Quello che non dicono, naturalmente, è chi pagherà il conto dei dazi. Non solo le imprese cinesi, ma soprattutto i consumatori padani. Come sempre, ancora una volta grazie Berluskeynes
TESSILE: MARZANO A MANDELSON, ECCO PERCHE' I DAZI ANTIDUMPING
(AGI) - Bruxelles, 7 mar - Il ministro delle attivita' produttive Antonio
Marzano ha scritto una lettera a Peter Mandelson, Commissario europeo per il
Commercio, per sollecitare misure antidumping a protezione del tessile
italiano, duramente colpito dalla concorrenza sleale delle importazioni a
basso costo provenienti dalla Cina e da altri paesi dell'area asiatica,
apprezzando tra l'altro la sua sensibilita' e le posizioni da lui prese in
questo campo. "Non auspichiamo certo, Signor Commissario, l'introduzione di
dazi (salvo i cosiddetti dazi antidumping) - scrive il ministro nella
lettera - quanto piuttosto la piena e puntuale applicazione di quelle misure
di salvaguardia che i meccanismi comunitari contemplano a fronte di chiare
violazioni di principi di 'fair competition' da parte dei Paesi terzi".
Marzano usa parole di "grande apprezzamento per le sue recenti, chiare prese
di posizioni in materia" ringraziandolo "per la sensibilita' e l'attenzione
che sta mostrando verso una problematica che suscita all'interno del mondo
sindacale e imprenditoriale italiano crescenti preoccupazioni: quella cioe'
della 'unfair competition' esercitata nei confronti della produzione
italiana di tessili, calzature e abbigliamento di qualita' dai prodotti,
sovente contraffatti, provenienti da taluni Paesi di area asiatica'. Ai
marchi contraffatti, Marzano aggiunge "i prezzi artificialmente bassi resi
possibili dall'assenza in tali Paesi di quegli 'standards' di tutela sociale
e ambientale che rappresentano giustamente un motivo di orgoglio per
l'industria europea e, nella fattispecie, italiana". (AGI)
TESSILE: URSO, CHIEDEREMO DAZI ANTIDUMPING PER CINA
(AGI) - Roma, 7 mar. - "L'Italia si appresta a chiedere le misure di
salvaguardia, anche con dazi antidumping, previste dal WTO, per tutelare le
imprese e i lavoratori italiani dalla concorrenza sleale, che emerge in
tutta evidenza, dai dati fin qui acquisiti nei primi due mesi dalla fine
dell'Accordo Multifibre". E' quanto dichiara Adolfo Urso, Vice Ministro alle
Attività Produttive con delega al Commercio Estero, che sottolinea "di
essere contro ogni politica protezionistica, che peraltro danneggerebbe
proprio le nostre imprese, ma per il rispetto assoluto delle regole del
libero mercato, e quindi della concorrenza leale".
"Siamo in presenza - ha proseguito il Vice Ministro - di una vera e
propria invasione predatoria, con un aumento in alcune tipologie di prodotti
del tessile, ma anche delle calzature, che giungono anche al 1.300% rispetto
allo stesso periodo dell'anno scorso e con una diminuzione di oltre il 50%
sui prezzi dichiarati chiaramente sottocosto. E' allarme rosso, una vera e
propria emergenza sociale che necessita di una risposta urgente". Proprio
per questo, Urso sottolinea che "oltre le misure che abbiamo reclamato in
sede europea, è assolutamente necessario che nel pacchetto sulla
competitività siano compresi quei provvedimenti che imprese e sindacati del
settore sollecitano per attutire l'impatto sociale, contrastare la
contraffazione, agevolare la crescita e lo sviluppo delle imprese, in
pratica per tutelare e rafforzare il made in Italy". In merito allo sciopero
di domani, annunciato dai sindacati del settore, il Vice Ministro dichiara
di sentirsi "idealmente al fianco dei lavoratori del tessile che domani
manifesteranno nei principali distretti produttivi, ma credo che tutti siano
consapevoli che in questo caso la controparte non sono né le imprese né il
Governo italiano ma coloro che a Bruxelles appaiono ancora sordi di fronte
alle legittime richieste di chi vede a rischio il proprio lavoro". "In quest
o campo - ha concluso Urso - si sta realizzando una piena unità di intenti,
lavoratori e imprenditori, Sindacati e Confindustria e certamente anche il
Governo: siamo tutti in campo". (AGI) -