Bassolino: «Io sono il migliore ma non so se il Pd è contento»
sabato, novembre 21, 2009
Esternazione del governatore durante la convention regionale Il segretario Amendola: «Su primarie e alleati nessun veto»
(di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)
Un sorriso così pie*no è raro vederlo stampato sul vi*so del governatore. «Con me si vin*ce, lo so». A Città della Scienza An*tonio Bassolino è in prima fila ad applaudire il giovane segretario del Pd, Enzo Amendola, al suo de*butto. Amendola è forte di un con*senso bulgaro che ora dovrà gesti*re. Il piglio ce l’ha. La preparazione pure, sbandierata in un’ora piena di discorso alla platea democrati*ca.
Bassolino lo ascolta attentamen*te. «Bene, bel discorso, c’è la forza delle primarie dietro Amendola e Bersani. E contando su una forte le*gittimazione non può farsi dettare la linea fuori dal partito». Dunque primarie e alleanze, senza veti sui candidabili Cascetta e De Luca so*prattutto da parte dell’Idv. «Io non so chi sia contiguo a De Magistris — così Bassolino —. Deve essere rispettoso, bisogna avere calma e rispetto se si vuole stringere un’al*leanza ». Il governatore pensa so*prattutto all’Udc. Verso De Mita e Casini c’è un’apertura di credito or*mai totale del partito bersaniano. Poi conclude, rispondendo ad una domanda: «Mi auguro per la Cam*pania due candidati forti e buoni. Ma penso che lo sappiano anche fuori che sono io il miglior candi*dato. Lo sanno anche nel Pdl. E lo sanno nel Pd anche se non ho an*cora capito se gli faccia piacere op*pure no. Ma non esiste. Darò una mano, anzi due perché il rinnova*mento si faccia qui, nel partito e a Roma».
Insomma la sintesi della giorna*ta è questa: Bassolino è il candida*to più forte, ma non si candida (al*meno per ora); Cascetta, candida*bile in pectore, si candida solo al programma; De Luca, altro candi*dabile, non si fa vedere ma ci ha ripensato sulle primarie; e il giova*ne segretario regionale del Pd che ha l’arduo compito di non farsi schiacciare dai senior avverte tut*ti: o la smettete di litigare o vi fate da parte. Amendola, dicevamo, è il suo giorno. Parla di «nuovo ciclo», declina la parola politica in ogni modo possibile («politica è posi*zionamento delle pedine e organiz*zazione del gioco», «politica è terri*torio » e così discorrendo).
Il partito: popolare e territoriale, «qui si decideranno le candidature non a Roma». Per poi tuonare: «Mai più casi come Castellamma*re. Noi abbiamo saputo reagire. Ve*rificherò il tesseramento perché dobbiamo fare pulizia senza se e senza ma. Castellammare è anche il punto di svolta». Partito plurale, «dove tutti sono rappresentati». Partito della riscossa civica: «Co*sentino e Cesaro la smettano di in*sultarci e si sottomettano alla veri*tà. Si facciano giudicare». Partito del programma: «Io ne ho stilato uno in dieci punti e chiamo tutti a discuterne. A cominciare dal reddi*to, dalle gabbie fiscali e non sala*riali ». E poi le mosse: «Primarie di coalizione. L’unico modo per crea*re un programma. Ma non accettia*mo veti, perché le personalità in campo vanno rispettate e valoriz*zate ». Si terranno cinque assem*blee tematiche, nei cinque capo*luoghi campani. E l’11 dicembre una grande conferenza program*matica (quella che per De Mita si chiama «costituente programmati*ca »). «Perché — conclude Amen*dola — la vocazione alla sconfitta non ci appartiene. Ma se ci sono rancori del passato date una possi*bilità ad una nuova generazione di correre. Noi vogliamo tornare a vincere, chi non ne ha voglia può lasciare il passo ad una nuova ge*nerazione che vuole avere anche la possibilità di sbagliare».
Si susseguono gli interventi. En*nio Cascetta non scioglie la riser*va. «Sono disponibile — spiega— ad accompagnare Enzo Amendola in giro per le città, a costruire il programma. L’importante è che sia passato il tema delle primarie. Dunque un passo in avanti». Ma che sia lui uno dei candidati, non lo dice ancora schiacciato dall’in*gombrante governatore.
Tiepida l’accoglienza nella mino*ranza. Teresa Armato fa un appello al segretario: «Amendola crei le condizioni per il governo plurale nel partito come sta avvenendo in altre regioni». L’ex segretario Tino Iannuzzi commenta: «Troppo po*co per parlare di rinnovamento».
In tarda serata vengono sospesi i lavori. Rinviata a lunedì l’elezio*ne del presidente dell’assemblea. Che sulla carta dovrebbe essere Graziella Pagano, ma con una mag*gioranza così ampia non si è trova*to ancora l’accordo. Se la Pagano, infatti, fosse riconfermata alla gui*da dell’assemblea, i bassoliniani perderebbero un ruolo di peso co*me il responsabile dell’organizza*zione del partito, finora nelle mani di Antonio Marciano. Incarico che, a quanto trapela, pare dovrebbe an*dare all’area Letta, probabilmente a Mario Casillo. Mentre l’area enti locali dovrebbe essere ad appan*naggio dei riformisti (Luisa Bos*sa- Peppe Russo) e il coordinatore della segreteria agli ex popolari di Salvatore Piccolo. Sarà più chiaro nelle prossime ore. Su una cosa il segretario regionale però non tran*sige: se rinnovamento deve essere sia. E dunque squadra giovane di under 40 e direzione leggera. Se*nior permettendo.
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