Quello che scrivi è inesatto. Sotto Venezia gli italo-romanzi e gli slavi hanno convissuto senza problemi per 1500 anni. I problemi sono nati PROPRIO sotto l'Austria:In Origine Postato da Cristianu
Sotto Venezia e sotto l'Austria gli italo-romanzi e gli slavi hanno convissuto per quasi due millenni! Sotto 20 anni di fascismo la popolazione slava è stata esasperata e distrutta nel fisico e nell'anima, fino all'esplosione finale di violenza nelle foibe!
Ricordiamoci poi che i fascisti durante la guerra si macchiarono di crimini contro l'umanità in Croazia e Bosnia, e i criminali di guerra non sono mai stati processati...
[/B]
Quest'ultima inizialmente decise di favorire l'elemento italiano, sia dove era comunque in maggioranza (l'Istria e il Quarnero), sia dove era in minoranza (Dalmazia, dove fuori dalle grandi città come Spalato, Ragusa e Zara era in netta minoranza, e nelle isole pressocchè assente) tentando di italianizzare le popolazioni slave, questo perchè la cultura italiana era molto apprezzata a Vienna, e sopratutto perchè l'elemento italiano era considerato meno violento di quello slavo e quindi più "governabile". Questa italianizzazione forzata degli slavi era vista come un modo per "civilizzare" popolazioni ribelle e burrascose.
Poi con il 48, e successivamente con la perdita di Milano e di Venezia a favore dei Savoia e del nascente stato italiano, questa politica subì una completa inversione. Vienna favorì decisamente l'elemento slavo. Il movimento irredentista d'altronde mise paura a tutti quei paesi con minoranze italo-romanze, è di quell'epoca l'abolizione dell'italiano come lingua ufficiale nel Trentino, in Istria, in Dalmazia e in Corsica. A Malta si aspetterà le rivendicazioni mussoliniane per abolire la lingua di Dante anche in quell'isola.
E' in questa chiave che nasce l'odio italo-slavo, ed è tenendo conto di quel contesto che bisogna leggere queste disposizioni fasciste sulla lingua in Istria e Dalmazia, tenendo conto appunto che già sotto l'Austria gli italiani dell'Istria e della Dalmazia e gli slavi se ne erano fatte di cotte e di crude...
Se non si tiene conto di quel contesto locale, si fa di tutta una erba un fascio, facendo passare l'italiano per un popolo xenofobo, sciovinista e ultranazionalista, il che è profondamente falso. L'Italiano non è nazionalista ma regionalista e campanilista, è qui la grande differenza con gli inglesi, i tedeschi o i francesi, ed è forse questa anche la ragione per cui siamo rispetto a questi altri decisamente più esterofili, proprio perchè da noi il concetto di Nazione non è ancora del tutto chiaro.