Solo in Padania pensano che gli zingari rubino i bambini

[pensiero]

Queste sono alcune delle affermazioni che ho sentito leggere da un articolo di Merlo sull'unità stamattina....se qualcuno ce l'ha lo posti va.....peccato che sto incompetente di giornalista, non abbia seguito porta a porta ieri sera così si sarebbe risparmiato l'ennesima figura di merda da scribacchino da quattro soldi....in studio con Di Pietro...Calderoli e altri c'era anche quella dottoressa dei tribunali dei minori, questa ha affermato che la maggior parte dei bambini zingari che controllano, confrontati gli esami con i loro "presunti" genitori questi non corrispondono, perciò non sono figli loro...di chi cazzo sono figli allora?

[Wasabi]

Merlo è di gran lunga il più disgustoso tra i denigratori della Padania.

[Nanths]

In origine postato da il merovingio
Merlo è di gran lunga il più disgustoso tra i denigratori della Padania.

ne aveva già scritte altre di grosse contro la Padania, ma ora non mi sovviene...

[Autari]

In origine postato da antonio
poi, voi siete al potere..avete la possibilita' di fare una legge speciale su slavi e zingari in genere, talche' non possano, in virtu' di questo loro status, essere zingari o slavi, beneficiare di alcun patteggiamento o attenuante o riduzione della pena, anche se incensurati..e fatele no??

Non gli si può certo dare torto!
D'altra parte sono tante le leggi che si potevano fare in 4 anni e che non sono state fatte...

[Maxadhego]

In origine postato da il merovingio
Merlo è di gran lunga il più disgustoso tra i denigratori della Padania.

Il merlo è uomo del sud e mi pare che da quelle parti il problema nomadi sia stato affrontato non tanto politicamente corretto...........

[Maxadhego]

In origine postato da Nanths
ne aveva già scritte altre di grosse contro la Padania, ma ora non mi sovviene...

fonte: la Repubblica Mercoledì 2 giugno 2004

L'ESIBIZIONE DELLA MALATTIA


FRANCESCO MERLO

Mai avremmo pensato di poter volere bene a Umberto Bassi, che per noi è sempre stato la sentina di tutti i pregiudizi infamanti e razzisti contro il Meridione del mondo. E invece ieri pomeriggio il suo soffio di voce straziato e straziante, registrato e trasmesso da Radio Padania, ci ha commosso perché è la prova che stanno maltrattando un ammalato per ragioni elettoralistiche, che c'è un accanimento politico, ben più insensato di quello terapeutico.


DUNQUE ieri, mentre ci arrivavano quei rantoli impastati e incomprensibili, quel <<Non sono morto» e quel «viva la Padania» oltre tombali e spettrali, ci è venuta voglia di preservarlo noi il povero Bossi, di farlo curare da mani veramente amiche, di lasciarlo accudire da una devozione affettuosa, di sottrarlo a un rito crudele e primitivo che somiglia ai disperati viaggi della speranza, a Lourdes, alle Madonne delle lacrime, all'ampolla con il sangue di San Gennaro, ai samurai che traevano alimento dal corpo dell'imperatore, a quelle tribù primitive che mangiavano la carne dei propri idoli pensando di impossessarsi della forza, della virtù, dei valori loro. Per noi che siamo meridionali, malattia e vecchiaia sono i sacramenti laici di Enea, sono l'alimento della nostra pietas.

Perciò vorremmo proteggere Bossi, toglierlo ai suoi fan invasati e piangenti che ieri hanno ascoltato il rantolo come i cani di Pavlov che insalivano il palato quando sentono il trillo associato al pasto, e che appassionatamente poi sono intervenuti, commossi e commoventi, come se Radio Padania fosse Radio Londra, quando tutti si davano clandestinamente appuntamento attorno a una scatoletta magica per sentire la voce della libertà, quella dei fuoriusciti, dei leader in esilio. I signori della Lega, i Maroni, i Calderoli, i Giorgetti non sono neppure in malafede, . non sono personaggi ignobili che cinicamente usano il fantasma, non sono truci giocolieri, e non sono epigoni di Alessandro Volta che faceva muovere la rana di laboratorio con le scariche di elettricità. Loro credono davvero all' elettricità che anima la rana per rassicurarli. La loro pochezza sta in quel sincero smarrimento, in quel sentirsi perduti. Si lanciano su lquel malato e lo usano come piedistallo calcandovi sopra con il proprio peso e dunque annichilendolo. Per sembrare più alti poggiano i piedi su un corpo che soffre.

Sono loro e non Bossi i veri malati inguaribili. La loro ingenuità feroce è la rinuncia definitiva alla politica. Con l'abuso di quella voce, la Lega si consegna infatti a reperto museale etno-antropologico. Forse guadagneranno qualche voto segnato con mano tremula, forse beneficeranno dell'onda emotiva, ma non c'è progetto politico nelle sedute spiritiche, negli umori trasmessi dai tavolini che ballano. Il dolore e l'indecenza non valgono uno zero virgola in più. Forse, il 13 giugno, elevando e ingerendo quest' ostia, la Lega raccoglierà tutta la vita che le resta, ma non c'è futuro dietro un'allucinazione, un'associazione di idee, un pretesto; non c'è più traccia di politica dietro una voce registrata in una corsia. Davvero la voce di Bossi ieri pomeriggio ci ha commosso come Scipione dinanzi alla rovine fumanti di Cartagine.

Il condottiero romano piangeva l'antagonista distrutto noi compiangiamo gli esaltati che da ieri uno dopo l'altro piangono alla radio, pecorelle senza pastore; compiangiamo la Lega ridotta ad un rantolo che cola a picco nell'orrore lezioso, annega nel proprio melodramma. Insomma ci ha intenerito sentire com' è ridotta la voce che sino a due mesi fa era la voce della guerra civile, dell'oltranza eversiva e della volgarità politica, più cavernicola che cavernosa.
Lo ribadiamo: è stata un'emozione filiale, o fraterna, perché insomma avremmo voluto non sentirla, e ricordarla nei suoi toni forti e battaglieri ancorché mai condivisi. La Lega infatti è stata fisicità e non progettualità, fece presa in una snervata stagione della politica anemica perché era forza, potenza, durezza con una consistenza tutta esteriore se volete, ma solidale alla larvale consunzione dei politici di mestiere.
Ebbene oggi è un ricordo, è una sofferenza, è la debolezza fuori gioco di un signore che, per guarire, dovrebbe essere lasciato in pace, lontano dai clamori ma anche dagli sberleffi che, al di là delle ipocrisie di maniera, sicuramente gli arriveranno dai suoi nemici politici e personali.

Bossi è un signore che, con le tendine abbassate, deve essere preservato soprattutto dalla politica, perché è stato lo sforzo della politica e quel suo guerreggiare anche di notte, è stato l'estenuarsi del corpo e dell'intelligenza a fargli scoppiare le condutture cerebrali. Alla fine, dunque, quel che più ci lascia di stucco è che i Maroni, i Calderoli e i Giorgetti credano di avere liberato quella voce come i nazisti liberarono Mussolini al Gran Sasso, che non si rendano conto del male che gli fanno e che si fanno: Non capiscono che prima c'è l'uomo, il quale dopo, solo dopo, diventa un politico, un calciatore, un attore... Ma noi meridionali lo sappiamo che un uomo è un uomo.

[pensiero]

In origine postato da antonio
cara pensiero..leggi male o senti male..merlo non scrive per l'Unita'...

eppure son certa di aver sentito il nome Merlo e l'Unità cmq si può verificare se oggi c'è o su repubblica o su l'unità un articolo del genere...può essersi sbagliato il giornalista che dava la prima pagina stamattina

[pensiero]

In origine postato da Autari
Non gli si può certo dare torto!
D'altra parte sono tante le leggi che si potevano fare in 4 anni e che non sono state fatte...

e poi dici che non sei contro a priori ma solo per apportare qualcosa in più.....le leggi come in quel caso ci sono, se poi i magistrati le applicano a loro modo e secondo coscienza tu ti attacchi al tram.....spiegamoi la sentenza Forleo se non è un'eresia....spiegami la sentenza ragazzi di Verona se non è un'eresia....lì son leggi interpretate a modo loro perchè sanno di essere na casta intoccabile e fanno quello che vogliono

[pensiero]

Appello al Comune: non c’è sicurezza, rinunciamo all’assistenza. L’assessore Manca: situazione fuori controllo, intervenga la polizia


«Via Barzaghi fuorilegge». Volontari in fuga

L’Opera nomadi: mesi di violenze e minacce, ora basta. Siamo costretti ad andarcene


Una lettera al Comune. In cui l’Opera Nomadi da forfait, abbandona il campo di via Barzaghi e rinuncia al progetto di integrazione sociale per i 54 rom di via Adda. «Impossibile andare avanti» hanno scritto i responsabili dell’Opera Nomadi. Un mese di minacce, intimidazioni, violenze. Da parte di chi «comanda» davvero nel campo. E non accetta che qualcuno venga a mettere il naso nei propri affari. Gli operatori accompagnavano i bambini a scuola, li seguivano nello studio, aiutavano le famiglie. Hanno smesso. «Non sussistono più le condizioni minime di sicurezza per lo svolgimento dell’attività del personale». L’assessore Manca ha scritto una lettera al prefetto. «Le chiedo un deciso intervento delle forze dell’ordine teso a stroncare alla radice il fenomeno», per non arrivare a «una situazione incontrollabile».

11/02/04 Corriere

[Autari]

In origine postato da pensiero
e poi dici che non sei contro a priori ma solo per apportare qualcosa in più.....le leggi come in quel caso ci sono, se poi i magistrati le applicano a loro modo e secondo coscienza tu ti attacchi al tram.....spiegamoi la sentenza Forleo se non è un'eresia....spiegami la sentenza ragazzi di Verona se non è un'eresia....lì son leggi interpretate a modo loro perchè sanno di essere na casta intoccabile e fanno quello che vogliono

Tanto per essere chiari premetto che non sono d'accordo con le sentenze a cui ti riferisci.
I giudici interpretano le leggi perchè le leggi gli permettono di farlo.
Una normativa molto chiara, diciamo "blindata" non consentirebbe questo. Verrebbe applicata e basta.
Stai pur certa che la Forleo ha emesso una sentenza così perchè la legge lo prevedeva e non perchè l'abbia cambiata lei. La prova è nel fatto che abbia citato chi l'ha contestata. Se non fosse sicura di essere in regola non l'avrebbe mai fatto!
Comunque la Lega si è scagliata per anni contro alcune leggi quale quella Mancino o contro il codice Rocco ma nulla ha fatto in 4 anni per cambiarle.