Fiat, Marchionne conferma i tagli
"Non possiamo tenere tutto aperto"
"Noi facciamo automobili e camion, alla politica industriale ci deve pensare il governo"
TORINO - "Siamo pronti a discutere con il governo. Ma non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti". Lo ha detto l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, precisando che le indiscrezioni circolate sul piano per gli stabilimenti italiani "sono in parte veritiere, in parte no". "Aspettiamo di incontrare il ministro - ha aggiunto Marchionne - siamo stati piuttosto chiari a giugno nell'incontro con il presidente Berlusconi, c'è poco da aggiungere".
Le dichiarazioni di Marchionne arrivano mentre è ancora in corso la protesta nello stabilimento di Termini Imerese per il quale si annuncia la fine della produzione legata all'auto. Il manager ha aggiunto; "Non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti, perché questo non è fattibile in un mondo che è cambiato drasticamente". "Abbiamo un piano industriale intelligente - ha detto Marchionne - e riusciremo ad aumentare la capacità produttiva del paese, ma non possiamo tornare ad una realtà che non esiste più. In Italia abbiamo sei stabilimenti - ha proseguito l'ad - e produciamo l'equivalente di quello che si realizza in una sola fabbrica in Brasile. Questo non ha nessuna logica industriale, riflette una realtà che non c'è più".
L'amministratore delegato ha ribadito che da parte dell'azienda ci sono disponibilità e impegno per cercare soluzioni che però devono essere realistiche: "Confermo che siamo disposti a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna confrontarsi sulla realtà industriale e vedere qual'è la soluzione intelligente".
La stoccata finale è rivolta al governo: "La Fiat fa auto, camion, trattori e motori - ha detto Sergio Marchionne - . La politica industriale di sviluppo di questo Paese la fa il governo, non può essere responsabilità della Fiat".
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