Vi giro questa mail molto interessante che mi è arrivata oggi sulle strategie USA di oscuramento mediatico in Iraq.
LO ZAMPINO DELLA C.I.A.
E’ estremamente difficile districarsi tra il grosso garbuglio del “caso Sgrena”, la giornalista italiana del Manifesto che è stata prima rapita e poi ferita a Bagdad mentre un agente del SISMI è stato ucciso e due altri feriti.
Le prove sono poche e confuse, le versioni dei fatti e, soprattutto, degli antefatti sono contrastanti e temiamo ( siamo quasi certi) che nemmeno in futuro l’atmosfera si chiarirà , ma anzi, qualcuno avrà interesse ad aumentare i garbugli lasciando senza risposta le principali domande.
Allo stato attuale si è certi di poche cose:
1° La Sgrena era giornalista di un quotidiano di linea comunista e quindi anti USA e pertanto la sua presenza in Iraq non faceva certo piacere alle autorità militari Americane.
2° La Sgrena, come altri giornalisti presenti in Iraq, documentava gli orrori della guerra che tali sono indipendentemente dalla interpretazione politica che se ne vuole dare.
3° Le formazioni della resistenza Irachena si sono dichiarate, sin da subito, estranee a questo rapimento.
4° Coloro che hanno liberato la Sgrena e la stavano trasportando all’aeroporto di Bagdad non erano degli improvvisatori, ma dei professionisti tra i più preparati ( agenti del SISMI..!) che non hanno certamente agito alla carlona, ma hanno preso tutte le precauzioni del caso.
Sulla base di queste poche certezze, si possono dedurre già alcune ipotesi traendolo, per via logica, dalle premesse.
Quale interesse aveva la resistenza Irachena a rapire la Sgrena o altri giornalisti?
Dato che il risultato prevedibile e puntualmente realizzato è stato quello di allontanare la quasi totalità dei giornalisti dall’Iraq lasciando sguarnita l’informazione e dando alle autorità Militari USA la libertà di agire come vogliono senza rendere alcun conto alla pubblica opinione, la resistenza Irachena non ne aveva nessun interesse, anzi, esattamente il contrario.
A chi invece giova l’assenza del controllo dei giornalisti su quanto sta accadendo in Iraq?
Alle autorità Militari USA che si trovano così ad avere carta bianca per reprimere la resistenza con qualsiasi mezzo, anche illegittimo.
Un riscontro: se non ci fossero stati i media, non si sarebbe mai saputo delle torture che i militari USA ed Inglesi facevano ai prigionieri..!
A questo punto possiamo, in base alle deduzioni tratte con il ragionamento logico, fare delle ipotesi che, naturalmente non si possono basare su alcuna prova, ma solo sul trarre le conseguenze logiche da quelle deduzioni:
Se fossimo stati al posto dei servizi segreti Americani ed avessimo avuto la loro disinvoltura morale ( il passato della CIA lo testimonia) avremmo organizzato delle bande di delinquenti comuni Iracheni, che agissero per intascare dei pingui riscatti, per demolire la struttura dell’informazione mediante il terrore ispirato dai molteplici rapimenti.
Avremmo ottenuto così il doppio scopo di squalificare moralmente la resistenza cui tali rapimenti sarebbero stati comunque addebitati e di toglierci dalle scatole quei fastidiosi giornalisti che toglievano “libertà d’azione” ai militari nella repressione.
Se poi, alla fine avessimo potuto, con un finto incidente, eliminare i principali testimoni, tanto meglio..!
D’altra parte diversi casi precedenti costituiscono strane coincidenze che tendono a supportare questa tesi.
Tali coincidenze si concretizzano nel fatto che tutti i precedenti rapimenti sono stati fatti a spese di giornalisti o personaggi contrari alla guerra e contrari all’intervento militare Americano e critici sulla conduzione dell’occupazione.
Citiamo Nik Berg, pacifista, Malbrunot e Chesnot, i due giornalisti Francesi da sempre contrari alla guerra, il pacifista Enzo Baldoni, le due Simone di “un ponte per..” organizzazione che aiutava le vittime della guerra e che era su posizioni nettamente anti Americane e, per ultima, Giuliana Sgrena del Manifesto, giornale che non è certamente su posizioni filo Americane..
Inoltre è risaputo che, entrando a Bagdad, le truppe Americane provvidero a cannoneggiare “..per errore..” l’albergo che ospitava tutti i giornalisti che da allora; compresa la lezione, si dimostrarono docili ed amichevoli nelle loro cronache dal fronte.
Come diceva l’emerito giurista prof. Carneluti, “..una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono un indizio e tre coincidenze sono una prova..”
Abbiamo premesso che queste sono solo ipotesi, ma, guarda caso, sono le uniche che danno una risposta logica a tutte le domande e quindi, in termini statistici, hanno una fortissima probabilità di essere molto vicine alla verità….!
D’altra parte anche “Al Jazira”, che secondo il giudizio del comando militare Americano dava notizie che mettevano in cattiva luce le truppe di occupazione, è stata costretta ad abbandonare l’Iraq...
I Romani, che si intendevano di diritto, nelle indagini si ponevano sempre la domanda: “..cui prodest ?..”
Tutto quanto è accaduto, certo non giova alla resistenza Irachena che, con l’abbandono dei cronisti, rimane priva di voce e di riscontri sulle illegittimità Americane.
Tutto quanto è accaduto, certo giova alle autorità militari Americane che hanno, da un lato mano libera di agire come meglio credono senza controlli indesiderati e dall’altro possono fornire alla pubblica opinione la versione dei fatti che meglio credono e che più si adattano a salvaguardare l’immagine positiva dei “ liberatori e portatori di democrazia” che si sono ritagliati nel mondo!
Non dimentichiamo che l’epoca che stiamo vivendo è l’epoca dell’informazione e che chi governa l’informazione governa il potere..!
Alessandro M.