Il gioco a nascondino sulla bioetica delegittima le leadership politiche

Non si può dare torto al radicale Daniele Capezzone quando dà a Romano Prodi di Ponzio Pilato, ma per lui e per Silvio Berlusconi forse è meglio usare il fescennino, e definirli pesci in barile.
Il Cav. non sa ancora se andrà a votare né come voterà, e annuncia che lo renderà noto soltanto dopo il referendum.
E il Prof. dice che voterà da cattolico adulto, come non si sa ancora, ma precisa in una lettera adulatrice a Famiglia Cristiana che altri cattolici adulti si asterranno legittimamente, e bla bla bla. La libertà di coscienza, vale la pena ridirlo, non ha niente a che vedere con l’indifferenza o con l’astuzia da ansia di consenso. Nel centro sinistra Francesco Rutelli, Enrico Letta, Giuliano Amato e tanti altri si sono espressi variamente, in coerenza con i voti parlamentari già dati e con un tentativo di riflessione sulla materia discussa, quello sì, adulto e responsabile.
Fuori dagli schieramenti, si conoscono posizioni pragmatiche come il voto differenziato di Angelo Panebianco.
Nel centro destra c’è il dissenso della forte pattuglia laica, già espresso alle Camere; c’è la posizione netta del ministro Stefania Prestigiacomo, e un orientamento maggioritario contrario all’abrogazione della legge 40 sulla fecondazione artificiale, che si fa largo tra imbarazzi e distinguo legati all’indecisione della leadership.
Tutto questo nitido pronunciarsi sorregge una ovvia libertà di esercizio della coscienza e determina scelte trasversali alle quali concorrono, da fuori dell’arena partitica ma dall’interno del confronto civile, la posizione antiabrogazionista dei vescovi italiani e l’insieme delle posizioni differenziate, minoritarie, all’interno della chiesa italiana.
La libertà di congelare la coscienza come un embrione e di non esercitare la sua vitale libertà, dicendoci come la pensano, se la prendono i due capi delle coalizioni, e non è un bel vedere.
D’accordo, non è un tema facile, bisogna dare un’occhiata a un po’ di testi, riunire qualche esperto, farsi venire un’idea compiuta, ma in democrazia, in una democrazia adulta, queste sono le regole della politica per chi voglia avere una funzione di guida anche intellettuale.
Potranno anche considerarlo un noioso diversivo dai cieli delle allegre discussioni sull’Irap, ma il problema bioetico è biopolitico, è cioè la parte principale e più rilevante del discorso pubblico all’inizio di questo secolo.
Una faccenda destinata a crescere nel tempo, mentre i pesci in barile sono destinati a diminuirsi, finché non decidano di darsi una mossa e di sollecitare le loro libere coscienze.

Ferrara su il Foglio del 18 marzo

E' risaputo che il direttore del Foglio ha "sposato" la tesi che
"bisogna votare", ed io la rispetto.
Altri invece, e non sempre per "pigrizia", decidono di "non votare".
Non vedo perchè questa scelta "legittima" sia meno dignitosa dell'altra.
E perchè solo i primi si comportano da "adulti liberi" e gli altri da "ritardati guidati".
Per finire: c'è chi il suo voto lo esprime in anticipo, chi dopo averlo depositato nell'urna e chi semplicemente "tace".
Sinceramente preferisco questi ultimi che dimostrano tra l'altro di
"fregarseme" di sapere come vota Caio, Sempronio o Berlusconi.

saluti