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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    stanziale
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    Arrow giovani "criminali" e industriali...

    di Luigi Carletti ROMA - L’Italia ha bisogno degli immigrati per molte buone ragioni, e se da un lato è giusto invocare il rispetto della legalità, dall’altro non sono più tollerabili i ritardi e le carenze dello Stato rispetto ai flussi di stranieri. Così, in sintesi, Anna Maria Artoni in una videointervista al Passaporto realizzata nella nostra redazione. La presidente dei giovani imprenditori di Confindustria (e vicepresidente di Confindustria) interviene così su un tema che gli industriali italiani considerano centrale nello sviluppo del Paese: costruire la società del futuro garantendo la massima integrazione possibile, a cominciare dal mondo del lavoro. Nell’intervista la presidente dei giovani imprenditori rilancia alcuni temi fondamentali: guardare agli immigrati come a una risorsa e a una grande opportunità per il Paese; favorirne l’integrazione nel rispetto delle leggi; dotare le strutture pubbliche dei mezzi per evitare gli ertomi disagi che oggi gli stranieri devono sopportare. “L’Italia è un paese che invecchia e non fa figli” spiega Anna Maria Artoni, “perciò il processo in corso da anni con migliaia e migliaia di arrivi non si fermerà, ma anzi avrà un incremento. Gli immigrati sono una parte fondamentale del nostro futuro. E’ però un processo che va governato, e la legislazione attuale con la Bossi-Fini e la politica dei flussi non è adeguata”. E il diritto di voto? “Se da un lato dobbiamo chiedere agli immigrati il rispetto delle leggi, non possiamo negare nessuno dei diritti civili. Il voto alle elezioni amministrative è il punto di arrivo di un percorso di integrazione che, rispettando le diverse identità, salvaguardi le regole della società italiana”. (25 febbraio 2005 - ore 11.28)

  2. #2
    stanziale
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    Exclamation bionda, bella e di stirpe padana...


  3. #3
    decolonizzare l'immaginario
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    Predefinito

    Questa è un bel pezzo che rompe il cazzo con l'immigrazione, a questi qui bisogna togliere la sedia da sotto il culo.

    Sembra sveglia, ma non lo è, è solo stronza.

  4. #4
    decolonizzare l'immaginario
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    Predefinito Re: giovani "criminali" e industriali...

    Originally posted by carbonass
    di Luigi Carletti ROMA - L’Italia ha bisogno degli immigrati per molte buone ragioni, e se da un lato è giusto invocare il rispetto della legalità, dall’altro non sono più tollerabili i ritardi e le carenze dello Stato rispetto ai flussi di stranieri. Così, in sintesi, Anna Maria Artoni in una videointervista al Passaporto realizzata nella nostra redazione. La presidente dei giovani imprenditori di Confindustria (e vicepresidente di Confindustria) interviene così su un tema che gli industriali italiani considerano centrale nello sviluppo del Paese: costruire la società del futuro garantendo la massima integrazione possibile, a cominciare dal mondo del lavoro. Nell’intervista la presidente dei giovani imprenditori rilancia alcuni temi fondamentali: guardare agli immigrati come a una risorsa e a una grande opportunità per il Paese; favorirne l’integrazione nel rispetto delle leggi; dotare le strutture pubbliche dei mezzi per evitare gli ertomi disagi che oggi gli stranieri devono sopportare. “L’Italia è un paese che invecchia e non fa figli” spiega Anna Maria Artoni, “perciò il processo in corso da anni con migliaia e migliaia di arrivi non si fermerà, ma anzi avrà un incremento. Gli immigrati sono una parte fondamentale del nostro futuro. E’ però un processo che va governato, e la legislazione attuale con la Bossi-Fini e la politica dei flussi non è adeguata”. E il diritto di voto? “Se da un lato dobbiamo chiedere agli immigrati il rispetto delle leggi, non possiamo negare nessuno dei diritti civili. Il voto alle elezioni amministrative è il punto di arrivo di un percorso di integrazione che, rispettando le diverse identità, salvaguardi le regole della società italiana”. (25 febbraio 2005 - ore 11.28)
    _____________________________________________

    Si riesce ad avere l'indirizzo di questa pazza scatenata??

  5. #5
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    Predefinito Re: Re: giovani "criminali" e industriali...

    Originally posted by GENYO
    _____________________________________________

    Si riesce ad avere l'indirizzo di questa pazza scatenata??

    A lei non interessa questa lettera pubblicata oggi sul Gazzettino.


    OCCUPAZIONE

    Il dramma di chi a poco più di quarant'anni si sente respinto dal mondo del lavoro e ha una famiglia da mantenere

    Il motore di questo scritto è l'acuirsi di un disagio sociale che sta assumendo proporzioni preoccupanti e che, se non affrontato con la serietà dovuta e inserito in un programma di governo, potrebbe diventare difficilmente gestibile in futuro. Mi riferisco al costante defluire dalla realtà produttiva degli over 45, che non trovano una ricollocazione sul mercato. La crisi economica sta colpendo in modo sempre più preoccupante questa fascia di lavoratori, che non sono in età pensionabile e difficilmente riescono a riciclarsi in attività temporanee e/o a progetto (dove sono più appetiti i giovani che peraltro scontano un vissuto di precarietà ben noto).

    Questo fenomeno riverbera su famiglie che hanno ancora bisogni contingenti (figli da crescere etc.) impattando in modo ovvio sui consumi. Ø L'aspetto più preoccupante è l'assoluta indifferenza verso la dote di professionalità/competenza che questi lavoratori portano (che a volte diviene una controindicazione per eventuali impieghi meno pregiati). Ø La data di nascita risulta essere una pregiudiziale che spesso (quasi sempre) non consente neppure di accedere ai colloqui di selezione.

    Tale discriminazione è in contraddizione con le norme costituzionali e crea delle sperequazioni palesi per le quali ritengo si renda necessario ipotizzare soluzioni a livello legislativo. La recente riforma del settore pensionistico aggrava ancor di più la prospettiva per questi disoccupati in età matura.

    Il problema è ad oggi sottovalutato e manca la consapevolezza che non è più risolvibile singolarmente. Seppure consapevoli che la flessibilità oggi è necessaria nel mondo del lavoro, questa non deve diventare precarietà. Il modello americano, che pare essere un riferimento per l'Europa ma soprattutto per l'Italia, paga uno scotto pesantissimo sul piano sociale in termini di violenza e criminalità, legato al disagio sociale imputabile al vissuto di insicurezza derivante da una gestione del mondo del lavoro estremamente competitiva e sbilanciata, che non trova eguali in altre realtà pur similari (esempio Canada). Tale modello in Italia, dove l'approccio culturale è molto diverso, rischia di essere devastante. Credo che l'impegno da assumere sia quello di trovare un nostro criterio e/o individuare riferimenti più vicini a noi (esempio i paesi Scandinavi) per uscire da questa empasse.

    I lavoratori interessati sono ormai un terzo dei lavoratori disoccupati (sono stime ottimistiche che non tengono conto del sommerso, e continui fallimenti e/o delocalizzazioni di aziende in atto in quest'ultimo periodo, molti dei quali avvengono in quello che ancora oggi viene chiamato il Nordest, inteso come fenomeno economico).

    La mobilità e la formazione ad oggi non risultano efficaci come incentivi alla riallocazione nel contesto produttivo, essendo preponderante l'aspetto anagrafico che risulta discriminante al punto da considerare opportuno un intervento legislativo per ripristinare una reale condizione paritaria di accesso al lavoro.La prego di non pubblicare la firma.

    C. M.
    Udine

    fonte: Il Gazzettino Domenica, 27 Febbraio 2005

  6. #6
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    Predefinito

    Ma se l'out-sourcing delle industrie sta raggiungendo percentuali bulgare, come fa la "capa" dei giovani industriali a dire che serve manodopera? La stanno licenziando in massa la manodopera!
    In realtà non è che, a questi punti, manca la domanda di lavoro. Manca la volontà di mettere mano al portafoglio, e quindi si sfruttano gli extra-comunitari per fini contrattuali.

    Io ritengo che in congiunture difficili serva flessibilità per garantirsi competitività, ma qui siamo a livelli di speculazione pura. Oltretutto dovrebbe intuire che l'"integrazione", casomai fosse possibile, costa. Se importi povertà, per arginarla bisogna trovar fondi. E come si concilia questo con la riduzione della pressione fiscale chiesta ad ogni piè sospinto?

    In realtà ai confindustriali, chiusi nella loro bella campana di opulenza, non gliene frega nulla delle condizioni di insicurezza in cui verserebbe la società padana. Come non gliene frega nulla di tutto ciò che non ha 6 zeri.

    Che schifo!

  7. #7
    Ridendo castigo mores
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    Predefinito

    Originally posted by GENYO
    Sembra sveglia, ma non lo è, è solo stronza.
    noo si e' solo molto " padanamente" rinnegata per 4 soldi ...

    La padania ha perso per il tradimento delle sue elites, ma ha gia' perso da tanto tempo , quando le elites massoniche padane hanno ammesso le mafie meridionali alla gestione " paritetica" del potere .
    . E anche allora lo hanno fatto per miopia ,Le mafie garantivano voti sicuri ..e chi si alleo' con loro ha " vinto" ..

    E adesso il prezzo lo paghiamo noi ma anche loro , che ormai non contano piu' un cazzo nel vero potere.

    ..Questi " industrialotti" sono solo dei quaraquaqua il cui unico ruolo e' appunto fare da " portavoce" e da " prestanome" ..

    gente spregevole .

 

 

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