Avanti così a difendere ladri, mafiosi e gentaglia simile... Intanto noi aspettiamo che si faccia qualcosa contro la legge mancino
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"Con la ex Cirielli un cataclisma e migliaia di prescrizioni"
La replica di Castelli: "Ormai sono un organismo politico"
Il Csm boccia la salva-Previti
"Effetti devastanti sulla giustizia"
Una riunione del Csm
ROMA - Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha bocciato a larghissima maggioranza la cosiddetta legge ex Cirielli, quella che vuole riformare i tempi di prescrizione per alcuni reati e più nota come legge salva-Previti. Il Csm definisce "devastanti" gli effetti che il provvedimento avrà sulla giustizia e spiega nel dettaglio tutte le conseguenze che si avranno sui processi. Immediata la replica del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che definisce l'organo di autogoverno della magistratura "un organismo politico che ragiona come il Parlamento".
Con 16 voti a favore, tre contrari e un astenuto (ma al voto erano assenti i consiglieri Giuseppe Di Federico di Forza Italia e Mariella Ventura Sarno della Lega, che contestavano la legittimità dell'intervento del Csm) è passata la risoluzione di maggioranza proposta dalla sesta commissione. A contribuire alla bocciatura di questa legge anche il primo presidente della cassazione Nicola Marvulli e il Pg Francesco Favara che hanno votato a favore della risoluzione.
Secondo l'organo di autogoverno dei giudici la ex Cirielli avrà "effetti devastanti" sull'amministrazione della giustizia; farà quadruplicare i reati prescritti e "rischia di determinare un ulteriore effetto di ritardo nella definizione dei processi, con grave violazione del principio della ragionevole durata".
Cataclisma organizzativo. La relazione di maggioranza prefigura scenari catastrofici. "L'applicazione del nuovo regime ai processi in corso - si legge nel documento - comporterà un vero e proprio cataclisma organizzativo all'interno di un sistema di giustizia penale che già oggi riesce con assoluta difficoltà a fronteggiare il numero elevatissimo di procedimenti". E provocherà "la vanificazione di gran parte del lavoro svolto dall'intero sistema giudiziario nel corso di alcuni anni".
Prescrizione sicura. I consiglieri di Palazzo dei Marescialli indicano con precisione i processi destinati ad essere spazzati via: "Quasi tutti i processi per reati puniti con la pena della reclusione compresa nel massimo tra i cinque e i sei anni e la grande maggioranza di quelli per reati puniti con la pena della reclusione massima di otto anni sono destinati a sicura prescrizione". Si tratta di un'ampia gamma di reati che va dalla corruzione alla violenza o minaccia al pubblico ufficiale, dalla truffa e dall'usura alla rivelazione di segreto di Stato.
La previsione è fondata su un'analisi compiuta dalla corte di appello di Bologna che "ha stimato che per tale fascia di delitti sul totale dei processi iniziati davanti al giudice la quota destinata a prescriversi dall'attuale livello del 9,6 per cento passerebbe a circa il 47%, il che, in termini assoluti, equivarrebbe ad una grandezza dell'ordine di 4.500 processi".
Spreco di energie. Ma non solo: i consiglieri fanno riferimento anche a una ricognizione compiuta dalla Corte di Cassazione che ha individuato in nove anni il tempo medio di durata dei processi per reati puniti con una pena compresa tra cinque e otto anni che giungono al vaglio della stessa Corte. Ne consegue che "per la massima parte dei processi il termine prescrizionali maturerebbe prima della sentenza definitiva, ma dopo la decisione di appello, e cioè in un contesto che comporta per il sistema giustizia il massimo spreco di energie".
Processi ingovernabili. E non è ancora tutto: i processi diventeranno ingovernabili, avverte Palazzo dei Marescialli. Il nuovo regime "impedirà al giudice di controllare lo sviluppo dell'istruttoria dibattimentale e di gestire i tempi di lavoro", visto che la nuova disciplina renderà "del tutto naturale per i difensori fare ricorso agli istituti che comportano la sospensione del processo, non tanto per ottenere una pronuncia del giudice, ma anche solo al fine di far maturare il limite di prescrizione".
La Cdl: "Valutazioni paradossali". Argomentazioni respinte dai laici della Cdl. In particolare, il consigliere Nicola Buccico (An), prendendo la parola durante il dibattito, ha definito "paradossale ed estremistica" la tesi secondo cui la riforma "determinerebbe un effetto criminogeno". Non a caso la relazione votata dai laici della Cdl sottolinea la "legittimità " dell'intervento legislativo.
L'affondo di Castelli. Il ministro della Giustizia, dopo aver bollato il Csm come "organismo politico", sottolinea che "prima di tutto hanno fornito dei numeri che non si capisce proprio da dove vengano. Neanche i nostri uffici, infatti, sono riusciti ad averli". "Ma poi c'è anche una cosa curiosa - aggiunge - e cioè che è stata fatta una relazione di maggioranza e una relazione di minoranza. Ma su dei numeri, su dei dati incontrovertibili non si possono avere cose diverse".
(23 febbraio 2005)