Ai sindacati “rossi” degli operai non frega più niente
CARLO LUIGI BESTETTI - Casatenovo (Lc)
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Spettabile “Padania”, vi scrivo in merito alle notizie che riguardano la crisi e la successiva chiusura di molte fabbriche. È un mio convincimento personale o l’opinione pubblica e il popolo non si rendono conto di ciò che sta accadendo? Non mi sembra che i vari sindacati dei “compagni” si stiano muovendo contro tutto ciò e nemmeno vedo solidarietà verso gli operai, anzi ho l’impressione che guardino solo al proprio orticello. Conosco persone che lavoravano in ditte che poi hanno chiuso ed onestamente mi hanno riferito di essersi sentite abbandonate al loro destino dai loro compagni di lavoro e dai sindacati. Io abito nell’operosa e instancabile Brianza: mi ricordo gli scioperi dovuti all’aumento della benzina di 5 lire, slogan, tamburi battenti... Ora quando chiude una fabbrica, non succede niente! E i sindacati “rossi”? Si sono accasati all’ombra di Roma ladrona, e chissenefrega dell’operaio che viene lasciato a casa. Ci si lamenta che magari la ditta finisce in mani straniere, come sta succedendo ad alcune aziende lombarde, e i sindacati zitti. Conosco degli imprenditori brianzoli che pure se la loro ditta è in difficoltà, ci pensano parecchie volte prima di licenziare delle persone che hanno una famiglia sulle spalle. Se la loro ditta finisse in mano agli stranieri, cosa credete che succederà a quegli operai?
Ben vengano gli scioperi nei quali l’operaio fa valere i propri diritti, ben vengano i dazi doganali contro l’invasione di prodotti a basso costo e aggiungerei di bassa qualità. Forse così riusciremo a salvare migliaia di posti di lavoro e a riscoprire la nostra vera identità di persone che non hanno mai smesso di lottare per fare valere i diritti che si sono guadagnati col sudore della fronte e la fatica di chi ha lavorato prima di noi lasciandoci in eredità un posto di lavoro e la possibilità di avere un futuro.