Lamministrazione Bush contesta al lìder maximo il mancato rispetto dei diritti umani. Nuovi passi al vertice Onu di Ginevra
Casa Bianca, giro di vite contro Fidel Castro
Per Washington, «il confronto con Cuba non è una valida opzione». Verso sanzioni più dure
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ROMA - «Dialogo con Cuba? Non è una valida opzione». Così un alto funzionario della Casa Bianca ha escluso qualsiasi marcia di avvicinamento a Fidel Castro ma ha anticipato che domani a Ginevra, alla sessione annuale dellOnu sui diritti umani, sarà presentata una risoluzione di condanna del regime cubano. Lennesimo giro di vite contro lisola caraibica è motivato dallamministrazione Bush «con lincapacità di Castro a tener fede agli impegni». Nei giorni scorsi Washington non aveva lesinato critiche allUnione europea per la decisione, presa a gennaio, di sospendere le sanzioni diplomatiche contro Cuba e di riavviare relazioni diplomatiche con LAvana. Dal 1962 Cuba è sottoposta a un pesante embargo economico che secondo un rapporto presentato allOnu nel 2002, avrebbe causato danni per 70 mila miliardi di dollari.
È salito intanto a 900 il numero degli intellettuali che hanno firmato un documento a favore di Cuba e consegnato alla commissione diritti umani dellOnu. Tra i firmatari oltre ai Nobel Josè Saramago, Nadine Godimer e Adolfo Perez Ezquivel, compaiono i nomi del maestro Claudio Abbado, degli attori americani Harry Bellafonte e Danny Glover, del cantante Manu Chao, del regista brasiliano Walter Selles, della scrittrice americana Alice Walker. E ancora lo scrittore cileno Luis Sepulveda e il premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchù.
Da LAvana, il dissidente Elizardo Sanchez ha fatto sapere che a due anni dalla più dura ondata repressiva degli ultimi ventanni contro lopposizione, culminata con larresto di 75 dissidenti, cè attesa per la possibile scarcerazione di alcuni prigionieri politici. «Non escludo che nelle prossime settimane il governo scarceri un altro piccolo gruppo di dissidenti molto malati», ha detto Sanchez, presidente della Commissione cubana per i diritti umani e la riconciliazione nazionale, che monitora le condizioni dei dissidenti in carcere. Secondo Sanchez, nelle carceri cubane vi sono ancora «quasi 300» prigionieri politici e la situazione «potrebbe peggiorare, a meno di un miracolo». E ieri mogli e madri dei 75 arrestati sono scesi in piazza nella capitale cubana per chiedere la scarcerazione dei loro cari. Le donne, che hanno fondato lorganizzazione Dame bianche, hanno sfilato senza incidenti fino al palazzo che ospita la televisione di Stato.
R.Es.
Messaggero