lo hanno accontentato.
dalla "Stampa" di ieri
Ma politicamente è giusto avere i neofascisti alle elezioni?
AMMETTIAMO pure che le firme raccolte dalla lista di Alessandra
Mussolini siano tutte vere e che dunque il Tar del Lazio riammetta
alle elezioni regionali la lista attualmente esclusa. Ammettiamo
insomma che sia tutto regolare e che Alternativa sociale abbia tutte
le carte in regola per partecipare alla vita democratica, a
cominciare appunto dalle elezioni. Formalmente parlando.
Politicamente ragionando invece, siamo certi che sia giusto, anzi
democraticamente lecito che quella lista si presenti alle elezioni?
Lasciamo da parte la Mussolini, diciamo che lei è l'incarnazione di
un ossimoro, una fascista democratica, se mai sia possibile esserlo.
Ma gli altri, quelli che con lei si presentano alle elezioni, di
democratico non hanno gran che, diciamo che non hanno proprio nulla.
I vari Fiore, Tilgher, la loro storia politica, i loro movimenti, i
militanti che vi partecipano, gli slogan che usano, i manifesti che
tappezzano le loro sedi, i motti che sbandierano, i saluti romani, i
mezzi busti del duce, il razzismo che professano, l'odio verso le
minoranze (gli omosessuali, gli ebrei), le cose che dicono (o quelle
che pensano ma magari non dicono per opportunismo), la loro visione del mondo, l'ideologia che professano, la società che immaginano, dimostrano che sono incompatibili con la democrazia. Esattamente quanto lo sono stati in passato il fascismo e il nazismo. Anzi più che incompatibili, alternativi: o c'è la democrazia o c'è il
fascismo. E di solito succede che i fascismi, una volta conquistato
il potere, la democrazia la aboliscono: un regime fascista ma
democratico non si è mai visto in giro per il mondo.
In Italia per fortuna il problema oggi non si pone, nel senso che né
Mussolini né tantomeno i suoi alleati hanno alcuna possibilità
concreta di vincere le elezioni e dunque di conquistare il potere
(domani nelle Regioni, dopodomani nel Paese). Ma questa non è una
buona ragione per non porselo, il problema, in via teorica, essendo
le vie della politica infinite quasi quanto quelle del Signore.
Oltretutto non è certo una questione nuova, se ne parla almeno dal
1933 quando Hitler conquistò il potere non con un golpe ma proprio
attraverso democratiche elezioni. Così come in Algeria, sessant'anni
dopo, quando il partito del fondamentalismo (e del terrorismo)
islamico vinse le elezioni che però furono annullate da un golpe
militare. Un atto assolutamente antidemocratico che tuttavia impedì
che l'Algeria finisse nelle mani di una teocrazia integralista e
sanguinosa. Nel nostro piccolo, il discorso è analogo. E sarebbe
interessante sapere se coloro che difendono il diritto della
Mussolini di partecipare alle elezioni, in particolare i leader della
sinistra scesi personalmente in campo, considerano legittimo dal
punto di vista democratico lasciare che alle elezioni partecipino
anche coloro che la democrazia, qualora ne avessero la possibilità,
la annullerebbero nei fatti e nel diritto. Se per esempio scomparisse
dalla scena la Mussolini, considerata una garanzia democratica chissà perché, e restasse in piedi solo un corno dell'ossimoro (il fascismo dei suoi amici), cosa dovrebbe fare la democrazia: rispettare i suoi principi anche rischiando la sua stessa vita o concedersi una deroga ma forse sopravvivere?