Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
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    Predefinito COMPETITIVITA': buone nuove...

    COMPETITIVITA'/ QUADRO CURZIO: NON POCHI ELEMENTI POSITIVI (SOLE)
    13/03/2005 - 08:42
    Ora ci vuole convergenza tra chi ha responsabilità politiche


    Milano, 13 mar. (Apcom) - Il decreto varato venerdì dal cdm "non c'è da sperare che passi alla storia come quello risolutivo per dare spinta alla competitività e alla innovazione del nostro sistema, anche perchè arriva con notevole ritardo. Tuttavia, ci sono nel provvedimento non pochi elementi positivi". E' il giudizio dell'economista Alberto Quadrio Curzio che in un articolo sul Sole 24 Ore intitilato "Sviluppo è anche orgoglio e fiducia" valuta positivamente alcune misure presenti nel decreto, come il bonus di concentrazione delle Pmi, l'abolizione dell'Ici sui capannoni industriali efabbricati mobili, l'uso di almeno il 30% del fondo rotativo di sostegno alle imprese per attività di ricerca.

    Quadro Curzio chiede, però, che a livello politico ci sia "una convergenza forte e durevole tra i soggetti che hanno le massime responsabilità politiche, economiche e sociali del Paese" e che la via di rilancio del sistema Italia "trovi una coesione dinamica, e quindi non a difesa delle rendite, su progetti di sviluppo italo-europeo". In quest'ottica, è "positivo" che il leader dell'opposizione Romano Prodi e il premier Silvio Berlusconi abbiano aderito entrambi all'incontro organizzato da Piccola Industria di Confindustria sul programma 'Crescere'.
    copyright @ 2005 APCOM

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    Se teniamo conto che la fonte citata non è affatto vicina al Governo, e anzi è spesso palesemente ipercritica nei confronti di Palazzo Chigi... mi sembra giusto essere soddisfatti

  2. #2
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    Predefinito COMPETITIVITA'

    Sono in attesa SFIDUCIOSA di vedere i risultati della riforma per la competitività.

    Sfiduciosa in quanto credo (ma devo meglio verificare) che una riforma che non tiene conto delle CAUSE della perdita di competitività non potrà dare risultati positivi. In tal caso sarebbe uno specchio per allodole.

    Il sentiero per uscire dal degrado socio-economico é molto stretto.

    Esso ha come condizioni essenziali: a) l' analisi delle CAUSE della perdita di competitività; b) il confronto colla parte seria delle U.E. , cioé colle società che funzionano, per rispondere alla domanda "perché in U.E. c' é solo la società italiana che non funziona ?"c) una discussione seria (al difuori di scene politiche e TV); d) la preparazione delle misure per far diventare la società italiana una società europea (la distanza é enorme ed cresce....)

    L' Emigrato
    ANGREMA@wanadoo.fr

  3. #3
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    Predefinito

    Diventare una società "europea"? Dio non voglia!!
    Dico male abbiamo viste le grandi performance dei nostri vicini europei? La Germania rischia la recessione, la Francia riparte, sì, ma a ritmi da lumaca... la Spagna rallenta e la Grecia va a fondo.
    Ora, non per dire, ma se dobbiamo abbandonare il nostro metodo di produzione, più che guardare alla stagnante Europa dovremmo al limite guardare ai ben più solidi (sia economicamente che politicamente) Stati Uniti!

    E forse le misure di cui si parla in questo thread ci aiuteranno proprio in tal senso: misure che INCENTIVANO e LIBERALIZZANO.

  4. #4
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    Predefinito TORO PER LE CORNA

    Rispondo al contributo precedente.

    Liberalizzare e incentivare , bella cosa. Ma basterà in Italia ?

    Noi che abbiamo una mentalità latino-americana ? Che amiamo gli sprechi, la confusione, l' incoerenza, l' irresponsabilità, l' allegra gestione ? Che abbiamo dimenticato cosa sono i VALORI, i quali sono diffusi nel resto U.E. ?

    Do' per scontato che non basterà, e lo dico sulla base di un confronto coll' Europa sana e affidabile, fatto per un decennio.


    Se non prendiamo il toro ( la mentalità e i costumi italiani) per le corna, siamo fritti, colle ns efficienze ....


    Ve lo dice chi é emigrato negli anni ' 80.

    ANGREMA@wanadoo.fr

  5. #5
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    Predefinito

    Sul fatto che serva una riforma anzitutto CULTURALE e MORALE dell'Italia, con me e con gli altri amici Conservatori sfondi una porta aperta

    Non penso però che il problema sia una non meglio precisata "indole mediterranea". Guarda cosa Aznar è riuscito a tirar fuori dalla mediterraneissima Spagna! QUello sì penso sia un modello autenticamente europeo da seguire (pur con le sue peculiarità).
    Io credo che affrontare la questione dell'economia di mercato, della liberalizzazione e della diminuzione dell'ingerenza pubblica nella vita civile sia necessario anche per cambiare la MENTALITA' di cui tu parli.

    Cominciamo a far capire a tutti che lo Stato non è un'entità aliena, che dall'alto comanda a dei sudditi. Cominciamo a far capire che lo Stato non è altro che l'unione di ogni singolo cittadino, e che la buona riuscita del progetto statale dipende anche da tutti noi.

  6. #6
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    Wink UNA MENTALITA CONFUSA, un' ECONOMIA INEFFICIENTE

    Caro UgoDePa e altri,

    visto che concordi sul mio punto, preciso che:

    -avendo molto viaggiato per lavoro, scoprii da molto tempo le differenze nel modo di lavorare fra Italiani ed europei.

    - Successivamente scoprii recentemente le differenze nel modo di ragionare (ci sono anche quelle). E il motivo per cui avvertii Romiti di tale differenze e della mia piccola preoccupazione, che se le cose fossero andate avanti, l' economia ne avrebbe sofferto. La lettera ricevuta da Romiti in rispôsta (anno ' 90, ho appena verificato) mi diceva "caro ingegnere, sono d' accordo colle sue conclusioni. Ma non c"' é niente da fare". Cioé non accolse la mia proposta di andarlo a trovare per spiegargli.

    - Negli ultimi tre anni sia Piero Ottone che Tronchetti Provera, che io avevo contattato con documenti, mi hanno risposto la stessa cosa (d' accordo colle sue conclusioni. In più Tronchetti Pr. mi invito' a fare una presentazione nelle "sedi istituzionali").
    - dopo molti anni che avevo avvisato Romiti, la catestrofe é arrivata. Intanto io assistevo, osservavo sui media i peggioramenti rapîdi della società.

    - dai contatti Internet e dai media sono arrivato a questa conclusione:

    - gli Italiani dello Stivale non escono dai loro guai da soli; non ne hanno gli strumenti;
    - ne uscirebbero se emigrati qualificati li aiutassero ! !
    - ho preparato le linee di un programma (pubblicato anche in un saggio su Internet), che servirebbero, chissà, a tempo debito.
    - le mie valutazioni hanno il potenziale di generare una discussione/analisi;
    - la discussione ha il potenziale di generare quella catarsi che é necessaria per ripartire da capo. Solo se c' é gente determinata che la provoca. E possibile, ma molto difficile.

    - Inoltre sono quasi sicuro di essere il solo emigrato che abbia fatto un' analisi, dall' Europa, per almeno dieci anni, in lungo e in largo. Ripetendo le stesse cose a gente che non vuol capire.

    Per capire i risvolti e i motivi delle incapacità italiane attuali (sono parecchi), suggerisco di leggere sui siti sottoindicati, le seguenti Lettere dall' Europa:

    - le capacità italiane: "La Barca va..";
    - La mentalità italica odierna: "L' ITalia Desnuda";
    - la società italiana: "Cullarsi nelle fatue illus."; "Definizione.."; "Complotto"; "Pantani e ruote gripp.";
    - divaricarzione dall' Europa: "Divaricazione dall' Eu."; " Competitività"; "Differenze"; "Regole e confusione"; "Evoluzioni.."
    - su questo forum anche:
    le Lettere dall’ Europa sono su:
    http://angrema.blogspot.com
    www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento "società")

    Antonio Greco
    ANGREMA@wanadoo.fr
    (ex funzionario europeo, consulente in TLC, analista delle CAUSE del declino)

    Chi desidera avere i testi essenziali per capire perché il Bel Paese Confuso non puo' essere competitivo, se non facciamo una riforma/catarsi, me li chieda. Li inviero' per mail.
    ANGREMA@wanadoo.fr

  7. #7
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    Predefinito CULLARSI NELLE FATUE ILLUSIONI O SMONTARE LE ILLUSIONI ?

    Quello che é stato chiamato "progetto statale" in un contrib. precedente si chiama "patto sociale". IN Italia non esiste più, buttato dalla finestra, a parte dei bei pezzi di carta che non sono applicati. Credo che esista in TUTTI I PAESI U.E. (noi siami l' eccezione).

    La mia ricostruzione

    L’ unificazione del Regno d’ Italia

    Fine ‘800. Fatta l’ unificazione del Paese, la sua gestione fu iniziata dai piemontesi.

    Nel trambusto dell’ allargamento della piccola struttura statale piemontese, i primi governi fecero un grosso errore: mandarono avanti nei nuovi territori, come rappresentanti, gli ufficiali del fisco. Non misero su una valida struttura di pubblica istruzione dei cittadini del Regno, che insegnasse non solo a leggere, ma anche a vivere nel nuovo stato.

    Gli Italiani, non avendo un gran livello medio di cultura, erano soggiogati dal potere di turno, che era talvolta prepotente. Non capirono che, colla unificazione, la situazione era piuttosto cambiata. Continuarono, come sempre fatto, a considerare il potere nazionale come un organo estraneo, da sopportare, da ignorare. Come era sempre avvenuto, quando c’ erano stati Goti, Normanni, Arabi, Francesi e Spagnoli.

    Anche conoscendo male la storia, credo sia qui una delle origini del problema. Non nacque un nuovo approccio al nuovo stato, come era (e come é) nei Paesi a Nord delle Alpi . Stato che va costruito, con cui si dialoga, si collabora, di cui si propone l’ evoluzione. Gli Italiani scelsero di ignorarlo e continuarono a interessarsi ad iniziative, contatti, poteri informali, locali e alternativi. In pratica si considerarono, anche per manco di istruzione, al di là dello stato. Credo sia stata questa l’ origine della divaricazione esistente fra uno stato formale ed un tessuto di clans e allacci sommersi, che lo ignora. I quali talvolta lo considerano estraneo, se non nemico. Da subire, da combattere talvolta, o almeno da fare fesso.

    La Repubblica all’ inizio del XXI secolo

    Ancora oggi gli Italiani perpetuano la tradizione: lo stato nemico, da subire purtroppo, da contrastare sul terreno. Non succede niente di cio’ a Nord delle Alpi. Anche per questo, le altre società funzionano.

    Se ci volesse anche una motivazione per giustificare una vecchia tradizione mai cambiata, ce n’ é una valida, oggi. Lo stato é mal gestito, incapace, buono solo a sprecare o alimentare quattro loschi figuri incapaci, che vengono chiamati politici. Perché prenderlo sul serio ?

    Durante il fascismo, la costruzione dello stato fu demandata a manipoli di esagitati. Si moltiplicarono le bandiere e si scrisse “Stato” colla maiuscola.

    Dopo la guerra lo stato italiano si é vendicato del non essere considerato. Ancora ritenuto un corpo estraneo ai cittadini, lo stato ha continuato a trascurare questa abnorme inimicizia, a non pensare alla educazione civica dei cittadini. Infatti la P.I non si é occupata affatto della questione, per trascuratezza o ignoranza.

    Negli ultimi trent’ anni del XX secolo, loschi figuri presero il potere. Reclutati con un pessimo criterio di selezione, la complicità e il comparaggio, hanno diffuso coll’ esempio , consciamente o inconsciamente, le abitudini seguenti:

    - grigiore, approssimazione, vaghezza di programmi e di comportamento dei personaggi pubblici. Nel senso di indeterminazione, mancanza di chiarezza, rarità di opinioni solide e riflettute o troppo rapida trasformazione delle stesse. Negligenza dei fatti reali nelle discussioni politiche, sostituiti spesso da accuse (non importa se senza prove). Forse per ignoranza, di sicuro per cattive abitudini. Talvolta doppio linguaggio del potere, che dice di voler fare. Ma fa i fatti suoi......
    - rarefazione dei valori di base del patto sociale, in certi casi scomparsa degli stessi. Tutto, o quasi tutto, é ormai permesso. Il rigore, la coerenza, la precisione, l’ impegno, la verità dei fatti, li lasciamo ai Francesi o ai Tedeschi. Il tutto facilitato dalla diffusione del doppio linguaggio (esiste nella U.E., cosi diffuso, solo in Italia).
    - conseguente vita sociale caratterizzata da: frequenti emergenze, difficoltà di costruire, gestire, trasformare i corpi sociali. Cio’ non deve troppo sorprendere, se nella società tutto é confuso o cambia dall’oggi al domani (flessibilità a 360°)
    - frequenti alterchi o lotte fra parti avverse (o alleate) in politica, le quali sembrano indicare che molti politici danno priorità alle lotte di clans piuttosto che alla gestione del Paese (che é in teoria il loro ruolo). Pochi progressi quindi dall’ epoca dei principati.
    - progressiva ignoranza dell’obbligo di rispettare legge e regolamenti, anche da parte di enti e servizi pubblici. Incremento del numero di persone ed enti che ignorano la legge.


    Le strutture dello stato (gestito da persone mal selezionate), come é divenuto dagli anni ’60 in poi, aiutato dalla mentalità della flessibilità diffusa, hanno contribuito, con insipienza e superficialità, talvolta coll’ esempio:

    - a far sparire i paletti della vita civile (una parvenza, incompleta, degli stessi esisteva trenta anni fa);
    - a bandire gli strumenti necessari alla costruzione ed alla educazione di un Paese moderno, i VALORI, in un’ epoca di cambiamenti nell’ economia dell’ Europa e del mondo;
    - a diffondere in tutti i gangli del Paese (nel pubblico e nel privato) la corruzione e l’ omertà.

    In un grosso gregge, se spariscono i cani pastori, il pastore fa enormi tentativi per gestire le pecore, tenerle insieme. Nello Stivale, gli Italiani, pecore confuse, vanno in tutte le direzioni.

    Sono infatti spariti i VALORI (i cani pastori), cioé gli strumenti della vita civile. Dopo la guerra, un paio di generazioni di governanti e dirigenti del parastato hanno completamente perso la capacità di gestione corretta dei macrosistemi (e.g. il Paese, l’ Alitalia, la Fiat). Di conseguenza nuovi comportamenti si sono diffusi, in base alla (quasi) nuova mentalità della tolleranza e impunità totali. In sintesi, essi hanno, fra l’ altro, provocato la sparizione del realismo, sostituito dal doppio linguaggio. Il primo é infatti sparito dalle discussioni pubbliche. E sempre più é sostituito dallo scenario (anche televisivo) e dalla demagogia.

    Il tutto genera inefficienze, sprechi, perdita di competitività. Il Paese é ormai sotto l’ imperio di quattro Dittatori: Confusione, Irresponsabilità, Rassegnazione, Gestione Allegra.

    La Fatua Illusione N. 1

    Il parlamento ha approvato la legge della “devolution”. L’ idea nella testa dei propositori della legge credo sia sta la seguente: lo stato si é mostrato incapace di gestire la società e i servizi pubblici su base nazionale. Il sistema é troppo grande, per i governanti italiani di inizio secolo. Riduciamo la grandezza del sistema, facciamo il più possibile nelle regioni, strutture più piccole. Le gestioni saranno più facili.

    Fatua illusione. I valori e le capacità di gestione, ormai troppo rari nel Paese, sono inesistenti anche nelle regioni. Invece di avere una sola grande Babele, avremo tante piccole Babeli. In Europa solo dei balordi superficiali come i politici italiani possono credere al miglioramento colla devolution !


    La Fatua Illusione N. 2

    Gruppi di cittadini e partiti, in reazione alle incapacità ed alla confusione generata da uno stato incapace, gestito da politici incapaci (la migliore espressione della mentalità italiana, scrisse TIME), pensano di proporre la riforma delle istituzioni. Anche Ciampi le invoca...

    I propositori delle riforme, anche per superficialità e mancanza di realismo, non hanno considerato la situazione reale. Non han capito cosa va cambiato.

    La situazione, vista dall’ Europa, é la seguente, con una immagine esplicativa:

    - se dessimo la gestione delle nostre vecchie istituzioni ad Olandesi, Francesi, Belgi o Svedesi, mandando a casa i politicanti abituati a mercanteggiare poteri e percentuali nel souk italiano, dopo un periodo di avviamento e con riforme adeguate di procedure e gestioni, lo stato finalmente inizierebbe a funzionare come in Francia e in tanti altri Paesi della U.E.
    - se oggi il Bel Paese adottasse una riforma delle istituzioni e non ci accorgessimo che solo noi Italiani, in U.E., non sappiamo gestire i grandi sistemi (per esempio, non conosciamo l’ organizzazione), allora le nuove istituzioni fallirebbero completamente, come quelle attuali ! !
    Sarebbe questa la Fatua Illusione N. 2 !

    I MOTIVI: la mancanza di strumenti adeguati. I dettagli relativi sono nelle seguenti Lettere dall’ Europa: “Colli di Bottiglia”, “Italia Desnuda”, “Regole e Confusione”, “Pantani e Ruote grippate”.

    Quale situazione ?

    Una società che possiede: coscienza e orgoglio di sé, patriottismo, patto sociale, é un Paese.
    Una società che non possiede tali valori é un’ accozzaglia di gente, che vive nell’ anarchia.
    Tali i casi limite. Lo Stivale mi sembra si trovi in uno scenario intermedio, il quale é in evoluzione rapida. Verso quali dei due scenari ?


    Antonio Greco
    (disponibile per una presentazione delle CAUSE dei guai italiani)
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    Le coordinate dei siti che pubblicano le Lettere dall’ Europa:
    http://angrema.blogspot.com
    www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “ società”)

    P.S. Le linee direttive del programma necessario e urgente per la società italiana (un nuovo patto sociale da definire), il quale permetta al Paese di divenire una società europea a pieno titolo, capace anche di sviluppare un’ economia fiorente (dopo gli sforzi necessari), sono già pubblicate. Gli interessati me ne chiedano copia o le coordinate Internet.

  8. #8
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    Predefinito Produzione ed illusioni, di Davide Giacalone

    Produzione ed illusioni

    Il mese di gennaio ha fatto registrare un'ulteriore battuta d'arresto nella produzione industriale. Speriamo che a quest'ennesimo segnale d'allarme non si reagisca, a seconda della posizione politica, con l'ottimismo di maniera o con il non meno manieristico catastrofismo.



    Il problema non è solo italiano, riguarda tutta intera l'Unione Europea e la sua rigida struttura economica, i suoi vincoli eccessivi, la sua incapacità di mettere in discussione privilegi acquisiti, il suo rifiuto di guardare alla globalizzazione come ad una sfida, non come ad una minaccia. Il guaio italiano è quello di avere gli stessi difetti, ma in misura maggiore, il tutto condito da un debito pubblico abbondantemente al di sopra della media europea.
    Il punto, allora, non è quello di agitare lo scontro politico su qualche misura congiunturale, rinfacciandosi virtù di bilancio che, da sole, non sono in grado di offrire altro che il rispetto del patto di stabilità. Occorre, invece, ragionare politicamente su provvedimenti strutturali, che ridiano slancio alla società tutta, liberandola non solo da vincoli insopportabili, ma anche da illusioni insostenibili.
    Per dirne una: qualche settimana fa discutevamo sull'opportunità o meno di salvare l'Alitalia, comunque tutti convinti che sia sull'orlo del baratro; ed oggi i voli da Roma e da Milano si fermano, subiscono cancellazioni a raffica, perché scioperano gli assistenti di volo.



    E' l'apoteosi dell'egoismo e dell'irresponsabilità, oltre che della violazione dei diritti dei clienti.
    E' inutile che qualche industriale s'impanchi a dar lezioni alla politica, perché aprire un mercato significa portare il vento della concorrenza nelle professioni, nell'energia, nei trasporti, nelle comunicazioni, ed ovunque gli italiani subiscono costi superiori ad altri. Costi indotti dalla protezione dei privilegi o delle protezioni acquisite. Ed è inutile che la politica speri in una ripresa che non sia dovuta a scelte radicali e coraggiose, rese impossibili dalla disomogeneità ed interiore contraddittorietà delle due coalizioni.
    Tutto questo richiede che vi sia consapevolezza, che non ci si nasconda dietro alle parole.



    Il calo del 2,1 per cento della produzione industriale è un fatto. Un fatto che non si distrarrà nel corso del lungo ciclo elettorale, la cui conclusione è prevista fra più di un anno.

    Davide Giacalone

    http://www.davidegiacalone.it

    16 marzo 2005

    .................................................. ...............
    tratto da "Il Portale di Nuvola Rossa"
    http://www.nuvolarossa.org/modules/n...hp?storyid=682

  9. #9
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    Predefinito NODO GORDIANO - EFFICIENZE IN CALO

    Caro Davide,

    grazie per le info chiarificatrici della situazione come é oggi. I miei commenti:

    - l' atteggiamento invocato e non esistente (la coerenza colla crisi Aliatalia richiederebbe che non ci sia sciopero, per salvare l' azienda) non pûo' esistere in Italia.

    - uno degli aspetti fondamentali della crisi italiana é che la coerenza non esiste nel Bel Paese a livello sociale (in privato é un' altra cosa), il rigore , la responsabilità, le serietà, l' impegno, la motivazione (e altri cinque valori) sono i VALORI spariti...! Ora, avendo buttato dalla finestra i VALORI, avendo preso la convenzione che le REGOLE si rispettano solo se ne hai voglia...., ne deriva la conseguenza immediata che:

    ^il Paese é in equilibrio instabile, con degrado accelerato;
    ^il Paese non ha futuro perché non si é affrontato il nodo gordiano "il degrado accelerato della mentalità";
    -^il Paese non sa neanche che la scomparsa dei Valori era da aspettarsi, visto che abbiamo cambiato le fondamenta della società, visto che non abbiamo più un Patto Sociale (il quale esiste sempre nei Paesi che sanno gestirsi).

    Concludo cosi: é dimostrabile, almeno da chi si é occupato del degrado da dieci anni, che il Paese non ha alcun futuro, né come società né come economia.
    L' unica spêranza é: affrontiamo seriamente IL NODO GORDIANO, coll' aiuto degli emigrati....
    Non credete a cio' che fa il parlamento.... Cosa capiscono quelli, a parte le lotte di potere ?

    Sono disponibile per fare la mia conferenza, che deve precedere una discussione, su questa materia.

    A. Greco
    ANGREMA@wanadoo.fr

 

 

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