Falsi d'autore
Non è che se una si chiama Alessandra Mussolini, ed è la nipote del Duce, e ha un ruolo politico, ma anche un'immagine pubblica un po' naif, verace e variopinta, che ricorda troppe volte quelle di un'attrice da sceneggiata, insomma, non è che se sei Alessandra Mussolini quello che è accaduto nei giorni scorsi va preso per una storia buona per la cronaca e niente di più.
Perché è pur vero che il partito di Alessandra, è chiaramente un partito di ispirazione neofascista; ed è vero che il suo ruolo politico in questo paese, culturalmente soprattutto, non può che essere marginale. Ma il suo movimento, la sua lista non può partecipare alle prossime elezioni regionali perché le firme sono false. E questa è una brutta storia, perché è evidente che qualcuno quelle firme false ce le ha messe apposta. Ed è evidente che un movimento che poteva contare fino all'8 per cento dei voti nel Lazio, non aveva certo bisogno di falsificare le firme.
E allora cosa è accaduto? Tutti i complotti del mondo possono essere presi in esame, avrà importanza per chi dovrà indagare su questa storia. Rimane però la certezza che qualcuno lo ha fatto, e probabilmente lo ha fatto perché quella lista dava fastidio. Quell'8 o 9 per cento poteva cambiare profondamente il risultato delle elezioni nel Lazio.
Ma certamente questo episodio il risultato lo cambierà comunque, perché mette in luce un pericolo. Il pericolo che come è accaduto oggi alla Mussolini con la sua lista, possa accadere con tutte le altre liste. L'idea che la battaglia politica non si combatte con i voti, con le idee, con i progetti, con la capacità di comunicare efficacemente, ma si combatte con il sotterfugio, con l'imbroglio, con delle manovre oscure che mirano a spiazzarti completamente, che mirano a farti fuori. Io vado al comitato elettorale, dichiaro di essere qualcun altro, possibilmente famoso, firmo al posto di costui. E poi faccio sapere a tutti che quel noto personaggio ha firmato per quella lista. Il noto personaggio, che non ha mai firmato, smentisce decisamente. E ovviamente viene inficiato tutto. Questo è killeraggio vero e proprio. Utilizzando un'arma micidiale, che è quella della falsificazione e della menzogna. E certamente Alessandra Mussolini starà prendendo le sue contromisure, e si rivolgerà alla magistratura per fare chiarezza e per fare giustizia. Peccato che sia tardi, e che lo scopo prefissato sia stato raggiunto pienamente.
Ora bisognerebbe chiedersi perché questa storia non ha indignato abbastanza, i giornali di destra come quelli di sinistra, perché soprattutto non è corso un brivido lungo la schiena di chiunque di fronte a una certezza: con poche mosse azzeccate si può fare fuori un avversario. Con poche menzogne messe ad arte si può cambiare la geografia politica di questo paese. Si può non condividere nulla di quello che dice pensa e vuole fare Alessandra Mussolini. Ma l'idea che lei non possa democraticamente presentarsi e contare i suoi voti fa impallidire veramente. Come finirà questa storia è davvero difficile dirlo. Come è finito questo paese è sotto gli occhi di tutti. Una cosa del genere, prima mai accaduta, è il segnale di una corruzione profonda, di una scorrettezza che non ha eguali. E la pigrizia nel denunciarlo fino in fondo si basa su un equivoco antivoltairiano: confondere principi etici e idee. Pensare che se uno ha un'idea per nulla condivisibile conti un po' meno delle idee che sentiamo più vicine. Ma cosa sarebbe accaduto, ed è proprio il caso di chiederselo, se anziché la Mussolini, fosse stata esclusa una lista diversa, magari persino una lista della sinistra? Chiediamocelo, perché domani potrebbe accadere anche questo, e non deve e non può essere possibile. Se vogliamo rimanere un paese democratico.