Con tutte le critiche a Rianascita che volete...ma come non essere d'accordo?In origine postato da jana070
Elezioni a colpi di molotov
A Milano è iniziata la campagna elettorale. Una campagna che si sta svolgendo non con santini e manifesti, ma con molotov e attentati. Tutto inizia con la candidatura in Alleanza Nazionale di Lino Guaglianone, un "indipendente" legato alla corrente 'Destra Protagonista' di Ignazio La Russa. Guaglianone, dopo essere stato sfiorato dalla "tentazione rivoluzionaria" di destra negli anni di piombo, è oggi commercialista ed imprenditore. Proprietario, tra le altre cose, della palestra Doria a Milano, Guaglianone si è lanciato nella corsa alle elezioni regionali sostenuto da una parte della cosiddetta "destra radicale" milanese, ma non solo, arrivando a trovare sostenitori anche in quel di Roma. La presenza dell'ex simpatizzante dei NAR ha però dato il via all'area dell'autonomia per scatenare e nello stesso tempo "giustificare" una vera e propria opera di "dissuasione" utilizzando i mezzi solitamente consoni alla sinistra antagonista, ovvero l'intimidazione sistematica e continua. Questa intimidazione si è concretizzata con una serie di attentati ad alcune strutture di Alleanza Nazionale: il 27 febbraio una vetrina di propaganda, allestita in corso Lodi per le elezioni regionali del Guaglianone, viene danneggiata. Contro lo stand vengono lanciati una bottiglia incendiaria, che però non è esplosa, e alcuni ovuli pieni di vernice. Il 3 marzo pochi minuti prima delle sei una bomba carta esplode in corso Vercelli all'ingresso del centro di propaganda di Piergianni Prosperini, candidato di Alleanza Nazionale. La deflagrazione causa fortunatamente solo danni materiali alla struttura. Per l'attentato al gazebo di Guaglianone nei giorni scorsi i carabinieri avevano arrestato un giovane di 28 anni, Daniele Armanini, ritenuto appartenente al centro sociale Vittoria. Un paio di giorni fa, a farne le spese, è stato proprio il Centro Sociale Autogestito Vittoria.
Ignoti sono penetrati nel centro sociale praticando un foro nel muro. Manco fosse il caveau di una banca. All'interno della struttura hanno distrutto computer, incendiato la libreria e devastato altre strutture. L'incendio viene domato dopo un'ora dai Vigili del Fuoco. La stessa sorte era toccata ad un altro centro sociale, questa volta a Bergamo, il 5 di febbraio. Ma fermiamoci qui.
Questi pochi dati dovrebbero già servirci per capire un poco quello che sta succedendo in Lombardia, ed in specifico a Milano: c'è una sinistra "antagonista" che a corto di tematiche e messa all'angolo dalla propria incapacità di analisi politica, si rifugia nel comodo grembo del verbo antifascista. I soliti quattro ultraquarantenni, rifiuti degli anni '70, che manovrano decine di ragazzini scemi e anche qualche meno ragazzino ma ancora più scemo, con poche idee e con altrettante meno capacità di dialogo. Rifiuti messi all'angolo da una società in rapido cambiamento. E allora, quale alternativa propongono queste mummie in formalina "spinta" per restare a galla sul liquame? L'antifascismo militante. Ecco che allora un fine pensatore del calibro di Orlando, capetto redskin di Milano, condannato insieme ad altri "rivoluzionari" per aggressione e rapina nei confronti di due minorenni (picchiati e rapinati perché indossavano magliette "razziste" in quel di Genova), ci spiega, in un'intervista a Radio Onda Rossa, che l'arresto del compagno del Vittoria "è inquadrabile in una azione di repressione motivata dal fatto che il Vittoria sta facendo una campagna contro Alleanza Nazionale". Come dire che la libertà di parola vale solo per i compagni, mentre per tutti gli altri, ovvero i "fascisti", questo diritto non solo non c'è, ma deve essere represso lo stesso portatore di quel diritto (che dovrebbe essere di tutti, a rigor di logica), con le classiche vecchie armi della "giustizia proletaria": spranghe e molotov? L'antifascismo militante quindi continua anche se portato avanti da mezze tacche come questi, ladri di portafogli, pezzenti della rivoluzione.
Dall'altra parte della barricata c'è chi pensa ancora che "si è in guerra" e che si deve fare dell'anticomunismo un portabandiera, rispondere colpo su colpo alle intimidazioni e alle aggressioni di quattro emarginati. Anche in questa parte troviamo i cattivi maestri, guru del nulla che si ergono a professorini "so tutto io come si fanno le cose", cattivi pensatori che stanno rimettendo in campo anche da questa parte vecchi rottami dei bei tempi che furono, per fare che cosa? Per catturare uno scranno in regione? Chi sta supportando la candidatura di Guaglianone per quale motivo lo fa? Ansia da sdoganamento di un ambiente per troppo tempo tenuto nei recinti?
Per fermare l'emorragia di voti che teme Alleanza Nazionale verso l'ala dell'estrema destra rappresentata dalla Mussolini? Ma che gli viene in tasca a queste persone? Forse qualche favore in cambio l'avranno. Forse chi sta supportando questa operazione non si è reso conto bene che, comunque, aldilà dei giudizi di merito sulla figura di Guaglianone, persona sulla quale non c'è niente da dire, i voti vanno comunque per un uomo di La Russa, e chi ha vissuto la politica a Milano, sa benissimo che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta La Russa. Forse, qualcuno di questi si è dimenticato dell'espulsione di massa del Fdg nei primi anni '90, del completo immobilismo politico voluto e ottenuto da La Russa in quel periodo. Forse qualcuno di questi "esponenti" dell'ultradestra si è dimenticato di vecchi conti in sospeso con quel partito avaro di sentimenti che li allontanava come appestati, dopo averli usati nelle piazze per difendersi dal "pericolo rosso". Qualcuno evidentemente, ha due facce, o forse più di due: sfaccettati come diamanti ben lavorati ma contenenti impurità e quindi di poco valore.
In mezzo, e si spera che un giorno siano i più, ci sono quelli che hanno avuto il coraggio di superare i propri limiti mentali, la propria storia, i buchi neri della loro anima e si sono separati da questa schifosa e autocastrante logica degli opposti estremismi. Ma nessuno li ascolta.
Peccato, ci sarebbero meno imbecilli in giro.
Rimangono invece le solite parole, da sinistra e da destra, che hanno soltanto l'effetto di creare vittimismi da quattro soldi, o al contrario di soffiare su un fuoco che credevamo, a torto, si fosse già spento da tempo. Ecco che allora Rifondazione Comunista, desiderosa di ridarsi credibilità dopo l'abbraccio governativo con il liberista democristiano Prodi, si lancia in sproloqui imbecilli degni dei peggiori tempi che furono: "Non è più possibile attendere oltre un intervento da parte delle istituzioni preposte perché cessino queste violenze. Rifondazione Comunista nell'esprimere piena solidarietà al Centro Sociale Vittoria, chiama tutte le forze democratiche ad una mobilitazione popolare capace di isolare i rigurgiti neofascisti". Che vuol dire? Farsi giustizia da sé?
Altri perdenti che nascondono le loro sconfitte col paravento dell'antifascismo.
Fate pena. A destra come a sinistra.
Un articolo lucido e diretto.