parlare il testo lo definisce sempre "1'angelo". La prima sera del viaggio, Tobia va a pescare nel Tigri e un grosso pesce quasi lo trascina in acqua. Raffaele gli dice di non lasciarselo sfuggire perché contiene utili medicamenti ed egli conserva il cuore, il fegato ed il fiele, secondo le indicazioni dell'angelo. Raffaele fa prosperare il viaggio di Tobia che ritrae il danno del parente e seguendo i consigli dell'angelo sposa Sara, di cui è innamorato. La prima notte di nozze con Sara, Tobia brucia il fegato ed il cuore del pesce che producono un fumo capace di far fuggire il demone Asmodeo "che fuggì nelle regioni dell'alto Egitto. Raffaele vi si recò all'istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi" (Tb. 8, 3). Moolenburgh, che è anche un medico affermato, ci fa questa confidenza: "Dopo svariati anni di carriera come medico, non mi è mai venuto a mancare lo stupore di come una ferita, a cui sono stati applicati dei punti, si trasformi quasi sempre in una linea visibile a malapena. Ci si sorprende a dire, a voce alta, magari accanto al paziente: "Bella sutura davvero!". In realtà, il fatto che una ferita si rimargini è un vero miracolo della natura. Ce ne rendiamo conto quando qualcosa va storto, quando i punti mantengono bene o si forma un cleloide, cioè una profonda cicatrice. Ciò significa che la ferita non è perfettamente cauterizzata e la cura, anche se apparentemente semplice, non è mai automatica. C'è bisogno di qualche punto di sutura in più o di medicinali. Ogni cura ha bisogno dell'aiuto del cielo, non si tratta di un semplice processo automatico. L'automazione esiste solamente nelle macchine che noi stessi abbiamo costruito". Suor Maria Pia Giudici fa nel suo libro sugli angeli, una bella meditazione a riguardo: "Contro questo essere di tenebra e di morte, Raffaele agisce con la forza che gli viene da Dio in ordine al trionfo di una concezione retta e spiritual:, delle nozze con progetto del Signore per il vicendevole amore dei coniugi e la pia creazione della prole [...).
    Il personaggio di Sara esprime, nel suo dramma, le difficoltà inerenti al matrimonio in ordine alla sessualità che pur buono in sé, per la ferita del peccato originale e per il malefico influsso del diavolo (qui impersonato da Asmodeo) può giocare un ruolo negativo, totalizzando su un piano solo materiale il rapporto di coppia". I compiti principali attribuiti all'arcangelo Raffaele provengono fondamentalmente dal libro di Tobia; dal fatto che scaccia il demonio Asmodeo e guarisce la cecità di Tobi, dovrebbe essere particolarmente invocato dai sacerdoti esorcisti e dai medici oculisti. Origene scrive che l'arcangelo Raffaele: "A causa dei suoi poteri taumaturgici è raffigurato da alcuni come un serpente; appare insieme cori Michele e Gabriele per guarire Abramo, cura perfino i mali spirituali". Raffaele, per aver guidato Tobia nel suo lungo viaggio, è considerato patrono dei viaggi per terra e per mare. A Venezia, nell'angolo del Palazzo dei Dogi, del secolo XIV, l'arcangelo Raffaele è raffigurato con un rotolo in mano, dove si legge: Effice fretum quietum (rendi il mare tranquillo). In quell'epoca si ritenevano i diavoli come suscitatori di tempeste di mare ed i naviganti di Venezia si raccomandavano all'arcangelo Raffaele, che aveva vinto il demone Asmodeo e, come riferiscono libri apocrifi, anche il diavolo Azazel. Dal 1400 in poi, i viaggi si fanno più numerosi e le raffigurazioni di S. Raffaele diventano più frequenti e viene rappresentato come pellegrino, con borsone, borraccia, tasca pane e, come attributi più specifici, il pesce ed un vaso con la medicina. È interessante notare come dal XVI secolo in poi si verifichi una evoluzione molto importante nella iconologia angelica; si passa dalle raffigurazioni di S. Raffaele come custode di Tobia, alla rappresentazione dell'angelo custode in genere e al giovinetto Tobia si sostituisce la figura di un bimbo. Numerosi santi e mistici, nella lunga storia della Chiesa, fecero esperienza dell'aiuto di S. Raffaele. Santa Ciriaca, fu nel IV secolo uccisa in Nicomedia durante la persecuzione dell'imperatore Massimo. Durante il martirio udì una voce che le diceva: "Brava Ciriaca! Sei vittoriosa! Cristo ha ascoltato le tue preghiere: sii forte e vigorosa. Io che ti parlo sono l'arcangelo Raffaele, e sono stato inviato a te dal nostro Salvatore per rinvigorirti e per darti questo messaggio da parte dell'Altissimo: poiché hai riposto la tua fiducia in Cristo, tu glorificherai il Signore che ti dà la forza".
    San Giovanni di Dio (1495-1550), fondatore dei Fate Bene Fratelli, coltivò un grande amore per S. Raffaele e l'arcangelo si prodigò molto per le necessità degli ospedali di quest'ordine religioso. S. Raffaele visitò una volta i poveri nell'ospedale di Granada, mentre fra Giovanni era uscito ad attingere acqua. Un'altra volta portò il pane ai pazienti ammalati che erano digiuni ed una terza volta aiutò fra Giovanni a portare, nel suo ricovero un ammalato: fu in questa occasione che si fece conoscere come Raffaele. Suor Mara Francesca delle cinque piaghe, del III ordine francescano, era sempre ammalata e, nel 1789, l'arcangelo S. Raffaele le apparve e le disse che Dio lo aveva mandato a curarla. Il giorno dopo, infatti, la suora era guarita ed aveva ripreso le sue attività lavorative. Un’altra volta santa Francesca delle cinque piaghe aveva una vena gonfia che le impediva qualsiasi sforzo e S. Raffaele la guarì di nuovo. Un'altra volta, mentre padre Francesco Bianchi stava parlando, lei sentì un intenso profumo che aleggiava intorno a lui; il sacerdote chiese alla religiosa se anche lei lo avvertisse e la suora rispose che il profumo proveniva dall'arcangelo Raffaele che era lì presente, senza che il padre Bianchi potesse vederlo. Nel nostro secolo XXI, l'arcangelo san Raffaele è stato visto numerose volte dall'infermiere inglese Joy Snell. Nel libro scritto da questa infermiera e pubblicato per la prima volta nel 1918 e ristampato 9 volte, Joy Snell racconta di come, regolarmente, le appariva un angelo allegro e splendente sulla testa dei pazienti gravemente ammalati.
    Il braccio destro dell'angelo era sollevato, con il dito indice rivolto verso l'alto in gesto di speranza. Ogni volta che l'infermiera vedeva S. Raffaele sapeva che il paziente sarebbe migliorato e, spesso, stupiva i medici con le sue accurate predizioni. Lo scrittore olandese Moolenburg che ha pubblicato alcuni libri meravigliosi sugli angeli, sottolinea che il nome Raffaele significa "Dio cura" perché, come ogni angelo che si rispetti, Raffaele rifiuta di prendersi qualsiasi merito perché egli è la forza spirituale divina che sta dietro ad ogni cura. La scrittrice americana cattolica Eileen Elias Freeman scrive: "Se io fossi un medico mi metterei sotto la protezione permanente di Raffaele. Non entrerei mai nella stanza di una paziente senza chiedere la guarigione al mio angelo ed all'angelo del malato. Non somministrerei mai un farmaco né avvierei una cura senza chiedere agli angeli interessati di aiutarmi a rendere la terapia il più efficace possibile. Alla sera, direi a tutti i miei pazienti: “Dormite con gli angeli” Al mattino, direi a ciascuno, come fanno ancora gli agricoltori francesi: “Buongiorno a te e al tuo compagno”. Mi rivolgerei a Raffaele, in maniera particolare, durante la somministrazione di farmaci e l'avvio di cure. Inoltre parlerei ai miei pazienti degli angeli custodi, dato che può essere molto confortante sapere che il nostro angelo ci sta sempre accanto. Io sono stata ricoverata in ospedale 4 volte nella mia vita, e vi garantisco che le notti possono essere molto lunghe e solitarie. Sapere che il mio angelo era di fianco a me mi ha aiutato a superare momenti particolarmente difficili".
    Infine, nella tradizione popolare cattolica, l'arcangelo Raffaele viene associato con gli spiriti del Purgatorio, ovvero con quelle anime che, dopo la morte corporale, a causa delle loro imperfezioni spirituali, necessita di un'ulteriore illuminazione purificatrice e guarigione spirituale prima di andare in Paradiso. Senza esser blasfemi, possiamo paragonare il Purgatorio ad un ospedale celeste dove le ferite e le deficienze dello spirito vengono risanate e viene ultimata quella maturazione umana e cristiana che sulla terra si è in qualche modo non realizzata secondo la volontà di Dio, a causa della colpa e dei peccati delle persone. (...)
    Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)"








    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 24 ottobre. San Raffaele Arcangelo
    “24 OTTOBRE SAN RAFFAELE ARCANGELO
    La vicinanza della grande solennità, che farà convergere sopra di noi gli splendori del cielo, ispira alla Chiesa un raccoglimento profondo. Salvo l'omaggio che intende rendere ai gloriosi Apostoli Simone e Giuda, poche feste di rito semplice romano rompono il silenzio degli ultimi giorni di ottobre e conviene che le nostre anime si uniformino alle disposizioni della Chiesa. Tuttavia, non ci sottrarremo ad esse, se ricorderemo brevemente l'Arcangelo che la Chiesa oggi solennizza.
    Ministero di san Raffaele.
    L'ufficio che adempiono verso di noi gli spiriti celesti è espresso in modo mirabile nelle scene graziose, che rivestono di toccante bellezza la storia di Tobia. Ricordando i buoni uffici della guida e dell'amico, che chiama fratello Azaria, Tobiolo dice al padre: "Come ricompenseremo i suoi benefici? Mi ha guidato e ricondotto sano e salvo, ha ricuperato egli stesso il denaro che Gabelo ci doveva, devo a lui se ho incontrata la sposa che mi era destinata e ne ha cacciato il demonio, riempiendo di gioia i suoi genitori, mi ha liberato dal pesce, che stava per inghiottirmi e a te ha fatto vedere finalmente la luce del cielo: siamo stati da lui colmati di benefici" (Tb 12,2-3).
    Padre e figlio, desiderano mostrare nel modo possibile a uomini la gratitudine a chi tanto l'aveva meritata. L'angelo si fa conoscere e orienta tutta la loro riconoscenza al supremo benefattore. "Benedite il Dio del cielo e glorificatelo sopra tutto ciò che ha vita, perché egli ha fatto splendere sopra di voi la sua misericordia. Quando voi pregavate in lacrime e seppellivate i morti io presentavo al Signore le vostre preghiere e siccome eravate graditi a Dio era necessario che foste provati dalla tentazione. Ora il Signore mi ha mandato per guarirvi e liberare dal demonio la sposa di vostro figlio. Io sono l'angelo Raffaele, uno dei sette che stiamo davanti al Signore. Pace a voi, non temete e lodate Dio" (ivi 12,4-22).
    Confidenza.
    Ricordiamo anche noi i benefici del cielo, perché, con la certezza di Tobia, che vedeva con i suoi occhi l'Arcangelo Raffaele, noi sappiamo dalla fede che l'angelo del Signore segue i nostri passi dalla culla alla tomba. Abbiamo per lui lo stesso confidente abbandono e il cammino della vita, più seminato di pericoli che il cammino nel paese dei Medi, sarà per noi sicuro e gli incontri che faremo saranno felici, perché preparati dal Signore e la sua benedizione, splendore anticipato della patria, si diffonderà sopra di noi e sui nostri cari.
    Lode.
    Prendiamo dal Breviaro Ambrosiano un inno in onore dell'Arcangelo radioso:
    Raffaele, guida divina, ricevi con bontà l'inno sacro che le nostre voci supplichevoli e gioiose ti dedicano.
    Dirigi il nostro cammino verso la salvezza, sostieni i nostri passi, perché non andiamo vagando senza meta, avendo perduto il sentiero del cielo.
    Guarda a noi dal cielo e riempi le nostre anime dello splendore brillante che discende dal Padre santo dei lumi.
    Restituisci ai malati la salute, fa' cessare la notte dei ciechi e guarendo i loro corpi, riconforta i loro cuori.
    Tu, che stai davanti al sommo Giudice, scusaci per i nostri delitti; placa l'ira vendicatrice dell'Onnipotente, tu cui noi affidiamo le nostre preghiere.
    Tu, che sostenesti il gran combattimento, confondi il nostro superbo nemico e, per vincere lo spirito di rivolta, donaci forza, aumenta in noi la grazia.
    Sia gloria a Dio Padre e al suo unico Figlio con lo Spirito Paraclito e ora e sempre. Così sia.
    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1208-1210.”








    Luca,
    Sursum Corda!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  10. #10
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    Lightbulb Re: In Memoria di Raffaele Di Deco (Cariddeo)

    24 OTTOBRE 2018: SAN RAFFAELE ARCANGELO…



    «24 OTTOBRE SAN RAFFAELE ARCANGELO.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 24 ottobre. San Raffaele Arcangelo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-24ott.htm




    San Raffaele - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-raffaele/
    «24 ottobre, San Raffaele Arcangelo.

    “Festa di san Raffaéle Arcangelo, la cui dignità ed i cui benefizi sono celebrati nel sacro libro di Tobia”.
    O glorioso Arcangelo S. Raffaele che, dopo aver custodito gelosamente il figlio di Tobia nel suo fortunoso viaggio, lo rendeste finalmente ai suoi cari genitori salvo ed incolume, unito ad una sposa degna di lui, siate guida fedele anche a noi: superate le tempeste e gli scogli di questo mare procelloso del mondo, tutti i vostri devoti possano raggiungere felicemente il porto della beata eternità. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...-2-198x300.jpg





    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»







    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b7&oe=5C4EF624





    «Sancte Raphaël Archangele, ora pro nobis.»
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    “SAN RAFFAELE ARCANGELO
    Doppio maggiore.
    Paramenti bianchi.
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 24 ottobre. San Raffaele Arcangelo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-24ott.htm
    L'Arcangelo Raffaele - il cui nome significa "Medicina di Dio" - è uno dei sette che stanno sempre al cospetto di Dio (Antifona al Magnificat) e gli offrono l'incenso delle loro preghiere e di quelle degli uomini (Offertorio).
    Appare nel libro di Tobia, come compagno di viaggio e aiuto del giovane Tobia. «Quando tu, o Tobia, pregavi e seppellivi i morti, e, lasciando il tuo pranzo, di giorno nascondevi i morti in casa tua e di notte li seppellivi, io presentai al Signore la tua preghiera. E perché tu eri accetto al Signore, fu necessario che la tentazione ti provasse» (II Lezione). Tobia divenne cieco; ma «la perdita della vista meritò a questo vecchio di trovare un medico celeste», dice sant'Agostino. Raffaele - Dio guarisce - fu inviato dal Signore a guarire Tobia, come l'Angelo - indentificato secondo la tradizione con l'Arcangelo Raffaele - di cui ci parla il Vangelo della festa odierna, che scendeva ogni anno a smuovere le acque della Piscina Probatica. Egli mostrò al giovane Tobia la medicina che avrebbe reso la vista a suo padre, accompagnò e protesse il giovane nel suo viaggio; gli fece trovare una sposa e sventò le insidie del demonio. Canta la Chiesa in un suo Inno: «La nostra lode sale, piena di venerazione, a tutti i principi della corte celeste, ma in modo speciale noi veneriamo l'Arcangelo Raffaele, medico e amico fedele, che incatena il demonio e lo schiaccia colla sua potenza». «O Cristo, re di bontà, tu che ci hai dato un tale custode, fa che il nemico non ci possa mai nuocere» e alle Lodi ripete: «Vieni in nostro aiuto, Arcangelo, allontana da noi tutti i mali, accresci le forze ai languidi, disperdi la gente perfida di tra i credenti, affinché uniti tutti in un solo ovile ci regga l'unico pastore».
    Egli, come ci insegna san Bonaventura, “ci libera dall'infermità dello spirito ... dalla schiavitù del diavolo, penetrandoci della memoria della passione di Cristo, ... dalla pena di trovarci in opposizione con Dio, pena che abbiamo incorso offendendo questo Dio, e ciò inducendoci a pregare con insistenza” (Sermo 5, De Sanctis Angelis).
    Questa festa, già celebrata in diverse Diocesi, fu estesa alla Chiesa Universale da Benedetto XV.
    • Sermone di san Bonaventura Vescovo.
    Sui Santi Angeli Sermone 5, sulla fine.
    Raffaele significa medicina di Dio. E dobbiamo notare che si può essere liberati dal male mediante tre benefici, che Raffaele ci accorda quando ci guarisce. Dapprima Raffaele, il medico celeste, ci libera dall'infermità dello spirito, inducendoci al dolore della contrizione; onde Raffaele disse a Tobia: Appena sarai entrato in casa tua, ungi gli occhi di lui col fiele. Così fece, e ci vide. Perché non poté far ciò Raffaele stesso? Perché l'Angelo non dà la compunzione, ma mostra solo la via. Per il fiele s'intende dunque l'amarezza della contrizione, che guarisce gli occhi interni della mente, secondo il Salmo: «Egli guarisce i contriti di cuore» (Ps. 143,3). Questa contrizione è un ottimo collirio. Nel capo secondo dei Giudici si dice che l'Angelo salì al luogo di quelli che piangevano, e disse al popolo: «Io vi trassi dal paese d'Egitto, feci per voi tali e tanti benefizi; e tutto il popolo pianse, onde quel luogo fu chiamato il luogo dei piangenti» (Jud. 2,1 et 5). Carissimi gli Angeli tutto il dì ci parlano dei benefizi di Dio, e ce li richiamano alla mente, dicendoci: Chi è che t'ha creato, che t'ha redento? Che hai fatto, chi hai offeso? Se ripensi a questo, non troverai altro rimedio che piangere.
    In secondo luogo Raffaele ci libera dalla schiavitù del diavolo, penetrandoci della memoria della passione di Cristo; in figura di che è detto nel capo sesto di Tobia: Se metterai un pezzetto di quel cuore sui carboni accesi, il suo fumo scaccerà qualunque specie di demoni. Infatti nel capo ottavo di Tobia si dice, che Tobia mise un pezzetto di quel cuore sui carboni, e Raffaele confinò il demonio nel deserto dell'alto Egitto. Che significa ciò? Non avrebbe potuto Raffaele confinare il demonio, se non si fosse posto quel cuore sui carboni? Era forse il cuore del pesce che dava tanto potere all'Angelo? No certo! Esso non avrebbe potuto nulla, se lì non ci fosse stato un mistero. Infatti con ciò ci si fa intendere che non c'è nulla oggi che ci liberi dal potere del diavolo come la Passione di Cristo, la quale procedé dal suo cuore, come da una radice, cioè dalla carità. Il cuore infatti è la sorgente d'ogni nostro calore vitale. Se dunque metti il Cuore di Cristo, cioè la passione che soffrì, la cui radice è la carità, sorgente del suo ardore, sui carboni, cioè sulla memoria infiammata, subito il demonio sarà allontanato in modo da non poterti più nuocere.
    In terzo luogo ci libera dalla pena di trovarci in opposizione con Dio, pena che abbiamo incorso offendendo questo Dio, e ciò inducendoci a pregare con insistenza; e a questo si riferisce quel che disse l'Angelo Raffaele a Tobia nel capo dodicesimo: «Quando pregavi piangendo, anche io offrivo la tua preghiera al Signore» (Tob. 12,13). Gli Angeli ci riconciliano con Dio, per quanto possono. I nostri accusatori davanti a Dio sono i demoni. Gli Angeli poi ci scusano, allorché offrono le nostre preghiere, che c'inducono a fare con devozione, com'è nel capo ottavo dell'Apocalisse: «Salì il fumo degli aromi nel cospetto del Signore dalla mano dell'Angelo» (Apoc. 8,4). Questi profumi che si consumano soavemente, sono le preghiere dei Santi. Vuoi placare Dio che hai offeso? Prega con devozione. Essi offrono a Dio la tua preghiera per riconciliarti con Dio. In san Luca si dice che Cristo, preso da spasimo, pregava intensamente, e che gli apparve un Angelo del Signore a confortarlo (Luc. 3,43). Ora tutto ciò avvenne per noi, perché egli non abbisognava del conforto di lui, ma per mostrarci ch'essi assistono volentieri quelli che pregano con devozione, e volontieri li aiutano e confortano, e ne offrono a Dio le preghiere.
    SANTA MESSA
    - Al Vangelo.
    • Omelia di san Giovanni Crisostomo.
    Omelia 36, ovvero 35, su Giovanni, n. 1.
    Che maniera è questa di guarire? Che mistero c'è sotto? Perché queste cose non furono scritte senza una ragione; ma ci descrivono quasi in figura e in immagine il futuro, affinché, avvenendo improvvisamente qualche cosa di straordinario, non vacillasse in qualche modo la fede di molti uditori. Cos'è dunque questa descrizione? Essa predice il battesimo che doveva conferirsi in seguito, pieno di virtù e d'una grazia immensa, il battesimo che doveva lavare tutti i peccati, e rendere i morti alla vita. Questo battesimo dunque è figurato nella piscina e in molti altri simboli. Per esso il Signore diede dapprima l'acqua, che lava le macchie del corpo, e anche le macchie non reali, ma riputate tali, provenienti dal funerale, dalla lebbra e simili; e nell'antica legge bisognava, in molte circostanze, purificarsi coll'acqua.
    Ma torniamo al nostro soggetto. La Provvidenza ha dunque voluto, come abbiam detto, che l'acqua servisse a togliere prima le macchie del corpo, poi le diverse infermità. E Dio per avvicinarci di più alla grazia del battesimo, non solo toglie le macchie, ma guarisce altresì le malattie. Difatti le immagini che toccano più da vicino la verità, sia nel battesimo, sia nella passione, sia in altri soggetti, sono più chiare di quelle date anticamente. E come i satelliti che sono vicini al re, sono più elevati in dignità di quelli che ne sono distanti; così è avvenuto delle figure. L'Angelo del Signore dunque scendendo agitava l'acqua, e le infondeva una virtù curativa, affinché i Giudei comprendessero che il Signore degli Angeli poteva con più forte ragione guarire tutti i mali dell'anima. Ma, come qui non era la semplice acqua che guariva - altrimenti l'avrebbe fatto sempre - ma operava ciò sotto l'azione dell'Angelo; così pure in noi non è semplicemente l'acqua che opera, ma, dopo aver ricevuto la grazia dello Spirito, allora solo cancella tutti i peccati.
    «Intorno a questa piscina giaceva una gran moltitudine d'infermi, ciechi, zoppi, paralitici in attesa del moto dell'acqua» (Joann. 5,3). Ma allora la stessa infermità era sovente di ostacolo a che, chi lo volesse, fosse guarito; ora invece ognuno può avvicinarsi alla piscina spirituale. Dacché non è più un Angelo a muover l'acqua, ma è il Signore degli Angeli che opera tutto. Né possiamo dire: Quando arrivo io, un altro s'è già buttato prima di me. Perché, venisse pure tutto il mondo, la grazia non si consuma per questo, né vien meno la sua efficacia o azione, ma rimane sempre la stessa. E come i raggi del sole ci illuminano ogni giorno, né si consumano, né, servendo a molti, perdono alcunché della loro luce; così, anzi molto meno, si diminuisce l'operazione dello Spirito per la moltitudine di coloro su cui si esercita. Ciò poi avvenne, affinché quelli i quali sapevano che l'acqua guariva le malattie del corpo, e s'erano familiarizzati con questo spettacolo, credessero più facilmente che anche i mali dell'anima possono guarirsi.”
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    "NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI.
    (24 Ottobre - 1 Novembre)

    Indulgenze: Indulgenza Plenaria a chi fa una Novena o un Settenario in suffragio delle Anime Purganti (Sacra Penitenzieria Apostolica, 28 Maggio 1933).


    ℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
    ℞. Domine, ad adiuvandum me festina.
    Gloria Patri. Credo.

    [℣. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
    ℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
    Gloria al Padre. Credo.]

    Primo giorno.

    Come ben sappiamo, il motivo per cui tante anime soffrono in Purgatorio è per i peccati commessi in vita. La loro sofferenza nasce dalla consapevolezza dell'entità e del numero dei loro peccati.

    O Gesù, mio Signore e Salvatore! Con il mio peccato anch'io ho spesso meritato l'Inferno e l'idea di essere dannato per l'eternità mi turba profondamente. Vi amo e Vi adoro per la Vostra infinita Misericordia. Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averVi ferito e offeso e propongo di migliorare. Concedetemi, o mio Dio, il Vostro perdono e la Vostra grazia. Abbiate pietà di me ed abbiate pietà dei nostri fratelli del Purgatorio.
    O Maria, Madre di Dio, mediatrice di tutte le grazie, Madre dell'Eterna Pace, venite in aiuto delle anime del Purgatorio mediante la Vostra potente intercessione. Per mezzo di essa possa Gesù Cristo, Vostro amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla Sua gloria e beatitudine.

    Pater noster, Ave Maria, Gloria Patri.
    3 Requiem æternam.

    Oremus.
    Fidelium, Deus, ómnium Conditor et Redemptor, animábus famulórum famularúmque tuárum remissiónem cunctórum tríbue peccatórum: ut indulgéntiam, quam semper optavérunt, piis supplicatiónibus consequántur:
    Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
    ℞. Amen.

    [Preghiamo.
    O Dio, Creatore e Redentore di tutti i fedeli, concedi alle anime dei tuoi servi e delle tue serve la remissione di tutti i peccati, affinché quella misericordia che sempre desiderarono, per le pie suppliche l'ottengano.
    Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    ℞. Amen.]

    Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
    et lux perpétua lúceat eis.
    Requiéscant in pace.
    ✠ Amen.

    L'eterno riposo dona loro, o Signore,
    e splenda ad essi la luce perpetua.
    Riposino in pace.
    ✠ Amen."
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    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI TUTTI I SANTI. (23 - 31 Ottobre).»
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    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEL SANTO APOSTOLO GIUDA TADDEO. (19 - 27 Ottobre)
    Dio ha concesso a san Giuda Taddeo poteri straordinari ed è specialmente in casi difficili che il suo mirabile aiuto viene esperimentato. Migliaia di persone invocano quotidianamente il suo intervento e molte loro preghiere sono state esaudite in modo miracoloso, anche quando la domanda sembrava senza speranza. Qualunque sia la malattia, la povertà e la miseria, l'angustia del cuore e dell'anima, perfino la disperazione, si può ricorrere a questo grande Santo e chiedere la sua potente intercessione. »
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    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEI SANTI APOSTOLI SIMONE E GIUDA TADDEO. (19 - 27 Ottobre)»
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    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE. (19 - 27 Ottobre)
    Indulgenze: 10 anni o. g. (in privato 7 anni); Plenaria 1 volta - n. 270.»
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    «24 OTTOBRE 2018: SAN RAFFAELE ARCANGELO.»
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    “Il 24 ottobre 1928 muore S.E.R. il cardinale Gaetano De Lai, gloria del cardinalato romano.”
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    «Sant'Antonio Maria Claret y Clara (1807-24 ottobre 1870).
    Arcivescovo in partibus infidelium di San Giacomo di Traianopoli in Tracia, canonizzato infallibilmente da Papa Pio XII il 18 maggio 1950

    Estratti da un discorso tenuto il 31 maggio 1870 al Concilio Vaticano
    [...] "Tutto ha un suo tempo, c'è il tempo per tacere ed uno per parlare. Sino ad ora, eminentissimi e reverendissimi padri, ho taciuto in questo concilio ma, appena ho udito alcune parole che hanno arrecato molto dispiacere alla mia coscienza, ho pensato in coscienza che era tenuto a parlare, temendo quel detto del profeta Isaia: Guai a me perchè tacqui.
    E così parlerò dell'infallibilità del Sommo Pontefice, come si legge nello schema.
    Dalle Sacre scritture cattolicamente interpretate, presa in considerazione la tradizione ininterrotta, dopo profonda meditazione delle parole dei Santi padri, dei Sacri concilii, delle ragioni dei teologi[...] dico e, condotto da totale convinzione, affermo che il Sommo Pontefice è infallibile, nel senso e nel modo in cui lo tiene la Santa chiesa cattolica apostolica Romana, secondo l'esplicazioni fornite in questa sacra aula. Questa è la mia fede, questo veementemente desidero, che sia la fede di tutti.
    Non siano temuti gli uomini che sono pervasi di una prudenza tutta umana: questa prudenza è nemica di Dio.
    Questa è la prudenza, attraverso la quale satana si trasfigura in un angelo di luce, questa prudenza è nociva all'autorità della Santa Sede, questa prudenza aiuta la superbia di questi uomini, una superbia che, come dice il profeta, sempre si innalza.
    Non ho dubbi, eminentissimi e reverendissimi padri, che questa dichiarazione sull'infallibilità del Romano Pontefice sarà il VENTILABRO, con cui Nostro Signor Gesù Cristo purificherà la sua aia, porrà il frumento nel granaio, la pula la brucerà con fuoco inestinguibile.
    Questa dichiarazione dividerà la luce dalle tenebre. Ah potessi versare il mio sangue a testimonio di questa verità e patir morte per essa! Potessi completare il mio sacrificio, iniziato nel 1856, discendendo da questo ambone e morire.
    Porto i segni di Cristo impressi sul mio corpo, alla mascella e al braccio destro. Potessi terminare la mia corsa, proclamando con l'abbondanza del cuore questa verità: credo che il Romano Pontefice è infallibile.[...]
    Nella vita di Santa Teresa d'Avila si legge che il Signore apparve e le disse: "Ogni male al mondo proviene dal fatto che gli uomini non comprendono le Sacre Scritture". Se gli uomini comprendessero le Sacre Scritture, vedrebbero chiaramente e
    apertamente la verità dell'Infallibilità Pontificia, poichè questa Verità è contenuta nell'Evangelo. Ma perchè non
    comprendono le Scritture? Tre sono le cause: perchè gli uomini non hanno amor di Dio, come Gesù disse a Santa Teresa, perchè non hanno l'umiltà, [...] alcuni perchè non vogliono capire, per evitare di fare il bene. Diciamo col Profeta Davide: Deus misereatur nostri, et benedicat nobis: illuminet vultum meum super nos, et misereatur nostri. Ho concluso.»
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    “O Jesu mitis et humilis corde, fac cor nostrum secundum Cor Tuum.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b7&oe=5C3E5385


    https://www.radiospada.org/2018/10/d...ad-de-cordoba/










    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 24 ottobre. San Raffaele Arcangelo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-24ott.htm
    «24 OTTOBRE SAN RAFFAELE ARCANGELO.

    La vicinanza della grande solennità, che farà convergere sopra di noi gli splendori del cielo, ispira alla Chiesa un raccoglimento profondo. Salvo l'omaggio che intende rendere ai gloriosi Apostoli Simone e Giuda, poche feste di rito semplice romano rompono il silenzio degli ultimi giorni di ottobre e conviene che le nostre anime si uniformino alle disposizioni della Chiesa. Tuttavia, non ci sottrarremo ad esse, se ricorderemo brevemente l'Arcangelo che la Chiesa oggi solennizza.
    Ministero di san Raffaele.
    L'ufficio che adempiono verso di noi gli spiriti celesti è espresso in modo mirabile nelle scene graziose, che rivestono di toccante bellezza la storia di Tobia. Ricordando i buoni uffici della guida e dell'amico, che chiama fratello Azaria, Tobiolo dice al padre: "Come ricompenseremo i suoi benefici? Mi ha guidato e ricondotto sano e salvo, ha ricuperato egli stesso il denaro che Gabelo ci doveva, devo a lui se ho incontrata la sposa che mi era destinata e ne ha cacciato il demonio, riempiendo di gioia i suoi genitori, mi ha liberato dal pesce, che stava per inghiottirmi e a te ha fatto vedere finalmente la luce del cielo: siamo stati da lui colmati di benefici" (Tob. 12, 2-3).
    Padre e figlio, desiderano mostrare nel modo possibile a uomini la gratitudine a chi tanto l'aveva meritata. L'angelo si fa conoscere e orienta tutta la loro riconoscenza al supremo benefattore. "Benedite il Dio del cielo e glorificatelo sopra tutto ciò che ha vita, perché egli ha fatto splendere sopra di voi la sua misericordia. Quando voi pregavate in lacrime e seppellivate i morti io presentavo al Signore le vostre preghiere e siccome eravate graditi a Dio era necessario che foste provati dalla tentazione. Ora il Signore mi ha mandato per guarirvi e liberare dal demonio la sposa di vostro figlio. Io sono l'angelo Raffaele, uno dei sette che stiamo davanti al Signore. Pace a voi, non temete e lodate Dio" (ibid. 12, 4-22).
    Confidenza.
    Ricordiamo anche noi i benefici del cielo, perché, con la certezza di Tobia, che vedeva con i suoi occhi l'Arcangelo Raffaele, noi sappiamo dalla fede che l'angelo del Signore segue i nostri passi dalla culla alla tomba. Abbiamo per lui lo stesso confidente abbandono e il cammino della vita, più seminato di pericoli che il cammino nel paese dei Medi, sarà per noi sicuro e gli incontri che faremo saranno felici, perché preparati dal Signore e la sua benedizione, splendore anticipato della patria, si diffonderà sopra di noi e sui nostri cari.
    Lode.
    Prendiamo dal Breviaro Ambrosiano un inno in onore dell'Arcangelo radioso:
    Raffaele, guida divina, ricevi con bontà l'inno sacro che le nostre vocisupplichevoli e gioiose ti dedicano.
    Dirigi il nostro cammino verso la salvezza, sostieni i nostri passi, perché non andiamo vagando senza meta, avendo perduto il sentiero del cielo.
    Guarda a noi dal cielo e riempi le nostre anime dello splendore brillante che discende dal Padre santo dei lumi.
    Restituisci ai malati la salute, fa' cessare la notte dei ciechi e guarendo i loro corpi, riconforta i loro cuori.
    Tu, che stai davanti al sommo Giudice, scusaci per i nostri delitti; placa l'ira vendicatrice dell'Onnipotente, tu cui noi affidiamo le nostre preghiere.
    Tu, che sostenesti il gran combattimento, confondi il nostro superbo nemico e, per vincere lo spirito di rivolta, donaci forza, aumenta in noi la grazia.
    Sia gloria a Dio Padre e al suo unico Figlio con lo Spirito Paraclito e ora e sempre. Così sia.
    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1208-1210.»





    https://moimunanblog.files.wordpress.com/
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    https://militesvirginismariae.wordpress.com/


    Sede Vacante -
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    https://fidecatholica.wordpress.com/



    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
    24 octobre : Saint Raphaël, Archange :: Ligue Saint Amédée
    “24 octobre : Saint Raphaël, Archange.”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...nt_raphael.jpg







    Sancte Raphaël Archangele, ora pro nobis!!!
    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!

    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 

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