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Discussione: Grazie Kompagno Marco

  1. #1
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    Predefinito Grazie Kompagno Marco

    Varese - L'11 marzo del 2004 il senatur lottava tra la vita e la morte. Da allora è rimasto solo il ricordo della sua azione politica
    Un anno senza Bossi

    Un anno fa nevicava fitto fitto. Da Madrid arrivavano notizie inquietanti su possibili stragi. La capitale spagnola avrebbe poi scoperto di esser stata il bersaglio europeo di quel brutale terrorismo che aveva già colpito New York l'11 settembre del 2001.
    In quelle stesse ore Umberto Bossi stava combattendo la sua battaglia più drammatica: restare vivo. All'alba un'autombulanza si fece largo tra la neve ormai già alta sulle strade e portò via da Gemonio il leader leghista ormai agonizzante. Le telefonate si rincorrevano alla ricerca di maggiori notizie, ma la situazione era talmente drammatica che nessuno aveva il coraggio di dirlo: per Bossi ormai non c'era più niente da fare.
    Dopo i primi soccorsi la corsa verso l'ospedale di Circolo, unico luogo dove poteva esser subito sottoposto a terapie intensive. Una lunga corsa con i carabinieri a fare da battistrada su un tracciato che assomigliava più a una pista da bob che a una strada che collega due ospedali come Cittiglio e Varese.
    I nostri servers faticarono non poco in quella giornata. In poco più di un'ora le richieste di accesso al nostro sito avevano già raggiunto i numeri di un'intera giornata.
    Madrid era agonizzante, anche se da lì a poco avrebbe reagito con orgoglio e compostezza.
    La provincia in tilt per l'ennesima nevicata e tutti con il fiato sospeso per Bossi.
    Per giorni e giorni un drappello nutritissimo di giornalisti giunti a Varese da ogni parte di Italia ha bivaccato sulle scale e nei corridoi dell'ospedale di Circolo alla ricerca di qualche notizia. Sul leader maximo calò il silenzio e una notte, senza tanto rumore, lasciò l'ospedale che lo aveva salvato per non farne più ritorno. Oltre un mese di ricerche vane per scoprire dove lo avessero portato e poi grazie alla solerzia dei colleghi del quotidiano ticinese La Regione, si scoprì che era a Brissago in una clinica di riabilitazione.
    Bossi non è più tornato. Per quanto se ne dica il Bossi tuonante e sempre battagliero non è più tornato. La sua fatica si è mostrata con tutta l'evidenza possibile a Lugano, ma era già stata chiara nel suo messaggio alla radio per Natale. Noi giornalisti abbiamo il vizio di estrapolare quello che vogliamo, ma soprattutto in quel messaggio natalizio era presente il suo grande cambiamento. Non la politica, ma il rapporto con i suoi figli e con la tradizione era il cuore dell'intervento.
    La Lega ha bisogno del suo capo perché senza di lui non è più la stessa cosa. Un anno fa quando le elezioni erano alle porte e le decisioni erano già state prese il Carroccio, che sembrava in grande difficoltà, scelse la strada più pericolosa, più impervia e vinse la sua battaglia. Si presentò da sola procurando qualche dispiacere agli alleati, ma vinse, sia alle amministrative che alle europee. Effetto Bossi: può darsi, ma intanto per un anno ha tirato avanti anche grazie a quei risultati.
    Quest'anno Bossi ci ha provato durante quei giorni che sembrava aver ripreso un po' le forze. La cosa scompaginò talmente tutti che Il giornale titolò "Bossi torna e fa casino". È durato poche ore.
    Ora Bossi è ridotto a un'icona. Venerato, amato, seguito ancora con la stessa passione di prima, ma il suo peso politico non è più in gioco. Bossi sapeva sparigliare le carte. Ora la Lega si comporta come quei giocatori che hanno bisogno di ripassare le regole prima di tirare una carta. Qualcuno riprova a metter su i soliti dischi rotti: dazi, immigrazione, islam e pericolo rosso. Ma non basta, o meglio non basterà. Per quanto ancora può reggere questo gioco?
    Tutti lo sanno e per questo che ci si affanna a voler dimostrare che il grande leader è tornato. Bossi fa fatica a recuperare le sue forze. I medici, tutti, hanno quasi fatto un miracolo. Cosa sarà in futuro nessuno può dirlo.

    È passato un anno. Facciamo i migliori auguri a Umberto Bossi perché possa ritrovare le sue forze. Possa giocare con i suoi figli e riprendere a vivere le sue passioni. E possa decidere lui cosa fare della politica. Saranno poi gli elettori a valutare quanto peso continuare a dare al suo movimento.

    Venerdi 11 Marzo 2005
    Marco Giovannelli

    La memoria dei Padani, o presunti, è corta, quella di Marco sinistrorso fino all'osso, no!
    Pur essendo antileghista, ha sempre riconosciuto i meriti dell'Umberto, soprattutto per le cose ottenute in Provincia grazie a Lui, quasi esclusivamente a Lui!

    Riflettiamo e smettiamola di fare le zitelle!

    Padania Libera!

    Alfredo

  2. #2
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    Predefinito

    Era evidente a tutti che Bossi veniva attaccato sistematicamente poichè il regime ed i suoi lavapiatti provvisoriamente impiegati nei media sapevano quale fosse il valore della persona e la sua pericolosità per il sistema.
    Noi viviamo in mezzo a delle mezze seghe che hanno fatto della politica una professione seguendo l'esempio delle pubbliche meretrici .Cultori dell'ovvio, del politicamente corretto della vigliaccheria elevata alla massima potenza , del servilismo più ignobile rappresentano fedelmente una grossa fetta della società.La società si sente rappresentata da questa feccia perchè in parte le assomiglia e ne riassume i difetti.
    Basta fare un giro e guardare i manifesti elettorali, le solite facce , il nulla a colori costato milioni.
    Bossi si è preso sulle spalle un fardello pesante, adesso che imparino anche altri a portarlo se hanno le palle per farlo.
    So che c'è chi vuole tirare i remi in barca ( altro che girare la nave).
    Aspettiamo e vedremo.Ringraziamo Dio che cmq Bossi c'è ancora.
    TIOCH FAID AR LA'

 

 

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