Bologna-Ulan Bator e ritorno, storia di un viaggio

[Fenris]

In Origine Postato da Nanths
azzo certo che a impostarlo più in chiave motociclistica e mandarlo a Motociclismo (ad esempio) secondo me saltava fuori qualcosa...ogni anno indicono un concorso sui resoconti di viaggio...e i premi sono succosi (tipo una moto bmw ecc ecc.), insomma io ci penserei, o no? Comunque anche l'opzione "libro" va perorata, ci son fuori di quelle vaccate....questo sarebbe di tutto rispetto!

Credo che tenteremo la strada del libro. Il problema nel mandarlo a Motociclismo è che poi loro ne acquisiscono i diritti, e se non si vince niente, il racconto è praticamente buttato via. Invece l'idea di scriverne un libro c'era già prima della partenza, nei prossimi giorni me lo rileggo, correggo gli errori stilistici, di ortografia, digitazione ecc., poi lo mando agli altri. Ognuno metterà le sue integrazioni, correggeremo le inevitabili imprecisioni, gli daremo una forma più o meno uniforme (visto che scrivere un libro a più mani rischia di farlo diventare un collage mal riuscito) e lo manderemo in giro per case editrici. Andrea e Marco hanno già fatto una cosa del genere con un viaggio motociclistico in Mesopotamia che hanno fatto qualche anno fa, ed il libro è stato pubblicato. Grazie dei consigli e dell'apprezzamento comunque.

[Fenris]

In Origine Postato da lauraf
i tuoi amici hanno un che di familiare, fen...

In che senso?

[lauraf]

In Origine Postato da Fenris
In che senso?

mi pare di conoscerne almeno un paio

[Orazio Coclite]

Complimenti Fenris, sia per l'impresa compiuta dei quasi 10.000 km attraverso due continenti e fino in Mongolia, ma anche per la costanza di aver messo, aggiornamento dopo aggiornamento, tutto il racconto a disposizione qui su POL. La lettura è stata veramente piacevole, tanto che ho letto i 3/4 del tuo racconto tutti di fila questa mattina in 4/5 ore mentre sorseggiavo té nel mio ufficio.

Mi permetto solamente un paio di appunti che ti possono magari tornare utili per migliorare alcuni passaggi del tuo racconto.
Per prima cosa ritengo ci sia un errore nella citazione dialettale che fai del vulcanico porno-pizzaiolo romano, visto che al posto di 'fregnare', che al più potrebbe significare lagnarsi ('frignare'), andrebbe forse messo il termine 'fregare' inteso come intercorso sessuale.
Riguardo al té mongolo dal gusto salato di cui scrivi di non conoscere gli ingredienti, si deve trattare quasi sicuramente dell'onnipresente tè al burro di yak, bevanda nazionale tibetana diffusissima anche tra i mongoli. Di solito viene servito accompagnato con orzo tostato, la famosa tsampa.
Parli poi di "tipici mucchi di pietre che i pastori mongoli dispongono come offerte votive", commentando con "sono persone poverissime, e da offrire ai propri déi trovano raramente di meglio che un sasso raccolto per strada". Qui il discorso è secondo me un po' diverso, nel senso che è comune a molti popoli, ma anche in Europa sopravvive quest'usanza specie in forma de-sacralizzata tra il popolo degli alpinisti/trekkingaroli, del depositare una pietra come offerta votiva in alcuni punti di passaggio dove con il tempo si formano i cosidetti 'omini di pietra'. Ma la cosa non è dovuta alle condizioni economiche dell'offerente, ma piuttosto a una ritualità che ha radici ancestrali.
Parli poi di aver mangiato una specie di "tortelloni bolliti" al confine con la Mongolia. Ora, e questa cosa è curiosa specialmente per un bolognese, anni fa lessi che i tortellini italiani furono originariamente copiati osservando una pietanza che facevano alcuni schiavi che provenivano dall'estremo oriente (non mi ricordo la regione citata, ma ho come il sospetto che si trattasse proprio della Buriazia, ma non ci metterei una mano sul fuoco). Io azzardo e dico che vai a vedere che quella cosa che hai mangiato è magari la versione moderna di quell'antico piatto che si è poi affermato con così tanto successo in Emilia?
Un ultimo appunto te lo vorrei infine muovere riguardo l'uso che fai del toponimo Ulan Bator che, se non rammento male, fu imposto dai russi sull'originale nome di Urga. Magari sarebbe più corretto usare quello antico? Vedi tu, te la butto là.
Come vedi ho letto tutto con estrema attenzione.

Infine una curiosa coincidenza, giusto da un mese a questa parte un caro amico, nonché forumista di POL, mi sta assillando per cercare di convincermi a seguirlo nel suo progetto Roma --> Istambul --> Ulan Bator, sulle orme del barone sanguinario von Ungern-Sternberg... ma lui vorrebbe 'staccare' per almeno tre mesi, e io, con tutta la buona volontà, tre mesi per fare lo zingaro tra Russia e Mongolia proprio non riesco a trovarli. Anche perché quest'anno, e ve ne accenno visto che siamo qui su di un forum dedicato ai viaggi, mi sono già organizzato il 2005 con diverse cosucce: una ventina di giorni in Corsica a settembre per fare il mitico GR20 percorso completo (il Grand Randonnée, sentiero a tappe che attraversa la Corsica da Nord a Sud), una settimana a Londra in autunno (data da definire), un mese in Giappone tra dicembre e gennaio 2006 e diverse scalate e trekking tra centro e nord Italia durante il resto dell'anno. Quindi con tutta la buona volontà, e nonostante il racconto di Fenris abbia stimolato la mia curiosità, di Mongolia per il momento non se ne parla.
E poi per quest'altr'anno, pur andandoci vicino, ci sarebbero i proponimenti per visitare l'inaccessibile regno del Bhutan. Vedremo...

Questo è quanto.
Grazie ancora per aver condiviso con noi questa bella esperienza.
Ciao.


ps - aiutare gente di altre nazioni ad immigrazione in Italia non mi sembra una buona idea. Io stesso, avendo avuto modo di viaggiare spesso, mi sono trovato a volte in situazioni del genere, ma ho sempre fatto cadere la cosa. In un solo caso mi sono prodigato attivamente, ed è stato per un amico brasiliano che è per 3/4 di discendenza italiana, veneta per l'esattezza, e per il restante quarto portoghese. Quindi europeo etnico al 100%.
Ma per il resto dobbiamo essere intransigenti principalmente con noi stessi e con i nostri sentimenti. L'immigrazione è il primo problema a cui dobbiamo contrapporci.

pps - nota per i leghisti all'ascolto: curioso notare che di quattro italiani residenti in mongolia l'unico a lavorare è quello non settentrionale, il prode e vulcanico pizzaiolo romano che porta il lavoro e la civiltà ai rozzi nomadi bevitori di té al burro di yak (la pizzeria con annesso troiaio)...

[micknick]

Una bellissima avventura, complimenti, è davvero da pubblicare

[Fenris]

In Origine Postato da Orazio Coclite
[B]Complimenti Fenris, sia per l'impresa compiuta dei quasi 10.000 km attraverso due continenti e fino in Mongolia, ma anche per la costanza di aver messo, aggiornamento dopo aggiornamento, tutto il racconto a disposizione qui su POL. La lettura è stata veramente piacevole, tanto che ho letto i 3/4 del tuo racconto tutti di fila questa mattina in 4/5 ore mentre sorseggiavo té nel mio ufficio.

Ti ringrazio molto dell'apprezzamento, che mi fa molto piacere.

Mi permetto solamente un paio di appunti che ti possono magari tornare utili per migliorare alcuni passaggi del tuo racconto.
Per prima cosa ritengo ci sia un errore nella citazione dialettale che fai del vulcanico porno-pizzaiolo romano, visto che al posto di 'fregnare', che al più potrebbe significare lagnarsi ('frignare'), andrebbe forse messo il termine 'fregare' inteso come intercorso sessuale.

Eh, ho capito... però lui ha detto proprio così...

Riguardo al té mongolo dal gusto salato di cui scrivi di non conoscere gli ingredienti, si deve trattare quasi sicuramente dell'onnipresente tè al burro di yak, bevanda nazionale tibetana diffusissima anche tra i mongoli. Di solito viene servito accompagnato con orzo tostato, la famosa tsampa.

Di orzo in Mongolia non se ne trova, in quanto al tè, è probabile che sia quello di cui parli tu.

Parli poi di "tipici mucchi di pietre che i pastori mongoli dispongono come offerte votive", commentando con "sono persone poverissime, e da offrire ai propri déi trovano raramente di meglio che un sasso raccolto per strada". Qui il discorso è secondo me un po' diverso, nel senso che è comune a molti popoli, ma anche in Europa sopravvive quest'usanza specie in forma de-sacralizzata tra il popolo degli alpinisti/trekkingaroli, del depositare una pietra come offerta votiva in alcuni punti di passaggio dove con il tempo si formano i cosidetti 'omini di pietra'. Ma la cosa non è dovuta alle condizioni economiche dell'offerente, ma piuttosto a una ritualità che ha radici ancestrali.

Però tra i mucchi di pietre certe volte si trovano oggetti diversi dalle pietre stesse, lasciati dai pastori in offerta. A quanto ho letto io, sono delle vere e proprie offerte votive anche quelle dei sassi.

Parli poi di aver mangiato una specie di "tortelloni bolliti" al confine con la Mongolia. Ora, e questa cosa è curiosa specialmente per un bolognese, anni fa lessi che i tortellini italiani furono originariamente copiati osservando una pietanza che facevano alcuni schiavi che provenivano dall'estremo oriente (non mi ricordo la regione citata, ma ho come il sospetto che si trattasse proprio della Buriazia, ma non ci metterei una mano sul fuoco). Io azzardo e dico che vai a vedere che quella cosa che hai mangiato è magari la versione moderna di quell'antico piatto che si è poi affermato con così tanto successo in Emilia?

Ah, potrebbe essere senz'altro... non avevo mai sentito parlare di questa origine orientale dei tortellini, ti dico la verità. Quelli che si mangiano lì però sono alquanto diversi, sono molto più grandi in dimensioni, ed ovviamente fatti in modo diverso. Però alla fine il concetto di "pasta" ripiena è lo stesso.

Un ultimo appunto te lo vorrei infine muovere riguardo l'uso che fai del toponimo Ulan Bator che, se non rammento male, fu imposto dai russi sull'originale nome di Urga. Magari sarebbe più corretto usare quello antico? Vedi tu, te la butto là.

No, Ulan Bator non è stato imposto dai Russi. Ulaan Baatar in mongolo vuol dire "eroe rosso", ed è il nome con cui è conosciuto in Mongolia l'eroe nazionale cui è dedicata la piazza della città, che ha guidato la rivoluzione contro la Cina dando l'indipendenza alla mongolia. Diciamo che Ulan Bator è il nome con cui la città è conosciuta in tutto il mondo, ma il nome vero è Ulaan Baatar. La città ha assunto questo nome dal 1921, se non ricordo male, ma su volontà dei mongoli, prima che arrivasse Stalin a fare disastri (8 anni dopo)

Come vedi ho letto tutto con estrema attenzione.

Non ne avevo dubbi, trattandosi di te.

ps - aiutare gente di altre nazioni ad immigrazione in Italia non mi sembra una buona idea. Io stesso, avendo avuto modo di viaggiare spesso, mi sono trovato a volte in situazioni del genere, ma ho sempre fatto cadere la cosa. In un solo caso mi sono prodigato attivamente, ed è stato per un amico brasiliano che è per 3/4 di discendenza italiana, veneta per l'esattezza, e per il restante quarto portoghese. Quindi europeo etnico al 100%.
Ma per il resto dobbiamo essere intransigenti principalmente con noi stessi e con i nostri sentimenti. L'immigrazione è il primo problema a cui dobbiamo contrapporci.

Bè, ma il ragazzo che abbiamo cercato di aiutare a venire qui infatti è russo, europeo al 100%.

[Peucezio (POL)]

In Origine Postato da Fenris
Grazie a tutti degli apprezzamenti, ragazzi, vi assicuro che è stato tanto un piacere per voi leggere quanto per me scrivere.

Peucezio, un grazie particolare anche a te ed una perplessità: sei sicuro che il tuo amico di Ufa apprezzerà quanto ho scritto del suo paese e della sua gente in certi momenti?

Non preoccuparti: lui mi ha raccontato, senza troppe remore, cose ancora più forti.
Una volta mi fece scompisciare dal ridere, parlando della corruzione di vigili e poliziotti. Diceva, immaginando una situazione paradossale, che con una quarantina di rubli (una cifra quasi irrisoria) puoi fare quello che vuoi, passare col rosso... e anche mettere sotto un pedone! Solo che magari quel pedone valeva meno di 40 rubli, però il vigile non ha il resto, quindi ti invita a mettere sotto un altro pedone, per pareggiare il conto!

[Peucezio (POL)]

[QUOTE]In Origine Postato da Orazio Coclite
[...]
Parli poi di aver mangiato una specie di "tortelloni bolliti" al confine con la Mongolia. Ora, e questa cosa è curiosa specialmente per un bolognese, anni fa lessi che i tortellini italiani furono originariamente copiati osservando una pietanza che facevano alcuni schiavi che provenivano dall'estremo oriente (non mi ricordo la regione citata, ma ho come il sospetto che si trattasse proprio della Buriazia, ma non ci metterei una mano sul fuoco). Io azzardo e dico che vai a vedere che quella cosa che hai mangiato è magari la versione moderna di quell'antico piatto che si è poi affermato con così tanto successo in Emilia?

Probabilmente i tortelli assaggiati da Fenris erano una versione mongola dei pel'meni russi (o forse sono i pel'meni ad essere la versione russa di tortelli di origine asiatica).
I pel'meni sono dei tipici grossi tortelli ti pasta morbida e bianca, con dentro la carne: cibo invernale molto nutriente e sostanzioso che i russi usano accompagnare con della vodka (tanto per cambiare!).


Un ultimo appunto te lo vorrei infine muovere riguardo l'uso che fai del toponimo Ulan Bator che, se non rammento male, fu imposto dai russi sull'originale nome di Urga. Magari sarebbe più corretto usare quello antico? Vedi tu, te la butto là.
Come vedi ho letto tutto con estrema attenzione.


Sulla questione del nome della città non so molto. Urga però è il titolo di un film del regista russo Nikita Michalkov sui mongoli, film che possiedo in formato DivX, di cui ho visto ancora solo qualche pezzo, ma di cui consiglio la visione a Fenris, dato il suo interesse per quella cultura.


Un saluto a Orazio e a Fenris.

[ardimentoso]

In Origine Postato da Fenris

cavolo....se ero lì mi irrigidivo come la statua.......
.....me la carico sulla fiesta.....

[Nirvana]

Dopo un mese dalla finie della lettura di questo splendido viaggio ho trovato casualmente su SportItalia il racconto di una donna francese che ha attraversato , se non ho capito male, sei paesi dell'est in sella ad una bici.....
Ho iniziato a vedere al momento in cui si trovava nel deserto del Gobi.
Il viaggio era al contrario rispetto a quello di Fenris, credoche la ragazza avesse già attraversato la Cina.
Quando è giunta al confine con la Mongolia ho avuto la sensazione di esserci già stato.
Poi quando sono partite le immagini di Ulan Bator ho avuto la conferma.
La ragazza è stata anche ospitata in una "gher" e lo speaker ha descritto questi nomadi ed il loro modo di vivere nello stesso modo di Fenris, minuzioso al 100%..... quasi incredibile......
Avevo come la senzazione di saper indovinare la scena successiva.
Quando poi la ragazza ha varcato il confine con la Russia un immagine di una strada dissestata e dei loro cartelli stradali mi ha fatto sobbalzare sulla sedia e cominciare a ridere da solo come un matto...
Domani dovrebbe esserci la seconda puntata spero di perderla... per il momento grazie ancora Fenris