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  1. #31
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da fabbio2
    In Africa i Cinesi non vendono quasi niente visto che gli africani non hanno soldi.
    Quello che fanno è pagare i governi africani per prendere le materie prime che gli servono
    E un luogo comune dai... x Africa mica intendo i villaggi di paglia dei masai, ma i mercati laimentati dalla borghesia sudafricana, keniota, mareginali, ma anche gli unici mercati che l'africa possiede

  2. #32
    no global (warming)
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da mikky
    E un luogo comune dai... x Africa mica intendo i villaggi di paglia dei masai, ma i mercati laimentati dalla borghesia sudafricana, keniota, mareginali, ma anche gli unici mercati che l'africa possiede

    Putroppo la maggior parte dell'africa ancora è al livello dei villaggi di paglia.

    I cinesi in Africa stanno costruendo infrastutture per paesi tipo l'Angola, il Mozambico, l'Etiopia, la Nigeria, lo Zimbabwe. Tutti Paesi che non hanno manco gli occhi per piangere. Il governo cinese dà prestiti agevolati ai governi dei paesi suddetti. In cambio tali governi chiamano ditte cinesi ( o branch cinesi di multinazionali non cinesi) per realizzare le loro infrastrutture e soprattutto garantiscono al governo cinese lo sfruttamento delle loro risorse minerarie e petrolifere.

    Per quanto riguarda i mercati alimentati dai borghesi... mah... Se vogliono trovare qualche centinaio di milioni di borghesi arricchiti a cui vendere prodotti basta che restino nei paesi dell'Asia orientale senza andare a cercare i quattro gatti sudafricani benestanti.

  3. #33
    Cristeros e sei protagonista!
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    ...e alla fine i comunisti della rivoluzione messicana si allearono con gli americani per vincere i cristeros messicani...
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da fabbio2
    Nessuna. Sono per la libera circolazione di merci e persone. Dovrebbero tuttavia essere garantiti a livello internazione i diritti minimi dei lavoratori (insomma ci dovrebbe essere una specie di CGIL dell'ONU) Inoltre la Cina dovrebbe liberalizzare il cambio in modo da non lasciare lo Yuan artificialmente sottovalutato.

    Giustissimo e difficile da realizzare......

    Dovremmo andare a prendere il minerale di ferro a
    prezzi "nostrani", parliamo chiaro.........il Brasile ad esempio ci venderà il minerale ma se poi non compra le nostre auto?..........Ci supera di sicuro a meno che tutti i nostri liberi di storia non dicano stronzate...........
    Bisogna ora sfruttare innanzitutto le proprie risorse, riducendo l'utilizzo del ferro solo laddove serve(nel cemento..ad esempio........)......

  4. #34
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    Predefinito

    In Origine Postato da fabbio2
    Il fatto che i nuovi capitalisti cinesi stanno avanzando sul mercato internazionale non toglie nulla al fatto che noi GIA' DA TEMPO siamo stati invasi da prodotti esteri e ce ne accorgiamo solo ora.
    Quello che volevo dire è che anche senza i cinesi l'Italia ha rinunciato da tempo ad avere aziende competitive a livello internazionale, che altri paesi (Francia, Svezia, Germania, Finlandia, Taiwan, Giappone) che non sono la gigantesca Cina sono riusciti a far sviluppare
    Ma con questi paesi noi abbiamo comunque la possibilità di competere. In confronto ai paesi stranieri che tu citi abbiamo più o meno gli stessi costi di produzione, quindi teoricamente la possibilità di uscire con gli stessi prezzi, quindi la possibilità di non andare fuori mercato, quindi la possibilità di vendere, quindi la possibilità di produrre e di conseguenza la possibilità di far lavorare la gente. Oggi le aziende italiane possono fare solo una scelta, cioè quella di andarsene, di andare a costruire fabbriche o nei paesi dell'est o in alcuni casi nei paesi asiatici. Ma il problema non sarà di loro pertinenza, bensì nostro, perchè in tutto questo quelli che ne pagheranno le coseguenze sono i cittadini, quelli che non c'hanno il miliardo depositato in banca. Giusto per farti un esempio sui rischi di un invasione dei prodotti cinesi ti parlo dei prodotti conservieri, e dei pomodori nello specifico. I pomodori che le nostre aziende mettono nelle scatolette che poi arrivano sulle nostre tavole in quest'ultimo anno sono stati per la maggior parte di importazione cinese... Anche i contadini sono a rischio

  5. #35
    Cristeros e sei protagonista!
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    ...e alla fine i comunisti della rivoluzione messicana si allearono con gli americani per vincere i cristeros messicani...
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da Silvioleo
    quindi cosa proponi,che ai lavoratori cinesi vengano estesi salari e garanzie occidentali???cosi' poi si che muoiono di fame,dal momento che nessuno investirebbe piu' da quelle parti...davvero geniale...


    Certo però che ridurre il benessere..del popolo italiano
    significa fare un passo indietro.
    Tu lo saprai meglio di me , meno ricchezza c'è più si vive male.............



  6. #36
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    Predefinito Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da fabbio2
    Davvero siamo invasi da prodotti cinesi? E che i Cinesi fanno concorrenza sleale a causa del basso costo della manodopera?

    Me lo stavo chiedendo venerdi' mattina uscendo di casa con la mia Renault Megane (Francia), parcheggiata tra una Toyota Corolla (Giappone) e una Ford Fiesta (USA). Nel tragitto verso il mio ufficio, che si trova tra gli uffici Alcatel (Francia) e IBM (USA) sono passato vicino ad un Mc Donald (USA) e ho pensato a quanta Coca Cola (USA) servono insieme agli hamburger. La sera posso fare la spesa al Carrefour (Francia) oppure se ho bisogno di comprare mobili per la casa posso sempre andare all'IKEA (Svezia). Uso spesso il mio telefonino Nokia (Finlandia) comprato dopo che il vecchio Ericsson (Svezia) si era rotto. Ho comunque conservato la carta Vodafone (Gran Bretagna). La sera posso guardare un film con il videoregistratore Sony (Giappone) sulla mia televisione Grundig (Germania) oppure ascoltare un CD sul mio sterero Kenwood (Corea). Adesso sto scrivendo su un computer Toshiba (Giappone) che ha sostituito il mio vecchio Siemens-Fujitsu(Germania-Giappone).

    Adesso forse i cinesi ci vendono camiciette a basso prezzo, ma quante camiciette ci vogliono per arrivare al costo degli oggetti sopra elencati?

    Nota: vorrei far presente che nella maggior parte dei paesi citati il costo del lavoro è tradizionalmente più alto che in Italia.
    In questo topic ho letto un mucchio di fanfalucche... tuttavia cito il tread originario perchè devo dire che il discorso è già partito malissimo e non poteva certo svilupparsi al meglio a partire da questi presupposti...

    Allora:
    Il problema di base non è tanto qual'è lo stato di nascita di un industria o di un marchio.

    Attualmente la FIAT (ITALIA) produce le macchine prevalentemente in POLONIA, MAROCCO, INDIA poi "paga" le tasse a Lugano (SVIZZERA) dove ha la sede legale e vende le macchine agli italiani (ITALIA) che da beoti pensano di aiutare la loro nazione comprando FIAT (e io per spirito di contraddizione interna vi dico che mi sto comprando una Stilo).

    A questo punto i passaggi di denaro sono questi: i soldi migrano dalle tasche dei cittadini italiani e vanno nelle tasche degli azionisti FIAT(o dei loro creditori), della città di Lugano (nel caso di surplus) e nelle tasche dei lavoratori indiani, polacchi e marocchini.

    Si tratta in pratica di un impoverimento a senso unico. Se sommiamo il denaro posseduto da tutti gli italiani e quello posseduto da tutti i marocchini+indiani+polacchi+svizzeri il senso di spostamento del capitale va dagli italiani agli altri.

    Ecco questo è un esempio nel caso di FIAT (esempio che contiene alcune approssimazioni che comunque non ne alterano il significato generale la più importante delle quali è che FIAT non vende affatto solo in ITALIA).

    Ora, se consideriamo tutti i marchi che hai citato si possono fare ragionamenti analoghi.

    La situazione media è tale che a causa del basso costo delle materie prime e soprattutto della manodopera (che oltre ad essere a prezzi stracciati è anche smisuratamente ampia e di adeguato livello d'istruzione) la Cina sia la nazione ad ottenere attualmente il maggior profitto da questo tipo di mercato oltre, ovviamente, ai paradisi fiscali (Caiman, Montecarlo, Andorra, San Marino, Liechestein e decine di altri staterelli per miliardari tra cui, in un certo senso, in una situazione piuttosto singolare anche la Svizzera) statio in cui la pressione fiscale è bassissima e che quindi vengono impiegati come sistema di "evadere legalmente le tasse" con peraltro grandissimo profitto da parte degli staterelli stessi.

    La Cina, tra gli stati produttori, è "l'ultimo arrivato" nel senso che è entrata nel WTO (dopo lunghe e controverse trattative) solo nel 2001 (guarda caso proprio 1 o 2 gg dopo il crollo delle Torri Gemelle per il sollazzo degli appassionati della teoria del complotto).

    Inoltre in Cina c'è un bassissimo rispetto dell'ambiente, della salute dei lavoratori, di orari di lavoro umani, di ferie (un solo giorno festivo all'anno in occasione della Festa della Primavera).
    In sostanza nei riguardi del welfare sono fermi al '800. Tuttavia questo non è l'unico fattore in grado di mantenere basso il costo della merce così come non lo è la bassa qualità, altro luogo comune, generalmente attribuito alla merce cinese dall'ingenuo binomio costo<->qualità.

    In ultima analisi quando compri una Ford, una Renault o una FIAT, quando ti mangi dei Pop Corn da McDonald o quando ti fumi (spero di no per te) una sigaretta per strada; quando ti bevi una birra di pressochè qualsiasi marca o mangi un qualunque proddotto suino a lunga conservazione (eccettuati i prosciuttoni nazionali); quando ti mangi del Tonno Rio Mare a pinne gialle (o quello della stragrande maggioranza delle altre marche) o ti compri del pesce surgelato. Quando ti compri una lampadina o uno stereo o un computer di qualsiasi marca; quando compri un qualsiasi giocattolo a tuo figlio o più in generale qualsiasi prodotto plastico di largo consumo; quando compri una qualsiasi fibra tessile e persino quando ti siedi su una panchina in (simil) "Granito di Baveno" in una cittadina di periferia e in centinaia, migliaia di altri casi stai comprando o utilizzando beni prodotti in parte o interamente in Estremo Oriente e molto probabilmente in Cina.

    Con questi e tantissimi altri gesti impoverisci inevitabilmente la nazione italiana e contribuisci alla chiusura dei nostri stabilimenti industriali e alla creazione di centinaia di disoccupati, fenomeno che ormai si ripete quasi settimanalmente.

    D'altrocanto sarebbe inutile, insensato oltre che materialmente inattuabile un qualsiasi tipo di boicottaggio a livello personale.

    Il sistema dei dazi lo trovo interessante ma è l'Unione Europea a doverlo adottare l'Italia in materia di dazi fa riferimento all'UE ed è quindi in questa direzione che si dovrebbe operare anche perchè gli estremi dell'intervento per concorrenza sleale mi sembra evidente che ci sono, anche se a molti fa comodo non vederli.

    Poi, personalmente, come ho già avuto modo di dibattere lungamente con Isu, io sono molto scontento dell'approccio che i sindacati (o i simulacri che ne rimangono) a livello nazionale ed europeo, hanno dato alla questione... io sarei propenso a una sindacalizzazione dell'estremo oriente per accelerarne l'allineamento ai nostri standard ma mi dicono che è troppo pericoloso, che si possono combattere solo battaglie facili... bha! Non so se chi ha fondato i sindacati sarebbe stato d'accordo.


    Comunque il dato che fa riflettere è che più di un suino su due è allevato in Cina, che la Cina è il maggior produttore mondiale di Mais, di Tabacco, di Birra; che ricopre pressochè interamente il mercato tessile dalla produzione della fibra alla realizzazione dell'abito; Che ha quasi il 100% della produzione di Tungsteno (che deriva il suo nome da Mao Tse Tung... infatti il vero nome era Maotzetungsteno, poi abbreviato... guarda caso gli americani preferirono chiamarlo Wolframio e dargli simbolo W anche se si trova quasi esclusivamente in Cina (per uno strano fenomeno dovuto a impatti di meteoriti) che ne producono più del 95%. Il tungsteno sta nei filamenti delle lampadine ed è un materiale formidabile a causa del suo elevatissimo punto di fusione (metallo a punto di fusione più elevato in assoluto, oltre 4000 gradi) inutile dire che è usatissimo nei beni tecnologici...

    Ma il discorso si potrebbe estendere a decine e decine di prodotti industriali e materie prime.

    La Cina nelle statistiche produttive è generalmente o prima o seconda produttrice mondiale di qualsiasi bene. Rarissimamente è piazzata oltre il 5° posto.

    L'unico primato Italiano è l'olio d'oliva.

  7. #37
    magna o nun magna?
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    (un solo giorno festivo all'anno in occasione della Festa della Primavera).


    Ma dove l'hai letto?
    Daniele

  8. #38
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    QUESTA sera c'era (anzi... è ancora in onda su LA7) una interessante puntata proprio su qeusto argomento...
    X

  9. #39
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    In Origine Postato da AZ1774
    (un solo giorno festivo all'anno in occasione della Festa della Primavera).


    Ma dove l'hai letto?
    Hai ragione, questo è un errore!

    La dicitura corretta è:

    (una sola festività all'anno in occasione della Festa della Primavera)

    il periodo di vacanza dura in realtà una settimana e non un giorno... la notizia l'avevo letta su l'Espresso o su Panorama se non erro... un numero dell'anno scorso...

  10. #40
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    Predefinito Re: Re: L'invasione dei prodotti Cinesi....

    In Origine Postato da lsu
    Il costo degli oggetti che elenchi non c'entra nulla.
    Gli schiavi cinesi lavorano come bestie e non si lamentano. Qualche settimana fa, nel ferrarese, hanno scoperto laboratori tessili dove lavoravano anche bambini/schiavi cinesi di 4 anni. Anche di notte.
    Il tessile e calzaturiero stanno tracollando per colpa della pattumaglia cinese.
    I nostri prodotti sono battuti sul piano del prezzo, più basso, e sul piano della contraffazione: loro non fanno ricerca, copiano pari pari.

    Anzi, suggerirei di delocalizzarvi attività fortemente inquinanti.
    Tanto loro non si lamentano...
    mi spieghi ke kazzo c'entrano le importazioni dalla Cina con gli immigrati cinesi all'estero

    Gli "schiavi cinesi" godono di benefici sociali MAI visti per un paese in via di sviluppo, vai a guardare in pakistan, o anche in america latina....

    Per le attività fortemente inquinanti....provaci, ti potrebbe anche arrivare una bomba atomica da parte del governo cinese,
    un governo fatto da cinesi per i cinesi, orgogliosissimo della loro grande nazione.
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

 

 
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