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Energia eolica
MATTEOLI, KYOTO E IL PIANO DI PILI
CHICCO Porcu *
Un Piano per l’eolico fatto di 2500 torri da disseminare per la Sardegna: si pensava che questa responsabilità fosse da addebitare all’infausto governo regionale guidato da Mauro Pili. Per capirci, duemila e cinquecento torri eoliche capaci di sviluppare
una quantità di energia otto volte superiore a quella utilizzabile dalla rete regionale, con tanti saluti al paesaggio rurale sardo allo sviluppo turistico delle zone interne.Ma ecco che, dopo la pubblicazione delle argomentazioni sul ricorso del Governo alla Corte costituzionale contro la legge salva-coste e blocca-eolico, arriva la conferma del filo rosso tra la spregiudicata politica energetica dell’amministrazione Pili e il Governo nazionale.
Come si legge nel ricorso, gli impiantieolici sono, per il Governo, di pubblica utilità e quindi non differibili o bloccabili. Nella risposta scritta all’interrogazione di un parlamentare sardo, il solerte
ministro dell’Ambiente Altero Matteoli ci spiega poi che, su quel famigerato Piano per l’Eolico di Pili, l’Italia ha costruito, ad insaputa dei sardi, la base per il rispetto del protocollo di Kyoto sulla riduzione dell’emissione dei gas serra. Questo è dunque il federalismo solidale previsto per la Sardegna dal Governo di Silvio Berlusconi e dai suoi adepti locali. Il ragionamento è tanto semplice quanto deprecabile.
A causa del Trattato di Kyoto c'è bisognodi bilanciare le emissioni di anidride carbonica prodotte nel Nord Italia? Ecco la Sardegna ricca di vento, dove piazzare l’80% degli impianti eolici previsti dall’Italia.
Vogliamo fare un po' di speculazione edilizia? E di quale costa migliore si può disporre a piacimento se non di quella già ampiamente testata dalle tenute top secret del Presidente del Consiglio? Blocchiamo quindi la legge salva-coste con la quale la Regione sarda pretende di mettersi in regola con la normativa nazionale e comunitaria.
Abbiamo bisogno di sparare un po’ di bombe per le esercitazioni
militari nazionali e della Nato? Ecco la Sardegna con le sue vaste zone spopolate dove mantenere il 60% delle servitù militari italiane.
Cerchiamo una discarica per 55mila tonnellate di scorie nucleari?
Qualemiglior luogo della Sardegna, appartata e abitata da sparute comunità sottosviluppate? Ecco così il progetto del
governo per creare in Sardegna un deposito nazionale delle scorie radioattive, ipotesi ancora in piedi nonostante le apparenti
smentite.
La sensazione è che il Governo Berlusconi sia rimasto spiazzato da questa Sardegna che con umiltà, e con fermezza, rialza la
testa. Una Sardegna che non vuole più essere il luogo di tutte le servitù, ma che vuole riprendere in mano, con dignità, la responsabilità del proprio destino.
*Vice presidente gruppo
consiliare Progetto Sardegna
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