UNA BODY GUARD ITALIANA RACCONTA, 2 VOLTE SCAMPATA AL FUOCO AMICOIn Origine Postato da pablyto_87
allora...
premesso che trovo la storia dell'agguato piuttosto inverosimile (anche se nn da escludere a priori) mi sorge spontaneo soprattutto un dubbio a proposito della versione americana dell'accaduto...
sia giuliana sgrena che l'agente ferito sn concordi sul fatto che i colpi provenivano da destra...ma se il posto d blocco era d fronte...
COME HANNO FATTO GLI AMERICANI A SPARARE DA DESTRA???
oh, sarà che nn ho capito bene io la dinamica, ma qui c'è qualcosa che nn quadra...
tralaltro entrambi i destimoni affermano che l'auto procedeva relativamente piano (40/50), e che nn vi era stata alcuna segnalazione da parte degli americani prima della raffica d spari apparte l'improvvisa luce abbgliante...
che poi dico: se avessero sentito i colpi d avvertimento o qualsiasi altro tipo d seganalzione d posto d blocco sarebbero stati tanto imbecilli da nn fermarsi???
ROMA - Una cittadina italiana, Valeria Castellani, e' rimasta coinvolta in passato 2 volte in episodi di 'fuoco amico' con soldati americani mentre svolgeva la sua attivita' di body guard a Baghdad, nello stesso tratto di strada dove due giorni fa c'e' stata la sparatoria in cui e' morto Nicola Calipari. Lo ha rivelato oggi all'Ansa la stessa Castellani, che in entrambi i casi e' rimasta illesa.
''Purtroppo - spiega Castellani, che ora si trova in Italia - tutti coloro che lavorano come body guard in Iraq devono fare i conti con il problema del 'blue on blue', il cosiddetto fuoco amico. Puo' capitare tra body guard di diverse ditte che non si riconoscono, o tra body guard e soldati americani. Questo perche' la tensione e' alta e il pericolo di saltare in aria innervosisce un po' tutti''.
''A me personalmente e' successo 2 volte'', racconta. ''Eravamo sulla strada dell'aeroporto a velocita' sostenuta e da una strada laterale sono sbucati a tutta velocita' dei mezzi americani. I soldati Usa, evidentemente spaventati per la presenza di un'auto civile vicino a loro, ci hanno sparato. Per fortuna ci hanno solo bucherellato l'auto, ma un'altra volta un collega e' rimasto leggermente ferito ad una spalla. Nulla di grave''.
Secondo la vicentina Valeria Castellani - il cui nome e' noto perche' coinvolta in un'inchiesta sul presunto reclutamento di body guard, tra cui alcuni degli ex ostaggi italiani - gli episodi di 'fuoco amico' sono in un certo senso fisiologici nella situazione attuale che vive l'Iraq. ''Bisogna fare i conti con la realta' - spiega - e la realta' e' che in Iraq c'e' una guerra in corso. Bisogna tenere gli occhi aperti e se un'auto sospetta si avvicina troppo velocemente alla tua, allora spari. Forse crudo, disumano, allucinante, ma questa e' la guerra''.