Dichiarazione di voto del capogruppo di AN alla Camera in relazione alla Legge 61/2004 "Norme in materia di reati elettorali"
GIAN FRANCO ANEDDA. Signor Presidente, nel preannunciare il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale sul provvedimento in esame, mi permetta di prospettare alla Camera alcune considerazioni. Se avessimo avuto ancora necessità di una riprova dello spartiacque che divide le concezioni della società, il modesto provvedimento di legge in esame ne darebbe un'ulteriore dimostrazione.
Il provvedimento, occorre fare una correzione, non cancella un illecito, ma gradua diversamente la pena; anziché la reclusione, prevede l'ammenda. Lo spartiacque sta proprio qui, giacché esistono alcune linee di pensiero che non concepiscono altra sanzione al di fuori del carcere e delle manette. L'unica sanzione possibile nella società ad un comportamento che si ritiene non corretto è rappresentata dal carcere, dalle manette.
L'altro corollario a questa concezione è che in ogni avvenimento della società o della vita debba intervenire la magistratura. Altri ritengono - io sono tra coloro che la pensano così - che le sanzioni possono essere diverse, che le sanzioni più efficaci sono quelle diverse dal carcere e che attengono realmente alla vita al di fuori della rilevanza penale.
Per alcune evidenti considerazioni (ne abbiamo avuto esempi anche nei giorni discorsi e mi riferisco al provvedimento, senza discutere del merito, relativo al codice della strada), colpire il guidatore in ciò che più gli sta a cuore, la possibilità di guidare, è molto più efficace di qualunque sanzione penalistica, così come era previsto nei vecchi schemi.
Questo provvedimento si ispira proprio a quella concezione, giacchè, senza annoiare la Camera con un discorso di filosofia del diritto,
occorre sempre distinguere tra ciò che ha natura criminogena e ciò che non ne ha. Se è vero infatti che si sono verificate distorsioni o illeciti, se volete, in ordine alla autenticazione della raccolta delle firme, è anche vero che coloro i quali hanno commesso questi illeciti lo hanno fatto convinti che illeciti non fossero.
Corollario ulteriore è che la sanzione per una autenticazione della firma non veridica costituisce per il nostro ordinamento, e costituiva, un falso ideologico con una sanzione gravissima certamente non equiparabile alla volontà di chi commetteva l'illecito o di chi commetteva il reato.
Il punto di sintesi è allora costituito dal fatto che la Camera non poteva non comprendere quanto si fosse verificato, nella consapevolezza e nella convinzione che non è vero, come è stato detto, che questi eventuali illeciti interferiscono nel procedimento elettorale e cioè nella formazione del consenso, giacché l'illecito rimane, le conseguenze dell'illecito permangono, le conseguenze degli illeciti permangono appieno, ma viene soltanto graduata la sanzione in relazione alla modestia dell'atteggiamento di colui che l'illecito ha commesso.
Per questa ragione il gruppo di Alleanza nazionale è favorevole sul provvedimento e ritiene che questo atto debba aprire la strada finalmente alle sanzioni alternative, che costituiscono l'unica vera remora affinché illeciti non vengano più commessi e la regolarità costituisca la norma nella vita della società
(Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).