Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Wink Una favola ( verosimile )

    Successe in tempi molto lontani, nei Paesi della U.E. a Nord delle Alpi.

    In Europa alcuni uomini illuminati andarono a caccia di valori.
    Si dice che fossero di stirpe germanica (alemanni o franchi ).
    Qualcuno invece sostiene che fossero degli anglosassoni.
    Questi illuminati, dopo lungo cercare, catturarono il valore organizzazione.
    Incontrandola per la prima volta, le fecero dei tests
    (sui processi mentali e nella vita di tutti i giorni).
    Ne apprezzarono i risultati e pensarono di utilizzarla.
    La educarono, le misero allora addosso dei bei vestiti,
    poi un cappello a cilindro, con su la scritta : Valore Primario.
    Poi la mandarono in giro,
    con la raccomandazione di infilarsi e lasciar traccia in ogni angolo dei Paesi europei.
    Si tratta di un valore furbo ed inoltre capace di strategia.

    Nei suoi lunghi giri, si presentò dapprima ai capi e direttori, governanti e principi.
    Fece dei bei discorsi, fu eloquente.
    Spiegò come il suo uso poteva estendere benefici effetti
    non solo ad ogni attività ben condotta, ma anche ai processi mentali.
    Mostrò l’interesse e la convenienza di chiamarla in causa il più possibile.
    Predisse che, se un giorno fosse stato creato il villaggio globale,
    la vita sociale sarebbe divenuta notevolmente complicata,
    creando cosí la assoluta necessità di organizzarsi.
    Una caratteristica dell’organizzazione è il suo spettro molto ampio.
    Le sue grandi capacità strategiche le permisero di entrare in gioco
    prima in quei settori e livelli ove poteva avere più influenza.
    Poi, man mano, scese anche ai bassi livelli.
    Nei Paesi ove fu meglio accolta, l’organizzazione fece un buon lavoro :
    Aiutò le culture e i cittadini a lavorare, in modo tale che
    i risultati di un’attività fossero il più vicini possibile alle previsioni e agli obiettivi iniziali.
    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Cosa successe in Italia ? Non so, ma ho cercato di informarmi.
    Qualcuno mi ha detto che, poiché la cultura italiana ha una larga base artistica,
    era impossibile rendere compatibili organizzazione e arte.
    Altri pensano che, vista la diffusione dei comportamenti istintivi in Italia,
    l’introduzione della organizzazione avrebbe messo a rischio tali modi di fare,
    cosi tradizionali. Forse, in questo caso, ci sono due verità.
    Un’altra versione è che l’organizzazione esiste in Italia.
    Si tratta di un valore furbo e, come tale,
    si nasconderebbe ogni volta che teme di soccombere.
    Si ritroverebbe quindi in anfratti, località segrete,
    punti ove non rischia di soccombere all’istinto o all’arte.
    Pare anche che abbia eliminato la scritta dal suo cappello, per non urtare i cittadini.
    Ho consultato un paio di professoroni, lunga barba ed esperienza, per sapere come funziona.
    Il primo mi dice che bisognerebbe applicare l’organizzazione ai processi mentali,
    agli sviluppi del cervello, per avere dei ritorni in efficienza.
    L’altro invece mi ha detto che ciò non è possibile, perché in caso
    di tipologia artistica o istintiva, il cervello andrebbe in corto circuito ( nevrosi sembra ).
    Allora egli consiglia di applicare l’organizzazione alle azioni della vita di tutti i giorni.
    Anche qui, due verità !
    Allora ho capito che dovrò, per concludere, fare uno studio approfondito,
    sto già cercando la bibliografia.
    Qualcuno mi aiuta ?
    Comunque sia, secondo uno studioso, questa situazione incerta
    determinerebbe nel nostro Paese grossi scostamenti
    tra gli obiettivi dichiarati all’inizio di alcune attività sociali e i risultati ottenuti alla fine.
    Non garantisco che sia vero, ma spero di saperlo presto.
    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Un Vecchio che aspetta

    Un vecchio dalla barba bianca si trova ai confini dello Stivale.
    Vestito di bianco trasparente,
    sul cappello in vista due grandi parole : Compatibilità, Sviluppo.
    Nella sua bisaccia sono accatastati tanti Valori, forse da vendere, forse da mostrare.
    Lancia il suo sguardo al di quà delle nostre finestre.
    Incuriosito, sembra in attesa.
    Ricerca segni e prove della presenza di Valori su un territorio che conosceva bene.
    Continua a guardare, con insistenza. Sembra insoddisfatto.
    Vede al di là del portale Italia tante facce grige, interdette, dubbiose.
    Alcune, instabili, cambiano spesso colore.
    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Avrà pazienza di aspettare i segnali che cerca, per poi decidere se entrare ?
    Per quanto tempo aspetterà ancora ? Speriamo per molto.
    Antonio Greco
    ANGREMA@wanadoo.fr

    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    P.S. Le persone interessate ad esempi classici, ufficiali, della organizzazione italiana,
    possono chiedermeli. Risponderò volentieri.

    Un esempio nella U.E. :
    I Francesi fanno colazione con pane, burro e organizzazione.
    Chi preferisce il croccante, si serve dei wafers alla vaniglia e logica.
    Il sistema sanitario francese è forse il migliore d’Europa.
    Rapido, razionale, affidabile, alla portata di tutti.
    Centinaia di Italiani (pellegrini sanitari) vengono a servirsene
    per avere cure di buona qualità.
    I malati italiani sono tanti che, in alcuni ospedali parigini,
    le infermiere capiscono la nostra lingua.
    ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

  2. #2
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    Predefinito

    Queste critiche hanno profondi elementi di verità, a mio parere.
    Non si deve però ignorare qualche elemento che spesso si ignora. I caratteri intrinsechi e profondi di una cultura (qui si sta parlando di organizzazione, attributo del viver comune che è strettamente legato alle caratteristiche di un background culturale) sono, a mio parere, molto più difficilmente esportabili di quanto il positivismo dei secoli passati o la cultura contemporanea sia capace di giudicare.

    Estenderò un poco il discorso per spiegarmi meglio. Gli urbanisti da decadi si accorgono che le periferie delle grandi metropoli vanno via via sempre più somigliando, strutturalmente ma anche nell'aspetto, alle periferie delle grandi metropoli occidentali, in particolare americane. Tre secoli fa la differenza sarebbe stata immane.
    L'economia, di pari passo, così come la tecnologia, va via via uniformandosi mentre, come si ricorda, il mondo diventa un "villaggio globale". I mezzi di trasporto, che già nel XIX secolo diedero vita ad una prima globalizzazione ne hanno creata, alla fine del XX, con le telecomunicazioni, una seconda, che rivoluziona ancor più profondamente i rapporti umani su scala mondiale.
    Questo processo di creazione di un modello ed uniformamento ad un modello è vecchio come l'umanità, basta pensare alle grandi scoperte (l'alfabeto, le grandi filosofie, le religioni di massa) che si sono diffuse da una singola cultura in maniera più o meno globale. Il processo si è accelerato in maniera esponenziale con la rivoluzione industriale.
    Ora questo processo "globalizzante", di uniformazione ad un modello, non è omogeneo nella sua diffusione. Diversi caratteri possono essere globalizzati con minore o maggiore successo. Un'innovazione tecnica è facile da diffondere, un'innovazione economica di meno perché necessita di supporti sociali e culturali, un'innovazione culturale/filosofica o religiosa ancora di meno, la resistenza atavica del background umano da riformare è maggiore.
    Caratteri che pervadono sia il mondo sociale, economico che addirittura psicologico ed filosofico, come l'Organizzazione, sono difficilissimi da diffondere se il substrato non è predisposto.
    Che vuol dire? Che se un popolo non ha già i connotati giusti per acquisire metodi di organizzazione (es. i giapponesi) sarà difficile per loro apprenderli.
    Si crede che possa essere semplice, nel caso specificio, fare degli italiani degli "europei" in questo senso, dirgli: guardate francesi e tedeschi e fate come loro.
    Ma non lo è.
    Per valutare gli italiani bisogna valutare tutta la loro storia, differenziata oltretutto da regione a regione ed estremamente complessa, in quel crocevia mediterraneo che la penisola è stata per secoli.
    Non dimentichiamo che la Francia ha avuto un Stato che può essere fatto risalire ai merovingi, e che ha assunto caratteri di modernità nazionale sotto Filippo Augusto. In Italia ci sono ancora forze politiche che parlano di Celti e Padania, e non sono una piccola maggioranza.
    Comprendere la cultura di un popolo è difficilissimo, impossibile farlo del tutto, è un fenomeno tanto complesso che è molto difficile dire perché la cosiddetta "organizzazione" non attecchisca o attecchisca in maniera differente da come atteso...

  3. #3
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    Predefinito REAZIONE AL COMMENTO

    Dotta e elegante valutazione, che finice in pratica col dire:
    di meglio non si puo' fare.

    LA REALTA: abbiamo, come economia, perso molto in competitività. Poiché il degrado continuerà, perché nessuno fa niente per arrestarlo, il lavoro italiano, fra cinque anni sarà limitato a beni di infimo valore (es. scarpe).

    La società accetta di andare al terzomo mondo ? Se si, O.K.

    Se no, é urgente copiare in U.E. i VALORI. E anche l' organizzazione, e anche la serietà, etc...... che é l' unico modo per divenire più competitivi..






    _



    _
    Italia: perdita di competitività

    Le classifiche mondiali indicano che la competitività italiana si sbraca. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? L’occupazione non migliora. Speriamo che non arretri. Parecchi laureati sono costretti ad andare all’estero. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? La deriva italiana degli ultimi 20 anni è chiara, vista dall’Europa. Forse non si ha una percezione altrettanto chiara dall’interno. Poiché i comportamenti e la mentalità sono molto peggiorati, citiamo Peyrefitte, storico delle economie: SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel "La societé de confiance"). Nello Stato i peggiori figuri han preso il potere, complice un sistema di selezione particolare: il comparaggio, l’omertà. Tali figuri hanno promosso e diffuso una mentalità da terzo mondo. E il popolo italiano, che non ha la spina dorsale più robusta in Europa (diciamo che siamo flessibili), ha accettato quanto proposto dai peggiori. Supino, rassegnato, spensierato. In un Paese che ha perduto i Valori, perduto la riflessione lucida, ove la forma mentis che si diffonde è ormai deviata, viziata, da Paese latino-americano, non c’è scampo. Il mercato del villaggio globale ci ha messo davanti ad un muro: il muro della verità. Non si possono avere in Italia livelli di remunerazione paragonabili a quelli di altri Paesi Ue, un’economia fiorente, e nello stesso tempo continuare a navigare, spensierati, fra gli sprechi. Qualcuno vuol proporre, per salvarsi, di eliminare gli sprechi? Forse si puo’, ma solo reintroducendo i Valori. E’ un lavoro lungo e difficile, che richiede attenzione all’Europa. E che possono fare solo gli esterni al sistema. Siamo arrivati al 47/mo posto per la competitività. Scenderemo ben oltre, se non riflettiamo sulle contromisure necessarie ed urgenti. Aiutati dalle testimonianze degli emigrati.

    Antonio Greco, ANGREMA@wanadoo.fr

  4. #4
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    Predefinito Re: REAZIONE AL COMMENTO

    In origine postato da Antonio Mansi
    Dotta e elegante valutazione, che finice in pratica col dire:
    di meglio non si puo' fare.
    Questo è vero. Solo che non verrà fatto, secondo me. Per i motivi su spiegati.

    Io, lei ed altri 1000 "illuminati" in Italia potremmo decidere di aderire a questo genere di politiche. Ma non saranno troppo efficaci sulla massa, purtroppo.

    In realtà il discorso è vecchio. Il vecchio stato liberale di inizio '900 comprese la necessità di copiare valori e organizzazione in Europa. Prima della Prima Guerra mondiale un inglese mangiava 5 volte la carne di un italiano, un francese o un belga 4, eppure le risorse culturali ed umane potenzialmente erano in essere...
    Ma cosa accadde?
    Il trauma bellico portò l'inghilterra verso un lentissimo declino, la Francia ad un trauma, la Germania a Weimar e l'Italia? Nelle mani di un dittatore che parlava di "quota 90" come modello di pareggiamento con l'europa e nel frattempo sfaldava la società delle nazioni di Wilson, spaccando l'europa, inventando il totalitarismo moderno di destra (che diede identità agli eredi dei Junkers tedeschi facendosi ispiratore di un nuovo partito nazionalsocialista nella Germania travolta dalla crisi del '29).
    Non è stato un bel lavoro.
    Purtroppo credo che l'analisi vada fatta, ma sia più complessa, caro sig. Mansi.
    Noto, guardando le fattezze sociali e di psicologia di massa italiane, che le sue caratteristiche cambieranno in senso europeo, se si inizia a lavorarci ora, nell'arco di decenni. Decenni durante i quali non se ne avranno i frutti. E la politica italiana non è disposta ad investire in nulla che non porti frutti immediati. E' quello che vorrebbe fare un Prodi, senza il minimo dubbio. Basta riflettere che Prodi è un "professore" (apprezzato a livello europeo), Berlusconi un "cavaliere" (le cui immagini a settembre del 2003 tappezzavano la metropolitana di Parigi con scritto "le petit mussolini"). Solo i titoli non riportano già alle due facce dell'Italia? L'italia che inventò le università di cultura potenzialmente europea, e l'Italia di signorotti, capetti, villaggi e feudi? E' solo un vezzo, ma in qualche modo significativo, anche i "titoli" in politica sono studiati per fare effetto sulla psicologia di massa.
    Sicuramente in Italia ci sono forze che vogliono lavorare per l'europeismo, e ci sono sempre state. Ma non saranno mai la maggioranza, resteranno un elite, perché per divenire maggioranza avrebbero bisogno di un lasso di tempo di dominio che gli altri non gli permetteranno di avere. Inoltre sono troppo democratiche e illuminate per guadagnarsi questo dominio in maniera autoritaria, cosa che le snaturerebbe. Invece le altre forze, quelle di questa "classe media" un pò italiota, alimentata dalla distribuzione della popolazione in tante realtà provinciali, il dominio sulla bilancia nazionale sono pronte a prenderselo, anche con la forza. Chi è che ha tenuto al potere un ex-socialista opportunista come Mussolini per 20 anni? Le camice nere? Quelle vennero silurate poco dopo la marcia su Roma, per cercare l'appoggio della classe "media" (o mediocre, faccia lei). Il fascismo tornò a parlare di rivoluzione solo a Salò, con il suo canto del cigno. Ora quelle due metà dell'italietta illiberale di allora si sono oggi perfettamente reincarnate: la destra rivoluzionaria sta in Alternativa Sociale, i fascisti impenitenti, i conservatori mediocri seguono Fini (e Berlusconi).
    Quindi la parte democratica/europea/debole è stata fattivamente più debole e non potrà mai far pendere significativamente e a lungo i piatti della bilancia dalla sua parte. Solo dei traumi anti-democratici permisero di farlo (la Seconda Guerra Mondiale e l'occupazione alleata ad esempio).
    Questa è un'analisi storica, perché di questo mi occupo, ma espone le radici del problema.
    Lei come districherebbe questa matassa? Quale soluzione proporrebbe?

  5. #5
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    Wink COSA FARE ?

    Le rispondo. la soluzione la ho potuta preparare perché ho lavorato in Europa per decenni.

    Ho visto:
    - che la divaricazione Italia-Europa aumenta ad un ritmo sostenuto;
    - che fra le cento diffrenze ce n' é una: Molti popoli europei condizionano il loro futuro perché gestiscono lo stato con rigore, programmazione, capacità, impegno, etc... Ci sono, specie in F, buoni gestori (da noi spariti). In Italia non si condiziona il futuro in modo positivo, ma implicitamente in modo negativo poiché si vive alla giornata (livello nazionale). Uno dei fattori prevalenti per il calo economico é il clima di inecertezza assoluta e continua.

    La soluzione che vedo: colle testimonianza di emigrati, centrate sui nostri ritardi e incapacità, accendere il dibattito nazionale, che si concluderebbe dicendo "Due strade; o il terzo mondo o diventiamo europei".

    Riforma della mentalità con catarsi e creazione di 10.000 Carote e 10.000 Bastoni. Introduzione dei Valori che sono comuni in U.E. Il popolo italian, oppotunista, si adatterà. Ma gli mancano i capi illuminati per partire.

    Allora, avendo studiato per anni la divaricazione verso l' Europa io sono disponibile pe r fare una presentazione, con tante valutazioni (almeno 35, forse più).

    Vivendo all' estero attendo suggerimenti: rivolgermi a quale Associaz o VIP interessato ? (se possibile, meglio fuori della politica)

    L' Emigrato


    Richiamo storico

    Nelle occasioni sotto indicate due popoli hanno, per la volontà di re o premiers, corretto le deviazioni diffuse dei proprii cittadini.
    - U.K. Alcuni secoli fa i vascelli inglesi erano temuti in tutti i Paesi marittimi. Gli Inglesi erano violenti e attaccabrighe. Il governo dell’epoca effettuo’ una campagna di correzione determinata e profonda, basata sulla punizione sistematica dei violenti e sulla promozione della correttezza. I risultati furono notevoli.
    - U.K. Alcuni anni fa la Tatcher, con prediche frequenti, riusci a risvegliare i flemmatici Inglesi, abituati a far lavorare i colonizzati. Li tramuto’ in europei svegli e rapidi, ormai preparati a far ripartire l’economia di un Paese che non aveva più un impero.
    - Regno di Danimarca e Scandinavia. Il re decise secoli fa di correggere la violenza diffusa degli scandinavi con provvedimenti fortemente punitivi. Gli scandinavi sono oggi i più corretti e i meglio educati tra gli europei !

 

 

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